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Il segmento testuale Il P S è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 331

Brano: Venezia

simpatie del cardinale Piazza e di monsignor Giovanni Urbani andavano a Mentasti.

Il P.S.I.U.P., nato dall’accordo nazionale concluso nell’agosto 1943 tra il Partito socialista (v.) e il M.U.P., era rappresentato da Giovanni Tonetti (v.)f troppo appiattito sulle posizioni comuniste (Lombroso e Giavi raggiunsero presto la pedemontana trevigiana per organizzarvi la guerriglia). Quanto ai liberali, erano presenti di fatto con il solo Angiolo Tursi.

Il C.L.N. risentiva di queste difficoltà dei partiti, ma soffriva anche di contraddizioni oggettive esterne. Caso pressoché unico tra le grandi città del Centro e del Nord delTItalia, la popolazione di Venezia andava crescendo vertigin[...]

[...]a Venezia del C.L.N. regionale veneto che, fino a quel momento, aveva operato a Padova. Questo importante organismo, che avrebbe coordinato e diretto la Resistenza in tutta la regione, era nato alla fine di settembre 1943 e, di esso, avevano allora fatto parte Egidio Meneghetti (v.) e Silvio Trentin (tornato dalla Francia ai primi del mese) per il

P. d’A.f Concetto Marchesi (v.) per il P.C.I., Mario Saggin per la D.C. e Alessandro Candido per il P.S.I.. Per il periodo in cui operò a Venezia, ne fecero parte veneziani quali l’azionista Attilio Casi11i e il democristiano Giovanni Ponti, il che comportò anche momenti di confusione nelle competenze.

Al di fuori dell'orbita del C.L.N. veneziano si mossero, ad esempio, missioni militari giunte in città dal sud: fu il caso della Missione “Argo” di Giordano Bruno Rossoni, che operò in contatto con un gruppo di resistenti facente capo a Guido Dall'AgnoI e aveva un genere di logica di tipo militare, volutamente staccata dall’impostazione politica propria del C.L.N.. Anche le azioni di sabotaggi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 283

Brano: [...]a de “Il Corriere della Sera”, coprendo anche l’incarico di condirettore della “Rivista storica italiana”.

Nel 1980, su designazione del presidente della Repubblica Sandro Pertini, è stato nominato senatore a vita.

Fra i suoi scritti storici si ricordano: Storia del socialismo nel secolo XX, Firenze, 1946; L'avvento di De Gasperi, Torino, 1949; Storia del movimento socialista, Firenze, 1951; Dall'antifascismo alla Resistenza, Milano, 1960; Il P.S.I. nel periodo della neutralità, Milano, 1962; La dissoluzione dell'AustriaUngheria, Milano, 1966; Il Partito d’azione nella Resistenza, Milano, 1971; Questioni di storia del socialismo, Torino, 1975; La lotta sociale in Italia e l’avvento della democrazia, Torino, 1976.

Vallassina

Alta valle del fiume Lambro del comune di Asso (v.) alla Madonna del Ghisallo, durante la Guerra di liberazione fu teatro di lotta partigiana.

Dopo I'8.9.1943 le prime formazioni partigiane, costituite da soldati reduci dai fronti di guerra e da renitenti, sorsero in località Eneo, Asso e Rezzago, da dove [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 253

Brano: Urbino

lìr&ao Comic sofflaiissa M. T maggio «14

Comizio socialista a Urbino per il Primo Maggio 1914

dell’ottobre 1920, la guida del Comune (sindaco l'avvocato Antonio Baideschi). Il P.S.I. aveva i suoi punti di forza nelle frazioni operaiebracciantili e tra i contadini che, dopo la scissione socialista del 1921, si rivolsero in gran parte al Partito comunista. Questo emerse vittorioso dallo scontro delle tendenze interne al P.S.I. grazie all'unione della maggioranza massimalista localmente guidata dal Gasparini (che nel Congresso di Livorno seguì la frazione GraziadeiMarabini) con la frazione comunista che aveva come esponenti provinciali Sante Barbaresi, il deputato operaio Augusto Radi, ordinovista, ed Egisto Cappellini (v.). Rimase invece nel P.S.I. il deputato Antonio Sa[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 191

Brano: [...] con altri morti e altre distruzioni. Il 4 novembre entrava finalmente ad Udine la III Divisione del Regio esercito; il 6 arrivarono il sindaco e il presidente della Deputazione provinciale, il 7 fu la volta dell'arcivescovo. Tornarono in Friuli anche i profughi: 134.816 persone su una popolazione di 628.081 abitanti. Tutti i problemi rimasero tuttavia per lungo tempo aperti. Gli “aiuti” del governo di Roma risulteranno lentissimi e irrisori.

