Il segmento testuale Fisiologia è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti. Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 180Analitici , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici) |
da Recensione di Anna Giubertoni su Friedrich Nietzsche, Scritti su Wagner, traduzione italiana di Sossio Giametta e Ferruccio Masini, con un saggio introduttivo di Mario Bortolotto, Milano, Adelphi, 1979, pp. 266 in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4
Brano: [...]vece il Lyotard — alle composizioni telluriche e alla parodia neoclassica di Strawinski. È dalla parodia infatti, dal riso e dall'operetta, oltre che dalla musica « mediterranea » di Bizet, che la profezia di Nietzsche prende le mosse. E a questo punto Bortolotto, ben lungi dagli « ohibò! » di un Anacleto Verrecchia, prende in esame la predilezione di Nietzsche per l'operetta mettendo in luce come essa significhi per il filosofo il trionfo della fisiologia ritmica e la gioia esaltante che scaturisce dallo scuotersi di dosso la gerarchia dei valori. Questo sarà il terreno sul quale Nietzsche tenterà di trarre anche Wagner e, paradossalmente, proprio l'ultimo Wagner, quello dell'ascesi e del misticismo.
Sarà infatti la musica ipnotica del Parsifal, che come un anestetico spoglia l'ascoltatore di ogni volontà, ad essere definita dal filosofo: « una musica da operetta par excellence ». In essa Nietzsche scorge una segreta intenzione di gioco e di parodia, « il supremo riso di superiorità su se stesso, il trionfo della sua ultima, suprema libertà d[...]
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da Alberto Ruffo(Laboratorio Chimica Biologica Regia Università di Napoli), La ricerca scientifica e la guerra nell'URSS in KBD-Periodici: Rinascita - Mensile ('44/'62) 1944 - numero 2 - luglio
Brano: [...]colare considerazionemeritano gli scienziati e i laboratori scientifici di Leningrado, che durante il periado tragico dell'assedio hanno continuato il lavoro fra i sacrifici, i peri_ coli e le difficoltà che ogni italiano può facilmente immaginare. I danni subiti dall'attrezzatura scientifica di Leningrado sono stati esposti dall'Accademico Leone Orbelì, vice presi dente dell' Accademia delle scienze dell' U.R.S.S., e direttore dell'Istituto di fisiologia Pavlov, in una recente riunione del Comitato sovietico antifascista degli scienziati. I nuovi palazzi dell'Accademia di Leningrado sono in discrete condizioni, cosi come i vecchi palazzi, ed in particolare il Museo etnologico ove è raccolta la celebre collezione di curiosità di Pietro I. L' Orto Botanico invece ha sofferto maggiori danni, che ancora oggi non si possono valutare data la rarità e lo sviluppo delle piante tropicali che sono andate distrutte. I lavori di riparazione sono già iniziati e procedono regolarmente. La biblioteca dell' Accademia è salva e a disposizione delle più svaria[...] [...]Orto Botanico invece ha sofferto maggiori danni, che ancora oggi non si possono valutare data la rarità e lo sviluppo delle piante tropicali che sono andate distrutte. I lavori di riparazione sono già iniziati e procedono regolarmente. La biblioteca dell' Accademia è salva e a disposizione delle più svariate organizzazioni scientifiche militari e civili.
Anche quando nell'autunno del 1941 una bomba fece crollare uno dei palazzi dell'Istituto di fisiologia Pavlov, il lavoro non si arrestò, e si salvarono quasi tutti gli apparecchi e gli animali utili alle ricerche scientifiche. Su di essi !a professoressa Marie Petrova, la più intima collaboratrice di Ivan Pavlov, ha potuto studiare l' influenza ehe i bombardamenti producono sul tessuto úervoso di recezione. Anchela fondazione sperimentale Koltushi, ove Pavlov passò tanta parte della sua operosa esistenza durante gli ultimi anni di vita, rimane in piedi e continua la sua pregevole produzione scientifica. Il Club degli scienziati, fornito di mensa, biblioteca e vaste sale, resta il centro di riu[...]
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da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] L. Gruppi, I rapporti tra pensiero ed essere nella concezione di A. Gramsci in Studi gramsciani
Brano: [...]uelle leggi.
