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Il segmento testuale Gazzetta del Popolo è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 16Entità Multimediali , di cui in selezione 12 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 669

Brano: [...]itenne conveniente privarsi di una penna, in fondo utile, qual'era quella del Pettinato in condizioni di rivolta dell'opinione pubblica così acute come erano allora in Piemonte, né la fronda verbale da “La Stampa” poteva naturalmente modificare alcunché nelle sorti della repubblica fascista.

Alla Liberazione, in base a disposizioni del C.L.N., la pubblicazione de “La Stampa” (al pari di quella dell’altro quotidiano “indipendente” torinese, La Gazzetta del Popolo) fu interrotta. Le forze antifasciste si pronunciarono unitariamente (almeno in sede ufficiale) per la cessazione dell'uscita di fogli che avevano ampiamente dimostrato di essere testate “intercambiabili” per qualsiasi stagione politica ad avallo di ogni regime imperante.

Tuttavia ciò non corrispondeva alle intenzioni e agli interessi degli Alleati. Il 18.7.1945 il quotidiano potè riaffacciarsi alle edicole grazie a un’ordinanza angloamericana e sotto la direzione di Filippo Burzio. La ricomparsa del foglio della Fiat (e, insieme, quella della “Gazzetta del Popolo”) suscitò una vera e prop[...]

[...]essazione dell'uscita di fogli che avevano ampiamente dimostrato di essere testate “intercambiabili” per qualsiasi stagione politica ad avallo di ogni regime imperante.

Tuttavia ciò non corrispondeva alle intenzioni e agli interessi degli Alleati. Il 18.7.1945 il quotidiano potè riaffacciarsi alle edicole grazie a un’ordinanza angloamericana e sotto la direzione di Filippo Burzio. La ricomparsa del foglio della Fiat (e, insieme, quella della “Gazzetta del Popolo”) suscitò una vera e propria sommossa popolare; vennero bru> ciate copie del quotidiano e si ebbe perfino un assalto ai locali della redazione. Ma, nel clima di rapida restaurazione che andava affermandosi sotto l’egida alleata, la protesta non mutò lo stato delle cose. Unico cambiamento intervenuto « con una sorta di lodo prefettizio » (cfr. Mario Isnenghi, “La stampa quotidiana piemontese”, in Giornali e giornalisti, Roma, 1975), fu che il quotidiano mutò pudicamente l’antica testata in La nuova Stampa, una copertura destinata ben presto a sparire con il ritorno della testata tradizionale, [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 39

Brano: [...]a soli 22 anni, nella vita letteraria, non solo nazionale, con l’articolo Paysages Piémontais pubblicato su « La nouvelle revue » e con l’inizio della collaborazione alla « Nuova Antologia », che durerà — salvo una lunga interruzione durante il periodo fascista — fino al 1956, per oltre cinquant’anni B.A. ha collaborato con articoli di critica letteraria, racconti, cose viste, ricordi autobiografici, ai principali giornali italiani, tra cui la « Gazzetta del Popolo » (19091927 e poi ancora nel secondo dopoguerra), la « Gazzetta delle Puglie » (192227), l’« Ambrosiano » (192529). Negli anni della persecuzione politica i suoi articoli, firmati con lo pseudonimo Riccardo Giorgi ni, furono ospitati sul « Lavoro » di Genova.

Dal 1906 diresse la sezione italiana della rivista internazionale Les cinq langues, scrisse racconti e articoli di varia umanità anche in riviste a larga diffusione, quali « La Lettura » e « Le vie d’Italia »; nel 1928 una sua recensione sul libro di J. Hasek, Le avventure del soldato Scwejik, allora proibito ma destinato a diventare [...]

[...]’origine dell’A.C.T. può farsi risalire al settembre 1854, allorché VAssociazione Generale degli Operai (A.G.O.) decise di impiantare a Torino un primo « distributorio sociale » di generi alimentari, per aiutare i propri soci durante un periodo di carestia. L’A.G.O. era una società operaia di mutuo soccorso istituita nel 1849 per iniziativa dei « democratici » Felice Govean, Giovanni Battista Bottero e Alessandro Borella (fondatori anche della « Gazzetta del Popolo ») in collaborazione con l’operaio meccanico Antonio Rossi che già aveva contribuito a creare una analoga associazione a Pinerolo nel 1848. Il distributorio sociale dell’A.G.O. fu il primo spaccio cooperativo sorto in Italia.

