Brano: [...]ro della vita religiosa, come futuro apportatore di salvezza.
Ora, nel quadro generale della storia religiosa, ci pare legittimo porre il problema, se l'atteggiamento messianico sia connaturato, peculiare, esclusivo del filone giudaicocristianoislamico (in ordine: Mosé e profeti, Apocalisse, Mahdismo): o se esso piuttosto trovi corrispondenza in religioni eterogenee d'ambiente primitivo, indipendentemente da influenze occidentali.
Già un altro grande filone messianico ricorre nel campo di certe religioni storiche fra le maggiormente progredite, Zoroastri
(:) Per il Mosaismo, come sintesi religiosa di componenti arcaiche, d'origine in parte pastorale e in parte agricola, v. LANTERNARI, La grande festa, Milano, 1959, pp. 44851.
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smo e Buddismo. Nel Zoroastrismo si attendeva la venuta del Saosyant, futuro Salvatore, per la decisiva lotta contro il dio del male Angramaniu e il finale trionfo del bene. Da questa concezione, intrecciata con le teorie indoiraniche del progressivo corrompimento degli evi cosmici fino alla ripresa di un nuovo ciclo del tempo, nasceva in seno al Buddismo popolare la concezione del Budda futuro, Maitreya, che quando il male avrà saturato il mondo scenderà un di sulla terra per ripristinare il regno del bene (2). Come si vede, l'att[...]
[...]ianico; e ancora: su quale terreno culturalesociale il messianismo alligna in misura tanto evidente da costituire veri e propri movimenti di attesa di salvezza?
Sarà bene brevemente riandare, in proposito, ad uno dei più
(2) E. ABEGG, Der Messiasglarnben ìn Indien und Iran, BerlinLeipzig 1928.
(3) Per quanto riguarda la nascita del Zoroastrismo in rapporto al conflitto di due correnti culturali eterogenee e contrapposte, cfr. il mio volume La grande festa, Milano, 1959, p. 448. Quanto alla nascita del Buddismo e del Cristianesimo in rapporto al conflitto fra sacerdotalismostatalismo e bisogni popolari, cfr., Le mie osservazioni, in « Nuovi argomenti » 4243, 1960, pp. 1001. Quanto al profetismo ebraico d'epoca preesilica (Amos, Isaia, ecc.), esso va posto in rapporto con le catastrofiche calamità in atto (scisma politicoreligioso, caduta del regno di Samaria) e altre intravvisabili all'orizzonte, per il popolo ebraico a causa dell'ostilità di temibili potenze vicine, e della supremazia babilonese. Quanto infine ai profeti dell'esilio, ess[...]
[...]fetici. Secondo il Bastide l'assenza di profetismi fra
i negri brasiliani si giustificherebbe appunto con la mancanza di una adeguata mitologia di eroi culturali (10). In realtà, ogni movimento profetico, pur riallacciandosi a miti tradizionali, rielabora nei modi più vari e imprevedibili quei miti stessi, rinnovandoli, trasformandoli nel contenuto e nella funzione — in vista di nuove esigenze religiose —, fuori di ogni rigido schema. Si ha una grande varietà di casi, di combinazioni, di sincretismi, nelle rielaborazioni moderne del mitico eroe culturale: quest'ultimo può essere identificato coi bianchi, col profeta indigeno, con Gesù. Egli può tornare fra gli uomini, oppure possono gli uomini muoversi verso lui. Può trattarsi di un fondatore puro e semplice, o di un eroebuffone (o trickster, come Qat, Nanabhozo). Non sempre il mito originario ne annuncia il ritorno: talora accenna soltanto a una sua scomparsa, o alla morte. Un esempio, fra gli altri, di eroe culturale scomparso di cui si attende tradizionalmente il ritorno, é ThohoyaNdou,[...]
[...]li uomini, oppure possono gli uomini muoversi verso lui. Può trattarsi di un fondatore puro e semplice, o di un eroebuffone (o trickster, come Qat, Nanabhozo). Non sempre il mito originario ne annuncia il ritorno: talora accenna soltanto a una sua scomparsa, o alla morte. Un esempio, fra gli altri, di eroe culturale scomparso di cui si attende tradizionalmente il ritorno, é ThohoyaNdou, eroe dei, Bavenda. Secondo il mito, dopo aver regnato su un grande impero, egli durante una partita di caccia spari e non fu mai riveduto: ma non era morto; e si ebbe certezza, fra gli indigeni, che « un giorno sarebbe tornato fra il suo popolo, apportatore dell'antica grandezza » (11). Non consta che tale eroe culturale sia passato in alcun mito messianico moderno, nonostante il contenuto millenaristico del mito originario. Come si vede, c'è una libertà infinita nelle possibilità creative della storia religiosa. Un altro mito messianico é riportato dal P. Loupias dal Ruanda. L'eroe culturale dei Watutzi, Mutabazi, scese in terra — secondo il mito —, per preghiera degli uomini, come ambasciatore dell'essere supremo Imana; e portò agli uomini ogni sorta di beni. Ma gli uomini a un certo punto gli si rivoltarono contro e lo inchiodarono a un albero, così ch'egli mor[...]
