→ modalità contesto
modalità contenuto
INVENTARICATALOGHIMULTIMEDIALIANALITICITHESAURIMULTI
guida generale
CERCA

Modal. in atto: CORPUS OGGETTOdisattiva filtro SMOG

Legenda
Nodo superiore Corpus autorizzato

NB: le impostazioni di visualizzazione modificabili nel pannello di preferenze utente hanno determinato un albero che comprende esclusivamente i nodi direttamente ascendenti ed eventuali nodi discendenti più prossimi. Click su + per l'intero contenuto di un nodo.

ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale G.L è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 9Entità Multimediali , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 614

Brano: Piombino

Fosse Ardeatine (v.) e decorato con Medaglia d’oro.

A.Mar.

Bibliografia: Pietro Bianconi, Il movimento operaio a Piombino, Firenze 1970: Pao

lo Favilli, Capitalismo e classe operaia a Piombino 18611918, Roma 1974; Ugo Spadoni, Per una storia della battaglia di Piombino, in « Rivista di Livorno » 1955 111 pp. 6990; AA.W., Piombino 10 settembre 1943: nasce la resistenza, Piombino 1974; Amministrazione Comunale di Piombino (a cura di), Documenti e testimonianze sull'antifascismo piombinese, s.d. (dattiloscritto); Amministrazione Comunale di Piombino (a cura di), Piombino 10 settembre: nasce la resistenza, s.d. (dattiloscritto) .

Pioniere, Il

Giornale dei partigiani della V Divisione G.L. « Sergio Toja » (v. Brigate «Giustìzia e Libertà»). L’idea di un giornale per i partigiani giellisti delle Valli Valdesi del Pinerolese (vai Pellice, valle Aj> grogna, vai Germanasca, bassa vai Chisone) nacque tra febbraio e marzo 1944, negli incontri in cui Willy Jervis, Roberto e Gustavo Malan e altri dirigenti G.L. tentavano di organizzare la vita della piccola « zona libera » della vai Germanasca. Dopo che il rastrellamento di fine marzo ebbe cancellato questa esperienza, il progetto di un giornale partigiano fu ripreso dai fratelli Malan nella vicina vai Pell'ice e fu Gustavo Malan ad assumerne la direzione.

« Il Pioniere », « giornale partigiano e progressista », cominciò a uscire nel giugno 1944. Si trattava di un ciclostilato di 6 pagine, tirato inizialmente in 800 copie, scritto e realizzato da Gustavo Malan, Fred ino BaJmas, Medino Modenese, GiuIietto Giordato e altri collaboratori, che si na[...]

[...] giornale partigiano clandestino, concedevano spazio soprattutto alls informazioni sulla Guerra di liberazione in corso nelle Valli valdesi e in Italia; ma progressivamente la cronaca cedé il passo al dibattito e poi alla formazione politica, in una prospettiva ortodossamente « azionista » (il « Pioniere » fu sempre uno dei giornali partigiani più fedeli alla linea del Partito d'Azione, tanto da riproporre diversi articoli della stampa nazionale G.L.), di buon livello culturale e di comprovata disponibilità al dialogo.

La testata del primo numero del giornale partigiano « Il Pioniere » (30.6.1944)

Questa impostazione incontrò un successo crescente, tanto che il « Pioniere » arrivò a 2.000 copie senza riuscire a soddisfare le richieste (non bisogna però dimenticare che una parte notevole della sua tiratura, la metà secondo i suoi autori, si perdeva nella difficile opera di distribuzione attraverso le maglie del controllo nazifascista); e in ottobre fu necessario chiudere la serie dei numeri ciclostilati (18 in tutto, sempre con un r[...]

[...]o culturale e di comprovata disponibilità al dialogo.

La testata del primo numero del giornale partigiano « Il Pioniere » (30.6.1944)

Questa impostazione incontrò un successo crescente, tanto che il « Pioniere » arrivò a 2.000 copie senza riuscire a soddisfare le richieste (non bisogna però dimenticare che una parte notevole della sua tiratura, la metà secondo i suoi autori, si perdeva nella difficile opera di distribuzione attraverso le maglie del controllo nazifascista); e in ottobre fu necessario chiudere la serie dei numeri ciclostilati (18 in tutto, sempre con un ritmo settimanale) e passare alla stampa in tipografia, presso L'Alpina di Torre Pellice, dove già venivano stampate clandestinamente molte pubblicazioni del Partito d'Azione.

La regolarità del « Pioniere » diminuì (solo 8 numeri da novembre

1944 ad aprile 1945), ma la sua diffusione continuò a crescere su tutto il territorio della V Divisione G.L. « Sergio Toja » e nella pianura piemontese, fino a raggiungere le 15.000 copie di tiratura.

II nucleo redaziona[...]

[...] e in ottobre fu necessario chiudere la serie dei numeri ciclostilati (18 in tutto, sempre con un ritmo settimanale) e passare alla stampa in tipografia, presso L'Alpina di Torre Pellice, dove già venivano stampate clandestinamente molte pubblicazioni del Partito d'Azione.

La regolarità del « Pioniere » diminuì (solo 8 numeri da novembre

1944 ad aprile 1945), ma la sua diffusione continuò a crescere su tutto il territorio della V Divisione G.L. « Sergio Toja » e nella pianura piemontese, fino a raggiungere le 15.000 copie di tiratura.

II nucleo redazionale subì varie trasformazioni, però sempre sotto la direzione di Gustavo Malan, che sviluppò la tematica federalista e liberalsocialista propria degli azionisti.

Dopo la Liberazione il « Pioniere » uscì ancora in 7 numeri, sempre a Torre Pellice, poi sospese le pubblicazioni; nel 1946 fu ripreso per breve tempo come giornale politicoculturale.

Nel 1976 ne è stata curata la ristampa in reprint dalla Casa editrice Claudiana di Torino.

G.Roch.

Bibliografia: Il Pioniere, giornale d’azione partigiana e progressista, reprint della collezione del periodo clandestino, Torino 1976, con scritti di Franco Venturi, Gustavo e Roberto Malan; Emilio Castellani, Stampa partigiana delle G.L piemontesi, in « Nuovi quaderni G.L. », 1945. nn. 56; [...]

[...]Pellice, poi sospese le pubblicazioni; nel 1946 fu ripreso per breve tempo come giornale politicoculturale.

Nel 1976 ne è stata curata la ristampa in reprint dalla Casa editrice Claudiana di Torino.

G.Roch.