Senonché l'A.G.O., mantenendo come suo scopo principale il mutuo soccorso tra i soci (raggiunse, in tal senso, un notevolissimo sviluppo, grazie al superamento del vecchio concetto solidaristico corporativo di categoria, che la porterà a essere sede della Camera del lavoro e, nel 1906, della C.G.L.), concentrava la maggior parte della sua attività nella raccolta di qu[...]



da Contro ogni ritorno : dal fascismo alla Costituzione repubblicana : Provincia di Firenze, 2 giugno 1972 / \a cura di Claudio Galanti, Paolo Tinti, Giovanni Verni!, p. 63

Brano: [...]4 al 15 un certo T. chiama Fernex; questi va fuori e vede le fiamme. Avevano gettato la benzina presso il portone principale del Tempio scavalcando il cancello, l’hanno sparsa su tutti i gradini per poter incendiare di fuori e poi, usciti, han dato fuoco. T. spegne col panno fregando il pavimento bagnato. Si telefona alla polizia.

I due incendiari scappano appena colti: due latte di benzina. Un quarto d’ora dopo c’era già il giornalista della Gazzetta del Popolo, ma sul giornale non esce niente. Il Prefetto e il Questore

promettono di vigilare, consigliando la Comunità di assoldare anche una guardia giurata. Nella notte seguente la sorveglianza è tenuta dalla forza pubblica e da un gruppo di fascisti del circolo rionale vicino. Si suppone che l’iniziativa venga dal Consolato Tedesco.

Quanto ai manifesti le autorità dicono che sono troppi per poterli eliminare.

17 ottobre 1941. Sui muri di Torino un altro manifesto pure scritto a macchina: “ Occhio al Giudeo! e fuoco sul Giudeo al primo accenno sospetto! Senza discriminazioni: lasciando al Cr[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 461

Brano: [...]io fino al 1919. Libero docente di Filosofia morale dal 1903, nel corso del 19151916 ebbe tra i suoi allievi Antonio Gramsci che, dello Zini, apprezzò la serietà delle impostazioni scientifiche e lo sforzo di uscire dalle strettoie di un gradualismo edulcorato e oratorio. Fu Gramsci che, legatosi di amicizia con lui, lo portò a collaborare al “Grido del Popolo” e poi a “L’Ordine Nuovo”; scelta coraggiosa che il filosofo (già collaboratore della “Gazzetta del Popolo” e de “La Stampa”) fece come vero e proprio atto di militanza nelle posizioni avanzate della sinistra socialista.

Nel 1921 la Libreria editrice del P.C. d’I. pubblicò il libro di Zini che ebbe più larga risonanza: Il Congresso dei morti. Su “L’Ordine Nuovo” (v.) apparvero alcuni suoi saggi di notevole rilievo, come duelli dedicati a “Stato nei limiti del marxismo” e “Idealismo e lotta di classe”. Zini fu l’unico degli esponenti del socialismo delTeooca di Arturo Graf e dei suoi colleqhi accademici ad avvertire l’insterilimento del vecchio riformismo a base positivista e a

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 206

Brano: [...]orò alla “Ronda”. Nel 1923 uscì, con prefazione di Mussolini, una nuova edizione accresciuta de II porto sepolto.

Nel 1928 si convertì al cattolicesN mo. Nel 1933 pubblicò presso Vailecchi Sentimento del tempo, raccolta di versi improntata a una travagliata religiosità, sgomenta di fronte al dolore del singolo e della collettività. In quegli stessi anni compì vari viaggi per l’Europa, tenendo conferenze e ricavando articoli per il quotidiano “Gazzetta del Popolo”, al quale aveva iniziato a collaborare dopo la cessazione del suo incarico presso il Ministero degli Esteri. Dal 1936 al 1942 insegnò Lingua e Letteratura italiana presso l’Università di San Paolo in Brasile. Nel

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 580

Brano: [...] per riformare le arti in Italia con una equilibrata mescolanza di novità e tradizione. Dal 1927 egli collaborò alla rivista di Mino Maccari (v.) “Il Selvaggio”. Al tempo stesso si accostò, in pittura, alla tradizione artistica del Rinascimento italiano filtrato attraverso la lezione dell’impressionismo francese. Furono questi gli anni di maggiore notorietà di Soffici, sia come pittore che come scrittore.

Tra il 1930 e il 1936 collaborò alla “Gazzetta del Popolo”, a “Il Resto del carlino” e a molte riviste d’arte italiane e straniere. Nel 1939 fu nominato membro della Accademia d'Italia (v.) per la classe delle Arti.

Lo scoppio della Seconda guerra mondiale non coinvolse Soffici che

anzi se ne estraniò per immergersi totalmente nell'attività pittorica. Alla fine del conflitto fu internato nel campo di concentramento di Collescipoli, presso Terni, accusato di collaborazionismo e di “illecito arricchimento” negli ultimi anni del regime, ma fu assolto nel 1946 per mancanza di prove.