[...]ente scomparsi. Nell'urto culturale seguito all'avvento dei bianchi questo tema ben si prestava, nelle varie sue formulazioni, a venire riplasmato come espressione delle nuove esperienze ed esigenze messianiche indotte dall'urto stesso. Un esempio di questo processo di riplasmazione religiosa ci sembra significativo, anche al di fuori di veri e propri movimenti profetici. Fra i Babemba (Rhodesia sett.) v'è un essere supremo, Lesa Mukulu (Lesa il Grande), creatore del mondo degli uomini e della morte. Accanto a lui v'è una figura di eroina culturale, che salvò l'umanità dal mostro divoratore, uccidendo quello e ridando vita agli esseri da esso inghiottiti. Ora, i Babemba identificano il loro re, di cui osservano un culto, con l'essere supremo Lesa Mukulu, e la regina con l'eroinademiurgo del mito. Evidentemente l'eroina è un'ipostasi femminile dell'essere supremo, pur essa a sua volta cretrice (= restauratrice) del mondo e dell'ordine. Ma l'interessante si è che gli Europei stessi,
dall'epoca della loro comparsa, vennero identificato dai na[...]
[...] dell'essere supremo, pur essa a sua volta cretrice (= restauratrice) del mondo e dell'ordine. Ma l'interessante si è che gli Europei stessi,
dall'epoca della loro comparsa, vennero identificato dai nativi con Lesa Mukulu, l'essere supremo o eroe culturale (20). Dunque, nel
modo in cui originariamente i sostegni del mondo sociale, cioè il re e la regina, erano identificati con i protagonisti dei miti della creazione, ora i protagonisti del più grande rivolgimento culturale
(18) B. H. THOMSON. The Fijians, London, 1908, pp. 1412.
(19) A. FORNANDER, Collection of Hawaiian antiquities and folklore, B.P.B. Mus. Memoris, Honolulu, VI, 1, 191920, p. 42.
(20) J. J. WILLIAMS, Africa's God, VIII, Rhodesia, Chestnut Hill, 1938, pp. 2503.
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introdotto fra i nativi, cioè i bianchi, vengono reinterpretati in chiave tradizionale, come esponenti di una mitica creazione o restaurazione del mondo. Ciò avviene anche se il mito non accennava necessariamente ad un futuro ritorno dell'essere supremo o dell'eroe culturale. P. es.[...]
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introdotto fra i nativi, cioè i bianchi, vengono reinterpretati in chiave tradizionale, come esponenti di una mitica creazione o restaurazione del mondo. Ciò avviene anche se il mito non accennava necessariamente ad un futuro ritorno dell'essere supremo o dell'eroe culturale. P. es. secondo la profezia annunciata da Wodziwob o Tavibo ai Paviotso (Ghost Dance del 1870), un'era di liberazione stava per attuarsi per gli Indiani: il Grande spirito o essere supremo sarebbe disceso in terra, apportatore della nuova epoca paradisiaca; i morti sarebbero tornati; i bianchi sarebbero stati inghiottiti dagli abissi della terra; le loro ricchezze avrebbero appartenuto d'ora innanzi agli Indiani (21).
E' chiaro che anche l'essere supremo celeste, tipicamente ozioso e ininfluente rispetto all'esistenza attuale degli uomini, come è proprio di tante mitologie arcaiche di popoli incolti, può essere spontaneamente reinterpretato, sotto l'impulso sconvolgente del contatto europeo, come ente che dovrà ritornare, apportatore della palingenesi [...]
[...]nte che dovrà ritornare, apportatore della palingenesi cosmica. Il suo potere rinnovatore sta in rapporto di continuità con il suo potere magicocreativo assegnato a lui dal mito. Del resto, l'essere supremo ritorna anche in altre guise a rinnovare la religione tradizionale. Come avviene per gli spiriti dei moti, per l'eroe culturale, anch'egli appare in visione al profeta e lo istruisce sulla fondazione del nuovo movimento. E' questo il caso del Grande spirito da cui ricevettero istruzione Wowoka e i suoi prosecutori (Smohalla, Kanatuk, ecc.), per il grande movimento della Ghost Dance: è altresì il caso di John Wilson e di Handsome Lake, che dal Grande spirito ricevettero ispirazione per fondare rispettivamente il Peiotismo e la « Nuova Religione » irochese: per non dire di altri numerosi casi in cui l'essere supremo funge da elemento di congiunzione fra antico e nuovo, ed é veicolo del rinnovamento della tradizione. L'essere supremo è spesso identificato con il Dio giudaicocristiano: ed é questa un'altra forma di sincretismo, in cui si rivaluta in senso messianico un tema mitico tradizionale.
