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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale Forme è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 135Analitici , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Un numero di incontri dedicato alle elezioni in KBD-Periodici: l'Unità - Nuova serie - Edizione nazionale 1953 - - maggio - 29

Brano: Un numero di « Incontri
' dedicato afte elezioni
Dal 25 maggio è in vendita 11 numero 5 di i IncontriOggi ., de dicato alle elezioni. Eccone II sommario:
Il primo voto: La strada della violenza (studio sulle elezioni del '24, di Francesco Sirugo); Viaggio elettorale nella storia d'Italia (documenti dal 11314 al 1924) ; Forme di canto politico popolare (rubrica di folklore a cura di A. M. Cirese); e Canto per un quartiere distrutto lir* a di Aldo De Jaco; L'insegnamento di Picasso: un ponte verso l'avvenire (saggio di Renato Guttuso); .Alle porte delta città . racconto di Renato Sitti; Risposte ai narratori: Rassegna narrativa: Rea. Pratolini, Bernart. Calvino; Rassegne: Cinema: Stazione Termini; Che ne pensate delle ele¿ioni? Rispondono i dirigenti giosanill: liberal!, socialisti. monarchic!. repubblicani, comunisti; U V Congresso Universitario (dichiarazioni del delegati triestini: stralci delle relazioni); Inc[...]



da (Mito e civiltà moderna) Annabella Rossi, Appunti su arte contemporana e arte preistorica in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 3 - 1 - numero 37

Brano: [...]amente al mondo del paleolitico superiore, popolato prevalentemente di grossi animali raffigurati in maniera estremamente realistica; solo sporadicamente si trova qualche affinità con l'arte neolitica e con quella mesolitica, che si orientano verso un sempre maggiore schematismo e stilizzazione. Picasso é un realista; il suo interesse in ogni fase della sua attività di pittore é stato sempre rivolto al reale ed é quindi naturale che tra le varie forme artistiche preistoriche egli abbia preferito quella organica dei popoli cacciatori e raccoglitori del paleolitico superiore e quelle astratte mesolitiche e neolitiche.
Nella vasta opera di Picasso si riscontrano le seguenti immagini preistoriche:
Figura di profilo (1928) — Quest'immagine è molto simile a quella della venere di Lespugne, pubblicata per la prima volta da SaintPérier nel 1922 ed esposta al Musée de l'Homme di Parigi. La forma della testa, la nuca inesistente, il collo allungato, e l'impostazione del capo sul collo sono identici.
Torero e toro ferito (1929) — I tori sovrappost[...]

[...]la forma e l'impostazione della testa, il taglio della figura, l'assenza di lineamenti nel volto, la mancanza delle braccia, fanno immediatamente pensare alla venere dei Balzi Rossi, pubblicata da Reinach nel 1898 ed esposta nei pressi di Parigi al Musée de SaintGermainenLaye.
Figura di bronza (1943) — Il corpo é a fuso e i soli elementi che sporgono sono due appendici (braccia? seni?); qualsiasi cosa esse rappresentino, la stessa struttura fusiforme interrotta da sporgenze analoghe la riscontriamo nella venere di Dolni Vestonice (Moravia).
Circo (1945) — La disposizione dinamica delle figurine nello spazio, la mancanza assoluta di chiaroscuro, le forme dei carpi, sono elementi frequenti nell'arte levantina della penisola iberica, arte neolitica che segna una transizione dal realismo del paleolitico superiore allo schematismo neolitico. Le prime pitture rupestri mesolitiche furono scoperte nel 1903.
Toro (1946) — L'immagine del toro di Picasso é la stessa che tracciò 20.000 anni fa l'anonimo maestro della Cappella Sistina della preistoria, della grotta di Lascaux cioè. Il forte e spesso contorno, che contribuisce a rendere plastica l'immagine, la piccolezza della testa, le corna sottilissime fino a ridursi a due fili, l'impostazione della c[...]

