Brano: Saracco, Secondo
Nel 1931, liberato dal carcere con un anno di anticipo a seguito di amnistia, riprese la lotta politica, ristabilendo collegamenti tra i vari gruppi comunisti operanti nell'Astigiano e svolgendo attività clandestina a contatto con il Centro interno del partito. Dopo T8.9.1943 partecipò alla Guerra di liberazione e nel gennaio 1944 fu inviato dal suo partito nel Biellese, dove diventò commissario politico della Divisione “Nedo” (v.).
Dopo la Liberazione divenne segretario della Camera del lavoro di Asti fino al 1948. Successivamente rientrò a lavorare in fabbrica, svolgendo anche vari incarichi in campo politico, sindacale e amministrativo nell’Astigiano. Fu segretario provinciale dei vetrai C.G.I.L., consigliere comunale e provinciale di Asti.
A.To.
Saracino, Orlando
N. a Genzano (Roma) il 12.9.1900; carrettiere.
Membro di un’organizzazione comunista clandestina attiva a Genzano, nel 1927 fu arrestato. Deferito al Tribunale speciale, il 2.10.1928 venne condannato a 5 anni di reclusione.
Saragat, Giuseppe
N. a Torino il 19.9.1898; presidente della Repubblica dal dicembre 1964 al dicembre 1971.
Cresciuto all'impegno politico con l’avvento del fascismo (il padre era un magistrato di origine sarda), una volta approdato al Partito socialista unitario (P.S.U., 1922), dopo il delitto Matteotti e nell'esilio rappresentò la continuità dell’anima riformistica e democratizzante del socialismo, quale si stava trapiantando dai pionieri e maestri (i Turati, Treves, M[...]
[...]residente della Repubblica dal dicembre 1964 al dicembre 1971.
Cresciuto all'impegno politico con l’avvento del fascismo (il padre era un magistrato di origine sarda), una volta approdato al Partito socialista unitario (P.S.U., 1922), dopo il delitto Matteotti e nell'esilio rappresentò la continuità dell’anima riformistica e democratizzante del socialismo, quale si stava trapiantando dai pionieri e maestri (i Turati, Treves, Modigliani), alla generazione del dopoguerra, aperta a nuovi fermenti.
Saragat percorse in seno alle organizzazioni socialiste italiane un lungo e per molti aspetti lucido cammino: venne emergendo sulla arena antifascista nei primi anni Venti (Filippo Turati lo notò al convegno nazionale del P.S.U. del marzo 1925, nel periodo in cui era collaboratore de “La Giustizia”); acquisì fondamentali esperienze prima in Austria, dove fu influenzato da quella socialdemocrazia e dall’austromarxismo, poi in Francia, dove dalle sponde del P.S.U.L.I. (Partito socialista
unitario dei lavoratori italiani) fu protagonista non secondario dell’opera di unificazione con la frazione del P.S.I., guidata da Pietro Nenni (v.). Nel P.S.I. (sezione italiana dell’I.O.S., Internazionale operaia e socialista)[...]
[...]tito socialista
unitario dei lavoratori italiani) fu protagonista non secondario dell’opera di unificazione con la frazione del P.S.I., guidata da Pietro Nenni (v.). Nel P.S.I. (sezione italiana dell’I.O.S., Internazionale operaia e socialista), alleato del P.C.I. nel Patto di unità d’azione (v.) stabilito nel
1934 in funzione antifascista, Saragat rappresentò ai congressi specialmente, in modo dialettico, una riserva e un contrappeso all'egemonia acquisita da Nenni, fino alla rottura, peraltro non definitiva, del 1939 e fino alla drammatica scissione di Palazzo Barberini, all’inizio del 1947 (v. Socialista italiano, Partito).
Dal 1947 Saragat sarà il capo pressoché indiscusso della socialdemocrazia italiana nelle sue varie denominazioni (P.S.L.I., P.S.D.I., ecc.) e nel 1964, dopo essere stato fautore dei governi di centrosinistra aperti a! P.S.I., una volta divenuto presidente della Repubblica incoraggerà l'opera di riunificazione del 1966, ma poi avallerà la rottura di quell'esperimento (1969), anche se perderà la guida polit[...]
[...]ni, fino alla rottura, peraltro non definitiva, del 1939 e fino alla drammatica scissione di Palazzo Barberini, all’inizio del 1947 (v. Socialista italiano, Partito).