Il P.S.I. nel primo dopoguerra

A distanza di 8 mesi dalla fine della guerra, mentre era ancora in corso la smobilitazione dell’esercito, per la prima volta dopo un lungo periodo di silenzio i socialisti friulani misurarono le proprie forze in una manifestazione di massa: l'occasione venne offerta dallo sciopero internazionale del 2021.7.1919 contro la politica delle potenze dell’Intesa e il tentativo di sopraffazione delle repubbliche sovietiche sorte in Russia e in Ungheria. Nonostante il clima di generale aspettativa e la diffusa convinzione che il proletariato si avviasse alla lotta finale per[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 180

Brano: [...]verso dibattiti teorici e vari momenti associativi (più congressi operai e socialisti nazionali) il partito dei lavoratori italiani, fondato nel 1892 a Genova, staccandosi dal ceppo del Partito operaio italiano e dalla persistente matrice e influenza degli anarchici.

Turati venne così a trovarsi alla testa del Partito socialista italiano nel decennio, decisivo, del decollo economico del paese e del rinnovamento della lotta politica in Italia. Il P.S.I. seguirà fin dalle origini

ii modello dei moderni partiti di massa costituiti dalle socialdemocrazie europee, e si indirizzerà, più decisamente fino alla fine del secolo, su uno schema di tipo marxista.

Si pongono qui — nel quadro del marxismo della Seconda Internazionale (v.) — i problemi relativi al tipo di esperienza e di elaborazione teorica che fu proprio di Turati. L’approccio al marxismo di Turati non fu certamente quello “teorico” e rigoroso di un Antonio Labriola (v.), che era attento in modo preminente alla storia e al pensiero di Marx e della sua scuola, e che entrò in pole[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 132

Brano: [...]aprirono loro gli occhi ».

Nel 1913, peraltro, l'attenzione del P.S.I. fu attirata essenzialmente dalle elezioni generali, sia perché esse erano le prime a suffragio universale maschile sia perché per la prima volta i cattolici scendevano totalitariarmente in campo a sostegno dei candidati liberali (secondo lo schema del Patto Géntiloni), cosicché a Treviso venne eletto Graziano Appiani proprio per il concorso determinante dei voti cattolici. Il P.S.I. candidò nel collegio di Treviso il vecchio Vittorio Gottardi, nel collegio di Conegliano Angelo Tonello (che fece così la sua prima apparizione nell’arena politica trevigiana dopo le esperienze maturate in provincia di Bologna), nei collegi di Vittorio Veneto e Castelfranco Cleanto Boscolo, mentre nel collegio di Montebelluna si preferì bloccare con i repubblicani che avevano candidato Eugenio Chiesa (v.). Sebbene in nessun caso i socialisti riuscissero a ottenere un quoziente utile, il risultato fu comunque buono e indicò, nonostante l’uso da parte dei moderati di strumenti e metodi ai co[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 757

Brano: [...]inse il principio della difesa nazionale e decise il rifiuto di ogni credito militare.

Sul piano internazionale i socialisti svizzeri seguirono un’analoga evoluzione: la conferenza di Lugano del 27.9.1914 riunì i delegati dei partiti svizzero e italiano, segnando così una prima ripresa delle relazioni internazionali. Davanti all’impossibilità di riunire il Bureau socialista internazionale, oppure una conferenza dei partiti dei paesi neutrali, il P.S.I. decise di convocare in Svizzera una conferenza delle minoranze socialiste di tutti i paesi. Il P.S.S. non si impegnò nella preparazione di questa conferenza, ma ne lasciò la responsabilità a R. Grimm. Precedentemente, una prima conferenza internazionale di donne socialiste si era tenuta a Berna dal 25 al 27.3. 1915, seguita da un incontro internazionale della Gioventù socialista (4 aprile), da cui era nato un attivissimo Segretariato internazionale, con sede a Zurigo, sotto la presidenza di Willy Munzenberg.