Bibliografia: Il Pioniere, giornale d’azione partigiana e progressista, reprint della collezione del periodo clandestino, Torino 1976, con scritti di Franco Venturi, Gustavo e Roberto Malan; Emilio Castellani, Stampa partigiana delle G.L piemontesi, in « Nuovi quaderni G.L. », 1945. nn. 56; Mario Giovanna, Tendenze e aspirazioni sociali nella stampa delle formazio

ni partigiane, in « Il movimento di liberazione in Italia », 1966, n. 83; Donatella Gay Rochat, La resistenza nelle Valli vaidesi 194344, Claudiana, Torino 1969.

Pioverse, Guido

N. a Vicenza il 27.7.1907, m. a Londra il 12.11.1974; scrittore.

Di famiglia aristocratica, fu educato nel collegio dei Barnabiti a Lodi (Milano) e si laureò in filosofia presso ['Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Durante gli anni universitari si scontrò con i movimenti giovanili fascisti, su posizioni di libertarismo estetizzante volto alla difesa di un’autonomia artistica che in nessun modo doveva essere condizionata dalla politica.

Nel 1927 iniziò l’attività pubblicistica collaborando a riviste come « Il Convegno » e « Pegaso ». Dopo il 1931, anno di pubblicazione deilla sua prima raccolta di novelle dal titolo La vedova allegra, si dedicò, anche grazie all’aiuto di Ugo Ojettì e G.A. Borgese, al giornalismo militante. Collaborò all’« Ambrosiano », per cui fu corrispondente dalla Germania prehitleriana, e a [...]

[...]iste come « Il Convegno » e « Pegaso ». Dopo il 1931, anno di pubblicazione deilla sua prima raccolta di novelle dal titolo La vedova allegra, si dedicò, anche grazie all’aiuto di Ugo Ojettì e G.A. Borgese, al giornalismo militante. Collaborò all’« Ambrosiano », per cui fu corrispondente dalla Germania prehitleriana, e a « Pan ». Nel 1935 fu assunto dal « Corriere della Sera » e perciò dovette prendere la tessera fascista che in un primo momento gli era stata rifiutata per i suoi trascorsi contro il G.U.F.. Dal 1935 al 1937 fu in Inghilterra come inviato speciale.

I suoi articoli erano improntati a una sorta d) nazionalismo Culturale, tèndente a sminuire il presunto idealismo britannico presentato come falso e ambiguo. Ad esso contrapponeva la tradizione italiana interpretata, in ossequio agli slogan ufficiali, In Sènso antintellettualistico e antiborghese.

Secondo Piovene, allo scrittore era lecito tenere nei confronti del regime un atteggiamento ambivalente. Se egli da un lato gratificava il fascismo con i suoi pezzi giornalistici improntati à un enfatico ottimismo civile, dall'altro, raccolto nella sua interiorità, si illudeva di raffigurare con le sue elaborazioni artistiche il vero volto di una società malata. In questo modo

lo scrittore si lasciava passivamente utilizzare dalla propaganda del regime senza sentirsi in mìnima parte corresponsabile, non dando alcun peso alla sua attività ufficiale. Così ogni questione non direttamente artistica era acriticamente abbandonata al conformismo del regime.

Nel 1939 si recò, sempre come inviato speciale[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 17

Brano: Dalmine

blicato quasi regolarmente ogni 15 giorni, ne uscirono 10 numeri, l’ultimo dei quali il 30.4.1945.

Negli ultimi mesi il giornale acquistò un carattere quasi di rivista: con più di 20 pagine, pubblicava notiziari, racconti partigiani, direttive di lotta, testimonianze. Molti dei suoi articoli venivano tratti da « Il combattente », da « Martiri Italiani 18211918 », da « Fronte della Gioventù » e da « l’Unità ».

G. Ga,

Dalmastro, Benedetto

Detto. N. a Cuneo l'1.3.1907; dirigente industriale. Amico d’infanzia di Tancredi Galimberti (v.) e suo collaboratore nella fase di costituzione del Partito d’Azione a Cuneo (194243), con questi e con Dante Livio Bianco (v.) nei giorni seguenti 1*8.9.19[...]

[...]uo collaboratore nella fase di costituzione del Partito d’Azione a Cuneo (194243), con questi e con Dante Livio Bianco (v.) nei giorni seguenti 1*8.9.1943 tentò invano di indurre le autorità militari della città a organizzare assieme ai civili la resistenza contro i tedeschi.

Il 10 settembre, con un esiguo gruppo di compagni, Dalmastro si portò nella frazione Frise di valle Grana e qui fu costituito un nucleo di Italia Libera (v.), del quale egli assunse il comando. Successivamente, comandante della banda « Italia Libera » di valle Maira e del III Settore partigiano, concepì il disegno di una intesa con le forze della Resistenza dell’attiguo versante francese, stabilendo i primi contatti tramite il capitano degli alpini Costanzo Picco. Da tali preliminari scaturì il primo incontro delle delegazioni dei due movimenti, avvenuto nella notte del 12.5.1944 sul colle Sautron. In quell'occasione Dalmastro fu a capo della delegazione italiana e con abile e ferma diplomazia riuscì a vincere le reticenze degli interlocutori francesi ancora diffidenti verso i loro ex nemici. Concordato il convegno di Barcelonnette (v.), Dalmastro vi partecipò al fianco di Galimberti e collaborò alla conclusione dell’importante accordo. Assunto il comando della II Divisione Alpina G.L. del Cuneese fin dalla sua costituzione, Dalmastro fu uno dei principali, animatori della guerriglia partigiana in quella zona e fermo sostenitore della necessità di condurla secondo gli schemi classici della guerra per bande. Alla fine del . marzo 1945 fu nominato commissario politico del I Gruppo Divisioni G.L; « Duccio Galimberti ». Dopo la Liberazione resse la segreteria organizzativa torinese e piemontese del Partito d’Azione. Nel

1947, allo scioglimento di quel partito, entrò nelle file del P.S.I..

M.Gi.

Dalmazia

Per gli jugoslavi: Litorale o Litorale dinarico (in serbo Primorije). Regione naturale balcanica costituita dalla fascia costiera e insulare orientale deN’Adriatico, dal golfo del Quarnaro alla foce della Boiana, limitata a est dalle Alpi Dinariche e dai monti Velebit. È oggi suddivisa tra la Croazia, alla quale appartiene gran parte dei litorale e delle isole, la Bosnia Erzegovina e il Montenegro.