Naturalmente anche il concetto di materia si evolve e approfondisce nella concezione gramsciana.
Lenin può apparire del tutto vicino al vecchio materialismo meccanico quando afferma che il « pensiero è una funzione del cervello » e nulla piú; quando non si pone la questione del salto qualitativo che pur si compie tra i processi fisiologici del cervello e un processo che è difficilmente analizzabile coi soli mezzi di indagine della fisiologia, quale è il pensiero. Ci pare che il salto dialettico che si compie dai processi fisiologici del cervello al pensiero debba essere ricercato nel fatto che il pensiero è un rapporto. Su questo carattere del pensiero, come rapporto, Gramsci insiste nel suo sforzo di superare ogni residuo di materialismo meccanico. « Che la natura umana sia il " complesso dei rapporti sociali " è la risposta piú soddisfacente, perché include l'idea del divenire: l'uomo diviene, si muta continuamente col mutarsi dei rapporti sociali e perciò nega l'" uomo in generale " » 2.
Lenin afferma che « l'unica "proprietà[...]
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da Pietro Citati, Ideologia e verità in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1960 - 1 - 1 - numero 42
Brano: [...]barriera divisoria, aggrovigliando ed impastando in un unico ed enorme intrico tutte le emozioni, affondando sino al collo in una materia così stupendamente infetta. Lo scrittore e il lettore di oggi, come l'uomo che ogni giorno incontriamo per la strada, sono stati tutti — anche senza saperlo — educati a questa scuola. Ma siamo così abituati, ormai, a vivere in un mondo mescolato, confuso ed impuro: siamo talmente allenati a considerare insieme fisiologia e psicologia, che codesto mostruoso groviglio di pensieri, sensazioni e sentimenti, dal quale i nostri padri erano ancora così cupamente affascinati, ha perso per noi gran parte del suo incanto. Sicuro ed impartecipe, il nostro sguardo analizza le zone di confine e distingue ogni volta in quale misura il corpo e lo spirito oscillino e si confondano nelle nostre emozioni.
Educato da Freud, abituato a sottomettere allo spettroscopio qualsiasi emozione, l'uomo moderno ha subito una curiosa esperienza. Dopo un secolo di psicologia « totale », gli capita ormai di seguire il comportamento del prop[...] [...]abituato a sottomettere allo spettroscopio qualsiasi emozione, l'uomo moderno ha subito una curiosa esperienza. Dopo un secolo di psicologia « totale », gli capita ormai di seguire il comportamento del proprio corpo quasi con la medesima astratta sicurezza con la quale può tracciare linee o cerchi sulla lavagna. Il suo corpo non gli appartiene: é di nuovo fuori
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di lui. Come un tempo, la psicologia può tornare a liberarsi dalla fisiologia, che affida alle cure dello scienziato o del tecnico. E l'ambizione, l'orgoglio, la coscienza di sé, quei sentimenti attorno ai quali la moralistica classica edificò la sua nozione dell'anima? Basterebbe ritrascrivere i Caratteri di La Bruyère nel linguaggio del ventesimo secolo, per comprendere quanti sentimenti stiano perdendo la loro antica forza propulsiva. Possiamo dunque anticipare le ovvie conclusioni della nostra ipotetica inchiesta. La figura umana ha ristretto e concentrato i propri confini, perdendo molti dei suoi contenuti tradizionali. Ha, soprattutto, perduto in realtà.
Supponi[...]
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da (Mito e civiltà moderna) Remo Cantoni, Mito e valori in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 3 - 1 - numero 37
Brano: [...] il problema del loro significato conclusivo. Dobbiamo cioè chiederci se la forma culturale del mito, lungi dall'essere l'ibrido prodotto di un uomo posto a « livello etnografico », non sia una realtà spirituale sempre viva e operante, in una sfera sua propria, a ogni livello culturale. Si tratta in conclusione di recuperare il significato della funzione mitica distinguendo la patologia del mito, che indubbiamente esiste e ci minaccia, dalla sua fisiologia, che potrebbe risultare una f un zione non distruggibile senza compromettere l'economia della vita culturale dell'uomo. Se il mito, come l'arte, come la religione, come il linguaggio, come la metafisica, è una forma simbolica che obiettiva e conserva alcuni valori fondamentali, il problema della sua distruzione globale è un proposito assurdo.
