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Il segmento testuale Hemingway è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 162Analitici , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da (9 Domande sul romanzo) Carlo Cassola in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]rza rifarsi all'abbiccì) sentimenti e pensieri sono espressi direttamente, attraverso la lirica, rimasta suppergiù immutata durante i millenni; oppure indirettamente, attraverso la rappresentazione e il racconto, e di qui l'avvicendarsi di generi letterari, di cui l'ultimo è appunto il romanzo psicologico: il solo genere letterario che soddisfi noi moderni e che pertanto é vivissimo e vitalissimo.
2) Dall'esempio che viene portato (Musil contro Hemingway) mi si chiarisce meglio il significato della domanda. Hemingway è infatti uno scrittore che, nei suoi romanzi e racconti, ha sempre mirato a dare un'emozione poetica: qualche volta c'è riuscito, più spesso no, ma questo non ha importanza. Musil invece, per quan
9 DOMANDE SUL ROMANZO 13
to ne so, perché per la verità non l'ho letto, è un tipico rappresentante di quella narrativa saggistica che ha sempre abbondato in Occidente, dai contes philosophiques del Settecento a oggi. Si tratta di un genere ibrido che riscuote molto favore, specialmente all'estero, ma che per conto mio è semplicemente insopportabile. Nella narrativa saggistica il travestimento fan[...]

[...] letterato sta a cuore il risultato stilistico.
Mi sarebbe sembrata più interessante un'altra domanda: se sia miglior scrittore chi dice o chi si limita invece ad alludere, a suggerire. Perché una caratteristica di molti scrittori contemporanei, e addirittura la poetica dichiarata di alcuni anche tra i maggiori, é che l'alludere e il suggerire sia più suggestivo ed efficace che il dire e l'esprimere. Un tipico rappresentante di questa poetica è Hemingway. Vi ricordate il finale di Un addio alle armi? La donna amata é morta; ma delle reazioni del protagonista a questo sconvolgente avvenimento Hemingway non ci dice nulla in modo diretto: si limita a suggerircele in modo quanto mai vago: « Me ne tornai all'albergo sotto la pioggia ». Ora quel « Me ne tornai all'albergo sotto la pioggia » potrà mandare in sollucchero le anime sensibili e raffinate, che in uno scrittore apprezzano soprattutto il tratto, il garbo, la discrezione. Disgraziatamente però queste sono doti da apprezzare in un salotto, non in un romanzo : il compito del romanziere essendo appunto quello di dire, di esprimere, di entrare brutalmente nel vivo dei sentimenti, e non già di girarci intorno con delicate allusioni.
7) Il di[...]

[...]ice, lo sfondo delle vicende e dei destini individuali. La storia romanzata non mi persuade più di quanto mi persuada l'ideologia romanzata.
9) Più che dei romanzieri, preferirei esprimere le mie preferenze a proposito dei singoli romanzi. E questo perché la caratteriristica di quasi tutti i maggiori scrittori del nostro secolo è di aver prodotto le loro opere migliori all'inizio della carriera, essendosi poi precocemente esauriti. È il caso di Hemingway o di Moravia, che non sono riusciti a rinnovarsi, e così pure di Joyce e di Lawrence, che sono finiti nelle secche dell'intellettualismo sperimentale o ideologico. Non c'è insomma un solo scrittore di rilievo la cui arte presenti uno sviluppo, in cui l'opera della maturità presenti qualcosa di nuovo rispetto all'opera della giovinezza: con l'eccezione del solo Pasternak.
Il più bel romanzo italiano di questo secolo è a mio parere Gli indifferenti di Moravia. Il romanziere che personalmente amo di più è Tozzi. Mi è piaciuto molto Signora Ava di Jovine, che ho avuto il torto di leggere solo di[...]