La dominazione italiana

Nel 1920 il trattato di Rapallo, assegnando alla Jugoslavia (v.) la Dalmazia, riconobbe all'Italia il possesso di Zara e quello delle isole del Quarnaro Cherso, Lussino e Lag[...]

[...]do più clamoro, la causa della Resistenza e della lotta contro i tedeschi guadagnò molti reparti dell’esercito italiano, ma questi non riuscirono a passare all’azione concreta per il disfacimento esistente nei Comandi, a differenza di altri reparti, tra cui diverse unità della Divisione « Ber

gamo » (v.), che invece combatterono valorosamente contro i tedeschi e passarono nelle file dei partigiani jugoslavi. A Spalato venne costituito il Battaglione Garibaldi che, in seguito, si distinse nella lotta di liberazione della Jugoslavia.

I tedeschi abbandonarono Zara il

30.10.1944 e nel successivo mese di novembre l’esercito di Tito liberò l’intera Dalmazia. Oggi tutta la regione fa parte della Repubblica Socialista Federativa Jugoslava.

Dalmazzo, Faustino

Faustino; Angelo; Luca. N. a Centallo (Cuneo) nel 1919; avvocato. Sottotenente di complemento degli alpini, 1*8.9.1943 si unì ai primi gruppi di partigiani del Cuneese, entrando a far parte del Comando della Compagnia Rivendicazione Caduti, creata da un nucleo di ex militari nei territori di Savigliano, Fossano e Saluzzo. Passato in seguito nelle formazioni Giustizia e Libertà, combattè nella I Divisione Alpina. Assunto l’incarico di organizzare i reparti di pianura delle formazioni gielliste cuneesi, organizzò la 20a e la 21a Brigata G.L. che svolsero compiti di primaria importanza in appoggio alle unità di montagna e per la preparazione insurrezionale. Venne infine designato all’incarico di commissario politico della I Divisione G.L..

Pubblicista e militante politico di orientamento liberale e radicale, dopo la Liberazione svolse un’intensa opera di assistenza legale in processi intentati contro combattenti della Resistenza. Fu anche tra gli animatori del Comitato cuneese formatosi per il procedimento contro il maggiore delle S.S. Joachim Peiper responsabile dell’eccidio di Boves (v.).

M.Gi.

Dalmine

Comune di 12.500 abitanti (7.000 nel capoluogo) a 7 km da Bergamo (v.), Dalmine è particolarmente noto per i suoi importanti stabilimenti metallurgici. Il comune venne costituito I’8.7.1927, con la fusione dei territori di Mariano al Brembo, Sabbio Bergamasco e Sforratica.

Il primo nucleo di quelle officine fu fondato nel 1908 dalla Società Tubi Mannesmann per la fabbricazione di tubi d’acciaio senza saldatura. Nel settem[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 587

Brano: « Giustizia e libertà »

privi di istruzioni dagli uffici del Comintern. Altrettanto fecero i socialisti.

In realtà, al di là delle esitazioni dettate dai particolari calcoli e obiettivi politici, non coincidenti con quelli di G.L., perdurava la diffidenza verso il trasparente intento di Rosselli di far diventare il suo movimento la chiave di volta dell'iniziativa, la quale pertanto sarebbe stata condizionata secondo le sue vedute. I giellisti deliberarono così di muoversi da soli: Rosselli si recò in Spagna e, con l’aiuto dei compagni parigini, riuscì a costituire una Colonna G.L di 130 uomini, ma nella quale però gli effettivi aderenti al movimento erano un’esigua minoranza, trattandosi per lo più di militanti anarchici. Dopo lunghe e faticose trattative fu ottenuto il riconoscimento della formazione: essa venne incorporata nella Colonna Ascaso (v.) degli anarcosindacalisti catalani ed ebbe come comandante l’avvocato repubblicano Mario Angeloni, affiancato da Rosselli in qualità di commissario politico.

La formazione si batté valorosamente sul fronte di Huesca, ricevendo il battesimo del fuoco il 28.8.1936, in una località chiamata dai volontari Monte Pelato, dove perse un decimo dei suoi componenti, fra i quali il comandante Angeloni.

Il successivo intervento di socialisti e comunisti italiani miranti a

Carlo Rosselli sul Monte Pelato, in Spagna (agosto 1936)

organizzare proprie formazioni, il rifiuto dei rappresentanti giellisti[...]

[...]ormazioni, il rifiuto dei rappresentanti giellisti in Francia di collaborare alla formazione di un comando unico dei volontari se non fosse stata riconosciuta la priorità della colonna di Rosselli nei settori aragonese e catalano, crearono all’unità giellista serie difficoltà. Mentre comunisti, socialisti e repubblicani si accordarono per organizzare una formazione unitaria e autonoma sotto il comando del repubblicano Randolfo Picciardi (il Battaglione « Garibaldi » che venne poi inquadrato nelle Brigate Internazionali), i giellisti cominciarono ad avere contrasti con gli anarcosindacalisti catalani e la colonna Rosselli si trovò a fronteggiare opposizioni e rivalità che ne minarono la compattezza interna. Rosselli progettò allora di trasformare la formazione in un’unità « motorizzata rivoluzionaria » da impegnarsi esclusivamente contro i reparti fascisti italiani e quindi da mantenere disponibile per il futuro impiego in Italia.

Alla situazione italiana, infatti, era sempre rivolto il pensiero di Rosselli: « Oggi in Spagna, domani in Italia », fu lo slogan da lui lanciato dai microfoni di Radio Barcellona e che reiterava negli appelli, negli scritti sul r[...]

[...]compattezza interna. Rosselli progettò allora di trasformare la formazione in un’unità « motorizzata rivoluzionaria » da impegnarsi esclusivamente contro i reparti fascisti italiani e quindi da mantenere disponibile per il futuro impiego in Italia.

Alla situazione italiana, infatti, era sempre rivolto il pensiero di Rosselli: « Oggi in Spagna, domani in Italia », fu lo slogan da lui lanciato dai microfoni di Radio Barcellona e che reiterava negli appelli, negli scritti sul ruolo dell’antifascismo in terra iberica.

Il suo progetto non ottenne però in Francia gli appoggi necessari e quando Rosselli rientrò presso la formazione, essa era già scossa dai contrasti intestini. Nel dicembre, dopo due giornate di scontri ad Almudévar, conclusisi con esito negativo, il leader giellista abbandonò il comando che aveva assunto dopo la scomparsa di Angeloni; affetto da una dolorosa forma di flebite, raggiunse Parigi per curarsi, mentre i suoi amici Libero Battistelli, Alberto Cianca e Garosci, nel tentativo di salvare l’integrità e l’unità della formazione, consigliavano ai volontari di affiancarsi al Battaglione « Garibaldi ». Il 10.4. 1937, nella battaglia di [...]