[...]ta che dipinse il mammouth di Pindal ha indotto Picasso a mettere ben in evidenza il cuore della Donna seduta del 1945.
Volendo dare un giudizio sul preistoricismo di Picasso si possono riportare le parole di Christian Zervos sui rapporti tra lo stesso Picasso e l'arte cretese (L'Art de la Crète, Parigi 1956) : a De ce rapprochement avec le passé, par contiguité de recherche, Picasso est l'exemple le plus illustre. Son acquiescement á certaines formés artistiques de la Crète minoenne, loin d'avoir fait de lui un disciple passif de cet art, lui a parmis d'y puiser ce qui convenait á sa conception artistique et á son tour d'esprit. Ce qui il avait senti á certains moments de sa vie il l'a reconnu sous forme d'oeuvres qui semblaient prendre les inflexions mêmes des frémissements de ses propres sensations et reproduire les pointes les plus vives de ses pressentiments, peutêtre même ses visions les plus difficiles á exprimer ».
3. JOAN MIRÒ
Joan Mirò, nato nel 1893 nei pressi di Barcellona, ha trascorso la sua vita tra la città natale e Parigi. A Parigi, come si è detto a proposito dell'analisi di opere di Picasso, si avevano importanti collezioni preistoriche esposte in. Musei organizzatissimi e inoltre pubblicazioni scientifiche e divulgative sull'argomento circolavano ampiamente nell'ambiente [...]

[...]are a partire dal 1909 erano state regolarmente pubblicate sulla rivista l'Anthropologie che era poi riservata a un pubblico essenzialmente accademico e di specialisti. Da questo momento, come si è già accennato, la pittura di Joan Mirò si arricchisce dei simboli e degli schemi neolitici.
I
144 ANNABELLA ROSSI
Composizione (1933) — In questo quadro appare per la prima volta lo schema maschile, frequentissimo nell'arte schematica preistorica.
Forme su fondo scuro (1935) — I simboli che predominano in questa composizione sono rettangolari e contenenti croci e puntini; li troviamo anche sulle rocce spagnole di Penon Grande (Harnachas) e di Cimbarra. Breuil li interpreta come idoli.
Personaggi, uccelli (1942) — Non si trovano nell'arte neolitica schematizzazioni identiche, ma la disposizione delle figure, il ritmo, la stesura del colore priva di chiaroscuro, le immagini simili, accostano queste due pitture lontane nel tempo.
Vasi e lastre di ceramica (19461947) — Queste ceramiche di Artigas e dipinte da Mir? presentano tutta la gamma dei[...]



da Recensione di Diego Lanza su Raymond Williams, Marxismo e letteratura, Bari, Laterza, 1979, pp. 288 in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6

Brano: [...]dizione europea fino ad oggi. Ma non si tratta soltanto di un lessico ragionato. Di cultura, linguaggio, letteratura, ideologia si descrivono i laboriosi processi di accumulazione connotativa e di graduale trasformazione denotativa. Seguono due altre parti: « Teoria della cultura » e « Teoria della letteratura ». Anche queste sono articolate in capitoli dai titoli simili a voci di enciclopedia: Struttura e sovrastruttura, Determinazione, Generi, Forme etc. Tuttavia la suggestione enciclopedica s'arresta qui. La lettura infatti non fa mai dimenticare che l'autore non ha istinto di sistematore, ma piuttosto di indagatore insoddisfatto, di suscitatore di dubbi, di decostruttore di troppo immediate ovvietà. Dubbi, questioni, interrogativi che tutti si riconducono al nodo centrale cui ho accennato all'inizio: come è possibile un pensiero teorico che non sia completamente `separato' e quindi corporativo, irrimediabilmente conservatore, a dispetto di ogni camuffamento di novità?
Questo dunque il quadro, non di un'estetica marxista, vecchia o app[...]

[...]teriale » (p. 83).
Qui si trovano le premesse per affrontare anche la pM generale questione del configurarsi sociale e della funzionalità assegnata alla produzione culturale, condizione necessaria, sia essa esplicitamente o implicitamente definita, di qualsiasi esercizio di critica letteraria.
Williams non ha dubbi: « L'astrazione comune di `struttura' e `sovrastruttura', altro non è, dunque, che l'ostinato conservarsi proprio di quelle stesse forme di pensiero che egli [Marx] attaccava; e che a ciò egli abbia finito per dare un certo grado di sanzione — nel corso di altre argomentazioni, e date le difficoltà intrinseche a ogni formulazione di tal fatta —, è indubbiamente vero; ma è anche significativo il fatto che, ogni volta che Marx s'è impegnato in un'analisi approfondita, o ha individuato la necessità di siffatta analisi, abbia dimostrato al tempo stesso flessibilità e specificità nell'uso dei suoi stessi termini » (pp. 1034). Si è citata per esteso questa pagina perché, al di là della sua importanza specifica per illuminare un impo[...]