[...]ti qualcosa di nuovo rispetto all'opera della giovinezza: con l'eccezione del solo Pasternak.
Il più bel romanzo italiano di questo secolo è a mio parere Gli indifferenti di Moravia. Il romanziere che personalmente amo di più è Tozzi. Mi è piaciuto molto Signora Ava di Jovine, che ho avuto il torto di leggere solo di recente.
In tutto il mondo darei la palma a Figli e amanti di Lawrence e al Dottor Zivago di Pasternak. Poi indicherei Fiesta di Hemingway, Le grand Meaulnes di AlainFournier, il Dedalus di Joyce, forse anche qualcuno dei romanzi di Mauriac, Therèse Desqueiroux o Noeud de vipères, che per() non ho riletto da molti anni. Tra le raccolte di racconti metto in primo piano Dublinesi di Joyce e Winesburg, Ohio di Anderson.
CARLO CASSOLA



da Franco Fortini, Che cosa è stato il Politecnico in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1953 - 3 - 1 - numero 1

Brano: [...]ta unione di pragmatismo e marxismo che sarebbe stato i? tratto più appariscente del secondo Politecnico, quello in forma di rivista. Ma, al tempo stesso, c'era, dichiarata subito, l'assunzione d'una «cultura» genericamente antifascista come possibile punto di partenza: di qui il richiamo, fin dal primo numero, della guerra di Spagna, per il suo grande patetico di rivoluzione tradita dov'era confluito tutto l'antifascismo mondiale. Il romanza di Hemingway sulla guerra di Spagna cominciava ad esser pubblicato a puntate fra le sbarre rosse e nere, come una bandiera di anarchici, del settimanale; però i tagli operati allora nel testo del romanzo, se non valsero a scagionare Vittorini di fronte ai suoi dirigenti di partito dall'accusa di eccessiva amore per quel « decadente » scrittore americano, stanno a dimostrare come non si volesse guardar troppo da vicino a quella guerra di Spagna, che, pur era stata la drammatica prova dell'Intelligenza di sinistra.
Ma subito, al secondo numero, una citazione di Lenin sconsigliava i politici dal distrarre u[...]

[...]à, naturalmente, che le critiche alla rivista come tale passeranno in second'ordine e il centro della discussione diventerà quello dei rapporti fra attività (o autorità) culturale e attività (o autorità) politica.
Non c'è dubbio che, da un punto di vista tanto politico quanto filosofico, le repliche di Ferrata e di Vittorini agli scritti di Luporini, Alicata e Togliatti sono evasive e manifestamente insufficienti. Finché si tratta di pubblicare Hemingway o Sartre o Reed, di mostrare simpatie per la narrativa sovietica, di difendere Gide`contro i «codini» o di parlar di «psicanalisi progressiva », tutto questo, almeno nel 1946, e in Italia, non sarebbe sufficiente a mettere in difficoltà disciplinari Vittorini e la sua rivista. Piuttosto, dietro gli scritti di Cantoni su Burnham, di Preti su Dewey e sull'Antiduering, di Leontiev sul pensiero economico sovietico; dietro le citazioni di Gramsci (che appunto in quei mesi cominciava ad esser pubblicato 4), si delinea la possibilità di un dibattito di fondo sui motivi essenziali del marxismo, e att[...]



da (9 Domande sul romanzo) Giorgio Bassani in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]ogni volta, come lui, gettando tutta la posta sul tavolo, avendo per mèta il capolavoro! In caso contrario, che senso avrebbe tenere la penna in mano ?
E non credo neppure alla crisi delle arti (sempre in Italia, si. capisce: ma basta). A costo di apparire poco elegante, affermo anzi. che ogni anno, nel nostro Paese, viene prodotto un certo numero di poesie, quadri, sculture, romanzi, racconti, ecc., non indegni del. nostro passato.
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Musil o Hemingway? Chissà. Chi può dirlo? In Italia, comunque, dubito che possa nascere nulla di veramente utile, oggi.
9 DOMANDE SUL ROMANZO 3
nel campo della narrativa, al di fuori della letteratura. Alcuni miei amici, per altro finissimi letterati, sono di avviso contrario. Io, per. me, persisto a non dar molto credito, qui da noi, agli ex camionisti, o ex sguatteri, o ex ciclisti, o ex aviatori, ecc. ecc. audacemente indottisi (da soli, o istigati da terzi) a scrivere racconti e romanzi di vaga eco hemingwayana, come se Hemingway,. dal canto suo, a parte le personali pose da protagonista, da u duro » rom[...]

