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Il segmento testuale Guicciardini è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 126Analitici , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Vitilio Masiello, Noterelle e schermaglie. Pius Julius (ossia dall'uomo del Guicciardini all'uomo della D.C.) in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6

Brano: [...]sa operante) « non sono oggetto di una distribuzione esterna ». Da tutto questo si ricava non solo l'inattendibilità filologica degli strumenti che abbiamo a disposizione per ricostruire l'andamento dei dibattiti parlamentari (tanto a Roma quanto a Strasburgo), ma anche l'impossibilità per ogni elettore di venire mai a conoscenza di quello che i suoi rappresentanti hanno veramente detto nelle aule parlamentari.
PIUS JULIUS
(ossia dall'uomo del Guicciardini all'uomo della D.C.)
C'è un'immagine vulgata di Giulio Andreotti: quella di un Talleyrand « nazionale », ministro di tutti i governi e politico di tutte le politiche — di centro destra, di centro, di centro sinistra, di unità nazionale — perché scettico e sornione celebrante di un'esclusiva religione mondana, quella del potere per il potere. Un incrocio, insomma, tra l'uomo del Machiavelli riciclato dalla Controriforma e l'uomo del Guicciardini di desanctisiana memoria. A voler condensare in una formula il cliché vulgato, si potrebbe dire di lui, con qualche lieve ritocco del giudizio desanctisiano, che il nostro uomo non è « uno stoico né un epicureo; anzi è piuttosto un amabile cinico ».
E c'è, a riscontro, un'immagine prevenuta e faziosa della politica democristiana in questo trentennio soprattutto per ciò che concerne i rapporti tra Stato e Chiesa. Un'immagine di subalternità devota, di cedimenti e di indebite interferenze, messa in campo da frammassoni, vecchi radicali (quelli D.O.C., naturalmente, i « visi pallidi » del Mondo[...]

[...]sono evidenti in lui ii limite e insieme la forza di sentirsi ed essere portatore solo di parole di vita eterna ».
E diciamo la verità: non piove un raggio di tanta grazia anche sugli uomini della D.C., che all'altra sponda del Tevere, alla Gerusalemme celeste, sono cosí spiritualmente vicini? Non è, in fondo, anche per loro, l'esercizio del potere temporale, spirito di servizio, abnegazione, disinteressata dedizione al bene comune?
L'uomo del Guicciardini, di cui De Sanctis, non potendo prevedere i futuri sviluppi della storia italiana, paventava l'endemica incubazione nella coscienza nazionale (« vivit, immo in senatum venit, e lo incontri ad ogni passo ») è morto. Dalle sue ceneri rinasce, ricco di valori civili, spirituali, morali, l'uomo della D.C.
Ora possiamo guardare con maggior fiducia all'avvenire. Si compagni, con questi uomini si può collaborare alla edificazione di una nuova società.
VITILIO MASIELLO
DELLA POESIA, OVVERO IL DISPIACERE PRELIMINARE
« ... mediocribus esse poetis / non homines, non di, non concessere columnae », di[...]



da Michele A. Cortellazzo, Noterelle e schermaglie. Il guitto Marco. Appunti per un ritratto linguistico di Pannella in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6

Brano: [...]sa operante) « non sono oggetto di una distribuzione esterna ». Da tutto questo si ricava non solo l'inattendibilità filologica degli strumenti che abbiamo a disposizione per ricostruire l'andamento dei dibattiti parlamentari (tanto a Roma quanto a Strasburgo), ma anche l'impossibilità per ogni elettore di venire mai a conoscenza di quello che i suoi rappresentanti hanno veramente detto nelle aule parlamentari.
PIUS JULIUS
(ossia dall'uomo del Guicciardini all'uomo della D.C.)
C'è un'immagine vulgata di Giulio Andreotti: quella di un Talleyrand « nazionale », ministro di tutti i governi e politico di tutte le politiche — di centro destra, di centro, di centro sinistra, di unità nazionale — perché scettico e sornione celebrante di un'esclusiva religione mondana, quella del potere per il potere. Un incrocio, insomma, tra l'uomo del Machiavelli riciclato dalla Controriforma e l'uomo del Guicciardini di desanctisiana memoria. A voler condensare in una formula il cliché vulgato, si potrebbe dire di lui, con qualche lieve ritocco del giudizio desanctisiano, che il nostro uomo non è « uno stoico né un epicureo; anzi è piuttosto un amabile cinico ».
E c'è, a riscontro, un'immagine prevenuta e faziosa della politica democristiana in questo trentennio soprattutto per ciò che concerne i rapporti tra Stato e Chiesa. Un'immagine di subalternità devota, di cedimenti e di indebite interferenze, messa in campo da frammassoni, vecchi radicali (quelli D.O.C., naturalmente, i « visi pallidi » del Mondo[...]