Dal 1947 Saragat sarà il capo pressoché indiscusso della socialdemocrazia italiana nelle sue varie denominazioni (P.S.L.I., P.S.D.I., ecc.) e nel 1964, dopo essere stato fautore dei governi di centrosinistra aperti a! P.S.I., una volta divenuto presidente della Repubblica incoraggerà l'opera di riunificazione del 1966, ma poi avallerà la rottura di quell'esperimento (1969), anche se perderà la guida politica del movimento che aveva contribuito a fondare nel 1947, per conservare tuttavia a lungo su di esso una indiscussa egemonia morale e intellettuale.
Formazione politica
Nella formazione di Saragat si avverte fin dalle origini l'influenza della tradizione liberale piemontese, nella versione che fu di Piero Gobetti. La tesi della “rivoluzione liberale” (o la più modesta giustapposizione e sovrapposizione di socialismo e libertà) sarà da lui largamente e permanentemente coltivata come arma di lotta contro la dittatura. In un certo senso, per questo verso, fu un gobettiano di destra con un risvolto socialista democratico: i ceti operai, i lavoratori erano da lui veduti e concepiti come un agente e uno strume[...]
[...]radizione liberale piemontese, nella versione che fu di Piero Gobetti. La tesi della “rivoluzione liberale” (o la più modesta giustapposizione e sovrapposizione di socialismo e libertà) sarà da lui largamente e permanentemente coltivata come arma di lotta contro la dittatura. In un certo senso, per questo verso, fu un gobettiano di destra con un risvolto socialista democratico: i ceti operai, i lavoratori erano da lui veduti e concepiti come un agente e uno strumento rivoluzionario per compiere in Italia la rivoluzione democratica. Arruolatosi volontario, partecipò come soldato semplice e poi come ufficiale di artiglieria alla Prima guerra mondiale. Dopo aver conseguito la laurea in Scienze economiche e commerciali a Torino, entrò nelI’Ufficio studi della Banca commerciale italiana. Nel 1922 si iscrisse al Partito socialista unitario.
Per un giovane entrato direttamente nel P.S.U., che non aveva conosciuto se non indirettamente e con distacco l’esperienza delle lotte di classe prebelliche e postbelliche (che al contrario tanto influe[...]
[...]ionario della Comit — conservò dapprima a Vienna un posto in Banca (nella trafila: Arbeiterbank; Merkurbank; Kreditanstalt) e ottenne poi, a Parigi, un’occupazione negli uffici della Banque des Cooperatives de France.
Paolo Favilli scriverà che nel giovane Saragat prevaleva « una visione piattamente evoluzionistica della teoria marxiana, cosicché l’auspicata dimensione democratica del socialismo si riduceva a risultare il frutto più di una esigenza eticopolitica che di una approfondita analisi teoricostorica ».
Prima dell'espatrio Saragat fu membro della Direzione del P.S.U. (1925) e nello stesso anno collaborò a “Quarto Stato” di Carlo Rosselli e Nenni. Già in questo periodo, semplificando il problema, parlava di una « democrazia marxista ». Nell'esilio in Austria (19271929) fu fortemente influenzato da Otto Bauer (v.) e dalle correnti austromarxiste, senza tuttavia espungere
o superare definitivamente i limiti della sua precedente formazione. Da questi innesti Saragat ricavò in primo luogo la tendenza a interpretare la stessa linea del socialismo come una terza via fra l’esperienza riformista delle socialdemocrazie e l'esperienza rivoluzionaria del bolscevismo e acquisì, più in generale, un orizzonte politico di tipo europeo, anzi centroeuropeo. Tuttavia tenne i contatti con Parigi e con l’emigrazione socialista in Francia, intensificandoli nel 192829, con la collaborazione a “Rinascita socialista”, l'organo del P.S.U.L.I. diretto da G.E. Modigliani.
In Francia pubblicò un saggio importante, di cui si conoscono solo alcuni estratti, su Marxismo e democrazia. In una lettera a Bruno Buozzi del 9.11.1928 scriveva: « Il mio cavallo di battaglia è la sintesi democratica, che dedurrò non dal pensiero economico di Marx (come si è fatto finora), ma dal suo pensiero filosofico. Spero molto jin questo lavoro ai fini dell’unità socialista ». La sua intenzione dichiarata era al
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