Brano: FIAT, Resistenza operaia alla
Il 24 agosto le maestranze della Mirafiori scesero nuovamente in sciopero per tre quarti d’ora, questa volta in segno di solidarietà con i parigini vittoriosamente insorti contro l’oppressione nazista. In tutte le officine fu un solo grido: « Viva il popolo di Parigi ». Durante la sospensione del lavoro gli operai portarono nel refettorio una grande corona di fiori con un nastro tricolore abbrunato e recante il nome di un operaio della fabbrica impiccato dai tedeschi a Torino alcuni giorni prima. In una cassetta ai piedi della corona furono raccolte offerte per aiu[...]
[...]zista. In tutte le officine fu un solo grido: « Viva il popolo di Parigi ». Durante la sospensione del lavoro gli operai portarono nel refettorio una grande corona di fiori con un nastro tricolore abbrunato e recante il nome di un operaio della fabbrica impiccato dai tedeschi a Torino alcuni giorni prima. In una cassetta ai piedi della corona furono raccolte offerte per aiutare la famiglia del caduto.
La lotta contro il terrore
Mentre alla FIAT e nelle altre fabbriche torinesi i lavoratori lottavano con agitazioni, scioperi e sabotaggi, le formazioni partigiane è i gruppi gappisti, riorganizzati dopo la crisi del maggiogiugno, agivano alle porte della città e nelle stesse vie del centro. Tedeschi e fascisti rispondevano con rappresaglie, torture, fucilazioni di prigionieri e di ostaggi. Il 30 agosto i nazifascisti fucilarono per rappresaglia 6 operai.
L'indomani mattina, per iniziativa del IV Settore, fu diffuso tra i lavoratori degli stabilimenti FIAT un appello, firmato dal Comitato segreto di agitazione, che diceva:
« A tut[...]
[...]ioni, scioperi e sabotaggi, le formazioni partigiane è i gruppi gappisti, riorganizzati dopo la crisi del maggiogiugno, agivano alle porte della città e nelle stesse vie del centro. Tedeschi e fascisti rispondevano con rappresaglie, torture, fucilazioni di prigionieri e di ostaggi. Il 30 agosto i nazifascisti fucilarono per rappresaglia 6 operai.
L'indomani mattina, per iniziativa del IV Settore, fu diffuso tra i lavoratori degli stabilimenti FIAT un appello, firmato dal Comitato segreto di agitazione, che diceva:
« A tutte le maestranze degli stabilimenti FIAT!
Ieri all’alba i nazifascisti hanno fucilato sei operai, i nostri migliori compagni, difensori della libertà e dell'avvenire del popolo italiano. In segno di lutto e di protesta contro questa nuova infamia, invitiamo oggi tutte le maestranze ad una fermata di lavoro di tre quarti d’ora, dalle 12,30 alle 13,15.
Lavoratori, siate solidali al fraterno appello! »
Le maestranze degli stabilimenti FIAT Mirafiori, Lingotto, Grandi Motori, RIV e delle Officine Metallurgiche attuarono compatte la fermata di lavoro, osservando per tre quarti d ora in tutti i reparti un assoluto, drammatico silenzio.
Il 25 settembre, alla Mirafiori e alla Lingotto si ebbe un nuovo sciopero di mezzora per protestare contro altre fucilazioni. Il 28 settembre, contro il ripetersi delle azioni di rappresaglia, una nuova manifestazione di protesta: alle 10 in punto operai, impiegati e tecnici della Mirafiori scesero in sciopero per un’ora e si riversarono nel refettorio principale. Qui un operaio tenne un breve e [...]
[...]on l’aggiunta di 200 lire per la moglie e di altre 100 lire per ciascun figlio a carico. Il prestito avrebbe dovuto essere rimborsato con trattenute rateizzate sulle paghe mensili. Il Comitato segreto di agitazione inviò una commissione per protestare contro le trattenute e ottenne dalla Direzione di spostare il rimborso dell’intera somma alla fine della guerra. Alcune settimane dopo, persistendo il malcontento e l’agitazione, la Direzione della FIAT si vide costretta a concedere un'indennità straordinaria di carovita, pari a 3.000 lire per ogni capofamiglia, 2.000 per gli scapoli e 1.000 per i giovani inferiori ai 18 anni.
