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da [Rigoletto/ Giuseppe Verdi], p. 12Libretto (Disco vinile

Brano: [...]ssa di Ceprano)

GEORGE CEHANOVSKY, tenore (Usciere di corte)

WILMA GEORGIU, mezzosoprano (Paggio della Duchessa)

Orchestra e Coro del Metropolitan FAUSTO CLEVA, direttore

(New York, 25 febbraio 1956)

Registrazione dal vivo

Produzione 1981

Registrazione dal vivo Metropolitan Opera di New York Testi, notizie e materiale iconografico:

Istituto di Studi Verdiani Parma Ricerche: Gustavo Marchesi Impaginazione: Ufficio Grafico I.M.I.

Coordinatore: Fausto Barzaghi

(c) Copyright I.M.I. International Music of Italy

12



da [Otello/Giuseppe Verdi], p. 4Libretto (Disco vinile

Brano: [...]D HARVUOT, basso

(Montano, predecessore d’Otello nel governo)

CALVIN MARSH, basso

(Un Araldo)

Mario Del Monaco

Orchestra e Coro del Metropolitan FAUSTO CLEVA, direttore

(New York, 8 marzo 1958)

Registrazione dal vivo

Produzione 1981

Registrazione dal vivo Metropolitan Opera di New York Testi, notizie e materiale iconografico:

Istituto di Studi Verdiani Parma Ricerche: Gustavo Marchesi Impaginazione: Ufficio Grafico I.M.I.

Coordinatore: Fausto Barzaghi

(c) Copyright I.M.I. International Music of Italy

Mario Del Monaco, Léonard Warren

4



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 229

Brano: [...]ia italiana in una posizione particolarmente difficile di fronte alla grande crisi (v.) scoppiata negli Stati Uniti dopo il crollo di Wall Street dell'ottobre 1929.

Nel periodo 192934 continuò in Italia la politica di deflazione: furono imposte per legge ulteriori riduzioni di salari e stipendi, caddero ancora i prezzi, si acuirono le contraddizioni, si favorì il processo di concentrazione monopolistica agli industriali e agli agrari (con le limitazioni poste al sorgere di nuovi impianti, l’istituzione dei consorzi obbligatori, la « battaglia del grano », ecc.). Dal punto di vista strettamente monetario, finanziario e dell’azione della Banca d'Italia, questo periodo è caratterizzato dai « salvataggi » di alcune grosse imprese, nonché dalla creazione dell’I.M.I. e dell’I.R.I., che prelude alla legge bancaria del 1936.

Innestandosi in Italia nella pesante situazione determinata dai provvedimenti di stabilizzazione monetaria, la grande crisi mondiale del 1929 provoca conseguenze drammatiche: tra il 1930 e il 1932 si hanno fallimenti di piccole e medie banche e di medie industrie, che creano forti malumori politici e una vivace ripresa di attività antifascista. Con la riduzione della produzione industriale e la continua caduta dei prezzi, la crisi non risparmiò le grandi concentrazioni industriali che, sotto l’egida delle banche e con l’appoggio del [...]

[...]i di piccole e medie banche e di medie industrie, che creano forti malumori politici e una vivace ripresa di attività antifascista. Con la riduzione della produzione industriale e la continua caduta dei prezzi, la crisi non risparmiò le grandi concentrazioni industriali che, sotto l’egida delle banche e con l’appoggio del governo fascista, si erano attuate tra il 1926 e il 1930 (nei settori idroelettrico, armatoriale, cantieristico, minerario, chimico, elettrico, telefonico, ecc.). Queste grandi concentrazioni èrano state sostenute — e qualche volta promosse — dalle maggiori banche (Comit, Credito Italiano, Banco di Roma) che avevano agito come banche « miste », cioè concedendo anche credito industriale a medio termine e appesantendo il proprio portafoglio di titoli industriali. La crisi avrebbe determinato un vero e proprio collasso finanziario e dell’industria, che avrebbe scosso politicamente il regime; d’altra parte il capitale finanziario premeva: attraverso la creazione deH’I.M.I. e dell’I.R.I. la Banca d’Italia dovette per

La s[...]