La conferenza socialista internazionale ebbe luogo dal 5 all'8.9.1915 nel piccolo villaggio di Zimmerwald (v.). È noto il ruolo da essa avuto nell’evoluzione generale del movimento [...]

[...] sotto la presidenza di Willy Munzenberg.

La conferenza socialista internazionale ebbe luogo dal 5 all'8.9.1915 nel piccolo villaggio di Zimmerwald (v.). È noto il ruolo da essa avuto nell’evoluzione generale del movimento operaio per l’affermazione di una opposizione socialista alla guerra. La Commissione socialista internazionale ivi creata, animata da Grimm, convocò un secondo incontro che si tenne a Kiental dal 24 al 30.4.1916 e nel quale il P.S.S. si fece questa volta ufficialmente rappresentare, dopo essersi dichiarato d’accordo col manifesto di Zimmerwald. Ormai la sinistra, solidamente ancorata a Zurigo sotto la direzione di Fritz Platten (18831942), guadagnava sempre più terreno a Basilea e altrove, mentre il centro del partito, rappresentato essenzialmente da R. Grimm e Berne, si portava sempre più verso di essa.

Estensione delle lotte operaie

Fin dal 1915 si erano svolte imponenti manifestazioni contro il caro

vita, organizzate dal P.S.S. e dalla U.S.S.. Il 30.8.1917 queste lotte culminarono in uno sciopero generale d[...]

[...] galvanizzò la sinistra socialista.

Il 19.5.1917, a ChauxdeFonds, la folla liberava E. Paul Graber dalla prigione dove espiava una pena di otto giorni a causa d’un articolo che se la prendeva con l’esercito. A Zurigo, dal 15 al 17.11.1917, manifestazioni organizzate da piccoli gruppi in favore della rivoluzione russa d’Ottobre e della pace degenerarono in disordini che si chiusero con 4 morti. I circoli estremisti vennero sconfessati da tutto il P.S.S., sinistra compresa, ma appoggiandosi sullo scontento delle masse essi riuscirono a organizzare altre manifestazioni o a far degenerare in forme violente quelle delle organizzazioni operaie.

Sul piano parlamentare il P.S.S. raccolse 50.000 voti alle elezioni federali dell’autunno 1917, ma dato il sistema elettorale maggioritario non ebbe un numero di seggi corrispondente al suo elettorato. D’altra parte, in regime di pieni poteri, il legislativo aveva poca influenza sul governo. Da qui l’idea, sempre più lar

WiMy Munzenberg (quarto da sinistra) e altri membri del Segretariato intemazionale della Gioventù socialista, fra cui Fritz Platten ed Ernst Nebs, dirigenti della sinistra socialista svizzera (Zurigo, autunno 1917)

757



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 572

Brano: Socialista Italiano, Partito

i! risorto partito socialista (che aveva egemonizzato e ridimensionato nel suo seno i fermenti maggiormente innovativi), cioè il P.S.I.U.P. del 194347, essendo in primo luogo la somma e l'incrocio di una pluralità di nuclei operativi e di formazioni stratificate, diverse per ideologia, generazione, esperienza e prospettiva politica, avrebbe potuto resistere nella sua labile unità solo in virtù di un forte dinamismo di lotta, di una capacità di egemonia aH’interno e aH'esterno sufficientemente moderna nelle idee e ben strutturata nelle sue funzioni.

La scissione del 1947

La scissione di Palazzo Barberini (gennaio 1947) capeggiata da Saragat segnò la chiusura di tutta un’epoca e anticipò un nuovo ciclo; ma più immediat[...]

