Brano: [...]partiti politici » (G. Leto, O.V.R.A., Bologna, 1951).
In realtà, con il processo e con la sanguinosa rappresaglia di Basovizza, i dirigenti fascisti intendevano stroncare il forte e combattivo movimento antifascista triestino, del quale gli sloveni costituivano una parte particolarmente importante. Gli arresti vennero compiuti tra gli iscritti al Partito comunista e tra gli aderenti a un’associazione estremista clandestina, nota come T.l.
G.O.R..
Caratteri del T.I.G.O.R.
Sotto il nome di Trasko Irtrasào Goriska Organizacija (Organizzazione di Trieste, Istria e Gorizia) si celava un’organizzazione terrorista slovena, molto settaria, che sceglieva i propri adepti tra elementi capaci, particolarmente coraggiosi, disposti a sacrificare anche la vita e che perciò non dovevano essere ammogliati. Non pochi erano i giovani comunisti che, all’insaputa del loro stesso partito, aderivano contemporaneamente alia T.I.G.O.R. trasferendovi, tra l’altro, la terminologia comunista, tanto che l’organizzazione di base fu chiamata « cellula »: questa non sorgeva sul luogo di lavoro, ma su basi territoriali e poteva avere soltanto da 2 a 4 membri. Alla fine dei 1929 esistevano 134 cellule, distribuite nel territori di Gorizia, di Trieste e della Istria. I membri della T.I.G.O.R. non erano
formalmente obbligati a versare quote sociali, ma di fatto ogni membro dava all’organizzazione un contributo mensile di almeno 5 lire. Il programma era « la lotta ad oltranza contro il fascismo, con tutti i mezzi »: in realtà, i mezzi consistevano esclusivamente nel terrorismo individuale. Il Partito comunista non approvava i metodi di lotta della T.I.G.O.R. e li criticava apertamente, giudicandoli poco efficaci, in quanto non atti a promuovere lo sviluppo di un’azione antifascista di massa; al tempo stesso, ammirava però la combattività e lo spirito di sacrificio degli aderenti a quell’organizzazione, riconoscendo che « sé dei comunisti avevano aderito alla T.l.
G.O.R., c’era pure in ciò un elemento positivo. Significava che quei comunisti volevano battersi e, sino a quel momento, non avevano trovato un’organizzazione che desse loro la possibilità di esprimere la volontà di lotta di cui erano animati ».
Bassanelli, Sario
N. a Brescia il 30.8.1919, fucilato a Bologna il 23.9.1944. Subito dopo I'8.9.1943 entrò a far parte della Resistenza come partigiano combattente dell'8a Brigata « Masia ». Catturato ai primi di agosto del 1944, fu lungamente sottoposto a torture, ma vi seppe eroicamente resistere; fu quindi condannato a morte e fucilato. Dopo la Libe[...]