[...]sso la formazione, essa era già scossa dai contrasti intestini. Nel dicembre, dopo due giornate di scontri ad Almudévar, conclusisi con esito negativo, il leader giellista abbandonò il comando che aveva assunto dopo la scomparsa di Angeloni; affetto da una dolorosa forma di flebite, raggiunse Parigi per curarsi, mentre i suoi amici Libero Battistelli, Alberto Cianca e Garosci, nel tentativo di salvare l’integrità e l’unità della formazione, consigliavano ai volontari di affiancarsi al Battaglione « Garibaldi ». Il 10.4. 1937, nella battaglia di Carascal (Aragona), la colonna si sfasciò.

La morte di Rosselli

Il leader giellista aveva ben compreso che l’azione del movimento non avrebbe avuto prospettive se non ricercando un inserimento nella vasta alleanza delle sinistre promossa dal Fronte popolare. Inoltre, l’esperienza spagnola lo induceva a meditare sulla funzione dei comunisti e sul valore di un fronte compatto delle forze più avanzate che avesse, pur nella sua articolazione,

le proprie radici entro lo spazio coperto dal movimento di classe. Perciò avviò conversazioni con il P.C.I. alla scopo di far entrare i gielli[...]

[...]la funzione dei comunisti e sul valore di un fronte compatto delle forze più avanzate che avesse, pur nella sua articolazione,

le proprie radici entro lo spazio coperto dal movimento di classe. Perciò avviò conversazioni con il P.C.I. alla scopo di far entrare i giellisti neH’Unione popolare italiana, l’organizzazione promossa dai comunisti come nucleo di un « fronte popolare » italiano, e per redigere assieme un giornale. Contemporaneamente egli si accinse a scrivere sul settimanale giellista una serie di articoli dal titolo « Per l’unificazione politica del proletariato italiano », che segnavano una svolta nell'atteggiamento rosselliano verso i partiti tradizionali di classe e attribuivano al movimento giellista contenuti e finalità di compagine proletaria, studiandosi comunque di farne ancora una volta il cardine egemonico, sul piano politico, del disegno di unificazione progressiva elaborato nella proposta.

Il 9.6.1937, i sicari della Cagoule, direttamente al soldo del governo italiano (v. Filippo Anfuso), tesero una imboscata[...]

[...]i compagni di Rosselli accusarono apertamente del delitto il governo fascista, ma la morte del leader costituì per il movimento una perdita irreparabile. Rosselli, oltre a esserne la personalità più dinamica, dotata di fascino e vitalità prepotente, era per il movimento anche la principale fonte di vita, avendovi generosamente profuso quasi per intero le proprie cospicue sostanze. Inoltre la sua presenza era sempre valsa a impedire le fratture e gli urti più dannosi che i dissensi interni sollevavano di continuo fra i massimi esponenti del gruppo.

La direzione Lussu

Emilio Lussu (ritornato all’attività militante dopo un lungo periodo di malattia) divenne il nuovo capo del movimento e gli impresse una forte coloritura socialista, assorbendo un certo numero di trotzkisti e il gruppo detto di Azione repubblicana e socialista, composto da repubblicani dissidenti capeggiati da Ferdinando Schiavetti (v.). La formazione aggiunse a! proprio nome la dizione « Movimento di unificazione socialista », introdusse nel programma il riconoscimento della necessità di socializzare l'industria pesante e si collocò come fattore di

587



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 587

Brano: Masi, Danilo

Masi, Danilo

N. a Firenze il 17.8.1914; operaio decoratore. Militante nell’organizzazione comunista clandestina, nel 1939 fu condannato dal Tribunale speciale a 18 anni di reclusione. Fu carcerato a Portolongone e a Civitavecchia.

Fuggito dal carcere nei 45 giorni del governo Badoglio, dopo l’8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, tra gli organizzatori della Resistenza toscana e in provincia di Parma.

Masi, Giacomo

Giacomino. N. a Granarolo (Bologna) il 6.1.1916; impiegato. Attivo nell’organizzazione comunista clandestina, nel 1936 fu condannato dal Tribunale speciale a 8 anni di reclusione.

Dopo I ’8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza emiliana, membro del Comando Piazza di Bologna.

Masia, Massenzio

N. a Como il 2.9.1902, m. a Bologna il 23.8.1944; laureato in Scienze economiche.

Tra gli organizzatori nel 1927 della associazione antifascista clandestina «Giovane Italia[...]

[...].

Masi, Giacomo

Giacomino. N. a Granarolo (Bologna) il 6.1.1916; impiegato. Attivo nell’organizzazione comunista clandestina, nel 1936 fu condannato dal Tribunale speciale a 8 anni di reclusione.

Dopo I ’8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza emiliana, membro del Comando Piazza di Bologna.

Masia, Massenzio

N. a Como il 2.9.1902, m. a Bologna il 23.8.1944; laureato in Scienze economiche.

Tra gli organizzatori nel 1927 della associazione antifascista clandestina «Giovane Italia» (v.), si collegò successivamente con gruppi di « Giustizia e Libertà » (v.) e fu attivo nel movimento antifascista a Venezia. Arrestato nel giugno 1943, riacquistò la libertà poche settimane più tardi, grazie alla caduta del fascismo.

Dopo l'armistizio dell’8 settembre partecipò alla Guerra di liberazione. Fu responsabile del Partito d’Azione per l'Emilia Romagna e organizzatore delle prime formazioni gielliste in questa regione. Catturato dai nazifascisti a Bologna il 3.8.1944, venne processato insieme ad[...]

[...] giugno 1943, riacquistò la libertà poche settimane più tardi, grazie alla caduta del fascismo.

Dopo l'armistizio dell’8 settembre partecipò alla Guerra di liberazione. Fu responsabile del Partito d’Azione per l'Emilia Romagna e organizzatore delle prime formazioni gielliste in questa regione. Catturato dai nazifascisti a Bologna il 3.8.1944, venne processato insieme ad altri dirigenti azionisti arrestati in quei giorni (v. Bologna, Comando « G.L ») e condannato a morte. Sottoposto ad atroci torture, rifiutò di sottoscrivere la domanda di grazia, affermando che « un uomo libero non chiede al tiranno nemmeno la vita che sta per togliergli ». Venne fucilato al Poligono di tiro di Bologna con altri 7 patrioti.

