Brano: [...]Consiglio generale dell'economia del Reich, cioè dell’organismo nel quale erano presenti i maggiori esponenti del capitalismo germanico, da von Thyssen a Krupp al latifondista Herbert Backe al banchiere Schroeder e che aveva la funzione di coordinare per conto del regime i piani dell’economia di guerra. Nel volgere di un quinquennio il processo di concentrazione attuato nell’industria e nella finanza tedesche all’ombra dei piani nazisti portò la I.G.F. alle dimensioni di un autentico colosso monopolistico che nel 1938 (nel quadro del « piano quadriennale » elaborato per preparare il Paese ai suoi impegni bellici) dominava interamente la produzione di materie sintetiche e di prodotti farmaceutici. È stato calcolato che, per sostenere con gli opportuni favori politici il processo che doveva portarla al controllo del settore in soli due anni, la direzione centrale dell’azienda (senza contare le dipendenze) abbia messo a disposizione dei capi nazisti una somma pari a 84 milioni di marchi.
Nel 1943, al culmine della sua espansione, fra produz[...]
[...]a produzione di materie sintetiche e di prodotti farmaceutici. È stato calcolato che, per sostenere con gli opportuni favori politici il processo che doveva portarla al controllo del settore in soli due anni, la direzione centrale dell’azienda (senza contare le dipendenze) abbia messo a disposizione dei capi nazisti una somma pari a 84 milioni di marchi.
Nel 1943, al culmine della sua espansione, fra produzione diretta e aziende controllate l’I.G.F. avrebbe totalizzato il 100% dell’intera produzione tedesca nei settori della gomma sintetica, dei detersivi, delle cere, del metano e del cellophane; più del 90% nei settori del nichel, dei gas tossici (95%), delle materie plastiche e dei coloranti; il 90% nei settori deH’alluminio, del magnesio e degli esplosivi in genere; il 75% in quello dell’azoto; il 55% nel settore dei prodotti farmaceutici; il 70% in quello della polvere pirica; il 46% nell’acido cloridrico; il 35% in quello solforico; il 38% nella soda e potassa caustica e il 35% nei carburanti sintetici. Profitti mastodontici venivan[...]
[...]ri deH’alluminio, del magnesio e degli esplosivi in genere; il 75% in quello dell’azoto; il 55% nel settore dei prodotti farmaceutici; il 70% in quello della polvere pirica; il 46% nell’acido cloridrico; il 35% in quello solforico; il 38% nella soda e potassa caustica e il 35% nei carburanti sintetici. Profitti mastodontici venivano naturalmente ricavati da queste multiformi attività.
Per sfruttare appieno le possibilità offerte dal regime, l’I.G.F. ottenne che alcuni suoi dirigenti rivestissero incarichi di primo piano nell’apparato economico statale: Cari Krauch, presidente del Consiglio d’amministrazione della società, fu nominato così membro del Consiglio economico presso l’Alto Comando della Wehrmacht, col compito di sovraintendere a tutti gli aspetti
generali della produzione chimica; egli ebbe inoltre la carica di direttore del Servizio del Reich per lo sviluppo economico. Otto Ambros, membro del Consiglio d’amministrazione della I.G.F., fu designato a dirigere la Commissione speciale per le « sostanze chimiche di guerra >r, e [...]
[...]arichi di primo piano nell’apparato economico statale: Cari Krauch, presidente del Consiglio d’amministrazione della società, fu nominato così membro del Consiglio economico presso l’Alto Comando della Wehrmacht, col compito di sovraintendere a tutti gli aspetti
generali della produzione chimica; egli ebbe inoltre la carica di direttore del Servizio del Reich per lo sviluppo economico. Otto Ambros, membro del Consiglio d’amministrazione della I.G.F., fu designato a dirigere la Commissione speciale per le « sostanze chimiche di guerra >r, e divenne poi commissario per il « piano quadriennale », ottenendo infine anche la direzione della « Commissione centrale delle polveri ed esplosivi » presso il ministero della Guerra.
Dal 1935 in poi la I.G.F. ebbe un proprio « ufficio speciale » di collegamento con la Wehrmacht. Subito dopo la capitolazione della Francia (giugno 1940) il monopolio tedesco cominciò a predisporre i propri piani per assorbire tutte le industrie europee del settore chimico e, a tale fine, presentò al governo nazista gli elenchi delle fabbriche francesi, inglesi e sovietiche che lo interessavano in particolare. In previsione del sistematico saccheggio dei territori invasi fondò apposite società, vere e proprie associazioni tecnicamente predisposte per la depredazione, come YAEG Ostlandwerk GmbH, per i territori dell’Es[...]
