Brano: [...]o dai lupi o lacerato dalle rocce. Dafne e Tirsi, che agiscono per loro, li manovrano e li ammaestrano, li fanno passare attraverso l'esperienza della rinuncia, del compiacimento narcisistico, dell'inganno e della violenza per poi condurli alla finale accettazione dell'equilibrio instabile e malinconico dell'idillio. E il coro, in un commento conclusivo, esprime maliziosamente, e malinconicamente, la sua soddisfazione.
REMO CESERANI
CURT PAUL .JANZ, Vita di Nietzsche. Il profeta della tragedia (18441879), Bari, Laterza, 1980, pp. xiv802.
Si è ormai da alcuni anni affermata e consolidata, nella storiografia filosofica italiana ed europea, una generale tendenza ad una riconsiderazione critica della figura e dell'opera di Friedrich Nietzsche. Un rinnovato interesse ha investito un pensatore che, principalmente in campo marxista, ha conosciuto il peso della svalutazione e dell'anatema. Come è stato anche altrove ripetutamente affermato, la responsabilità maggiore dell'operazione ideologica di « neutralizzazione » del filosofo tedesco è da [...]
[...]onflitto mondiale avevano disperso e vanificato. Il primo volume della nuova stesura usciva nel '53 e nel '62 lo studioso moriva. Ma intanto egli aveva avuto modo di introdursi all'Archivio Nietzsche ed alla consistente mole dei documenti in esso contenuti che erano in precedenza « custoditi » gelosamente da Elisabeth Nietzsche.
Con la morte di Blunck l'incarico di stendere una nuova biografia nietzscheana viene affidato allo svizzero Curt Paul Janz, autore di un pregevole testo sulle composizioni musicali del filosofo uscito nel 1976, il quale può, cosí, beneficiare del mate
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riale che Blunck aveva riunito e procedere ad un'ulteriore e piú approfondita rielaborazione. Dopo il 1960 l'ancora accresciuta possibilità di reperire documenti di prima mano permette a Janz di costruire un quadro sempre piú esauriente delle vicende della vita di Nietzsche. L'accesso all'Archivio GoetheSchiller di Weimar, nella RDT, nel quale sono contenuti anche i fondi dell'ex Archivio Nietzsche e la pubblicizzazione del materiale posseduto da E. Pfeiffer di Gottinga relativo al discusso rapporto tra il filosofo, Lou Salomé e Paul Rée completano il quadro dei riferimenti documentari che costituiscono la materia « grezza » del lavoro dello studioso di Basilea.
È precisamente il frutto di questa fatica che la Laterza di Bari mette a disposizione degli studiosi rompendo, bisogna [...]
[...]gna dire, una tradizione editoriale che non la ha mai vista indulgere troppo a « cose » nietzscheane. Se escludiamo, infatti, la traduzione de La nascita della tragedia (1919) con Introduzione di Enrico Ruta e le successive ristampe a cura di Paolo Chiarini, la pubblicazione di questa biografia sembra inaugurare una fase nuova per la casa editrice di Bari. Non possiamo che rallegrarcene, proprio per la piacevole novità rappresentata dal testo di Janz nel panorama degli studi, non solo biografici, sul pensatore tedesco.
Dietro questa ricostruzione della vita di Nietzsche c'è, con ogni evidenza, una domanda di fondo sulla legittimità di un'operazione di ricomposizione biografica che, tuttavia, non appesantisce lo svolgimento dell'esposizione complessiva, ma la rende, anzi, piú densa e pregnante. Cosí, nel volerne indicare limiti e possibili insufficienze, l'autore ne evidenzia proprio l'intrinseca validità, la misura di un'originalità la cui esigenza era da tempo avvertita nel campo degli studi su Nietzsche. La piena consapevolezza di muov[...]
[...] non appesantisce lo svolgimento dell'esposizione complessiva, ma la rende, anzi, piú densa e pregnante. Cosí, nel volerne indicare limiti e possibili insufficienze, l'autore ne evidenzia proprio l'intrinseca validità, la misura di un'originalità la cui esigenza era da tempo avvertita nel campo degli studi su Nietzsche. La piena consapevolezza di muoversi su un terreno aspro, scivoloso e cosparso di pericoli come quello biografico, fa assumere a Janz un atteggiamento piuttosto cauto nei confronti non solo del vasto materiale che occorre coordinare e rielaborare, ma di un metodo che egli vuole con forza sottrarre alle ipoteche della « neutralità » o del ripercorrimento di ipotesi interpretative ormai abusate fino alla nausea.