da Orazio Barbieri, La leggendaria liberazione di Firenze ad opera del popolo fiorentino in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1954 - numero 7 - luglio

Brano: [...]i nazisti! «Non dimenticherò mai quei momenti. Per incarico del movimento della Resistenza mi portai in Palazzo Vecchio, che era chiuso e presidiato dai vigili urbani. Accompagnato dal comandante, sfondai la porta e salii sulla prima ghirlanda della Torre di Arnolfo.
Uno spettacolo desolante apparve ai miei occhi: forse fui il primo a vedere i nostri ponti sull'Arno crollati, accasciati nell'acqua! Tutta l'antica zona di Por Santa Maria e di via Guicciardini, un tempo brulicante di vita, era distrutta. Un lento fumo si levava dalle montagne di macerie. La città era silenziosa, come morta. I lungarni e Firenze avevano un altro profilo, un altro volto. Lontano, all'orizzonte verso Perentola e Sesto, si levavano nubi di polvere dalle auto in marcia.
Mi venne fatto di guardare la sottostante Piazza della Signoria, deserta, squallida. All'inizio di via Vacchereccia giaceva un cadavere, orribilmente gonfio. Due guastatori tedeschi scassinavano la saracinesca del negozio Sbisà. Mentre parlavo col comandante sulla situazione, un sibilo ed un colpo secco [...]

[...]rigioniera nelle case che non avevano voluto lasciare. Era uno spettacolo che stringeva il cuore.
Giunti all'angolo del Ponte Vecchio, sempre sulla Galleria, vedevamo le distruzioni del Lungarno Acciaiuoli; attraversammo il Ponte Vecchio sempre fra il pericolo del crollo delle pareti e poi anche delle fucilate delle sentinelle tedesche. Ma giunti all'altezza di Borgo San Jacopo, ci fu impossibile proseguire, perché anche qui le mine poste in via Guicciardini avevano fatto saltare la galleria che congiungeva il ponte alla via Guicciardini. Dovevamo quindi affidarci ad una corda e calarci sull'ultima parte del Ponte Vecchio e di qui, fra le macerie (che poi risultarono tutte minate), penetrammo nella Chiesa di Santa Felicita, e poi entrammo in Boboli ove accampavano le truppe neozelandesi e i partigiani. Migliaia di profughi erano accampati sotto le logge di Palazzo Pitti. Sui feriti, sulla folla, che faceva coda per avere i viveri e per prender l'acqua, si posava il nostro sguardo. Almeno era gente che dava segno di vita, a i partigiani cantavano, snidavano i franchi tiratori. fascisti!
Dopo aver parlato coi membri della deleg[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] E. Garin, Antonio Gramsci nella cultura italiana in Studi gramsciani

Brano: [...]n « conservatorismo illuminato e trepido, onesto, moderatamente liberale, capace di salvare le forme e la pace »). In tal senso soltanto, Gramsci è costantemente « condizionato » da Croce — e dalla situazione determinatasi intorno a Croce — pro e contro. E questo significa unicamente che la forma della discussione, proprio per essere non velleitaria, ma calata nella realtà nazionale, si definisce in certi termini storici. Machiavelli di contro a Guicciardini; De Sanctis, Spaventa, Labriola, invece di Cattaneo, e cosí via. Ed era davvero piú importante mostrare le possibilità e fecondità di De Sanctis oltre, o su un piano diverso da quello
Mach., p. 39.
2 M.S., p. 157.
3 Quaderni della Critica, 8, p. 86.
I documenti del convegno
degli « avversari » che si rifacevano a De Sanctis. Per una loro intima forza, e per l'opera della cultura piú « avanzata», erano quelli i temi operanti; 11 bisognava dar battaglia, non spostar l'attenzione altrove, su linee magari importanti, ma non altrettanto « attuali » (quanto piú « astratto » e « dottrinario » [...]