[...]o sacro. Marx è studiato, non soltanto citato. E la validità del suo pensiero è da Williams dimostrata e non presupposta.
Cosí egli distingue con molta chiarezza tra determinazione e determinismo, indicandone non solo la diversità, ma l'appartenenza ad opposti stili di pensiero: « Fu cosí che, con amara ironia, una dottrina critica e rivoluzionaria, si mutò — non solo in pratica, ma anche a questo livello di principio — in quelle vere e proprie forme di
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acquiescenza e reificazione contro cui un senso alternativo di `determinazione' s'era proposto di operare » (p. 114). Perché? Perché, cosí facendo, si rimuove proprio il significato fondamentale della critica marxiana alla presunzione borghese di impermeabilità tra sociale e individuale, tra materiale e spirituale. Il senso del materialismo marxista non consiste per Williams nel rovesciamento del rapporto gerarchico di dipendenza, che conserva intatta la visione di una realtà rigidamente bipartita, ma al contrario nell'indicazione critica di come la realtà nella sua concre[...]

[...]e cose. Questo sistema non è tuttavia l'unico, ma la sua forza consiste nel saper condizionare a sé gli altri possibili sistemi ideologici. « Si potrebbe affermare a buon diritto », soggiunge Williams, « che tutte, o quasi tutte, le iniziative e i contributi — anche quando si situano su posizioni palesemente alternative o di opposizione — sono in pratica legati all'egemonico: la cultura dominante produce cioè, e limita al contempo, le sue stesse forme di controcultura» (p. 151). In che modo? Perché è questo il vero problema, non solo storiografico e perciò ricostruttivo, ma anche storico e quindi propositivo, di una pratica di rinnovamento. Secondo Williams, « i modi di dominio operano una selezione dell'intera gamma della pratica umana, e di conseguenza la escludono. Ciò che essi escludono può spesso apparire come di pertinenza dell'ambito personale o privato, o naturale, o metafisico; anzi, di norma, proprio uno di questi termini viene usato per definire l'area esclusa, poiché ciò che il dominante ha effettivamente in pugno è la definizi[...]

[...]ione categoriale. Dagli antichi la cultura feudale e postfeudale, secondo la definizione di Williams, non trae soltanto un sistema topografico e dei canoni, ma un'eredità ideologicamente assai piú rilevante: la concezione stessa di una tradizione patrimoniale della letteratura, che risale alla prima cultura ellenistica. È qui che al panorama articolato di diversi usi sociali della poesia, ciascuno vincolato ad un proprio statuto espressivo nelle forme e nei contenuti, si sostituisce un ventaglio di scelte soggettive tra modelli. L'osservanza al genere non è piú perciò l'adeguarsi ad un canone di occorrenze sociali specificamente stabilite, ma la combinazione tra la libertà di chi crea e i vincoli di diversi `alla maniera di...', per un pubblico omogeneo in sé e all'autore, capace di intendere gli scarti virtuosistici dal modello prefissato. Quanto sopravvive questa concezione del genere, a quali trasformazioni viene sottoposta? L'accenno che Williams fa al permanere della tragedia (p. 239)
1
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sarebbe stato assai interessan[...]

[...]ascendentale.
Ma c'è un'altra via d'uscita per la critica dopo lo scacco della morte dell'artista: riportare l'opera non all'immagine enfatica di un creatore individuale, ma al complesso quadro istituzionale e ideologico della sua produzione e della sua fruizione. $ senza dubbio in questa direzione che si muove Williams, e per questo il terreno piú importante appare proprio quello delle mediazioni specifiche. Dietro i generi, le convenzioni, le forme, devono cioè riapparire le istituzioni culturali e le figure sociali, il contesto funzionale loro proprio, specifico per ciascuna società, nella quale è spesso arduo indagare il continuo ridisegnarsi del conglomerato di residui tradizionali e di nuove insorgenze di cui è fatta ogni opera letteraria.
Perciò una mappa dei fenomeni storici che assegni preventivamente a diversi specialisti livelli separati d'indagine, raramente approda a qualche significativa novità storiografica. Williams cita la celebre lettera di Engels a Bloch sulla complessità degli avvenimenti storici: « Se cosí non fosse [...]



da Leone Pacini Savoj, Varietà e documenti. Boris Tomasevskij della poetica in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4