Il suo nome fu poi assunto daH'VIII Brigata G.L. « Masia » operante in Emilia e dalla Divisione « Masia » dell’Oltrepò Pavese.

Bibliografia: M.M. nel ricordo degli amici della Resistenza, Ist. Naz. per la storia del movimento di Liberazione, Milano 1971; A. Gavagnin, Vent'anni di Resistenza al fascismo, Torino 1957.

Masina, Cesarino

N. a San Giorgio in Piano (Bologna) il 15.5.1909; meccanico. Attivo nell’organizzazione comunista clandestina, nel 1937 fu condannato dal Tribunale speciale a 2 anni e 6 mesi di reclusione.

Dopo I’8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, combattendo nelle file della Resistenza emiliana, membro del Comando della 4a Brigata Garibaldi « Venturoli ».

Masina, Medardo

N. a Bologna il 28.8.1912; operaio meta[...]

[...]bunale speciale. Fu poi confinato per 8 anni a Ponza e a Ventatene.

Dopo I'8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza emiliana, svolgendo diversi incarichi politici e militari.

Masini, Luigi

Fiori. N. a Firenze il 26.10.1889, m. a Bergamo il 15.3.1959; ufficiale dell’esercito.

Iniziò la carriera militare nel 1910, partecipando alla guerra italoturca con il grado di sottotenente di fanteria. Passato negli alpini e promosso capitano, prese parte alla Prima guerra mondiale al comando dei battaglioni « Belluno » e « Monte Pelmo », ottenendo per atti di valore due medaglie d'argento e una croce di guerra. Dopo essere stato dal 1920 al 1926 addetto alla Commissione per la delimitazione dei confini italojugoslavi nella Venezia Giulia, e in seguito comandante dei battaglioni « Tirano » e

« Feltre », nel 1937 raggiunse il grado di colonnello e fu nominato ispettore militare presso il Comando zona di Firenze. Nel 1942, promosso generale, ebbe il comando della 3a Brigata alpina, che conservò fino al luglio 1943.

L’8.9.1943 si trovava nella Venezia Giulia e prese contatto con le forze della Resistenza.

In alcune pagine di memorie, Fermo Solari scrive che Giuriolo e Carlo Commessatti, ufficiali dell’esercito e organizzatori della Resistenza nel Friuli, s’incontrarono con il generale Masini e lo invitarono ad assumere il comando delle bande partigiane che si stavano costituendo. Successivamente Masini partecipò con Mario Lizzerò e Solari a un convegno svoltosi a Zapotoc, al quale presero parte i capi della Resistenza ai confini orientali dell’Italia. Ma il suo nome è legato soprattutto all[...]

[...]guida del generale Masini. Nel novembre del 1943 questi partecipò con un gruppo di antifascisti lombardi e veneti alla riunione che, a Brescia, approvò il famoso « regolamento » delle « Fiamme verdi » e lo nominò comandante generale delle formazioni (v. Brigate cattoliche). Da quel momento i piani organizzativi, le istruzioni e le norme disciplinari alle bande dislocate nella fascia alpina lombarda recheranno la firma « Fiori », suo nome di battaglia.

Il generale Masini parla ai partigiani durante un’ispezione alla 53a Brigata Garibaldi in vai Cavallina (Endine, agosto 1944)



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 543

Brano: Pesio, Valle

ininterrotti impegni politici e culturali.

Scriverà di lei su Rinascita del 25.9.1972. « Un omaggio sincero per mia moglie Adriana, conosciuta più tardi alla fine del ’45 e divenuta intelligente, affettuosa e inseparabile compagna della mia vita dal 18 settembre del 1947 ».

Scienziato e docente

Al momento della sua morte, Pesenti era membro del Comitato centrale del P.C.I., della presidenza del Ce.S.PJE. (Centro studi di politica economica, di cui era stato il primo presidente) e del Comitato direttivo dell'istituto Gramsci. Ma la sua fama sarà legata soprattutto al fatto di aver fondato e diretto, nell' immediato dopoguerra, il Centro economico per la ricostruzione e la rivista Critica economica che ne e[...]

[...]a rivista Critica economica che ne era praticamente l'organo (19461956). L’uno e l’altra svolsero un ruolo di prim'ordine in un decennio decisivo per la rinascita del Paese,

Come disse lo stesso Pesenti, fu il tentativo di « adeguare ai tempi moderni la pratica e la dottrina in tutti i campi: nel cam« po monetario e bancario, nel campo tributario, nel campo industriale, nel campo della politica salariale e assistenziale ee in genere, in tutti gli aspetti della nostra vita economica ».

Tale funzione gli venne fattivamente riconosciuta dai massimi dirigenti della vita ecunomica nazionale, uomini di ogni tendenza politica democratica e liberale che, pur da posizioni diverse, lo considerarono autorevole interlocutore e si sentirono onorati di collaborare alle sue iniziative (da Guido Carli a Pasquale Saraceno, dall’antico maestro Griziotti a Bruno Visentini) Una funzione che acquistò sempre maggiore rilievo nei successivi decenni, come risulta anche dal convegno di economisti e politici svoltosi a Parma rt.3.i980 sul tema: « Il contributo culturale di Antonio Pesenti attraverso Critica economi[...]

[...]essivi decenni, come risulta anche dal convegno di economisti e politici svoltosi a Parma rt.3.i980 sul tema: « Il contributo culturale di Antonio Pesenti attraverso Critica economica »,

Uomo assolutamente alieno da ambizioni personali quanto colto e di vedute aperte, con la sua inesausta attività di studioso e docente, oltreché di uomo politico, Pesenti espresse quell'immagine di intellettuale « gramsciano » su cui è venuta a costruirsi la migliore tradizione culturale del movimento operaio in Italia, anche per la semplicità e la modestia nei rapporti interpersonali.

Titolare di cattedra di Scienza delle finanze e diritto finanziario all'Università di Parma (1948), poi a Pisa e a Roma (dal 1972), fra la sua vasta produzione scientifica si ricordano le analisi e ricerche sulla politica monetaria tedesca (Pavia

1933), italiana e inglese (Padova

1934), sulla teoria del costo dell' attività finanziaria (Pavia 1935) e sui limiti economici di tale attività (Milano 1949); sulla teoria giuridica di alcune contribuzioni che nascono dalla disciplina dei prezzi e sulla validità di alcune proposizioni di Ricardo (Milano 1951). Gli Editori Riuniti hanno pubblicato le sue opere di docente più importanti: Lezioni di economia politica e di Scienza delle finanze (1954) e il Manuale di economia politica (1970).