[...]cepresidente; dalla crisi di questa formula dopo il fallimento della riunificazione del P.S.I.P.S.D.I. (196669) all’esperienza dei governi di “solidarietà nazionale”, fino all'approdo di Bettino Craxi, già luogotenente di Nenni nella corrente autonomista, che salirà alla presidenza del Consiglio nel 1983. Ancora alleato del P.C.I. e fortemente radicato a una strategia di cambiamento sociale e di opposizione, dopo la sconfitta del Fronte popolare il P.S.I. venne egemonizzato in un particolare rapporto di vertice (fino al 1954) da Nenni e Morandi, un binomio nel quale il primo rappresentava l'esperienza e il fascino di un agitatore di idee e di formule politiche estroverse, il secondo concentrava una grande intensità etica e intellettuale in un arduo tentativo diretto a forgiare e disciplinare le strutture del partito.

Il pragmatismo di Nenni

Già nel 1947 aveva preso rilievo la confluenza dell'ala “socialista” del Partito d'Azione (v.) dalla quale in prosieguo di tempo sarebbero usciti in posizione eminente Riccardo Lombardi (v.) ed Ern[...]

[...]amento della difficile situazione tattica del P.S.I.. Le prime proposte erano già state avanzate alla sinistra della D.C.. In prospettiva, si trattava già di un mutamento ideologico e sociologico del P.S.I., come contropartita correlativa a una tattica che si definiva via via sul traguardo, non immediato, dell'andata al governo.

Se la D.C. era stata definita da Alcide De Gasperi come « un partito di centro che mar

cia verso sinistra », per il P.S.I. sembrava verificarsi il contrario: un partito di sinistra che marcia verso il centro.

La conversione di rotta si realizzò fra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta, e comportò, anche nelle nuove posizioni, un ulteriore e notevole indebolimento intorno a un apparato moderno e realmente egemonico.

Dall’opposizione al governo

Su un lungo periodo, dalla revisione del 1956 ai nostri giorni, il problema della tattica e strategia socialista (permanendo un’obiettiva, costante irrequietezza di rapporti con i grandi partiti di massa, la D.C. sulla destra e il P.C.I. su[...]

[...]roblema della tattica e strategia socialista (permanendo un’obiettiva, costante irrequietezza di rapporti con i grandi partiti di massa, la D.C. sulla destra e il P.C.I. sulla sinistra) sembrò risolversi da un lato nella cogestione del potere governativo (pur da posizioni minoritarie) in accordo con le varie forze di centro, dall'altro nella compresenza nei sindacati e negli enti locali in accordo con i comunisti e altre forze di sinistra laica. Il P.S.I. rimase infatti all'opposizione fino alla svolta rappresentata dal luglio 1960 e dalla lotta di popolo contro il governo Tambroni; ma l'ingresso nell’area governativa, il distacco dal P.C.I., quindi da una concezione popolare e classista della politica, costarono al partito una nuova scissione, sulla sinistra: rinacque il P.S.I.U.P. (19641972), nel quale si distinsero Lussu, Tullio Vecchietti, Aldo Valori e Foa, vale a dire ex morandiani ed ex azionisti sotto il patrocinio un po' distaccato di Lelio Basso.

Con la crisi del 196869 diventò evidente che il P.S.I. aveva conseguito assai scarsi risultati nella pratica del centrosinistra e nell'attuazione di un programma di riforme (elaborato e propugnato soprattutto da Riccardo Lombardi). Anche per questo, sebbene emblematicamente il partito avesse portato un settore del movimento di classe alla gestione del potere, l'ampiezza dei suoi consensi elettorali subì il più notevole dei ridimensionamenti.

Fu ancora una volta Nenni a delineare lucidamente questa contraddittoria situazione. Nel l 'Intervista sul socialismo, affermò (1977): « L’essere ad un tempo indebolito e determinante espone il P.S.I. a[...]

[...]ugnato soprattutto da Riccardo Lombardi). Anche per questo, sebbene emblematicamente il partito avesse portato un settore del movimento di classe alla gestione del potere, l'ampiezza dei suoi consensi elettorali subì il più notevole dei ridimensionamenti.

