Brano: [...]si parte col Fidenza. In questo periodo di tempo che sono a Cremona ò potuto accumolare qualche soldo che mi occorono per il lungo viaggio passo la voce fra i detenuti che rimangono e vi sono diversi che mi danno delle incombense e diversi saluti da contracambiare perché dove vado è il posto dei Cremonesi confinati comuni. Io a quel tempo portavo un pizzetto nero al mento avevo veramente la stoffa d'un politico e alla mattina del lunedì eccoti i fratelli branca vestiti bene ma portano con loro i famosi braccialetti io per ischerzo domando al capo scorta : non avreste potuto fare a meno di portare con noi questi adornamenti non si fa bella figura sul treno con questi gingilli — ma noi si viaggia sempre in seconda e posto riservato così non ti vedono nessuno — meno male — e fuori del portone vi è la carrozza che ci aspetta credo di veder nessuno perché è mattina presto invece sei o sette curiosi sono là fermi a guardarmi e sono gente di porta Pb e fra di essi ne vedo uno che fa bocca da ridere io lo so che non devo parlare ma il momento è ad[...]
[...]importa del loro sguardo ma qui mi conoscono tutti ò un pò vergogna i carabinieri che ascoltano fanno un segno col capo come affermazione infine non siamo vestiti da galeotti vi sono solo questi braccialetti che ci distinguono dalle altre persone e mentre ci conducono al treno si passa in mezzo a questi ve ne è uno più curioso dell'altro mi guarda con uno sguardo fisso allora gli
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dico sulla faccia: mi a detto tuo fratello che vai a trovarlo — in questo momento tutti gl'altri rivolgono lo sguardo verso di hit e noi si morta sul treno abbiamo il nostro compartimento riservato e più nessuno ci disturba ora i carabinieri mi dicono: glie lai fatta bella a quello — e si ride — così imparerà per un'altra volta essere meno curioso dite rapo questi ferri sono un pò troppo stretti non si può slacciarli un pò li devo tenere fino a Bologna e prima di smontare li stringerete un'altra volta e così faremo il viaggio un pò più comodo vi pare? — Si ordina al carabiniere di lentare un pò i ferri. Fatta questa operazione si i[...]
[...]ilia a sentire il sole d'Africa siamo pronti andiamo a dormire a Firenze mi dice il capo scorta e la solita storia dei braccialetti una mano all'altra sono sempre un affiliato della Società Vittorio Emanuele. Il capo scorta ride — cosa vuoi fare — mi dice e così si va sul treno e sempre il nostro compartimento è pronto appena siamo seduti domando b sete e mi danno un bicchiere di vino dopo circa una mezz'ora s'affaccia al nostro compartimento un frate entra e il capo scorta le fa noto che è riservato lui invece si siede e offre una sigaretta ai Carabinieri e ne porge una anche a me che io lo ringrazio ma non l'accetto al'ora il frate dice: si vede che ,questo signore è politica e cerca ogni modo per farmi parlare, io vedendo la
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sua insistenza scoppio con due parole e le dico: padre da bambino in cinema ó visto la rivoluzione spagnola di adulto ò letto l'inquisizione di Spagna scritta da Pietro Arbues credo che un uomo come lei m'abbia compreso — invece il frate insiste da prendere da fumare e io ribatto : vi piace vedermi alle torture voi a fumare liberamente colle vostre mani e giestico lando e me con questi gingilli vi pare che sia una bella cosa infine io non ò ammazzato nessuno e nemmeno rubato — a queste parole dice al capo scorta perché non gli levate i ferri durante il viaggio quando dovrete scendere a 10 chilometri prima della vostra fermata glie li mettete di nuovo, dove è diretto questo signore? — A Palermo col treno e la responsabilità — suggiunge il capo ed il frate gli fa vedere una spece di medaglia e subito in presenza sua mi tolgono [...]