II suo libro autobiografico « La cattedra e il bugliolo », edito nel 1972 da La Pietra, è stato tradotto ' in Unione Sovietica (1977) e in Ungheria (1982).

E.Ni.

Pesenti, Ottorino

N. a Trieste nel 1910, ivi m il 5.10. 1944; impiegato.

Occupato presso il Lloyd Triestino, dopo I'8.9.1943 collaborò con il movimento « Giustizia e Libertà » a Trieste, diffondendo stampa clandestina. Utilizzando automezzi della Società per cui lavorava, prese contatto con le formazioni partigiane del Friuli per rifornirle dì vìveri, esponendosi di persona. Scoperta la sua attività, nell'ottobre del 1944 venne arrestato e atrocemente torturato nei « bunke[...]

[...]ondendo stampa clandestina. Utilizzando automezzi della Società per cui lavorava, prese contatto con le formazioni partigiane del Friuli per rifornirle dì vìveri, esponendosi di persona. Scoperta la sua attività, nell'ottobre del 1944 venne arrestato e atrocemente torturato nei « bunker » del Comando delle S.S. di Trieste.

Ricondotto in carcere in condizioni pietose, così si espresse con i compagni di cella, riferendosi ai suoi carnefici: « Vigliacchi, fate presto, ammazzatemi presto. Viva l'Italia libera! ».

Venne fucilato alcuni giorni dopo l’arresto

G.Fo.

Pesio, Valle

Vallata a sudest di Cuneo (vj, dopo I'8.9.1943 fu culla dei gruppi partigiani da cui ebbero origine le Formazioni Autonome « R », operanti fondamentalmente nelle valli delle Alpi Liguri comprese tra la Bisalta e il Monregalese (v, Mondovì). Alcuni di questi reparti si spinsero anche nel Genovesato @9 più tardi, nella pianura alla destra dello Stura di Demonte e a Torino, La formazione che dal luglio 1944 sarà chiamata III Divisione «Alpi » fu la Banda « V[...]

[...]i giorni dopo l’arresto

G.Fo.

Pesio, Valle

Vallata a sudest di Cuneo (vj, dopo I'8.9.1943 fu culla dei gruppi partigiani da cui ebbero origine le Formazioni Autonome « R », operanti fondamentalmente nelle valli delle Alpi Liguri comprese tra la Bisalta e il Monregalese (v, Mondovì). Alcuni di questi reparti si spinsero anche nel Genovesato @9 più tardi, nella pianura alla destra dello Stura di Demonte e a Torino, La formazione che dal luglio 1944 sarà chiamata III Divisione «Alpi » fu la Banda « Valle Pesio », dispersa in seguito al rastrellamento conclusosi con la * battaglia di Pasqua »,

Le Formazioni * R *

L’attività operativa delle Formazioni « R » può essere divisa in due periodi: dal luglio al dicembre 1944 (tra l'11 e il 25 dicembre esse s! sottrassero a un rastrellamento tendente al loro annientamento) ; e dalla loro riorganizzazione come Gruppo Divisione « R » (febbraio 1945) fino alla Liberazione.

Esse operavano in un territorio percorso da vie di comunicazione vitali per i tedeschi, ma la loro Importanza stava soprattutto nel fatto che costituivano una aorta di cerniera tra le formazioni partigiane dichiaratamente politiche (« G.L, » e « Garibaldi ») e le « Autonome sia alFinterno della provincia di Cuneo che tra questa e la Liguria occidentale. Nelle formazioni sorte [...]

[...]dicembre 1944 (tra l'11 e il 25 dicembre esse s! sottrassero a un rastrellamento tendente al loro annientamento) ; e dalla loro riorganizzazione come Gruppo Divisione « R » (febbraio 1945) fino alla Liberazione.

Esse operavano in un territorio percorso da vie di comunicazione vitali per i tedeschi, ma la loro Importanza stava soprattutto nel fatto che costituivano una aorta di cerniera tra le formazioni partigiane dichiaratamente politiche (« G.L, » e « Garibaldi ») e le « Autonome sia alFinterno della provincia di Cuneo che tra questa e la Liguria occidentale. Nelle formazioni sorte in valle Pesio militava un consistente gruppo di cattolici che avevano saldi rapporti con i vescovi a il darò locali e non si riconoscevano nei partiti del C.L.N.. Nell'ottobre 1944 essi fondarono il G.U.R.N* (Gruppo unitario dì rinnovamento nazionale) come « gruppo politico distinto ».

Sottolineando il proprio « principio unitario », essi miravano a inserire « la formazione nel nuovo ordinamento regionale, mantenendola tuttavia al di fuori delle quatt[...]

[...]ento nazionale) come « gruppo politico distinto ».

Sottolineando il proprio « principio unitario », essi miravano a inserire « la formazione nel nuovo ordinamento regionale, mantenendola tuttavia al di fuori delle quattro "categorie" da esso stabilite »: Garibaldi, G. L., Autonome, Matteotti.

Nonostante questa difformità dallo schema stabilito dal C.L.N. regionale piemontese, le Formazioni « R » ebbero rapporti e coinvolgimenti diretti con gli organi della Resistenza provinciali e regionali, con gli Alleati e con il governo del Sud. La loro attività fu guidata dal commissario di guerra (come preferiva chiamarsi, anziché commissario politico) Giocondo [Dino] Giacosa (v.), mentre Piero Cosa, capitano di complemento, ne era il comandante militare.

Partigiani della valle Pesio, tra cui (a/ centro) Piero Cosa e Dino Giacosa

543



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 702

Brano: Cremona

ti, M. Cappelli e M. Grossi. Anche il vecchio « migliolino » G. Speranzini si mosse. Gli studenti che frequentavano l'università di Pavia portavano i numeri clandestini di Italia Libera e l’ardire dei gruppi antifascisti era ormai tale da farli operare quasi allo scoperto. Si ebbero arresti e invii al confino, ma il fascismo era ormai alla fine.