Fu ancora una volta Nenni a delineare lucidamente questa contraddittoria situazione. Nel l 'Intervista sul socialismo, affermò (1977): « L’essere ad un tempo indebolito e determinante espone il P.S.I. a tutte le seduzioni e a tutte le tentazioni, col rischio di diventare il partito degli “assessori” (secondo l’espressione che adoperai parlando al XL Congresso sulla questione delle giunte)

o il partito dei ministri. Cioè la condizione più difficile che si possa immaginare e che richiederà, per essere affrontata, una forza morale di cui sovente nella nostra storia I socialisti hanno dato prova ».

572



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 72

Brano: [...] Studi storici », 1973; G. Arfé, Storia del socialismo italiano. 18921926, Torino, 1965; ld., Storia dell'Avanti!, Roma, 1977; ld., Pietro Nenni libertario e socialista, in P.N., Vento del nord, cit.; T. Detti, Serrati e la formazione del Partito comunista italiano, 19211924, Roma, 1972; AA.W., Trent’anni di politica socialista: 19461976, Roma, 1977; G. Amendola, La ricerca delle ragioni del declino socialista, in « Rinascita », 6.5.1977; Amato, Il P.S.I. tra frontismo e autonomia. 19481954, Cosenza, 1978; Storia del socialismo italiano, diretta da G. Sabbatucci, Roma, 1980 e segg.; Storia del Partito socialista, a cura della Fondazione Brodolini, Venezia, 19791981; V. Foa, Per una storia del movimento operaio, Torino, 1980; E. Santarelli, Pietro Nenni. Profilo e problemi, in « Italia contemporanea », 1980.

Tra le biografie sono da segnalare: D. Susmel, Nenni e Mussolini. Mezzo secolo di fronte [18961945], Milano, 1969; M. G. D'Angelo Bigelli, Pietro Nenni dalle barricate a Palazzo Madama, Milano, 1971;

G. Gerosa, Nenni, Milano, 1972.[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 71

Brano: [...]ti esponenti della Chiesa e della Democrazia cristiana (v.).

Pietro Nenni presidente del P.S.I.

Nenni, Pietro

Nei governi di centrosinistra

Il primo governo di centrosinistra, di cui Nenni è vicepresidente (dicembre 1963) porta per la prima volta in Italia i socialisti al potere, ma in una posizione difficile, stante i rapporti di forza con la Democrazia cristiana e la « delimitazione a sinistra » che Aido Moro riesce a strappare.

Il P.S.I. registra negli anni seguenti la scissione del P.S.I.U.P. (a opera di Aldo Vecchietti e Lelio Basso), ragguardevoli perdite elettorali in tutto il periodo del centrosinistra e lo sviluppo di una sinistra interna animata da Riccardo Lombardi. Per contro, Nenni aveva tentato di attestarsi sulla formula della « globalità delle riforme », con scarso successo. L’alleanza di governo con la D.C. e i due minori partiti laici (P.S.D.I. e P.R.I.), combattuta dalle destre e ostacolata da più di un nucleo moderato, si era rivelata, per più aspetti, logorante.

In politica estera, mentre negli anni de[...]

[...]
C.G.I.L. e di movimenti unitari di base ormai in piena ripresa, i risultati più indicativi di questa fase furono l’attuazione delle Regioni e l’approvazione dello Statuto dei lavoratori, Intorno al 1970.

Era venuta intanto a cessare l’anomala posizione del P.S.I., che in qualche modo corrispondeva a tutta una tradizione di sinistra del socialismo italiano, fin dai tempi della Prima guerra mondiale. Già escluso dall’Internazionale socialista, il P.S.I. vi viene riammesso e nel giugno 1969 lo stesso Nenni viene designato vicepresidente a vita dell’Internazionale. Viene invece a clamoroso fallimento la riunificazione col P.S.D.I., nella quale Nenni aveva riposto molte speranze e che invece naufraga a soli tre anni dalla « Costituente socialista » del 1966.

Negli anni Settanta il « grande vecchio » si stacca dall’esercizio della politica militante, pur continuando a intervenire nei momenti più delicati della vita del paese, di fronte alla crisi che investe l’economia e le istituzioni. Nominato senatore a vita nel 1970 e tornato nel 1976 [...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Il P S, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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