Brano: [...]dizione europea fino ad oggi. Ma non si tratta soltanto di un lessico ragionato. Di cultura, linguaggio, letteratura, ideologia si descrivono i laboriosi processi di accumulazione connotativa e di graduale trasformazione denotativa. Seguono due altre parti: « Teoria della cultura » e « Teoria della letteratura ». Anche queste sono articolate in capitoli dai titoli simili a voci di enciclopedia: Struttura e sovrastruttura, Determinazione, Generi, Forme etc. Tuttavia la suggestione enciclopedica s'arresta qui. La lettura infatti non fa mai dimenticare che l'autore non ha istinto di sistematore, ma piuttosto di indagatore insoddisfatto, di suscitatore di dubbi, di decostruttore di troppo immediate ovvietà. Dubbi, questioni, interrogativi che tutti si riconducono al nodo centrale cui ho accennato all'inizio: come è possibile un pensiero teorico che non sia completamente `separato' e quindi corporativo, irrimediabilmente conservatore, a dispetto di ogni camuffamento di novità?
Questo dunque il quadro, non di un'estetica marxista, vecchia o app[...]
[...]teriale » (p. 83).
Qui si trovano le premesse per affrontare anche la pM generale questione del configurarsi sociale e della funzionalità assegnata alla produzione culturale, condizione necessaria, sia essa esplicitamente o implicitamente definita, di qualsiasi esercizio di critica letteraria.
Williams non ha dubbi: « L'astrazione comune di `struttura' e `sovrastruttura', altro non è, dunque, che l'ostinato conservarsi proprio di quelle stesse forme di pensiero che egli [Marx] attaccava; e che a ciò egli abbia finito per dare un certo grado di sanzione — nel corso di altre argomentazioni, e date le difficoltà intrinseche a ogni formulazione di tal fatta —, è indubbiamente vero; ma è anche significativo il fatto che, ogni volta che Marx s'è impegnato in un'analisi approfondita, o ha individuato la necessità di siffatta analisi, abbia dimostrato al tempo stesso flessibilità e specificità nell'uso dei suoi stessi termini » (pp. 1034). Si è citata per esteso questa pagina perché, al di là della sua importanza specifica per illuminare un impo[...]
[...]o sacro. Marx è studiato, non soltanto citato. E la validità del suo pensiero è da Williams dimostrata e non presupposta.
Cosí egli distingue con molta chiarezza tra determinazione e determinismo, indicandone non solo la diversità, ma l'appartenenza ad opposti stili di pensiero: « Fu cosí che, con amara ironia, una dottrina critica e rivoluzionaria, si mutò — non solo in pratica, ma anche a questo livello di principio — in quelle vere e proprie forme di
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acquiescenza e reificazione contro cui un senso alternativo di `determinazione' s'era proposto di operare » (p. 114). Perché? Perché, cosí facendo, si rimuove proprio il significato fondamentale della critica marxiana alla presunzione borghese di impermeabilità tra sociale e individuale, tra materiale e spirituale. Il senso del materialismo marxista non consiste per Williams nel rovesciamento del rapporto gerarchico di dipendenza, che conserva intatta la visione di una realtà rigidamente bipartita, ma al contrario nell'indicazione critica di come la realtà nella sua concre[...]
[...]e cose. Questo sistema non è tuttavia l'unico, ma la sua forza consiste nel saper condizionare a sé gli altri possibili sistemi ideologici. « Si potrebbe affermare a buon diritto », soggiunge Williams, « che tutte, o quasi tutte, le iniziative e i contributi — anche quando si situano su posizioni palesemente alternative o di opposizione — sono in pratica legati all'egemonico: la cultura dominante produce cioè, e limita al contempo, le sue stesse forme di controcultura» (p. 151). In che modo? Perché è questo il vero problema, non solo storiografico e perciò ricostruttivo, ma anche storico e quindi propositivo, di una pratica di rinnovamento. Secondo Williams, « i modi di dominio operano una selezione dell'intera gamma della pratica umana, e di conseguenza la escludono. Ciò che essi escludono può spesso apparire come di pertinenza dell'ambito personale o privato, o naturale, o metafisico; anzi, di norma, proprio uno di questi termini viene usato per definire l'area esclusa, poiché ciò che il dominante ha effettivamente in pugno è la definizi[...]
[...]ione categoriale. Dagli antichi la cultura feudale e postfeudale, secondo la definizione di Williams, non trae soltanto un sistema topografico e dei canoni, ma un'eredità ideologicamente assai piú rilevante: la concezione stessa di una tradizione patrimoniale della letteratura, che risale alla prima cultura ellenistica. È qui che al panorama articolato di diversi usi sociali della poesia, ciascuno vincolato ad un proprio statuto espressivo nelle forme e nei contenuti, si sostituisce un ventaglio di scelte soggettive tra modelli. L'osservanza al genere non è piú perciò l'adeguarsi ad un canone di occorrenze sociali specificamente stabilite, ma la combinazione tra la libertà di chi crea e i vincoli di diversi `alla maniera di...', per un pubblico omogeneo in sé e all'autore, capace di intendere gli scarti virtuosistici dal modello prefissato. Quanto sopravvive questa concezione del genere, a quali trasformazioni viene sottoposta? L'accenno che Williams fa al permanere della tragedia (p. 239)
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sarebbe stato assai interessan[...]
[...]ascendentale.
Ma c'è un'altra via d'uscita per la critica dopo lo scacco della morte dell'artista: riportare l'opera non all'immagine enfatica di un creatore individuale, ma al complesso quadro istituzionale e ideologico della sua produzione e della sua fruizione. $ senza dubbio in questa direzione che si muove Williams, e per questo il terreno piú importante appare proprio quello delle mediazioni specifiche. Dietro i generi, le convenzioni, le forme, devono cioè riapparire le istituzioni culturali e le figure sociali, il contesto funzionale loro proprio, specifico per ciascuna società, nella quale è spesso arduo indagare il continuo ridisegnarsi del conglomerato di residui tradizionali e di nuove insorgenze di cui è fatta ogni opera letteraria.
Perciò una mappa dei fenomeni storici che assegni preventivamente a diversi specialisti livelli separati d'indagine, raramente approda a qualche significativa novità storiografica. Williams cita la celebre lettera di Engels a Bloch sulla complessità degli avvenimenti storici: « Se cosí non fosse [...]