[...]lche volta promosse — dalle maggiori banche (Comit, Credito Italiano, Banco di Roma) che avevano agito come banche « miste », cioè concedendo anche credito industriale a medio termine e appesantendo il proprio portafoglio di titoli industriali. La crisi avrebbe determinato un vero e proprio collasso finanziario e dell’industria, che avrebbe scosso politicamente il regime; d’altra parte il capitale finanziario premeva: attraverso la creazione deH’I.M.I. e dell’I.R.I. la Banca d’Italia dovette per

La sede della Banca d’Italia a Tripoli, capitale della Libia (1936)

tanto organizzare la colossale operazione di salvataggio, addossandosene il costo. Quest’ultimo fu valutato a circa 15 miliardi di lire del tempo, per un valore corrispondente ai tre quarti dell’intero bilancio dello Stato. L’esposizione nei bilanci della banca era naturalmente molto inferiore e si consolidò poi in

4 miliardi e 700 milioni.

La necessità di scindere il credito di esercizio da quello a medio termine, il crescente processo di concentrazione monopolistica e [...]

[...]azione al capitale, sottoscritte esclusivamente da Casse di risparmio, da altri istituti di credito di diritto pubblico, da banche di interesse nazionale, da istituti di previdenza e assicurazione; le azioni intestate a privati vennero rimborsate.

Dato che l’istituto non è mai stato nazionalizzato, neppure dopo la seconda guerra mondiale, e per quanto non possa più compiere operazioni bancarie dirette (ma solo operazioni di risconto e di ben limitate anticipazioni), esso è rimasto In sostanza la banca delle banche; formalmente autonoma, la Banca d’Italia rappresenta perciò una leva di potere economico di grande importanza, in grado di modificare con la sua azione le decisioni di politica economica prese dal governo. Durante il regime fascista, l’acquiescenza del governatore della Banca d’Italia Azzolini alle decisioni più reazionarie fu incondizionata. Nel quadro della politica di autarchia (v.), mentre le democrazie occidentali seguivano una politica di moneta manovrata e di svalutazione, nel

1934 fu decretato il monopolio delle d[...]

[...]bblica di Salò un contributo mensile che si tradusse in un aumento di circolazione pari, nei 20 mesi di occupazione, a 180 miliardi di lire. Al Sud furono invece gli Alleati a emettere le cosiddette Amlire, durante Io stesso periodo, per un importo di circa 100 miliardi (l’emissione continuò poi fino all'1.2.1946, regolata da un accordo col governo italiano, e la somma totale ascese a 136 miliardi).

La Banca d’Italia è ancora oggi uno dei massimi centri di potere; dopo la Liberazione ha continuato a essere dominata da elementi conservatori, fautori della politica tradizionale, imperniata sulle restrizioni creditizie e sulla deflazione.

A.Pe.

Banca Italiana di Sconto

Le vicende della Banca Italiana dr Sconto costituiscono un validissimo esempio della disinvoltura con cui il giovane capitale finanziario italiano andava aH’arrembaggio dei risparmi, per trasformarli in capitale investito nelle speculazioni più azzardate, certo di non dover pagare mai per le sue colpe.

La sorta in clima di guerra,

il 30.12.1914, dalla fusion[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 228

Brano: Banca Commerciale Italiana

Ricostruzione Industriale [I.R.I., 1933).