[...]pposite società, vere e proprie associazioni tecnicamente predisposte per la depredazione, come YAEG Ostlandwerk GmbH, per i territori dell’Est. Con altre imprese e banche tedesche, si fece inoltre promotore del cosiddetto « Circolo degli amici del fìeichsfuhrer S.S. Himmler », al quale i grandi industriali e finanzieri tedeschi decisero di passare 1 milione di marchi all’anno per le sue « esigenze particolari ».
L’industria della morte
La I.G.F. fu inoltre la più importante beneficiaria dell’« industria della morte » attuata dai nazisti nei campi di deportazione (v.). Fin dall’inizio l’azienda impiegò i deportati co
L’ingegnere capo della I.G. Farbenindustrie Max Faust discute con Himmler durante un'ispezione al campo di Auschwitz (1941)
me mano d’opera schiavistica, sottoponendoli a un regime di sfruttamento fisico che annientava i più forti nel giro di pochi mesi. Ad Auschwitz (v.) essa impiantò fabbriche di gomma sintetica nelle quali furono costretti a lavorare decine di migliaia di deportati di ogni nazione d’Europa e di c[...]
[...]ssia i cristalli di cianuro da introdurre ideile apposite apparecchiature dell fi « camere a gas » costruite nei cafnpi di sterminio per l’eliminazionè in massa degli ebrei e dei detenuti politici. Il brevetto fu poi sfruttato attraverso le società Tesch und Stabenov di Amburgo e Degesch di Dessau, le quali vendettero rispettivamente una media di 2 e 0,75 tonnellate di questo prodotto al mese.
Stime ufficiali attestano che dal 1932 al 1943 la I.G.F. ebbe profitti crescenti così distribuiti: 1932, 48 milioni di marchi; 1937, 231 milioni di marchi; 1939, 363 milioni di marchi; 1943, 822 milioni di marchi. Dal 1938 al 1942 il capitale azionario passò da 720 a 1.400 milioni di marchi; le riserve ufficiali di bilancio aumentarono da 292,3 milioni a 440,2 milioni di marchi.
La ripresa del dopoguerra
Dopo la sconfitta del Terzo Reich e malgrado gli impegni contratti nell’ambito dell’alleanza antinazista, gli angloamericani finanziarono la ripresa dell’industria tedesca, rinsaldando i legami con essa. La I.G.F. si trasformò in Farbenfabrik[...]
[...]ni di marchi; 1943, 822 milioni di marchi. Dal 1938 al 1942 il capitale azionario passò da 720 a 1.400 milioni di marchi; le riserve ufficiali di bilancio aumentarono da 292,3 milioni a 440,2 milioni di marchi.
La ripresa del dopoguerra
Dopo la sconfitta del Terzo Reich e malgrado gli impegni contratti nell’ambito dell’alleanza antinazista, gli angloamericani finanziarono la ripresa dell’industria tedesca, rinsaldando i legami con essa. La I.G.F. si trasformò in Farbenfabriken Bayer AG Leverkusen, articolata nei tre complessi Bas F., Bayer e Hoechst. Nel 1963 quest’ultima società, da sola, dichiarò un attivo di 144 milioni di marchi e distribuì agli azionisti un dividendo del 18%. Gli antichi dirigenti della I.G.F. tornarono ai loro posti di responsabilità, sia aH’interno dell’azienda che negli organi direttivi delle grandi associazioni economiche della Germania di Bonn. Il monopolio ha riattivato anche la sua produzione di materiali bellici: a parte i carburanti per reattori e missili, oggi produce gas tossici per conto dell’esercito degli Stati Uniti (attraverso la filiale americana Chemagro Corporation di Kansas City) e altri ritrovati, da impiegare in una eventuale guerra batteriologica. Queste attività fanno capo a esponenti della ex I.G.F. già condannati per le loro responsabilità come nazisti. Fr[...]
[...]ani direttivi delle grandi associazioni economiche della Germania di Bonn. Il monopolio ha riattivato anche la sua produzione di materiali bellici: a parte i carburanti per reattori e missili, oggi produce gas tossici per conto dell’esercito degli Stati Uniti (attraverso la filiale americana Chemagro Corporation di Kansas City) e altri ritrovati, da impiegare in una eventuale guerra batteriologica. Queste attività fanno capo a esponenti della ex I.G.F. già condannati per le loro responsabilità come nazisti. Fra i più noti
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