Pertanto egli riesce a svolgere la vita di Nietzsche in modo sorprendentemente distaccato, focalizza questa figura quasi separandosi con decisione da essa, e la spinge visibilmente sullo sfondo di un piú ampio ed oggettivo sviluppo delle vicende storiche e spirituali; pur ribadendo l'impossibilità di ripristinare fat[...]
[...]oggettivo sviluppo delle vicende storiche e spirituali; pur ribadendo l'impossibilità di ripristinare fattualmente il « vero » Nietzsche, l'autore ci restituisce una personalità singolarmente reale e singolarmente aderente ad un ambiente che egli si dimostra in grado di decifrare con perizia ed altrettanta modestia.
Mantenendosi su questo terreno problematico, cioè sulla linea della rievocazione di una particolare atmosfera storica e culturale, Janz supera di slancio e neutralizza ogni esausta partizione tra agiografi e denigratori del filosofo, vale a dire ogni linea di demarcazione ideologica sulla quale la quasi totalità dei biografi si era attestata ritenendo con ciò di aver detto su Nietzsche tutto quanto vi fosse da dire. Ne esce una figura viva, piacevole, significativamente calata nella serie concreta degli eventi storici e spirituali dell'epoca, che non « precorre » o « anticipa » questo o quell'orientamento politico, che non prefigura messianicamente mondi e società future, che non compie operazioni di avallo per questa o quell[...]
[...] quasi totalità dei biografi si era attestata ritenendo con ciò di aver detto su Nietzsche tutto quanto vi fosse da dire. Ne esce una figura viva, piacevole, significativamente calata nella serie concreta degli eventi storici e spirituali dell'epoca, che non « precorre » o « anticipa » questo o quell'orientamento politico, che non prefigura messianicamente mondi e società future, che non compie operazioni di avallo per questa o quell'ideologia.
Janz non si sovrappone al suo oggetto né tenta eroiche identificazioni tra esso e l'autore della ricerca, nella persuasione, per altro esplicitamente affermata, che in ogni lavoro biografico la difficoltà principale consiste proprio nel ricostruire integralmente contorni, linee evolutive e « sostanza » dell'oggetto che, in sé, rimane assolutamente inesauribile ad onta della ricchezza del materiale disponibile e della meticolosità esegetica. Ma è questa inesauribilità, questa sempre relativamente scandagliata profondità,
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ovviamente non solo biografica, a costituire il fondamentale [...]
[...] documentario e biografico in situazioni determinate storicamente e storicamente riconoscibili, altrimenti esso finisce col costituire l'ineffabile prodotto di una « pura » attività in sé autosufficiente e conchiusa, da sé legittimantesi, quasi operante in una sfera di presunta asettica teoreticità, incontaminata dal reale procedere della storia, dalle sue svolte, dalle sue sinuosità. Ed in tal senso l'opera del biografo torna ad acquistare, per Janz, una dignità ed uno spessore che ad essa si è voluto troppo spesso negare, riducendola a mera cronaca di fatti in sé « bruti » e privi di valenza specifica.
Questa cautela intorno all'approssimazione del lavoro biografico, questo vissuto rigore esegetico percorrono tangibilmente lo svolgimento dell'opera di Janz e costituiscono, allo stesso tempo, l'assunto metodologico fondamentale con il quale l'autore accosta un tema ed una figura tradizionalmente controversi della storia intellettuale europea e, come abbiamo visto, inficiati da « interpretazioni » che si sono su di essi adagiati, stravolgendone i connotati reali. Pertanto le preoccupazioni dello studioso si incentrano anche su questo terreno; la narrazione biografica, il cronologico disporre i fatti secondo un ordine che si vuole imposto da sé, scivola con facilità ed anche inavvertitamente in un'interpretazione che, rassegnata ad abbandonare il [...]
[...]gico disporre i fatti secondo un ordine che si vuole imposto da sé, scivola con facilità ed anche inavvertitamente in un'interpretazione che, rassegnata ad abbandonare il proprio oggetto alla sfera della inconoscibilità sostanziale, viene a costituire spezzoni e frammenti di una « lettura » che sembra tanto piú inevitabile, quanto piú vuole strutturarsi sulla semplice esposizione, neutra e puramente descrittiva. Rimane difficile pur sempre, dice Janz, saper distinguere se il tentativo di esposizione dell'opera rimane ancora mero resoconto o se già diventa interpretazione, cosa che in linea di principio non è nelle intenzioni di quest'opera. Cosi la dichiarata intenzione espositiva, se non esorcizza di per sé da un esito siffatto — che, per altro, nel testo è ben lontano dall'imporsi —, è pur sempre segno di una correttezza d'intenti che percorre palesemente il suo libro e lo tiene al riparo da « cadute » interpretative.
Sulla base di questa problematica impostazione metodologica l'autore viene svolgendo una rigorosa ricostruzione dei mom[...]