Tale salvataggio avverrà attraverso una complessa operazione: in un primo tempo" la Comit cede alla Società Finanziaria Industriale Italiana (Sofindit) — che è poi una filiazione della Comit stessa — il proprio portafoglio di azioni industriali, a una valutazione di comodo pari a circa 4 miliardi di lire d’allora, « eliminando » in tal modo le perdite subite. Successivamente la Banca d'Italia interviene attraverso un Istituto di liquidazrone ed eroga alla Comit un miliardo. Nello stesso tempo viene costituito dal governo Fascista l’I.M.I., che si accollerà i pesanti pacchetti azionari, formalmente concedendo mutui a lungo termine. Ma, non potendo l’I.M.I. sobbarcarsi I intero costo del salvataggio della Comit e provvedere nello stesso tempo al finanziamento industriale a breve termine, dopo due anni viene creato l’I.R.I., a sua volta finanziato dalla Banca d’Italia, la cui « sezione smobilizzi » provveder alla liquidazione dei pacchetti azionari e al recupero dei crediti bancari. Da quel momento l’I.R.I. avrà il controHo della Comit, come pure del Credito Italiano e del Banco di Roma.

Con la riforma bancaria del 1936 il credito ordinario viene separato dàl credito mobiliare e le banche, salvo le loro sezioni speciali, non possono fare credi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 227

Brano: [...]
La Banca Commerciale Italiana. (Com/t) ha una grandè importanza nella formazione stojica del capitale finanziario italiano ed esercita tuttora una notevole influenza sulla vjta economfcà del paese. Fondata nel 1894 con capitale quasi tutto di

origine tedesca, puntò subito la sua strategia sull’industria elettrica e sui rapporti commerciali internazionali. Estese ben presto la sua attività alle industrie metallurgiche, meccaniche, tessili, chimiche, cartarie, armatoriali, partecipando alla costituzione e riorganizzazione di aziende. Agiva, secondo la tradizione tedesca, come banca mista, promuovendo il connubio tra capitale bancario e capitale industriale; base, quest’ultimo, nella fase monopolistica, del capitale finanziario (secondo la definizione che ne dà Lenin nei suo « Imperialismo fase suprema del capitalismo»). Già all’inizio della prima guerra mondiale, quando il capitale di fondazione tedesco è soppiantato in gran maggioranza da capitale italiano, la Comit controlla la maggior parte della marina mercantile del paese; ha imp[...]

[...]tto il controllo della Comit, del Credito Italiano e, in misura minore, del Banco di Roma e di altri istituti. Con la crisi del

1929, la caduta del valore dei titoli azionari nel portafoglio delle banche e i crescenti bisogni dell’industria mettono in estrema difficoltà la Comit. Essa verrà salvata, dapprima con vero e proprio gioco di bussolotti e poi con una sistemazione definitiva, grazie alla istituzione dell 'Istituto Mobiliare Italiano (I.M.I., 1931) e deWlstituto per la

227



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 446

Brano: [...]a sua età avanzata e delle gravi condizioni di salute, il C. fu liberato e potè, sempre sottoposto a libertà vigilata, rientrare in seno alla famiglia.

Capettini, Arturo

Giuseppe. N. a Zeme Lqmellina (Pavia) il 17.3.1900, fucilato a Milano il 31.12.1943; commerciante. Comunista e attivo antifascista, fu più volte arrestato e bastonato dai fascisti, alla fine costretto a espatriare in Svizzera e quindi in Francia. Dopo I’8.9.1943 fu tra i primi organizzatori della Resistenza milanese.

Il suo negozio divenne un deposito di stampa clandestina e di materiale bellico. Fece parte della 3a Brigata G.A.P.. Arrestato il 19.12.1943 a Mortara, dove si era recato per portare rifornimenti ai partigiani di quella zona, fu tradotto nel carcere di San Vittore a Milano. Dopo essere stato qui atrocemente torturato dalle S.S., alla fine del 1943 fu fucilato, con Gaetano And reoli e Cesare Poli, al Poligono di tiro della Cagnola. Per onorarne la memoria, il suo nome fu poi assunto dalla 51a Brigata d’assalto Garibaldi.

Capitale finanziario

Og[...]