[...]terpretativi, in cui si fanno sentire le conseguenze, non solo della situazione tragica in cui Gramsci lavorava, ma anche delle impostazioni da cui partiva e con cui si trovava a combattere. Cosí è in tanti aspetti tutta desanctisiana la condanna « moralistica » di buona parte dell'età umanisticorinascimentale (di un De Sanctis che si va a volte a incontrare stranamente con Walser o Toffanin); ed è di origine desanctisiana il rapporto MachiavelliGuicciardini. Ma è gramsciana, non solo la maniera di parre il problema dell'ambiguità, ossia della pluralità di temi del Rinascimento, ma, soprattutto, la robusta interpretazione di Machiavelli, e
R., p. 63.
2 0.N., p. 7.
3 M. S., pp. 199200.
12 I documenti del convegno
il nesso MachiavelliSavonarola, e, in Machiavelli, il rapporto PrincipeDiscorsi, e tutta la polemica con Croce e con le varie visioni della posizione di Machiavelli. Qui Gramsci ha certo risentito — oltre De Sanctis e Croce — della lettura del libro di Russo; ma ha anche proposto una serie di temi, fondamentali certo per intendere la[...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] R. Cessi, Problemi della storia d'Italia nell'opera di Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]ografia gramsciana: Rinascimento e Risorgimento.
In particolare due sono i momenti, che hanno fermato l'attenzione del Gramsci: il Rinascimento e il Risorgimento, nella loro genesi e nei loro elementi costitutivi.
Per il Gramsci, il Rinascimento fu reazione al sistema municipalecorporativo ereditato dal mondo feudale e dalla scolastica, ma non lo superò.
Egli trovò manifesta espressione dei due termini nel profilo di due uomini: Machiavelli e Guicciardini, nell'uno dei quali sembra riflettersi 10 sforzo innovatore, che cerca la soluzione dei problemi dell'età sua, al di sopra del municipalismo, nel quale faticosamente si muove la società contemporanea; nell'altro, lo spirito conservatore, che vive delle vecchie ideologie maturate dall'impalcatura signorile, che non sa superare la struttura dominante.
Roberto Cessi 49
Il Gramsci trova un motivo di resistenza all'esuberante vigore machiavellico (che ,piú correttamente interpreta nei suoi valori politici e sociali piuttosto che nella vieta tradizione moralistica) nel difetto in Italia di una Ri[...]



da Edoardo Esposito, Noterelle e schermaglie. Della Poesia, ovvero il dispiacere preliminare in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6

Brano: [...]sono evidenti in lui ii limite e insieme la forza di sentirsi ed essere portatore solo di parole di vita eterna ».
E diciamo la verità: non piove un raggio di tanta grazia anche sugli uomini della D.C., che all'altra sponda del Tevere, alla Gerusalemme celeste, sono cosí spiritualmente vicini? Non è, in fondo, anche per loro, l'esercizio del potere temporale, spirito di servizio, abnegazione, disinteressata dedizione al bene comune?
L'uomo del Guicciardini, di cui De Sanctis, non potendo prevedere i futuri sviluppi della storia italiana, paventava l'endemica incubazione nella coscienza nazionale (« vivit, immo in senatum venit, e lo incontri ad ogni passo ») è morto. Dalle sue ceneri rinasce, ricco di valori civili, spirituali, morali, l'uomo della D.C.
Ora possiamo guardare con maggior fiducia all'avvenire. Si compagni, con questi uomini si può collaborare alla edificazione di una nuova società.
VITILIO MASIELLO
DELLA POESIA, OVVERO IL DISPIACERE PRELIMINARE
« ... mediocribus esse poetis / non homines, non di, non concessere columnae », di[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Guicciardini, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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