Fin qui s'è visto che il complesso dell'eroe culturale scompar
(21) J. MOONEY, Ann. Rep. Bur. Amer. Ethn. 1896, pp. 7014.
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[...]oni di una vera religione del ritorno. La religione del ritorno si manifesta in forme assai varie, legate via via ai differenti contesti culturali, alle diverse tradizioni religiose, alle variabili personalità profetiche. Ma la religione del ritorno è nucleo essenziale del messianismo in quanto tale. In virtù d'essa, l'era della salvezza si configura miticamente come ripristino dell'età delle origini. A ben guardare, ogni mo
(24) LANTERNARI, La grande festa, Milano, 1959, passim.
(25) Cfr., il mito delle origini della festa milamala: op. cit., parte II, cap. I.
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vimento profetico dunque ha un suo aspetto messianico, perché vi si attende una salvezza portata da enti o da eventi mitici quali che siano.
Abbiamo detto « enti od eventi mitici ». Infatti, oltre ai casi suesposti nei quali esiste uno o più d'un demiurgo della rinascita del mondo (eroe culturale, essere , supremo, spiriti dei morti), vi sono casi in cui la religione del ritorno assume forme ancor differenti e più originali: essa si configura insomma come [...]
[...]rno » fondata sulla mitica attesa di personaggi reali. Egli stesso infatti dava l'annuncio di una sua prossima ascesa in cielo, e di un successivo ritorno come redentore dei Negri. Nella religione popolare brasiliana moderna si ha il caso del profeta Joao Maria e di Padre Cicero: di costoro, i quali fondarono i movimenti profetici già menzionati, si attende tuttora vivamente il ritorno: essi ripristineranno il regno di pace e giustizia. Anche il grande filone dei movimenti mahdisti, in Africa ed Asia, esprime con periodicità ricorrente l'identica attesa di un ripristino di condizioni più antiche. In generale, lo stesso Cristo Negro così diffuso nelle religioni profetiche dell'Africa nera, rappresenta la reincarnazione messianica, proiettata in futuro,
(29) Op. cit., Cap. VI.
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di altrettante, attuali figure di profeti nativi, dei quali si attende dunque il ritorno come liberatori. Alla morte di Isaiah Shembe, fondatore del movimento Sionista sudafricano, si diffuse l'opinione che sarebbe risorto (30). Altro caso[...]
[...]mia di vaiolo, si diffuse la voce che sarebbe risorto; ed alcuni seguaci in fidente attesa ne vegliarono il corpo, finché vinti essi stessi dal contagio non perirono a loro volta (31).
Quando mori Simon Kimbangu, fondatore del movimento profetico di liberazione congolese, i nativi pensarono esplicitamente che sarebbe rinato. I militanti dell'esercito della Salvezza comparsi allora fra loro, furono considerati come altrettante reincarnazioni del grande Simon, del cui nome i militi bianchi portavano il segno nella S scritta sulle loro uniformi (32).
Si tratta di reinterpretazioni in chiave messianica di altrettante figure appartenenti autenticamente alla storia. La storia dunque sbocca insensibilmente nel mito.
Eppure é anche vero il contrario, che il mito tende decisamente verso la storia. Né si comprenderebbe il senso e la funzione dei movimenti profetici in genere, se sottovalutassimo sia le cause storiche che presiedono alla loro genesi, sia i piú immediati e drammatici sviluppi da essi assunti sul piano della storia sociale e poli tic[...]
[...]messianici, in tanto hanno valore, in quanto essi costituiscono altrettanti programmi di trasformazione: in quanto possono alimentare speranze di rinnovamento, e anzi rappresentano essi stessi l'inizio della rinascita. In definitiva, ciò che più conta nei movimenti profetici, al di là e contro il loro conservatorismo apparente, é l'avvio, che in essi si pone, al rinnovamento della vita religiosa, ed anche culturale, socia
(33) Mircea Eliade, il grande storico delle religioni, è fautore di un'interpretazione del tutto misticheggiante e conservatrice, di tali movimenti religiosi. Secondo l'E. la reintegrazione dello stato paradisiaco, che si esprime nei movimenti messianici (e così pure ugualmente nelle cerimonie religiose tradizionali, feste di Capodanno, Iniziazioni) ha un senso ed una funzione assolutamene autonoma; anzi essa darebbe senso all'intera storia, anche politica, delle civiltà religiose. Nei culti messianici, l'uomo agirebbe, secondo l'E., conformemente a un bisogno interiore di coerenza rispetto al cosmo, e non sotto la strett[...]