[...]dell’espansione coloniale). Accanto a questi colossi poterono svilupparsi altri grandi istituti: tra questi la Banca Italiana di Sconto (v.), operante tra il 1915 e il 1921 in collegamento all’industria pesante di guerra e poi clamorosamente fallita.

Nel contemporaneo processo di concentrazione industriale, intorno ai grandi gruppi dell’industria pesante, siderurgica e meccanica, dell’industria elettrica, degli zuccherieri e più tardi della chimica, e con l’aiuto del protezionismo, potè svilupparsi il capitale finanziario italiano. Fattesi le ossa, questo venne poi salvato dal regime fascista nella grande crisi del 192933 con la creazione dell’I.M.I., dell’I.R.I. e con la separazione del credito di esercizio dal finanziamento industriale vero e proprio, cui dovettero provvedere istituti di credito a medio termine. In realtà, le modificazioni apportate da questi provvedimenti alla struttura del capitale finanziario italiano sono state puramente formali: l'indagine della Commissione economica per la Costituente, condotta nel 194546, rivelò l’esistenza di grandi holdings che rappresentavano gruppi integrati collegati da società finanziarie. Spiccavano, tra queste ultime, la Società Strade Ferrate Meridionali (o Bastogi, trasformatasi in soci[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 681

Brano: [...]appresentanze paritetiche delle categorie produttrici, ministri e sottosegretari, alti funzionari dello Stato, « esperti » sindacali ed economici, gerarchi del partito, ecc.: in tutto 124 membri, nominati con decreto reale per designazione del Capo del governo. Il Consiglio comprendeva 6 sezioni, corrispondenti alle 6 confederazioni sindacali esistenti (industria, agricoltura, commercio, trasporti terrestri e navigazione interna, trasporti marittimi e aerei, banche) più una settima sezione per le libere professioni e arti. Con legge del 18.6.1931 l'organizzazione corporativa fu estesa alle province, trasformando i già esistenti Consigli provinciali dell’economia in Consigli deH’economia corporativa, composti da rappresentanze paritetiche di lavoratori e datori di lavoro, sotto la presidenza del prefetto.

Finalmente, con legge del 5.2.1934, furono istituite le corporazioni vere e proprie, in numero di 22. Di que

ste, 16 furono formate secondo il criterio della complementarietà del ciclo produttivo (precisamente le corporazioni dei c[...]

[...]4, furono istituite le corporazioni vere e proprie, in numero di 22. Di que

ste, 16 furono formate secondo il criterio della complementarietà del ciclo produttivo (precisamente le corporazioni dei cereali; dell’ortoflorofrutticoltura; vitivinicola; olearia; delle bietole e zucchero; della zootecnia e pesca; del legno; dei prodotti tessili; delle costruzioni edili; della metallurgia e meccanica; deH’abbigliamento; del vetro e ceramica; della chimica; della carta e stampa; delle industrie estrattive; dell’acqua, gas ed elettricità), e le altre 6 in base a criteri di similarità (corporazioni delle professioni e delle arti; delle comunicazioni interne; del mare e dell’aria; dell’ospitalità; della previdenza e credito; dello spettacolo).

Nell'agosto 1934 le Federazioni (cioè le organizzazioni che nella riforma sindacale* fascista avevano sostituito i vecchi sindacati di categoria, di cui alcune continuavano ancora a portare il nome) furono svincolate dalle rispettive Confederazioni nazionali. Si trattava di 161 associazioni nazionali (con le rispettive diramazioni periferiche) che praticamente inquadravano nel « sindacato unico » fascista tutta la popolazione[...]