[...]ure voi a fumare liberamente colle vostre mani e giestico lando e me con questi gingilli vi pare che sia una bella cosa infine io non ò ammazzato nessuno e nemmeno rubato — a queste parole dice al capo scorta perché non gli levate i ferri durante il viaggio quando dovrete scendere a 10 chilometri prima della vostra fermata glie li mettete di nuovo, dove è diretto questo signore? — A Palermo col treno e la responsabilità — suggiunge il capo ed il frate gli fa vedere una spece di medaglia e subito in presenza sua mi tolgono i ferri io lo ringrazio e se ne va allora i Carabinieri mi dicono : vedi che ti a portato fortuna quel frate ora viaggi libero sei contento di lui — ora si che si viaggia bene e poi non avete disturbo nemmeno voialtri si può sapere chi è quel frate per piacere lo scriverò nelle mie memorie — a queste parole si guardano uno con l'altro e poi mi dicono : è una autorità che noi dobbiamo ciecamente obbedire e va fino a Palermo — così mi dicono i reali ma dopo la visita di quel frate che portava una tonaca bianca venne a guardarmi una 108 d'altri ma quelli non sono venuti nello scompartimento e poi erano molto più giovani del primo ora dico ai reali ma non si termina più questa visita cosa m'amo preso per una bestia feroce questi scalzi sarebbe meglio che andassero a lavorare invece di studiare a ingannare il popolo perché questa gente secondo me non sono utili al progresso questi studiano per tenerci ignoranti noi e voialtri ne siete i suoi servi non vi pare avete visto il primo vi a fatto vedere una medaglia e voi dovete obbedire sarebbe meglio mangiare ora si finirà qu[...]
[...]umi dev'essere la città di Firenze all'ora bisogna mettere i bracialetti e di nuovo infilo le mani alla Vittorio Emanuele e gli danno 4 o 5 giri di vite il suo rispettivo luchetto e sono già a posto dopo questa operazione eccoti arrivare nella stazione di Firenze si smonta e mi conducono nella sala d'aspetto alla vista dei curiosi ma è di sera e tanti non mi guardano e vedo passare i fraticelli molto silenziosi nessuno mi rivolge la parola ed il Frate più vecchio parla col mio capo scorta per due minuti e i frati se ne vanno e piano
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piano anche la gente va per i fatti suoi mi portano in fondo alla Stazione e la vi é la carozella si monta e via alle Murate che sarebbe il mio aloggio per la notte entro in questo stabilimento tutto é silenzio solo i tiracatenacci sono in servizio con le ciabatte di gomma per non disturbare gl'altri il capo mi consegna a loro dicendogli: questo domani mattina prosegue per Roma è politico — me ne accorgo che dopo aver detto quella parola politico il tiracatenacci cambia linguagg[...]
[...]rappa non si potrebbe la al bufet si, guarda se vi é l'aria libera si beve e in fatti vi è pochissima gente graduati non ve ne sono e si beve la grappa io naturalmente sempre con i gingilli. Poi andiamo sul treno e i ferri non me li leva mi accende la sigaretta e io le dico — e questi ora siamo sul treno non potete levarli? — ancora no — risponde — perché il treno è fermo appena si mette in moto si levano — o capito questi sono gl'ordini di quel frate ora si cambia discorso e si parla come abbiamo passata la notte io lb passata benissimo e voialtri — noi siamo andati in caserma ma là ve ne sono sempre chi monta e chi smonta di servizio non abbiamo potuto dormire ora alla prima stazione che si arriva mando a prendere da bere in queste parti vi é il vino buono è chianti sentirai che vino — meno male mi pare già d'assagiarlo e infatti alla prima stazione ;tende e va a prendere il vino così siamo a posto il pane l'abbiamo la pietanza lostesso speriamo che oggi ci lasciano in pace cosí ci goderemo il viaggio di piacere vedendo di passaggio l'ag[...]
[...]a la e penso fra di me che oggi non si parta non sono mai venuti a prendermi così tardi e dopo un paio d'ore eccoti sento ad aprire — fuori dovete partire — e mi portano di nuovo in matricola metto la mia firma e m'accompagnano a l'ultimo cancello la vi sono i miei soliti è sempre la solita storia d'una mano a l'altra si esce e via alla stazione. Dobbiamo recarci al 5° binario e la si aspetta l'arriva del treno che è diretto per Napoli in questo fratempo che si aspetta si guarda il movimento che vi è nella stazione è un continuo d'arrivi e partenze poi arriva il nostro si sale sopra prendiamo una scompartimento anzi si stenta a trovarlo perché il treno è tutto occupato all'ora ne fanno vuotare uno e ci installiamo noi — meno male — esclamo — credevo da dovere star in piedi fino a Napoli ma il capo scorta sorride e dice — b dovuto parlare col capo treno altrimenti era difficile potersi accomodare questo treno è sempre zeppo di viaggiatori è una linea troppo frequentata è una fortuna potersi accomodare e poi chissa quando arriveremo a Napoli[...]
