Brano: [...]concentramento e il posto di lavoro, e alla sera rifare
10 stesso percorso. Fu perciò rapidamente istituito un servizio di trasporto per i detenuti. La cosa più terribile erano i maltrattamenti dei detenuti da parte dei kapò. Erano disumani. Da Walther Duerrfeld e dall’ingegnere capo Faust mi fu riferito ad Auschwitz che detenuti in fuga erano stati uccisi.
L'impiego dei detenuti del campo nelle imprese edili si svolgeva in questo modo: la IG Auschwitz assegnava i detenuti alle imprese e stipulava un contratto con esse. Le ditte prendevano in forza, per un determinato periodo i detenuti con i relativi kapò (un kapò ogni 1012 detenuti).
Alla fine del 1944 Monowitz contava 8.500 occupanti, 500 dei quali erano sempre impegnati nel servizio d'ordine del campo.
11 contingente malati nelle infermerie era in genere del 10 per cento, corrispondente alla percentuale normale delle fabbriche. Nell’azienda erano impiegati 7.000 detenuti. In due anni e mezzo la somma totale per il lavoro di detenuti pagata alle SS ammontò a oltre venti m[...]
[...]panti, 500 dei quali erano sempre impegnati nel servizio d'ordine del campo.
11 contingente malati nelle infermerie era in genere del 10 per cento, corrispondente alla percentuale normale delle fabbriche. Nell’azienda erano impiegati 7.000 detenuti. In due anni e mezzo la somma totale per il lavoro di detenuti pagata alle SS ammontò a oltre venti milioni di marchi. Sapevo che i detenuti non venivano pagati. Intorno al 1943 fu introdotto dalla IG un sistema di premio per i detenuti, per offrire loro la possibilità di fare qualche acquisto allo spaccio e nello stesso tempo per aumentare il loro rendimento.
Ho osservato parecchie volte l’uscita dei detenuti dallo stabilimento IG di Auschwitz, ma non ho mai visto i detenuti riportare dei morti a Monowitz. Se un caso del genere mi fosse stato riferito, avrei indagato immediatamente sulle cause che l’avevano provocato ».
Nonostante le impudenti dichiarazioni di Ambros, si calcola che durante la costruzione del lager di Monowitz, nel montaggio del complesso Bunawerk e nel corso del successivo lavoro in fabbrica siano stati uccisi non meno di 30.000 deportati. A questi sono da aggiungere molti ebrei nominalmente destinati a Monowitz, ma in realtà passati subito alle camere a gas.
Si è trovata, per esempio, la docume[...]
[...]nati alla Bunawerk. Del primo convoglio, comprendente alla partenza 1.750 deportati, ne giunsero alla fabbrica solo 832, mentre gli altri (vecchi, donne e bambini) furono inviati direttamente nelle camere a gas. Del secondo convoglio, composto di 1.128 persone, solo 485 passarono la selezione per la. fabbrica; del terzo, composto di 964, ne arrivarono alla Bunawerk 365.
A fianco dei deportati di Monowitz furono impiegati nella Bunawerk molte migliaia di lavoratori coatti di varie nazionalità, in prevalenza polacchi, ucraini, italiani, francesi e belgi.
La Bunawerk cominciò a funzionare nel 1943 e fu abbandonata nel gennaio 1945, per l’arrivo deH’Armata Rossa. Ma la tragedia dei deportati non era finita: 10.000 di essi furono incolonnati e costretti a partire verso occidente, in una di quelle spaventose « marce della morte », alla quale solo 4.000 sopravvissero.
La marcia delia morte
Ecco il racconto che ne fa il deportato italiano Lazzaro Levi: « La sera del 18 gennaio 1945 una colonna di circa 10.000 persone si mise in marc[...]
[...]ia delia morte
Ecco il racconto che ne fa il deportato italiano Lazzaro Levi: « La sera del 18 gennaio 1945 una colonna di circa 10.000 persone si mise in marcia verso Gleiwitz; dopo 14 mesi di sofferenze, io, mio fratello e mio cugino partimmo, uno accanto all’ altro, per sostenerci a vicenda, avvolti in coperte poiché faceva un freddo tremendo. Del nostro gruppo di 70 non restavano che sei o sette uomini, in partenza di nuovo verso una meta ignota. Dopo 24 ore di marcia, durante la quale migliaia di disgraziati (tra cui persino 3 SS) si abbandonarono sulla neve privi di forze, arrivammo a Gleiwitz; avevamo fatto 72 km in un sol giorno! Affamati e stanchi come non si può immaginare, speravamo di trovare un campo composto di baracche nelle quali si potesse almeno dormire; invece dovemmo passare la notte avvolti nelle coperte sulla neve, poiché le baracche erano già strapiene di quelli arrivati prima di noi. Restammo ancora due giorni senza mangiare, poi ci diedero circa 200 grammi di pane con un pezzetto di salame, dopo di che ci caricarono su vagoni merci scoperti e sporchi di car[...]