Ripresa la sua attività artistica, nel 1948 entrò all'Accademi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 62

Brano: [...]izia) insieme ad altri giovani, mentre tentava di raggiungere una formazione partigiana slovena operante a Monte del Nevoso.

Deferito al Tribunale speciale, il

28.1.1943 fu condannato a 16 anni di reclusione.

Re, Natale

N. a Cavour (Torino) il 26.9.1914, m. a Ceva (Cuneo) il 7.3.1944; medico.

Di modeste condizioni, riuscì a conseguire la laurea in Medicina e chirurgia lavorando contemporanea

mente come correttore di bozze alla “Gazzetta del Popolo” di Torino. Nel 1942 venne nominato assistente all’Ospedale civile di Mondovì. Nel 1943 fu chiamato alle armi quale allievo ufficiale presso la Scuola militare di Firenze e, dopo l’8 settembre, si diede alla macchia. Tornò nel Cuneese, dove si unì alle formazioni partigiane Autonome comandate da Enrico Martini Mauri, assumendo la responsabilità del servizio sanitario. Istituì posti di medicazione e attrezzò un ospedale da campo in alta montagna (v. Ospedali e medici partigiani).

Nel corso di un rastrellamento tedesco, nel marzo 1944, si distinse durante gli scontri avvenuti a Garessio e in[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 53

Brano: [...]a e pluridecorato al valore godeva fama anche per ciò che riguardava la sua attività politica e parlamentare, di uomo equilibrato, nonché di buon giornalista. Il suo impegno al giornale non provocò mutamenti ». [La Nazione nei suoi cento anni 18591959, cit.).

Nel 1932 Guglielmotti lasciò il giornale «per assumere la carica di segretario nazionale del Sindacato Giornalisti e il suo posto fu preso da Maffio Maffii, che era stato direttore de La Gazzetta del Popolo e del « Corriere della Sera ». Sotto la sua direzione, il quotidiano si mantenne allineato alle direttive del regime, in tutte le tragiche vicende che si susseguirono, dalla guerra di Etiopia all’intervento in Spagna e all’entrata dell’Italia nella Seconda guerra mondiale. Tuttavia in quegli stessi anni, a « La Nazione » come nelle redazioni di altri giornali fascisti vennero a trovarsi, accanto a intransigenti funzionari del regime, fascisti « tiepidi » e anche qualche giornalista che non aveva la tessera del fascio.

Una significativa testimonianza del clima allora esistente a « La Nazion[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 643

Brano: [...]rdine ». Al centro dello scontro tra « nazioni proletarie » e « nazioni plutocratiche » vi era, secondo Gray, il problema della salvezza dell’Europa dal bolscevismo e della sua « rigenerazione » dal capitalismo: principio che caratterizzava appunto le tendenze nazionalsocialiste.

Dopo I’8.9.1943 fu tra i più zelanti collaboratori dei tedeschi, alla direzione dei servizi radiofonici dell’E.I.A.R. (v.) e poi (marzo 1944) del quotidiano torinese Gazzetta del Popolo, allorché i gappisti ne giustiziarono il direttore Ather Capelli.

Dopo la Liberazione fu processato e condannato a morte come criminale fascista, ma potè salvare la vita e tornare in circolazione grazie ai generosi provvedimenti di amnistia della repubblica (v. Epurazione) .

Ripresa l’attività politica come dirigente del partito neofascista (M.S.I.), fu eletto deputato e poi senatore nel collegio di Novara. Vicesegretario nazionale del M.S.I. e direttore del settimanale II Nazionale (rappresentante, nell’ambito stesso del neofascismo, l’orientamento rimasto più ancorato allo spirito « s[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 48

Brano: [...]zisti del SudAfrica; infine in La guerra d’Abissinia, 193541 (Milano, 1965) ha tracciato per la prima volta un panorama dell'aggressione fascista all’Etiopia documentandosi anche negli archivi abissini.

Nei primi anni dopo la Liberazione è stato redattore dei settimanali socialisti di Novara e Vercelli II Lavoratore e La Risaia, nonché collaboratore di Elio Vittorini alla rivista Politecnico. Attualmente è redattore del quotidiano torinese La Gazzetta del Popolo.

M.Gl.

Delcroix, Carlo

N. a Firenze nel 1896. Interventista, prese parte alla prima guerra mondiale come volontario nei bersaglieri. Nel marzo 1917 rimase vìttima di un incidente che lo privò della vista e di entrambe le braccia. Grande invalido, entrato nella vita politica nel primo dopoguerra e fervido sostenitore del fascismo, deputato fascista dal 1924 al 1934, dal 1924 al 1943 fu presidente dell’Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra. Negli anni della dittatura svolse principalmente il ruolo di propagandista del regime, e i fascisti seppero sfruttarne bassamente le[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Gazzetta del Popolo, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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