Brano: [...]lunga coda delle isole minori continuerebbe al di là di Ankara.
Quando, nel 1947, questo arcipelago dichiarò la sua indipendenza — come quando, nel 1950, tale indipendenza fu riconosciuta — il complesso di isole vulcaniche che lo formano erano unite politicamente da poco più che una naturale reazione contro la dipendenza dall'uomo bianco e da una certa vaga, ma inconfondibile consapevolezza di un destino comune.
Dopo il crollo dell'occupazione Giapponese, gli Olandesi tornarono a stabilire la loro autorità. Gli Indonesiani resistettero per tre anni e tre mesi, finché alla fine, non senza 1 ef icace aiuto degli Stati Uniti, ottennero la loro indipendenza. Ma la— m .Ear parte della struttür3., cojnomica del paese rimase di„;prnpnieta.straniera. Le—piantagioni di canapa, tabacco, te, olio di cocco e gamma, le miniere di stagno e altri metalli, le coltivazioni di canna da zucchero, i giacimenti petroliferi, come pure le poche industrie esistenti erano di proprietà olandese e, per una parte minore, di proprietà Americana e Inglese. Nel complesso[...]
[...]ra dove le piantagioni e il petrolio avevano attratto e giustificato investimenti su vasta scala. Il colonialismo olandese si basava sulla presunzione di essere eterno. Per questa ragione, praticamente non venne fatto il minimo sforzo per formare una élite locale e nel complesso l'istruzione fu totalmente trascurata.
Poche cifre illustreranno in maniera eloquente la gravità di questo rigido paternalismo.
Nel 1940, due anni prima dell'invasione Giapponese, in una popolazione totale di circa 70 milioni, solo 82223 bambini indonesiani frequentavano le scuole elementari di tipo occidentale. Nelle classi superiori c'erano in tutto 1786 alunni. Nello stesso anno non più di 9000 bambini presero la licenza elementare nelle scuole occidentali. Ancora nel 1940, poco prima della fine della dominazione olandese, dopo quasi tre secoli di permanenza, il numero complessivo di Indonesiani che terminarono gli studi superiori fu di 240.
Dopo queste cifre risulta evidente che gli olandesi in Indonesia non sono certo stati pionieri di una istruzione più eleva[...]
[...]ientali Olandesi, essi lasciarono una popolazione_ di 70 milioni con meno di 850 medici e meno di 4000 individui con istruzione universitaria ad affrontare i problemi di amministrazione di uno dei paesi geograficamente più complicati del mondo.
Prima ancora di immaginare come una popolazione priva di esperienza, con una minoranza così inadeguata di persone istruite, potesse cercare di creare l'ordine dal caos lasciato da tre anni di occupazione Giapponese, seguiti da più di tre anni di distruttiva guerriglia, é meglio rivolgere l'attenzione al secondo maggior problema dell'Indonesia: le forze centrifughe nascenti dalla sua particolare situazione geografica.
Infatti, la storia e la diversa densità della popolazione hanno creato due Indonesie. Una, il centro vero e proprio, é l'isola di Giava. Essa é occupata dal 65% di tutti gli Indonesiani — circa 54 milioni di persone, il cui numero aumenta ogni anno di un altro milione su una superficie che é solo un quindicesimo di quella totale di tutto il paese. In altre parole, Giava da sola deve
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[...]ue altre considerazioni pesarono sulla bilancia. Un aperto intervento Occidentale in Indonesia sarebbe stato probabilmente impopolare a Malaya — paese che, pur non essendo geograficamente vicino a Sumatra, ha con essa legami culturali, etnici e linguistici — e avrebbe potuto scuotere l'intenzione di collaborare coll'Impero britannico manifestata dallo Stato di Malaya di recente indipendenza. In secondo luogo, e questa fu la sorpresa maggiore, il Giappone prese energicamente posizione. Secondo ben informati servizi giornalistici, un messaggio giapponese avrebbe dichiarato che se gli Stati Uniti avessero mandato aiuti al governo ribelle di Sumatra, essi non avrebbero mancato di mandare armi al governo di Giacarta.
RIFLESSIONI IN MARGINE AGLI AVVENIMENTI INDONESIANI 73
Ci si ricorderà che il Giappone aveva già rifornito Giacarta di un. certo numero di navi quando, in seguito alle manifestazioni antiolandesi dello scorso anno, le navi olandesi che prestavano servizio tra le isole erano state ritirate. Privato delle sue antiche colonie, il Giappone vede nell'Indonesia la regione nella quale può trovare le materie prime (ed eventualmente anche i mercati) che prima gli erano fornite dalle sue stesse colonie (Formosa, la Corea e la Manciuria). Da un po' di tempo in qua, il Giappone segue una politica di pacifica penetrazione in Indonesia e, per cancellare nel paese il ricordo della sua occupazione, cerca di mettersi dalla parte dei p polari sentimenti antioccidentali e anticoloniali. Così, se l'Occi dente non vede ancora chiaramente i pericoli di un intervento suscettibile di essere interpretato come una forma modificata di imperialismo, i_ giapponesi, al contrario, li vedono. E sembra che il loro atteggiamento abbia avuto un'influenza decisiva sulle segrete conversazioni di Manila.
Benché sembra che alcuni bimotori abbiano paracadutato armi al Governo ribelle di Sumatra (probabilmente venivano da Formosa), per il momento un aperto intervento é stato evitato. Navi sovietiche davanti a Singapore osservano i movimenti dei loro avversari Occidentali. Nei limiti di un accordo di aiuto firmato in precedenza, alcune navi sovietiche sono state trasferite al governo di Giacarta. Tuttavia, per il momento, entrambe le parti esitano a compiere un [...]