[...]a, il pavimento del vagone era disseminato di cadaveri e noi dovevamo star seduti sopra di essi. Quando scendemmo dal treno, sporchi e le facce segnate dai colpi, ci parve un miracolo; e finalmente bevemmo un po' di caffè caldo, una zuppa e un po' di pane! Su 10.000 persone partite da Buna, a Buchenwald eravamo giunti in 4.000! L'opera di elimina' zione dei più deboli era riuscita ».
Il processo alla LG. Far ben
Il processo a carico dei dirigenti della I.G. Farbenindustrie fu celebrato a Norimberga e durò quasi un anno, dal 14.8.1947 al 29.7.1948. Gli imputati erano 23 e i capi di accusa furono raccolti in quattro gruppi distinti: il ruolo avuto dalla Farben nel programma di lavoro coatto del Terzo Reich; l'uso di gas tossici
prodotti dalla Farben per lo sterminio dei deportati nei lager; la fabbricazione di vaccini e altri prodotti per criminali esperimenti medici sulle persone dei deportati; il trattamento inumano inflitto ai deportati nelle fabbriche della Farben ad Auschwitz. Altri capi di accusa riguardavano la spoliazione dei territori [...]
[...]no 23 e i capi di accusa furono raccolti in quattro gruppi distinti: il ruolo avuto dalla Farben nel programma di lavoro coatto del Terzo Reich; l'uso di gas tossici
prodotti dalla Farben per lo sterminio dei deportati nei lager; la fabbricazione di vaccini e altri prodotti per criminali esperimenti medici sulle persone dei deportati; il trattamento inumano inflitto ai deportati nelle fabbriche della Farben ad Auschwitz. Altri capi di accusa riguardavano la spoliazione dei territori occupati e l’impiego dei prigionieri di guerra nell’industria.
Le condanne furono irrisorie: 8 anni di detenzione a Otto Ambros e a Walther Duerrfeld, 6 anni a Heinrich Buetefisch e a Karl Krauch, presidente del Consiglio di amministrazione della Farben. Gli altri furono condannati a pene minori.
La Bunawerk e il lager di Monowitz sono un significativo esempio di ciò che sarebbe accaduto in Europa in caso di vittoria del nazismo, stretto alleato dei grandi industriali: la creazione di società parallele, una di « superuomini » e un’altra di schiavi, con un’industria fondata sullo sfruttamento di mano d’opera completamente schiavizzata. Di tale disegno rimane traccia anche in una lettera che il generale Oswald Pòhl, capo deU’Ufficio centrale economico ed amministrativo delle SS, scrisse a Himmler il 30.4.1942 e nella quale, fra l’altro, si afferma: « La custodia dei detenuti per puri motivi di sicurezza, educativi e preventivi, non [...]
[...] motivi di sicurezza, educativi e preventivi, non occupa più un posto di primo piano. L’aspetto più importante è diventato quello economico. La mobilitazione di tutte le forze dei detenuti, in un primo tempo per compiti bellici e in seguito per compiti di pace acquista sempre maggior rilievo ».
Bibliografia: Vincenzo Pappalettera: Tu passerai per il camino, Milano 1965; Vincenzo Pappalettera: Nei lager c’ero anch'io, Milano 1973; Vincenzo e Luigi Pappalettera: La parola agli aguzzini, Milano 1969; Reimund Schnabel: Il disonore dell’uomo, Milano 1961; Gerald Reitlinger: La soluzione finale, Milano 1962; Law fìeport of Trials of War Criminals, London 1949.
V.Pa.LPa.
Montagnana, Mario
N. a Torino il 22.6.1897, ivi m. l’8. 8.1960; operaio.
Giovanissimo incominciò a fare l’operaio meccanico. Nel 1913 entrò nelle file della Gioventù socialista e poi in quelle del P.S.I.. Nell’agosto 1917, durante la rivolta di Torino (v.) contro la guerra, venne arrestato e deferito al Tribunale militare. Dopo 18 mesi di carcere fu liberato per[...]
[...] file della Gioventù socialista e poi in quelle del P.S.I.. Nell’agosto 1917, durante la rivolta di Torino (v.) contro la guerra, venne arrestato e deferito al Tribunale militare. Dopo 18 mesi di carcere fu liberato per amnistia.
Con l’« Ordine Nuovo »
Nell'immediato dopoguerra divenne segretario della F.I.O.M. torinese e prese parte attiva al gruppo delYOrdine Nuovo, sorto all’interno del P.S.I., dedicando molta attività al lavoro dei Consigli di fabbrica. Attivo sostenitore della ne
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