[...] fascismo una contraddizione di fatto di cui i fascisti stessi non riuscivano a rendersi conto, o pensavano che sarebbe^stata risolta creando le necessarie strutture e ordinando fascisticamente agli interessati di attenervisi. I quadri dell'organizzazione corporativa, designati secondo criteri di benemerenza politica (diretta o indiretta, per il gioco delle « raccomandazioni »), costituivano un esercito mercenario di piccoli burocrati che, per primi, ignoravano ciò che si sarebbe potuto

o dovuto fare, o non vi prestavano alcun credito. Di conseguenza il paese venne a trovarsi tra i piedi una nuova sovrastruttura parassitaria, di cui era più facile intuire l’assurdità, nel suo sfarzo di sedi marmoree e nel confuso parlare che ne facevano i gerarchi, che cercar di scoprire a che cosa sarebbe servita. I pochi che, nei convegni « di studio » o attraverso la stampa « qualificata », più o meno in buona fede si sforzavano di dare una sistemazione logica al corporativismo fascista, si dibattevano tra le tautologie e le contraddizioni in termi[...]

[...]rio e possibile creare strumenti che in forma permanente consentissero di svolgere una politica di appropriazione capitalistica nel modo più semplice e diretto, cioè mediante il più esteso interventismo di Stato, mascherando però nello stesso tempo questa finalità nelle vesti di una struttura sociale « nuova » e « rivoluzionaria ».

Tale piano dazione condusse anzitutto all'impianto e alla proliferazione di una serie di enti (a cominciare dalI’I.M.I. e dall’I.R.L), consorzi tra produttori, cartelli economici variamente mascherati, i quali consentivano ai principali gruppi monopolistici di controllare rigorosamente il mercato e di manovrarlo a loro profitto, restando però mimetizzati tra i medi e piccoli produttori (dei quali era facile assicurarsi complicità e asservimento) e poi al tentativo di dare all’insieme una giustificazione « storica » con

681



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 716

Brano: [...]i fascisti tutti gli altri, nella misura .di un ulteriore 1530%. Tra il 1930 e il 1933 la circolazione monetaria si ridusse del 15 % circa. Si intensificò la costituzione di enti consortili obbligatori, dominati dai grandi agrari e dai grandi industriali (Ente Risi, Ente Cotoniero, ecc.) e con ciò il processo di concentrazione e di dominio dell' intera economia da parte del capitale finanziario; avrebbe fatto seguito addirittura una legge per laMimitazione del sorgere o dell’allargamento dei nuovi impianti industriali atti a far concorrenza ai gruppi dominanti. Nello stesso tempo fu richiesto l'intervento dello Stato per il « salvataggio » delle imprese e delle banche pericolanti e si giunse alla costituzione dell’I.M.I. e deiri.R.T.. Il salvataggio si rendeva d’altronde politicamente necessario, anche perché il collasso generale provocato dai ripetuti fallimenti bancari e industriali avrebbe posto in crisi insanabile il regime fascista. Si assistette infatti, come conseguenza della crisi economica, a una vivace ripresa del movimento antifascista di massa e delle organizzazioni clandestine. Ripresero scioperi e manifestazioni di lavoratori nella valle Padana e in altre zone del paese, e agitazioni nelle università; le organizzazioni, clandestine di « Giustizia e Libertà » e soprattutto quelle del Partito comu[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 100

Brano: Iraq

lotta, peraltro molto limitato, veniva dall’Iran) i curdi avrebbero resistito a ogni nuovo tentativo da parte irachena di schiacciarli con la forza delle armi. Le lunghe campagne fallimentari contro le forze ribelli del generale Barzarn avrebbero compromesso l’autorità governativa irachena, determinando ai vertici del potere ripetute crisi, a cominciare da quella di Kassem, defenestrato appunto in seguito alla sconfitta militare subita andando contro i curdi.

Succeduto a Kassem e tradendo le promesse di autonomia fatte ai curdi (che inizialmente avevano aderito alla sua «rivoluzione»), Aref manderà a sua volta l’ese[...]