[...]e, dubito che possa nascere nulla di veramente utile, oggi.
9 DOMANDE SUL ROMANZO 3
nel campo della narrativa, al di fuori della letteratura. Alcuni miei amici, per altro finissimi letterati, sono di avviso contrario. Io, per. me, persisto a non dar molto credito, qui da noi, agli ex camionisti, o ex sguatteri, o ex ciclisti, o ex aviatori, ecc. ecc. audacemente indottisi (da soli, o istigati da terzi) a scrivere racconti e romanzi di vaga eco hemingwayana, come se Hemingway,. dal canto suo, a parte le personali pose da protagonista, da u duro » romanticodecadente, non fosse poi un letterato di prima forza, con tutte le carte in regola. Fra due o trecento anni, quando la lingua italiana sarà diventata veramente nazionale, e non sarà indispensabile far studiare ai ragazzi il latino, che resta l'unico connettivo, a tutt'oggi, del caos linguistico nazionale, allora, anche in Italia, tutto sarà possibile. Nell'attesa, il romanzo saggistico, letterario (è stato evocato Musil, ma bastava Manzoni), ha tutta l'aria di essere quello che meglio fa al caso nostro.
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Nell'[...]



da (9 Domande sul romanzo) Elsa Morante in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]enza di quelli che si affidano alla pura rappresentazione) si valgono, dentro la loro struttura, di modi e forme dichiaratamente saggistici, questa differenza non si riscontra solo nell'epoca moderna, ma é di tutti i tempi. « La divina commedia », a differenza dell'« Iliade », é un romanzo saggistico; e « I promessi sposi » é saggistico, a differenza dei « Malavoglia ». Cosi come, oggi, il romanzo di Musil é saggistico, a differenza di quello di Hemingway; ma la stessa, valida coesistenza di questi due autori potrebbe forse provare che non si può stabilire una prevalenza decisiva dell'una forma sull'altra, nel romanzo contemporaneo.
Io credo, veramente, che la scelta fra le due forme dipenda — più ancora che da possibili contingenze esterne — dal diverso genio di ciascun autore. Tutti sanno, difatti, che la ragione e la immaginazione, per natura, si equilibrano in ogni persona umana in diverso modo; ma che, nella loro diversa armonia, le due funzioni sono entrambe necessarie alla salute e alla sopravvivenza di ogni cultura.
Senza l'una o l'a[...]



da (9 Domande sul romanzo) Elémire Zolla in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]ha detto come furono distrutte le comunità dall'unificazione ? Chi ha detto l'orrore dell'emigrazione nelle Americhe, la tassa sul macinato, la coscrizione obbligatoria come furono di fatto: piaghe d'Egitto, sterminio di primogeniti e distruzioni di raccolti e riduzioni in servaggio ? Chi ha detto che cosa fu la crudeltà della borghesia italiana lacrimosa edificatrice di obbrobri di marmo, invasione di Unni?
La prima guerra mondiale fu vista da Hemingway, ma da quali italiani?
Non il romanzo si è avuto ma il bozzetto, non la condanna ma l'assoluzione fraudolenta, salvo rarissimi casi.
La bonarietà ed il sentimentalismo sono state le spugne date al torturato perché vi mordesse coi denti e smettesse di lanciare urla scomode.
E chi ha detto come il Regno unificato ha infierito non solo sul corpo del popolo, ma sul linguaggio stesso? Sicché ora soltanto miseri dialetti imbastarditi e un centone comune combinato da burocrazia e industria restano per dire di che cosa si soffra. Accettare un tal linguaggio è avallare il male, rifiutarlo è fingere[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Hemingway, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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