Dal 25 luglio all’8 settembre

11 26.7.1943 si svolse nella piazza principale di Cremona un comizio, durante il quale presero la parola, oltre allo Speranzini, Franzetti e Sidoli. Nello stesso giorno, nello studio dell’ingegnere Vialli, si costituì un comitato provinciale antifascista, del quale entrarono a far parte, per i diversi gruppi e partiti: lo Speranzini, il riformista bonomiano G. Cremonesi, gli azionisti G. Vialli e F. Ferri, il repubblicano V. Dotti, i socialisti E. Za noni, P. Press inotti e G. Rossini, i democristiani O. Rizzi e A. Formis, i comunisti A. Andreini e R. Bernardi, il liberale P. Seri ni, i fratelli Puerari; R. Ferragni, M. Franzetti, P. Bettoni, L. Bigli, A. Cottarelli, Bi selli, Scaglioni, Papadia. Furono presi contatti con il comandante della piazza, generale Florio, e con lui furono designati i vari commissari alle corporazioni, ai sindacati e ad altri enti pubblici cittadini. I partiti cessarono di essere ristretti gruppi di persone e cominciarono a darsi una struttura organizzativa: la Democrazia cristiana attorno a O. Rizzi, G. G hi sai berti,

E. Zelioli, A. Formis, T. Volontà; il Movimento di unità proletaria, poi P.S.I.U.P., con Rossini, Pressinotti, Bigli, Zanoni, Copetti, G. Sidoli, ai quali si unì il gruppo dell'ex sindaco Attilio Botti con G. Ferragni, Gandol[...]

[...]on il comandante della piazza, generale Florio, e con lui furono designati i vari commissari alle corporazioni, ai sindacati e ad altri enti pubblici cittadini. I partiti cessarono di essere ristretti gruppi di persone e cominciarono a darsi una struttura organizzativa: la Democrazia cristiana attorno a O. Rizzi, G. G hi sai berti,

E. Zelioli, A. Formis, T. Volontà; il Movimento di unità proletaria, poi P.S.I.U.P., con Rossini, Pressinotti, Bigli, Zanoni, Copetti, G. Sidoli, ai quali si unì il gruppo dell'ex sindaco Attilio Botti con G. Ferragni, Gandolfi e altri ancora; i liberali, con P. Seri ni, F. Catalano e i fratelli Grasselli; gli amici di Bonomi, attorno a G. Cremonesi; gli azionisti, con F. Frosi, L. Miglioli e altri. Il

24.8.1943 rientrò daH’esilio Guido Miglioli. Durante i 45 giorni del governo Badoglio le forze antifasciste si diedero molto da fare in città, ma le cascine e le campagne restarono passive.

Dopo l'8 settembre i tedeschi dovettero combattere per occupare Crémona. In città esistevano depositi e materiale del 9° Bersaglieri, del 17° Fanteria motorizzata e del 3° Artiglieria di Corpo d’armata. I soldati si batterono e alcuni ufficiali caddero valorosamente sui pezzi (Mario F!ores, Giovanni Palmieri, Francesco Vitali). Vi furono complessivamente 3f caduti (16 tra i militari, 15 tra i civili) e i tedeschi

subirono a loro volta una trentina di morti. La popolazione aiutò i soldati a sottrarsi alla cattura. Seguì

lo sbandamento, e insieme si ebbero la raccolta e l’occultamento del materiale bellico con l’organizzazione dei primi gruppi armati.

La resistenza armata

Durante l'occupazione tedesca la federazione comunista di Cremona ebbe come segretari —[...]

[...]i ebbero la raccolta e l’occultamento del materiale bellico con l’organizzazione dei primi gruppi armati.

La resistenza armata

Durante l'occupazione tedesca la federazione comunista di Cremona ebbe come segretari — consecutivamente — Vittorio Bardini, Vittorio Ravazzoli, Giuseppe Gaeta, Sergio Marturano, tutti originari di altre province. I comunisti furono i primi a costituire formazioni armate, dando vita alla Brigata Garibaldi « F. Ghinaglia » è, successivamente, ad altre tre. I primi comandanti partigiani furono A. Andreini, G. Dordoni, Screm Menotti [Dario), A. Pasquali [Manfredo), A. Zeni [Sandrfno), F. Ferretti [Carlo), Arnaldo [Manno) e Guido Uggero, Cavedo, Bernardi, Scaglioni, Brunelli di Pessina, Bosio e altri. A questi si sarebbero successivamente aggiunti G. Percudani, U. Bonali, Sbruzzi [Carmen), Ghilardotti [Walter Bianchi), P. Borelli. Alla fine del 1944 si formò il Comando (comandante F. Ferretti, commissario politico A. Uggero, vicecommissari S. Menotti e A. Zeni) delle formazioni che si sarebbero poi sviluppate fino a costituire il 288° Raggruppamento Brigate Garibaldi S.A.P. e G.A.P.. Dirigenti politici e militari degli organismi regionali che operarono a Cremona ispezionando le formazioni della pianura furono P. Vergani [Fabio), U. Alberganti [Piero[...]

[...] di Pessina, Bosio e altri. A questi si sarebbero successivamente aggiunti G. Percudani, U. Bonali, Sbruzzi [Carmen), Ghilardotti [Walter Bianchi), P. Borelli. Alla fine del 1944 si formò il Comando (comandante F. Ferretti, commissario politico A. Uggero, vicecommissari S. Menotti e A. Zeni) delle formazioni che si sarebbero poi sviluppate fino a costituire il 288° Raggruppamento Brigate Garibaldi S.A.P. e G.A.P.. Dirigenti politici e militari degli organismi regionali che operarono a Cremona ispezionando le formazioni della pianura furono P. Vergani [Fabio), U. Alberganti [Piero), L. Grassi, G. Chiarini, A. Leris.

Nei primi tempi la lotta partigiana consistette in colpi di mano compiuti da piccoli gruppi che si scioglievano dopo ogni azione. Con il ritorno a Cremona di Farinacci, la repressione fascista si intensificò. Scontri si verificarono a Casalmorano e Casalbuttano, nel Soresinese, con botta e risposta da entrambe le parti.

In ottemperanza alle disposizioni del C.L.N.A.I. (v.), nella primavera 1944 si procedette anche a Cremona alla costituzione di una Giunta militare per coordinare la lotta armata delle forze di diversa ispirazione politica. Essa risultò formata da S. Marco e dal colonnello M. Masone per i liberali, dal capitano Positano per la Democrazia cristiana, dal capitano di complemento R.[...]