[...]e»), Aref manderà a sua volta l’esercito contro i ribelli guidati da Barzani, ma le campagne del 196566 vedranno le divisioni irachene nuovamente impotenti contro i guerriglieri e, nel luglio 1966, Aref sarà costretto a negoziare un accordo con il generale Barzani.

La restaurazione imperialista

Con la vittoria di Aref su Kassem, iniziò una fase reazionaria: i programmi rinnovatori furono abbandonati e le conquiste realizzate gradualmente eliminate. Le compagnie petrolifere ritornarono a sfruttare indisturbate le risorse irachene. Pochi mesi dopo l’avvento al potere, divenuto maresciallo e capo dello Stato, Aref si alleò con gli ufficiali conservatori e con gli islamisti, eliminò il partito Baath (che l’aveva aiutato ad affermarsi) e instaurò una dittatura personale. Nel

1966, dopo essere sfuggito a due precedenti attentati, morì in un misterioso « incidente » aereo. Gli successe il fratello Abdul Aref e il potere rimase così in famiglia.

Il 17.7.1968 una coalizione tra ufficiali della sinistra del Baath (elementi nazionalisti e conservatori) rovesciò Abdul Aref, nominando al suo posto il generale Ahmed Hassan el Bakr.

C.Gh.

La questione curda

Nonostante si fosse impegnato a rispettare l’accordo con i curdi raggiunto da Aref nel 1966 e mai applicato, [...]

[...]iano generale decise di riprendere la lotta armata, mobilitando decine di migliaia di connazionali abitanti nelle grandi città, tra cui numerosi professionisti e studenti che salirono in montagna unendosi ai Peshmerga, i leggendari partigiani curdi.

NeH’aprile 1974 il governo iracheno, appoggiato dai comunisti e dall’Unione Sovietica, passò all’attacco: 7 divisioni entrarono in territorio curdo mettendolo a ferro e fuoco ma senza riuscire a eliminare i guerriglieri che, per l’occasione, poterono contare su forniture belliche e protezione del governo iraniano. Ma l’anno dopo, caduto l’equivoco e strumentale appoggio iraniano con la conclusione di un accordo tra lo scià di Persia e il governo iracheno (Algeri, 6.3.1975), i curdi vennero a trovarsi in una situazione disperata, stretti tra le parole d’ordine oltranziste dei loro capi e la difficoltà di resistere alla pesante offensiva baathista. Nel quadro torbido e complesso del Medio Oriente il tragico destino di questo popolo combattivo e tenacemente attaccato alle proprie tradizioni s[...]

[...]e oltranziste dei loro capi e la difficoltà di resistere alla pesante offensiva baathista. Nel quadro torbido e complesso del Medio Oriente il tragico destino di questo popolo combattivo e tenacemente attaccato alle proprie tradizioni sembra così procedere verso la completa distruzione (aprile 1975).

I.R.I.

Istituto per la ricostruzione industriale. Ente parastatale costituito rn Italia nel 1933, insieme all 'Istituto immobiliare italiano (I.M.I.), per concedere prestiti a lunghissimo termine e « salvare » dal crollo finanziario grandi aziende private in dissesto.

Il « salvataggio bancario »

Le origini e gli sviluppi dell'I.R.I. sono strettamente legati ai cosid

detti « salvataggi bancari » che, tra il 1919 e il 1950, risultano una delle caratteristiche essenziali della versione italiana deH'odierno capitalismo monopolistico di Stato.

I « salvataggi bancari » e i successivi « risanamenti » sono stati attuati in tre ondate, di cui le prime due seguono rispettivamente la crisi postbellica del 191921 e la grande crisi del 192[...]

[...] (Consorzio sovvenzioni valori industriali, Istituto di liquidazione, più tardi l’I.R.I. medesimo) ingenti crediti a condizioni di favore e a garanzia dei quali il gruppo monopolistico interessato cede parte delle proprie partecipazioni azionarie. Solo che tali partecipazioni azionarie vengono artificialmente valutate al loro « valore normale », cioè alle quotazioni antecrisi, mentre il valore reale di mercato delle azioni stesse sta fortemente diminuendo.

