Brano: Gran Consiglio del fascismo
al G.C. la revisione del sistema che designava i dirigenti sindaca
li. La proposta tendeva a instaurare nei sindacati un sistema un po’ meno dittatoriale, ma venne respinta con la motivazione che
10 spirito della legislazione sindacale doveva conciliare le esigenze « rappresentative » delle categorie sindacali con le esigenze « politiche » del regime fascista. In altri termini, le esigenze sindacali dovevano segnare il passo (pochi giorni prima il G.C. aveva dovuto occuparsi della grave situazione dei braccianti agricoli dell’EmiliaRomagna, del Veneto e della bassa Lombardia, lasciandola però i[...]
[...]la revisione del sistema che designava i dirigenti sindaca
li. La proposta tendeva a instaurare nei sindacati un sistema un po’ meno dittatoriale, ma venne respinta con la motivazione che
10 spirito della legislazione sindacale doveva conciliare le esigenze « rappresentative » delle categorie sindacali con le esigenze « politiche » del regime fascista. In altri termini, le esigenze sindacali dovevano segnare il passo (pochi giorni prima il G.C. aveva dovuto occuparsi della grave situazione dei braccianti agricoli dell’EmiliaRomagna, del Veneto e della bassa Lombardia, lasciandola però irrisolta) .
11 9.10.1930 il G.C. stabilì che la pena di morte dovesse essere inserita nel nuovo codice penale, e non solo per i delitti contro la sicurezza dello Stato (come già prevedevano le Leggi eccezionali), ma anche per reati comuni. Le Leggi eccezionali vennero poi inserite nel nuovo codice penale (v. Codici fascisti).
Il 17.10.1930 il G.C. tenne una riunione « commemorativa » per celebrare i 34 morti, i 23 mutilati e invalidi e i 189 feriti, « vittime » dell'antifascismo. Un anno dopo (3.10.1931 ) decretò il blocco delle iscrizioni al partito sino all’ottobre 1932, decennale della « rivoluzione ».
Il 12.11.1932 approvò il nuovo statuto del partito, in cui si ribadiva come esso stesso fosse il massimo organo dello Stato. Il 9.12.1933 approvò una prima legge sulla istituzione delle Corporazioni.
Il 16.11.1936, in occasione delle sanzioni economiche decretate dalla Società delle Nazioni contro l’Italia in conseguenza dell’ag[...]
[...]ecretate dalla Società delle Nazioni contro l’Italia in conseguenza dell’aggressione all’Etiopia (v.), proclamò 1*8.11.1935 «data di ignominia e di iniquità nella storia dell’umanità » e ordinò alle autorità comunali di murare sugli edifici municipali in tutta Italia una lapide per ricordare l’avvenimento.
Con la riunione del 9.3.1937 stabilì l’obbligatorietà della tessera fascista per tutti i dipendenti statali. Nello stesso mese di marzo il G.C. « garantì » che il gettito del prestito immobiliare e le possibilità normali del Tesoro avrebbero permesso di affrontare il biennio 193738 senza essere costretti a operazioni di credito straordinarie (quella previsione si rivelò fallace: dovettero infatti essere create una nuova imposta sul capitale delle società per azioni — il 19.10.1937 — e una tassa straordinaria che col
piva il capitale delle società non azionarie).
Il G.C. non mancò di esprimersi sull'incremento demografico del popolo italiano: il 3.3.1937, in 7 punti, comunicò le direttive che, tradotte in legge, avrebbero fatto sorgere VUfficio demografico, poi trasformato in Direzione generale della demografia e della razza. Il giorno 1 di quello stesso mese il G.C. si era espresso su\Vautarchia (v.), mentre il 9 decreterà l’obbligo dell’iscrizione al P.N.F. per tutti i dipendenti pubblici.
11 14.3.1938 il G.C. tenne una seduta su\VAnschluss (v. Austria) per confermare la linea di Mussolini che non voleva interferire negli « affari interni » dell’Austria. Di fronte all’invasione hitleriana — dichiarò il G.C. — il governo italiano aveva agito secondo una linea politica « ispirata a una realistica valutazione della situazione in rapporto agli interessi italiani ». Nei giorni 11 e
12 di quello stesso mese il G.C. aveva stabilito nuove norme per la istituzione della Camera dei Fasci e delle Corporazioni (v. Corporativismo fascista).
Nella seduta del 6.10.1938 fu messa all’ordine del giorno la questione della « razza » (v. Antisemitismo) : nonostante qualche obiezione di Ita
lo Balbo, Emilio De Bono e Luigi Federzoni, il G.C. approvò il « foglio d’ordini » sul razzismo: il successivo 10 novembre approvò la relativa legge razziale.
Il 18.10.1938 il G.C. accolse le riforme scolastiche proposte da Giuseppe Bottai e il 15.2.1939 approvò la Carta della Scuola. Due mesi dopo (16 aprile), « accettò » la richiesta di una pseudocostituente albanese che « offriva » la corona d’Albania a Vittorio Emanuele III. .
Il 7.12.1939, a quattro mesi dall’inizio della seconda guerra mondiale, il G.C. approvò la « non belligeranza » dell’Italia. Quella fu la penultima volta che i membri del Gran Consiglio si riunirono (l’ultima fu il 25.7.1943). Per oltre 3 anni e mezzo, nonostante si ponessero problemi come quello dell'entrata in guerra dell’Italia, Mussolini giudicò inutile convocare il massimo organo dello Stato fascista. Ciò contribuì a isolare maggiormente il duce dai suoi gerarchi.
La nonbelligeranza
Alla penultima riunione del G.C. (7.12.1939), oltre a Mussolini erano presenti Italo Balbo, Emilio De Bono, Cesare De Vecchi, Giacomo Suardo, Achille Grandi, Galeazzo Ciano, Paolo Thaon de Revel, Giuseppe Bottai, Bruno Tassinari, Renato Ricci, Alessandro Pavolini, Guido BuffariniGuidi, Luigi Federzoni,
Giuseppe Volpi di Misurata, Alberto De Stefani, Roberto Farinacci, Edmondo Rossoni, Antonino Tringali Casanova, Giovanni Marinelli, Giacomo Acerbo, Achille Starace, Mario Muzzarini, Pietro Capoferri, Vincenzo Lai; segretario era Starace.
La riunione (iniziata alle ore 22, al Palazzo Venezia) si concluse approvando al l’u[...]