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Perché l'esperienza mitica si rinnovi fecondamente, essa non deve esser vissuta come una irreale fictio, come una favola in cui non si crede
e che si escogita per gioco. E occorre altresì che la funzione mitica non venga provocata arti[...] [...]o sapiens, la narcosi della ragione. In quest'ultimo caso il mito é un triste espediente politico che ha una funzione paragonabile a quella di una droga o di uno stupefacente adoperati per distruggere sistematicamente l'esercizio libero e critico della ragione. Annebbiata e stordita la ragione, il mito rimane un ultimo espediente, una invocazione di potenze miracolose e misteriose, dispensatrici di salvezza, insindacabili nel loro operare. Dalla fisiologia del mito entriamo nella patologia del mito quando la coscienza mitica invece di essere genuinamente creatrice, in una spontanea Sinngebung che conferisce significati e valori all'esistenza, é una coscienza alienata e artefatta, schiava di idolaa inventati per mortificare la ragione e servire da instrumentum regni. Se il mito é una forma di alienazione della coscienza esso va combattuto e distrutto, ed é l'illuminazione razionale che ha il compito di annientare la sua falsa autorità e il suo indebito prestigio. Ma é pregiudizio intellettualistico interpretare unilateralmente tutti i prodotti [...]
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da Michele A. Cortellazzo, Noterelle e schermaglie. Il guitto Marco. Appunti per un ritratto linguistico di Pannella in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6
Brano: [...] uomini o donne di regime a seconda che si sta solo nel governo o meno, ma coloro i quali stanno dividendo con la politica stalinista, dopo trent'anni, ancora adesso l'Italia e la sinistra perché vogliono l'unità con la DC, vogliono l'ammucchiata, coloro che rivendicano qualche volta un ruolo di opposizione, sono i veri uomini di regime. Sono quelli appunto che non garantiscono in Italia l'alternativa di sinistra, l'alternanza destrasinistra, la fisiologia democratica. Quelli anche se non sono ministri, quelli sono sicuramente gente di regime.
Una risposta nella quale i tratti per identificare gli « uomini o donne di regime » possono essere riferiti esclusivamente ai dirigenti del Partito comunista, entrando in contraddizione con altre occorrenze di regime (ad es. nel contesto « regime partitocratico e romano » citato poco sopra, che rinvia ad un referente diverso da quello del passo appena riportato).
Il rischio della confusione è quindi possibile; ma quello dell'impedimento puro e semplice della comprensione è in molti casi certo. Si ritorn[...]
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da Bertrand Hemmerdinger, recensione su Luciano Guerci, Libertà degli antichi e libertà dei moderni, Sparta, Atene e i «philosophes» nella Francia del settecento, Napoli, Guida, 1979, pp. 284 in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4
Brano: [...]vece il Lyotard — alle composizioni telluriche e alla parodia neoclassica di Strawinski. È dalla parodia infatti, dal riso e dall'operetta, oltre che dalla musica « mediterranea » di Bizet, che la profezia di Nietzsche prende le mosse. E a questo punto Bortolotto, ben lungi dagli « ohibò! » di un Anacleto Verrecchia, prende in esame la predilezione di Nietzsche per l'operetta mettendo in luce come essa significhi per il filosofo il trionfo della fisiologia ritmica e la gioia esaltante che scaturisce dallo scuotersi di dosso la gerarchia dei valori. Questo sarà il terreno sul quale Nietzsche tenterà di trarre anche Wagner e, paradossalmente, proprio l'ultimo Wagner, quello dell'ascesi e del misticismo.
Sarà infatti la musica ipnotica del Parsifal, che come un anestetico spoglia l'ascoltatore di ogni volontà, ad essere definita dal filosofo: « una musica da operetta par excellence ». In essa Nietzsche scorge una segreta intenzione di gioco e di parodia, « il supremo riso di superiorità su se stesso, il trionfo della sua ultima, suprema libertà d[...]
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Fisiologia, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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