Se le difficoltà risultano temporanee, dopo che il denaro liquido fornito dallo Stato è stato utilizzato per rimettere le cose in sesto, il gruppo monopolistico restituisce il credito e si riprende le azioni. Se invece l’azienda si trova sull’orlo della bancarotta o deve far fronte a problemi la cui soluzione è difficile e onerosa (produzioni superate, attrezzature obsolete, deficienze di struttura, necessità di modernizzazione o di forti investimenti supplementari, ecc.), il gruppo monopolistico utilizzerà il denaro liquido ottenuto dallo Stato a condizioni di favore per acquistare[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 581

Brano: Piccolo» !i

Primo dopoguerra

Con l'unione di Trieste all'Italia, « II Piccolo » rinacque, con l’apporto di società assicuratrici [Generali, R.A.S.), armatoriali (Cosulich, Tripcovich) e della Banca Commerciale Triestina.

Il primo numero della nuova serie uscì, insieme alledizione pomeridiana Il Piccolo della Sera (esistente sin dal 1886), il 20.11.1919. Mayer, che nel 1920 fu nominato senatore (e poi ministro di stato e presidente dell’I.M.I. durante il fascismo fino alle leggi razziali del

1938), chiamò a dirigere il giornale il romagnolo Rino Alessi, già corrispondente di guerra del « Secolo » di Milano e del « Messaggero » di Roma,

Il convulso periodo deH’inserimento di Trieste e delle altre province « redente » nello Stato italiano fu contrassegnato da una profonda crisi economica, dalla disgregazione del Partito liberalnazionale, dall’emergere aggressivo del movimento fascista che assunse presto un ruo

lo di punta nel blocco nazionalista e capitalista poi vittorioso nelle elezioni politiche del 1921. Si ebbero quindi[...]

[...]vevano liquidato gli ebrei trotzkisti!

Dal 25 luglio alla Liberazione

Il 28.7.1943 la direzione de « li Piccolo » passò nelle mani del critico letterario Silvio Benco (redattore del quotidiano dal 1903), una delle firme più illustri del giornale a cui nel primo decennio del ’900 avevano collaborato anche lo scrittore irlandese James Joyce e, nel primo dopoguerra, i fratelli Lionello e Vito Levi, eminenti musicologi e critici (Vito Levi si dimise dalla redazione nel 1938, per le leggi razziali). A «li Piccolo» non aveva invece mai collaborato Io scrittore Sci pio Slataper (volontario giuliano, caduto nella Prima guerra mondiale), allora oppositore del conservatorismo liberalnazionale e dell’irredentismo separatista.

Dopo l’8.9.1943, rimosso il Benco e stroncato subito dai tedeschi il tentativo del fascio repubblicano di impadronirsi del giornale, la direzione venne assunta dal critico musicale Vittorio Tranquilli che però, dopo pochi mesi, quando i nazisti considerarono chiusa la fase tattica di limitate concessioni alle nostalgi[...]

[...] pio Slataper (volontario giuliano, caduto nella Prima guerra mondiale), allora oppositore del conservatorismo liberalnazionale e dell’irredentismo separatista.

Dopo l’8.9.1943, rimosso il Benco e stroncato subito dai tedeschi il tentativo del fascio repubblicano di impadronirsi del giornale, la direzione venne assunta dal critico musicale Vittorio Tranquilli che però, dopo pochi mesi, quando i nazisti considerarono chiusa la fase tattica di limitate concessioni alle nostalgie patriottiche e celebrative deH'italianità, venne a sua volta rimosso e sostituito con Rodolfo Maucci, insegnante di tedesco e

già collaboratore del quotidiano. Da allora e fino al 29.4.1945 il giornale accentuò il carattere di grigio organo di informazioni e commenti politici trasmessi dagli uffici stampa tedeschi e dal Comando delle S.S., nel quadro della politica nazista nel Litorale Adriatico (v.).

