Brano: Appendice
cabilmente. Questi massimalisti fatalisti devono essere rudemente risvegliati dalla voce del proletariato insofferente all’inazione [...]. Per distinguersi con sicurezza assoluta dai riformisti e dai massimalisti evanescenti e d’occasione, nessun mezzo appare più limpido alla nostra coscienza socialista che l’atto di ripetuta adesione alla Terza Internazionale, glorificazione e difesa della rivoluzione russa in se stessa e come focolare, esempio e monito al mondo proletario ».
Poste così le basi per una chiarificazione aH'interno del partito, il manifesto tracciava le direttive d’azione in campo sindacale, dando per la prima volta una base concreta alla parola d’ordine del “fronte unico” e dell’adesione all’I.C..
Attività della frazione
Nonostante la maggiore notorietà di Lazzari, sarà Riboldi il vero animatore della frazione. Quale direttore della Brianza, organo socialista della zona omonima, egli farà di questo periodico l'organo della frazione fino all’apparizione del settimanale Più avanti! (v.) che vide la luce per la prima volta a Milano il
26.5.1922.
La polemica coi massimalisti ebbe una momentanea tregua alla vigilia del XIX Congresso del P.S.I., convocato a Roma nelle giornate dall’1 al 4.10.1922 e nel corso del quale una mozione massimalistaterzinternazionalista che chiedeva l'espulsione dei riformisti e l’adesione all'l.C. prevalse, con 32.100 voti contro 29.199, sulla mozione degli “unitari”. Conseguentemente i riformisti, ai quali si aggiungevano i centristi, venivano espulsi dal P.S.I. e costituivano il nuovo Partito Socialista Unitario [P.S.U.).
Nel novembre si riuniva a Pietrogrado il IV Congresso deH'I.C. e, dall'Italia, vi parteciparon[...]
[...]ornate dall’1 al 4.10.1922 e nel corso del quale una mozione massimalistaterzinternazionalista che chiedeva l'espulsione dei riformisti e l’adesione all'l.C. prevalse, con 32.100 voti contro 29.199, sulla mozione degli “unitari”. Conseguentemente i riformisti, ai quali si aggiungevano i centristi, venivano espulsi dal P.S.I. e costituivano il nuovo Partito Socialista Unitario [P.S.U.).
Nel novembre si riuniva a Pietrogrado il IV Congresso deH'I.C. e, dall'Italia, vi parteciparono due delegazioni, rispettivamente del P.S.I. e del P.C.d’i.. Il Congresso nominò una commissione per la fusione tra i due partiti, composta da Giovanni Tonelli (v.), Fabrizio Maffi e Giacinto Menotti Serrati (v.) per i socialisti, e da Antonio Gramsci (v.), Mauro Scoccimarro (v.) e Angelo Tasca (v.) per i comunisti. La sostanza degli accordi raggiunti da tale commissione prevedeva: la trasformazione deWAvanti! (v.) in organo del partito unificato, sotto la direzione di Gramsci e Serrati; la composizione del Comitato centrale per due terzi di comunisti e per un [...]
[...]arono due delegazioni, rispettivamente del P.S.I. e del P.C.d’i.. Il Congresso nominò una commissione per la fusione tra i due partiti, composta da Giovanni Tonelli (v.), Fabrizio Maffi e Giacinto Menotti Serrati (v.) per i socialisti, e da Antonio Gramsci (v.), Mauro Scoccimarro (v.) e Angelo Tasca (v.) per i comunisti. La sostanza degli accordi raggiunti da tale commissione prevedeva: la trasformazione deWAvanti! (v.) in organo del partito unificato, sotto la direzione di Gramsci e Serrati; la composizione del Comitato centrale per due terzi di comunisti e per un terzo di socialisti, mentre l’Esecutivo sarebbe stato formato da sette membri, quattro dei quali comunisti e tre socialisti; l’espulsione dei deputati e degli esponenti socialisti contrari alla fusione; l’in
tensificazione del lavoro illegale. Mentre nel P.C.d’i. il progetto di fusione incontrava l’aspra opposizione della maggioranza bordighiana, nelle giornate del 30 e 31.12.1922 si riuniva la Direzione del P.S.I. che, dopo avere udito la relazione di tre dei membri della delegazione socialista al Congresso dell’I.C. (Giovanni Tonetti, Gavino Garruccio e Giuseppe Romita) tornati in Italia a scopo di informazione, approvava una dichiarazione che era pubblicato sull’" Avanti!” del 2.1. 1923, nella quale il progetto di risoluzione della questione italiana veniva definito « nel suo complesso da accettare »; la delegazione del partito era quindi autorizzata a proseguire le trattative, cosa che essa faceva.
Il giorno dopo, l’“Avanti!” pubblicava un articolo di Serrati inviato dall'Unione Sovietica e dal titolo L’unità comunista, nel quale si inneggiava alla futura fusione.