[...]avere un piccolo simposio offre subito da bere prende una bottiglia con tre bicchieri e una stupida conversazione si inizia domando a voi lettori dove si trova l'amore dopo il mezzo secolo di vita trascorsa nella burasca della società io ci sono andato per bere e guardare se vi erano dei soldi da prendere e mentre la discussione si accende da una bottiglia a l'altra se ne beve N° 6 poi mentre siamo quasi in cimbali eccoti arrivare il ciclista il fratello della mia accompagnatrice con il proprietario della bicicletta affidatami. Anche loro li fa accomodare e per loro in questo momento divento il cugino della signora e si beve ancora N° 2 fiaschi di Chianti e dopo verso le ore 9 di sera si termina il nostro colloquio e tutta la brigata parte e ci accompagna fino di sotto delle scale per dirmi : domani sera ti aspetto al solito orario sempre a111e ore 5 ma vieni solo — e mentre è al mio braccio sento che é pesante immagino questa a bevuto perché anchio mi sentivo brillo si da la buonasera e grazie della compagnia e tutti ci salutiamo. Vado al[...]
[...]l nome — si me lo disse una volta mio padre parlandomi di suo padre che mori a 27 anni nel carcere di Cremona dove mio padre a quel tempo aveva solo 10 anni e è sempre rimasto povero mentre era nato benestante e quasi tutti i suoi parenti sono andati via di Cremona per il disonore
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lasciando nella pia squallida miseria mia nonna e mio padre solo uno si ricordava e mandava qualche somma a questi infelici che era il fratello di mia nonna andò a Vienna coi tedeschi ed era pittore di fama e primo architetto alla corte d'Austria — vedi che lo sai chi sei — e con questo perché non mi devo sposare cosa cientra la mia tazza se loro erano signori io vivrò da povero basta sbarcare il lunario e poi ora sposo una signora che à 56 anni figli al mondo non ne verrà e morto me finisce la mia razza come tutto à fine — e saluto il prete e vado dalla mia promessa Sposa e strada facendo penso sempre alle parole di quel prete io come prete faccio iI mio dovere ma te non ti sposi e prima d'arrivare alla destinazione vado dai miei[...]
[...]se loro erano signori io vivrò da povero basta sbarcare il lunario e poi ora sposo una signora che à 56 anni figli al mondo non ne verrà e morto me finisce la mia razza come tutto à fine — e saluto il prete e vado dalla mia promessa Sposa e strada facendo penso sempre alle parole di quel prete io come prete faccio iI mio dovere ma te non ti sposi e prima d'arrivare alla destinazione vado dai miei clienti che mi danno sempre lavoro sono in cinque fratelli gli Azzolini. Proprio quella mattina sono tutti riuniti per i suoi affari entro in saletta dò il buon giorno e loro esclamano: cosa ti è capitato sei così pallido stai male — io no — ma non l'abbiamo mai visto cosi pallido —a una cosa da dirvi — e stanno a tutt'orecchio a sentirmi: mi devo sposare e sposo una signora — e allora mi fanno gli auguri e figli maschi e poi mi dicono : ma tu lo sai se è una signora o se è una signora di quelle che volano — in casa sua vedo che vi è del lusso e poi à delle bottiglie molto buone m'anno detto che à una cascina e terre — allora il piú vecchio dice: [...]
[...]lui sa di avere sbagliato a sposare ma sopporta. Vengo io a casa dopo 18 mesi in licenza e la sacra famiglia si trova in un paese io ci sto solo una notte e il giorno dopo via vengo a passare la mia licenza a Cremona là vi sono andato a trovare la famiglia e per portarle un vestitino a mia sorella perché immaginavo che ne aveva molto di bisogno come fu verità. Poverina era tanto contenta che si mise fino a piangere della gioia vedendo ancora suo fratello che tanto gli vuole bene ma io non gli posso stare vicino penso ai miei 20 anni e divertirmi perché là al fronte o un giorno o l'altro ci posso restare c'ra sono in licenza e vado a Cremona non mi posso vedere in un paese io sono nato cittadino e non paesano come il detto del trentino « donne e buoi ai paesi tuoi toi toi n. Questo mio fratellastro abitava in codesta camera assieme ad un certo Bertulli compagno di lavoro di mio fratello Bruno che questo Bertulli era fratello della padrona di questa casa e quando la vendette lasciò un vincolo da lasciare suo fratello nella sua cameretta dove era anche mio fratello perché dopo la morte di sua madre non sapeva piú dove andare a dormire dormiva in una stalla a Porta Po ed il Bertulli si mise compassione e gli diede ricovero e così all'inverno era più riparato. Venne l'occupazione dei tedeschi il famoso 8 settembre 43 questo Bertulli non pratico di guerra fa per andare in macello a lavorare ignaro di quello che sta succedendo va sulla porta e una scarica di mitra lo stendono al suolo e rimane sulla porta a terra tutto il giorno e tutta la notte il giorno dopo torna la calma e mio fratello diventa proprietario della camera pagando una piccola quota mensi[...]
