Brano: [...]ello di non aggressione russotedesco (v.) furono altrettanti colpi che eclissarono per alcuni anni (193943) la leadership di Nenni, il quale si era impegnato più di altri e col suo carattere impulsivo su una linea di unità d’azione coi comunisti. Intanto anche il Centro interno era stato sconvolto dagli arresti dell’aprile 1937 e ogni traccia di organizzazione cospirativa a livello nazionale era stata nuovamente dispersa.
Costituzione del P.S.I.U.P. e Resistenza
Faticosamente, fra il 1941 e 1942 Nenni riprese l’iniziativa, accentuando la critica delle destre socialdemocratiche (e collaborazioniste). Vennero anche riallacciati i rapporti con i comunisti, tanto che alla fine del 1941 esponenti del P.S.I., del P.C.I. e di “Giustizia e Libertà” poterono lanciare un primo appello unitario al popolo italiano.
In Italia, mentre avanzava la crisi politica e militare del regime fascista, il socialista Oreste Lizzadri (v.), appartenente alla stessa generazione di Nenni e Saragat, avviò la ripresa clandestina del P.S.I. muovendo da Roma e col[...]
[...]po del socialisti rivoluzionari, e VUnione proletaria italiana, hanno deciso di fondersi in un unico partito: il Partito socialista italiano di Unità proletaria ».
Il convegno che adottò queste decisioni ebbe luogo il 22 agosto a Roma, presenti quarantaquattro persone, in casa di Oreste Lizzadri. Dall’incontro delle diverse esperienze e generazioni uscì un organigramma che rifletteva la precedente stratificazione: Nenni era segretario del P.S.I.U.P. e direttore dell’“Avanti!”, Carlo Andreoni (v.) e Pertini vicesegretari.
La dichiarazione politica del partito, così ricostituito, venne pubblicata il 26 agosto. Fino dai primi passi si manifestò un notevole divario (Nenni fu forse il primo a rimarcarlo, ma l’impressione in fondo era comune) fra potenzialità politica e debolezza organizzativa. L'organizzazione e l’inquadramento non andavano di pari passo con gli obiettivi che il partito si dava con la forza morale e politica che pure rappresentava. Lo si avvertì ben presto, chiaramente, anche sul terreno cospirativo e militare, nonostante [...]
[...]ndevano il primato fino dai primissimi giorni del nuovo ciclo antifascista e antitedesco. Le questioni di operatività e unità non erano agevoli per un partito non so
lo riaccorpato di fresco, ma stretto fra il dinamismo di un’intellettualità laica e antifascista che stava dando corpo alle Brigate “Giustizia e Libertà”, e la sperimentata capacità dei quadri comunisti che ora si riversava nel settore militare. Quantunque in embrione, il P.S.
I.U.P. era tuttavia una qualificata forza politica e d’opinione, sì che potè in parte colmare questi ritardi ed esercitare una certa forza di attrazione anche su elementi nuovi (per esempio, G.B. Stucchi (v.) fu uno di questi: ufficiale degli alpini reduce della campagna di Russia, assumerà posizioni di rilievo nella “repubblica dell’Ossola” e nel Comando generale del C.V.L.), mentre Sandro Pertini sarà onnipresente nei momenti culminanti dell’azione
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