« V’è posto per due partiti rivoluzionari, oggi, nella presente situazione, in Italia? — scriveva Serrati. — Vi è posto per due partiti rivoluzionari il cui programma è identico, la cui sola differenza sta nel contegno rispettivamente tenuto tino a Ieri di fronte ai riformisti? Vi è posto per due partiti il cui contegno oggi — anche nei riguardi dei riformisti — è identico? La politica non si fa di irritazioni e di dispetti. La politica è la realtà. La realtà oggi è questa che tra massimalisti che hanno accettato con piena scienza e coscienza il programma di Bologna, e comunisti che si separarono da essi a Livorno, non vi è altra differenza che quella scavata dalle stupide e miserevoli questioni personali e locali, dalle violenze verbali [...]. Al fronte unico borghese i proletari rivoluzionari, i socialisti della lotta di classe devono opporre il loro fronte unico. L'unione dei due partiti Socialista e Comunista è la prima condizione indispensabile di questo fronte unico ».
L'articolo di Serrati era però seguito, nella stessa pagina, da un articolo di Pietro Nenni (v.) che, quale redattorecapo del giornale, durante l’assenza di Serrati ne teneva l’effettiva direzione. L’articolo, intitolato La liquidazione del Partito Socialista?, così si esprimeva: « lo penso che se la nostra delegazione a Mosca, e la Direzione del Partito che ne ha convalidato l’operato, avessero ricevuto l’incarico di procedere alla liquidazione sottocosto del Partito socialista, senza nessun beneficio per l’Internazionale e per il proletariato, non si sarebbero comportate diversamente. La fusione di due partiti non può essere imposta dall’alto, essa deve maturarsi dal basso [...]. Si sono mai visti fondersi al l’improvviso due partiti le cui maggioranze sono contrarie alla fusione? ».
Proseguendo, l’articolo chiedeva che il partito fosse interpellato, mediante referendum, sul problema della fusione. « Una bandiera non si getta in un canto come una cosa inutile — concludeva Nenni —. Si può anche ammainare, ma con onore e con dignità, per un processo spontaneo ».
Mancata fusione P.C.d'I.P.S.I.
L’articolo di Nenni era il segnale della riscossa per gli antifusionisti, i quali costituirono un “Comitato di difesa socialista” il cui primo atto fu quello di occupare la sede dell'“Avanti!”.
Nelle giornate dal 15 al 17.4.1923 si svolse a Milano il XX Congresso del P.S.I., al quale non potè partecipare Serrati che era stato arrestato l’1 marzo, di ritorno dall’Unione Sovietica, e accusato di « diffamazione al fascismo e al Governo ». Nel Congresso, la mozione antifusionista del “Comitato di difesa socialista” prevalse con 5.361 voti contro i 3.968 della mozione terzinternazionalista LazzariBuffoni.
Il congresso di Milano non pose fine alle polemiche interne, che erano anzi destinate a provocare un’altra scissione. La nuova Direzione del P.S.I. dichiarò incompatibili le frazioni, avocò a sé le relazioni coi partiti politici affini e con le organizzazioni internazionali, sottopose al proprio controllo qualsiasi pubblicazione quotidiana o periodica, sia degli organi locali del partito, sia dei singoli compagni. Il 10 maggio essa sciolse il Comitato centrale della Federazione giovanile socialista (v.) che, in un suo congresso, svoltosi contemporaneamente a quello del partito, aveva dato luogo ad alcune contestazioni e approvato a maggioranza le tesi terzinternazionaliste.
L’espulsione dal P.S.I.
Il 15.5.1923, in pieno contrasto con le direttive della Direzione socialista, iniziarono le pubblicazioni della rivista terzinternazionalista Pagine rosse (v.), redatta da un comitato composto da Giacinto Menotti Serrati (che sarebbe stato[...]
[...]egli organi locali del partito, sia dei singoli compagni. Il 10 maggio essa sciolse il Comitato centrale della Federazione giovanile socialista (v.) che, in un suo congresso, svoltosi contemporaneamente a quello del partito, aveva dato luogo ad alcune contestazioni e approvato a maggioranza le tesi terzinternazionaliste.
L’espulsione dal P.S.I.
Il 15.5.1923, in pieno contrasto con le direttive della Direzione socialista, iniziarono le pubblicazioni della rivista terzinternazionalista Pagine rosse (v.), redatta da un comitato composto da Giacinto Menotti Serrati (che sarebbe stato scarcerato il 5 giugno), Francesco Buffoni, Fabrizio Maffi, Mario Malatesta ed Ezio Riboldi. In seguito a ciò, nei primi giorni di agosto la Direzione del P.S.I. dichiarava, « in virtù dei poteri conferiti dal Congresso di Milano 1921 », fuori dal partito i membri del Comitato di redazione della rivista, affermando che il provvedimento sarebbe stato esteso a quanti, sezioni o singoli compagni, avessero svolto azione di solidarietà con gli espulsi.
Tale presa di posizione, che ne escludeva dal partito i maggiori esponenti, mutò le prospettive della frazione terzinternazionalista che, cessando praticamente di essere una corrente di lotta interna, per
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