[...]ormiva in una stalla a Porta Po ed il Bertulli si mise compassione e gli diede ricovero e così all'inverno era più riparato. Venne l'occupazione dei tedeschi il famoso 8 settembre 43 questo Bertulli non pratico di guerra fa per andare in macello a lavorare ignaro di quello che sta succedendo va sulla porta e una scarica di mitra lo stendono al suolo e rimane sulla porta a terra tutto il giorno e tutta la notte il giorno dopo torna la calma e mio fratello diventa proprietario della camera pagando una piccola quota mensile al comune ma questo stupido non pagava niente e dopo 7 mesi il comune vuole libero la camera gli prendono la sua poca roba e glie la mettono in lavanderia di questo ne
viene a sapere mio padre che si affretta a venire in città per vedere di che cosa si tratta e vede che stanno a pulire la camera vede il letto che a dato a mio fratello che é suo : ma cosa avete fatto perché avete messo tutto qui — e certo vostro figlio non paga la pigione e lo anno mandato fuori — ora fermatevi e lasciate l'uscio aperto vado io in comune — e si reca dall'economo : lei è al corrente di quello che sta succedendo in via Porta Po N° 6 — a si è forse quello dello sfratto quello non paga metteremo degl'altri — ma deve sapere che la camera era in donazione nell'atto di vendita a Bertulli e io con Bertulli b fatto il contratto da metterci mio figlio perché lavorava insieme al Bertulli in macello pubblico Comunale io in caso di innondazione dove [...]
[...]ia branda e un po di stracci e coi rottami dell'incendio ti riscalderai là nella camera del Bruno glie la ai lasciato là per impegno perciò non sei senza casa eccoti prendi queste sono 300 lire le adoperi per mangiare e andare a dormire e ricordati che quando va troppo bene vi è in agguato il nemico del bene come vedi per te vi era il fuoco e per me vi sarà un'altro — e così venne ad abitare in questa camera che per me ora é come una reggia. Mio fratello gli fece poca compagnia perché alla primavera del 1946 andò a lavorare nelle miniere del Belgio dove fino ora non a mai scritto va bene che non é capace ma vi è sempre qualcuno che un piacere lo pub fare e mandare qualche saluto invece niente bisogna però notare 4te gli inalfabeti sono gente cocciuta e ostinati.
Sua madre lo accontent troppo il suo idolo lei era al mondo solo per
il suo Bruno gli altri Ft..lei non esistevano in casa forsi è stato un male per lui e poi dicendolo fra noi quando non si è veri fratelli di sangue il cuore te lo fa capire è inutile scrivere vi sono in noi stes[...]
[...]vorare nelle miniere del Belgio dove fino ora non a mai scritto va bene che non é capace ma vi è sempre qualcuno che un piacere lo pub fare e mandare qualche saluto invece niente bisogna però notare 4te gli inalfabeti sono gente cocciuta e ostinati.
Sua madre lo accontent troppo il suo idolo lei era al mondo solo per
il suo Bruno gli altri Ft..lei non esistevano in casa forsi è stato un male per lui e poi dicendolo fra noi quando non si è veri fratelli di sangue il cuore te lo fa capire è inutile scrivere vi sono in noi stessi un linguaggio muto che è frenato dalla signora vendetta e presto o tardi si fa sentire e questo è da attribuire al suo mutismo come una vendetta perché non solo non scrive a noi ma almeno a suo fratello fare sapere qualche cosa invece niente bisogna dire o che si è troppo ignoranti oppure una vendetta. Io in questo anno del 46 termino di fare il guardiano notturno della Padana Trasporti è estate e vado a fare qualche cosa del mio mestiere smonto la baracca che ò al fiume e mi metto con mio padre non nella sua camera ma vicino alla sua vi è una stanza buia e con il materiale della mia baracca improvviso un'altra stanza per me e non ò più di recarmi fino a Po per dormire e co51 fò compagnia a mio padre spece durante la stagione invernale quando di buona luna mi racconta la vita passata che
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