Brano: [...]ampato, ricostruisce, ma solo nel pensiero, il suono di ciò che è scritto; `recita' il testo » (p. 111).
E anche qui occorrerà porsi un problema: se la comprensione di un testo sia fatto razionale. E cercare la risposta a un altro quesito: se il « suono » non agisce sul destinatario nella comunicazione colloquiale (non « intrattiene mai la nostra attenzione »), e non agisce neppure nel testo d'arte (non ci « soffermiamo » su di esso), cosa ci informerà che la prosa d'arte alla quale ci accostiamo è « ornamentale »2 e ci indurrà a « recitarla »?
Dobbiamo, tuttavia, riconoscere che anche in questa occasione l'errore trovava il suo spunto di verità, e un innegabile merito, nell'avanzare il problema del « suono », e nell'esortarne allo studio. Si impostavano i presupposti di un piú corretto intendimento di esso quale risorsa dell'espressione: allorché, cioè, esso opera come rafforzamento del mezzo semantico a creare una particolare atmosfera entro cui l'artista tende ad immergere l'animo del lettore, ad ingenerarvi una tensione; allorché, vo[...]

[...]e deriva la chiara impossibilità di uno studio dell'opera drammatica prescindendo da quello delle condizioni della sua realizzazione teatrale; di qui anche la co
2 Cioè, ritmica; ché qui, per comprendere cosa specificamente intenda il T., occorre riferirci — come senza alcun dubbio si riferisce il T. — alla prosa del Bèlyj. L'estensione del « suono » al ritmo non è, tuttavia, chiarita dal T.
460 VARIETÀ E DOCUMENTI
stante dipendenza delle sue forme da quelle della messinscena, costituita dalla recitazione degli attori e dagli arredi (scenario) che li circondano » (p. 211; corsivo mio). « Le circostanze della lettura e quelle dello spettacolo sono completamente diverse » (p. 214).
Come vediamo, il Toma"sevskij prende l'avvio dall'ormai trito luogo comune che l'opera drammatica è inscindibile dalla sua attuazione scenica, poiché è in essa, e solo attraverso ad essa, che consegue la propria completezza. Ma spinge il luogo comune ad una estrema conseguenza: la « impossibilità » di condurre uno studio dell'opera al di fuori di quella attuaz[...]

[...]i verifica, quindi, quell'apporto corale di personalità che è tratto tipico e distintivo dello spettacolo.
Lo spettacolo ha inoltre un carattere ben definito. Ove pretendessimo avanzarne una definizione, dovremmo dire che esso è una traduzione, in termini di equivalenza con la realtà, di un'opera drammatica. I personaggi vi si incarnano e concretizzano in persone; le parole in suoni; i luoghi dove si producono i fatti in simulacri della natura. Forme, colori, luci completano l'illusione di una realtà che, seppur surrettizia, assume le parvenze del vero. Esso è l'epifania (una delle possibili epifanie) di un testo.
Ad attuarla cooperano piú personalità interpretanti, concertate da un regista. Ricorrendo a una immagine, diremo che lo spettacolo è la pianta generata dal seme di un'opera drammatica; la quale, in esso, non costituirà che la parte di un costrutto complesso, uno degli elementi — anche se il piú ragguardevole — che lo compongono.
Una interdipendenza fra spettacolo e testo, che condizioni lo studio di quest'ultimo, è quindi inso[...]



da Carlo Ferdinando Russo, Dietro le quinte della parola in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4

Brano: [...]usso Storia di una commedia d'Atene B. HEMMERDINGER Nietzsche et O. Muller. J. B. Gail D. LANZA La democrazia degli antichi e dei moderni di M. I. Finley. Il suddito e la scienza.
1973: G. VITELLI Il pupazzetto del Pasquali [lettera a Luigi Russo del 1926]
G. PASQUALI Gli studi di greco in Italia, 19001925 [1926] B. HEMMERDINGER Lampéduse et Vitelli. Le début de Thucydide. Proletarius/serous A. TRAINA Presenze antiche in Pascoli L. CANFORA Forme della tradizione storiografica R. RONCALI Partizione scenica della satira di Seneca M. VEGETTI Nascita dello scienziato C. F. Russo Primizie di poetica matematica S. TIMPANARO Giorgio Pasquali
Nelle 27 annate precedenti ALBERTI [a cura di E. Garin] AXELSON BIANCHI BANDINELLI BRELICH COMPARETTI DEVOTO DIANO EHRENBERG JACHMANN MAAS MARCHESI PASQUALI ROSTAGNI TERZAGHI TIMPANARO CARDINI VALGIMIGLI


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Forme, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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