Secondo dopoguerra

li 6.3.1947 « Il Piccolo » ricomparve con la nuova testata II Giornale di Trieste. Questa seconda « rinascita », favorita anche dalla p[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine I.M.I., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---fascista <---fascismo <---italiano <---I.R.I. <---Storia <---capitalismo <---fascisti <---italiana <---Banco di Roma <---antifascista <---comunista <---Banca Commerciale <---Banca Italiana <---Banca Romana <---Chimica <---Copyright I <---Copyright I M <---Dinamica <---Diritto <---Diritto pubblico <---Grafico I <---Grafico I M <---Gustavo Marchesi Impaginazione <---International Music <---Meccanica <---Metropolitan FAUSTO CLEVA <---Metropolitan Opera di New York Testi <---New York Testi <---Opera di New York <---Parma Ricerche <---Partito comunista <---S.S. <---Studi Verdiani <---antifascisti <---comunisti <---corporativismo <---d'Italia <---imperialista <---nazionalista <---nazista <---Aref su Kassem <---Banca Commerciale Italia <---Banca Commerciale Italiana <---Banca Commerciale Italo <---Banca Commerciale Triestina <---Banca Commerciale Ungaro <---Banca Italiana di Sconto <---Banco di Napoli <---Banco di Sicilia <---Bonaldo Strin <---Brigata G <---Brigata G A P <---C.G.E. <---C.I.A. <---C.L.N. <---CALVIN MARSH <---Comit Raffaele Mattioli <---Conte di Ceprano <---Conte di Monterone <---Contessa di Ceprano <---Curia di Milano <---Dialettica <---Discipline <---E.F.I. <---Ente Cotoniero <---Fenice di Venezia <---Finanziaria Industriale Italiana <---G.A. <---Gaetano And <---Germania di Hitler <---Giornale di Trieste <---Houphouet Boigny <---I.L.V.A. <---I.R.L <---Il Giornale <---Il Piccolo <---Il capitale finanziario <---In sostanza <---Industriale I <---Isotta Fraschini <---Italia proletaria <---Italian Superpower Corporation <---La Fenice <---La Voce <---La prima <---Le Ultime Notizie <---Litorale Adriatico <---Lloyd Sabaudo <---Logica <---Mira Lanza <---Mobiliare Italiano <---Monte Amiata <---Mussolini a Pesaro <---P.N.F. <---Popolo di Trieste <---R.A.S. <---R.D.A. <---Rino Alessi <---S.A.D.E. <---S.F.I.O. <---S.I.P. <---SADE <---SNIA <---Sekou Touré <---Silvio Benco <---Snia Viscosa <---Società Cantieri Riuniti <---Società Finanziaria Industriale <---Società Navigazione Italiana <---Società Strade Ferrate Meridionali <---Stato corporativo <---Stato fascista <---Teatro La Fenice <---Triboulet in Le <---Vittore a Milano <---Vittorio Furiant <---Vittorio Tranquilli <---Wall Street <---Zeme Lqmellina <---Zootecnia <---antagonista <---antimperialista <---antimperialiste <---attivismo <---baathista <---capitalista <---capitalisti <---colonialismo <---colonialisti <---conservatorismo <---cristiana <---deflazionista <---dell'Alessi <---dell'Italia <---democristiani <---economisti <---giuliano <---imperialismo <---interventismo <---iraniano <---irredentismo <---islamisti <---italiane <---italiani <---liana <---marxisti <---nazionalfascista <---nazionalismo <---nazionaliste <---nazionalisti <---nazisti <---oltranzista <---oltranziste <---pomeridiana <---professionisti <---protezionismo <---rinacciano <---separatista <---socialista <---socialisti <---staliniane <---superimperialismo <---tautologie <---thista <---trotzkisti <---verdiana



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