Continuavano intanto le pressioni perché gli operài accettassero il trasferimento nelle gallerie della Gardesana. I dipendenti dell’officina n. 17, rimasti a casa con il 75 per cento dello stipendio dopo lo smantellamento dell’officina stessa, il 18 settembre e poi nuovamente alla fine del mese furono convocati dal direttore Genero e invitati a partire: dopo il loro unanime rifiuto, furono informati che i tedeschi a[...]
[...] provocato la morte di alcuni tedeschi, i nazisti fucilarono in via Cibrario, nello stesso luogo dell’attentato, 9 patrioti, tra cui i capi partigiani Battista Gardoncini (v.) e Pino Casana, lasciandone
esposti per la strada i cadaveri per oltre 24 ore, cosa che acuì lo sdegno tra la popolazione. Già all'indomani del massacro si ebbero fermate di lavoro in diverse fabbriche. Dal 16 al 19 ottobre, per lo stesso motivo, fecero 2 ore di sciopero FIAT Mirafiori, Lingotto, Grandi Motori, Officine Metallurgiche, Ferriere Piemontesi, RIV, Michelin, Rasetti, Westinghouse, Officine Savigliano e molte altre fabbriche. Una grande folla accompagnò al cimitero le salme dei patrioti uccisi e si ebbero anche manifestazioni di strada. Durante le due ore di sciopero alla FIAT, Val letta ricevette una rappresentanza di operai e impiegati. Dopo un breve preambolo del direttore generale, un delegato della Grandi Motori ricordò le condizioni di terrore in cui gli operai erano costretti a lavorare e invitò i presenti a un minuto di raccoglimento in memoria delle vittime. Al termine dell’incontro Vailetta dichiarò di essersi personalmente interessato per impedire quelle fucilazioni, che assolutamente disapprovava, ma subito aggiunse che non approvava le continue fermate di lavoro. E risultandogli che anche le altre sezioni FIAT avevano scioperato, ne informò il Comando [...]
[...]enerale, un delegato della Grandi Motori ricordò le condizioni di terrore in cui gli operai erano costretti a lavorare e invitò i presenti a un minuto di raccoglimento in memoria delle vittime. Al termine dell’incontro Vailetta dichiarò di essersi personalmente interessato per impedire quelle fucilazioni, che assolutamente disapprovava, ma subito aggiunse che non approvava le continue fermate di lavoro. E risultandogli che anche le altre sezioni FIAT avevano scioperato, ne informò il Comando tedesco e quel
lo italiano.
Alla Grandi Motori si svolse un comizio nel quale parlò brevemente un giovane, presenti anche impiegati e dirigenti. Il 29 ottobre alcuni rappresentanti del Fronte della gioventù deposero sul luogo dell’eccidio una corona di fiori, tenendovela per un’ora sotto guardia armata. Il 2 novembre si svolse al cimitero una grande manifestazione che coinvolse le migliaia di persone ivi convenute per la tradizionale commemorazione dei defunti. Sulle tombe di Giuseppe Bravin, valoroso gappista, di Battista Gardoncini e Pino Casa[...]
[...] dell’eccidio una corona di fiori, tenendovela per un’ora sotto guardia armata. Il 2 novembre si svolse al cimitero una grande manifestazione che coinvolse le migliaia di persone ivi convenute per la tradizionale commemorazione dei defunti. Sulle tombe di Giuseppe Bravin, valoroso gappista, di Battista Gardoncini e Pino Casana vennero deposte corone di fiori col nastro rosso e le scritte: « I garibaldini ai loro comandanti », « I comunisti della FIAT Mirafiori ». Corone furono deposte anche sulle tombe di altri partigiani e patrioti caduti. Un operaio della FIAT Grandi Motori, Alfio Basaglia, parlò ai presenti mentre un gruppo di giovani vigilavano armati per impedire l’intervento delle Brigate nere; queste, pur presenti nel cimitero in consistenti nuclei, non si azzardarono a intervenire. Molti mazzi di fiori con nastri rossi e tricolori vennero in quello stesso giorno deposti davanti al caseggiato n. 14 di via S. Bernardino, dov’era caduto combattendo Dante Di Nanni (v.). Al mattino del 7 novembre si ebbero fermate di lavoro alla Mirafiori,