Brano: [...]della città, la 500 pareva ricoperta d'un impalpabile strato ghiacciato che accresceva la sua apparenza realistica e assurdamente veritiera.
Perché ho creduto di portare questo esempio, prescindendo ovviamente da ogni giudizio critico, da ogni valutazione assiologica, circa l'opportunità di questa operazione? Perché mi sembra che si tratti di un caso simile e insieme opposto
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a quello che a suo tempo ebbe a riferire Gombrich nel suo ben noto volume Arte e Illusione 1. Gombrich, in quel testo racconta: « I remember a visit
I made to one of Queen Victoria's residences, Osborne, on the Isle of Wight, which is still the principal monument to that incredible taste which seems more remote to us, than the taste of primitive cultures. Prominent among the works displayed there was a lifesize marble sculpture of a large furry dog, a portrait of the Queen's beloved pet "Noble". The portrait must have been as faithful as the dog undoubtedly was— but for the lack of color it might have been stuffed.
I do not know what impelled me to ask our guide: "May I stroke him"?. She ans[...]
[...]us e a presentare un'efficacia analoga a quella che, secondo Kerény avrebbero avuto gli eidola per gli antichi Greci 2.
Secondo Kerény, infatti, gli eídola possono essere descritti come immagini in uno specchio, come immagini che abbiano una somiglianza spettrale: « gli
eídola erano creati dagli dei per ingannare i mortali » (p. 168), mentre tutt'altro significato hanno le eikónes; « eikón, in senso stretto, è l'immagine storica [...]
1 E. H. GOMBRICH, Art and Illusion, New York, Pantheon Books, 1960, p. 114.
2 KAROL KERENYI, Agalma, Eikón, Eidolon, in Demitizzazione e Immagine, Padova, Cedam, 1962, pp. 161171.
NOTERELLE E SCHERMAGLIE 341
troviamo detto esplicitamente che agli dei convengono gli agálmata e agli uomini le eikónes ». Solo per il cristianesimo le eikónes sono considerate immagini di culto: « la icona cristiana vuole essere storica e non soltanto simbolica ». Quanto al termine ágalma « questo termine, usato per lo piú per le immagini sacre, [...] è la fonte perpetua d'un evento al quale si suppone che la divinità prenda par[...]
[...]uanto piú carica di quella valenza iconica che è presente del pari, in un calco (si pensi ai famosi calchi pompeiani di cadaveri sepolti dalla cenere e dai lapilli). Se — seguendo Cassirer — concepiamo l'uomo come un animal symbolicum, la fotografia si può considerare come una sua simbolizzazione, che, attraverso la stessa, acquisterà una doppia simbolicità, magica oltre che iconica.
Questo può anche spiegare perché il cagnolino di marmo di cui Gombrich discorre, come il « topolino » marmoreo dello scultore francese, stupiscano, inquietino e sconcertino lo spettatore: è proprio la loro « rassomiglianza » coi relativi modelli a presentare una qualità che non possiamo che definire magica, tale da trasformarli — anche ai nostri occhi di occidentali miscredenti — in autentici feticci.
GILLO DORFLES
LA DIARCHIA DIPARTIMENTO FACOLTA
La legge delega sulla docenza universitaria nell'art. 10 autorizza la sperimentazione dipartimentale. Questa innovazione ardita — come viene definita non senza un brivido di terrore — è ben altro dalla « carta bian[...]