[...]nza alle disposizioni del C.L.N.A.I. (v.), nella primavera 1944 si procedette anche a Cremona alla costituzione di una Giunta militare per coordinare la lotta armata delle forze di diversa ispirazione politica. Essa risultò formata da S. Marco e dal colonnello M. Masone per i liberali, dal capitano Positano per la Democrazia cristiana, dal capitano di complemento R. Ferretti per il P.C.I., dal tenente Corbari per il P.S.I.U.P., dal geometra L. Miglioli per gli azionisti. La Giunta stentò a mettersi in azione per la pretesa del colonnello Maso

ne di autoproclamarsi comandante e per il suo rifiuto di lavorare in forma collegiale, finché non decise di ritirarsi.

Il movimento partigiano della provincia risultò quasi interamente costituito da formazioni « Garibaldi » e « Matteotti ». Nel C.L.N. cremonese furono sempre presenti le tendenze all’attesismo (v.), ossia a limitare al minimo l’azione armata in « attesa » del momento decisivo e per evitare rappresaglie, e quella opposta di non dare invece tregua al nemico onde affrettare con l’azio^ ne l[...]

[...]retesa del colonnello Maso

ne di autoproclamarsi comandante e per il suo rifiuto di lavorare in forma collegiale, finché non decise di ritirarsi.

Il movimento partigiano della provincia risultò quasi interamente costituito da formazioni « Garibaldi » e « Matteotti ». Nel C.L.N. cremonese furono sempre presenti le tendenze all’attesismo (v.), ossia a limitare al minimo l’azione armata in « attesa » del momento decisivo e per evitare rappresaglie, e quella opposta di non dare invece tregua al nemico onde affrettare con l’azio^ ne la venuta del moménto decisivo. Con \a sconfitta delle tesi attesiste anche il capitano Positano; succe* duto nel comando al Masone, sì dimise: il comando effettivo passò così nelle mani del commissario politico Ferretti e vi rimase fino alla fine del 1944, quando il Ferretti stesso venne arrestato.

Sotto l’egida del G.L:N. vennero costituiti comitati sindacali aziendali e un Comitato sindacale provinciale, alla cui direzione vennero designati R, Bernardi e L. Scala (P.C.I.), O. Frassi ed E, Zanoni (P.SA.), Duranti (D.C.); i liberali e gli azionisti non vollero aderire a tale iniziativa. Furono organizzate agitazioni > nelle aziende in concomitanza con la lotta armata: in particolare, molto fu fatto per impedire lo smantellamento degli impianti delle officine Armaguerra.

Duri furono i colpi subiti dalle forze della Resistenza nel secondo semestre del 1944: furono arrestati Corbari, comandante delle « Matteotti », e il comandante dei G.A.P. Ruggeri, che venne poi fucilato, ma la lotta armata continuò a svilupparsi fino al giorno della Liberazione.

La Liberazione

Dal 18 al 20.4.1945 insorsero le popolazioni delle zone presidiate dalle Brigate Garibaldi « Ruggeri »,

« Cerioli » e defila II Brigata « Matteotti », liberando buona parte della provincia. Il 24 ebbe inizio l'insurrezione a Cremona e il 25 la Brigata «C[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine G.L, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---G.L. <---fascista <---italiana <---P.C.I. <---S.S. <---antifascisti <---azionisti <---fascismo <---fascisti <---Bibliografia <---Brigata G <---Brigata G L <---C.L.N. <---Divisione G <---Divisione G L <---Italia Libera <---La formazione <---Storia <---antifascismo <---antifascista <---comunista <---comunisti <---gielliste <---giellisti <---italiane <---italiano <---nazifascista <---socialisti <---Alberto Cianca <---Alpina G <---Alpina G L <---Amministrazione Comunale di Piombino <---Artiglieria di Corpo <---Banca Commerciale Italiana <---Barnabiti a Lodi <---Brunelli di Pes <---C.L.N.A.I. <---Carli a Pasquale <---Carlo Commessatti <---Cattolica del Sacro <---Claudiana di Torino <---Colonna G <---Colonna G L <---Comando Piazza di Bologna <---Comitato centrale <---Compagnia Rivendicazione Caduti <---Corriere della Sera <---Cremona di Farinacci <---Cuore di Milano <---D.C. <---Dante Livio Bianco <---Dinamica <---Dino Giacosa <---Diritto <---Diritto finanziario <---Divisioni G <---Divisioni G L <---Donatella Gay Rochat <---Dopo I <---Economia politica <---Editori Riuniti <---Filosofia <---Franco Venturi <---G.A. <---G.A.P. <---G.U.R.N <---Garibaldi S <---Garibaldi S A P <---Giovane Italia <---Giovanni Palmieri <---Giu-Iietto <---Griziotti a Bruno Visentini <---Gruppo Divisione <---Guido Carli a Pasquale Saraceno <---Guido Uggero <---I Divisione Alpina <---I Gruppo Divisioni <---Il Convegno <---Il Pioniere <---Italia libera <---Joachim Pei <---La Pietra <---La lotta <---La morte <---La vedova <---Libero Battistel <---Lloyd Triestino <---M.M. <---Nel C <---Nel C L <---Oggi in Spagna <---P.S.I.U.P. <---Piero Co <---Piero Cosa <---Pratica <---Quarnaro Cherso <---Radio Barcellona <---Repubblica Socialista Federativa Jugoslava <---Resistenza nel Friuli <---Rivista di Livorno <---Rosselli sul Monte Pelato <---S.A.P. <---Sabbio Bergamasco <---San Giorgio <---San Giorgio in Piano <---Scienza delle finanze <---Scienze <---Scienze economiche <---Sergio Toja <---Società Tubi Mannesmann <---Stato di Croazia <---Stura di Demonte <---Tancredi Galimberti <---Torre Pellice <---Ugo Ojettì <---Valli Valdesi del Pinerolese <---Vittorio Bardini <---Vittorio Ravazzoli <---Willy Jervis <---antifasciste <---attesismo <---attesiste <---azionista <---bonomiano <---conformismo <---cristiana <---d'Azione <---democristiani <---driana <---economisti <---emiliana <---federalista <---giellista <---gramsciano <---hitleriana <---idealismo <---italiani <---liberalsocialista <---libertarismo <---nazifascisti <---nazionalismo <---ottimismo <---progressista <---riformista <---rosselliano <---sindacalisti <---socialista <---trotzkisti



Modalità in atto filtro S.M.O.G+: CORPUS OGGETTO

visualizza mappa Entità, Analitici e Records di catalogo del corpus selezionato/autorizzato (+MAP)




Interfaccia kSQL

passa a modalità Interfaccia kSQL