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Il segmento testuale F.L. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 32Entità Multimediali , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 588

Brano: [...]savane e foreste, per tenere lezioni di alfabetizzazione ai ragazzi e agli adulti analfabeti, uomini e donne, favorendo con ciò la partecipazione politica e sociale di queste popolazioni, come di ogni altro strato sociale. Questo grande fervore sociale e impegno costruttivo furono interrotti nel 1977.

La guerra dell'Ogaden

Nel 1977 la tensione si acutizzò nell’Ogaden, dove i guerriglieri del Fronte di liberazione della Somalia occidentale (F.L.S.O.) avevano lanciato una grande offensiva, naturalmente sorretti dal governo di Mogadiscio. Quest’azione portò alla rottura dei rapporti diplomatici fra l’Etiopia e la Somalia, accusata dal governo di Addis Abeba di partecipare direttamente al conflitto.

A quell'epoca l’Etiopia era in una situazione difficile, risentendo ancora dei rivolgimenti del 1974, quando una sommossa militare aveva investito direttamente il trono dell'imperatore. Altre difficoltà le venivano dai successi del Fronte di liberazione eritreo (movimento indipendentista che operava al Nord con formazioni di guerriglia) e, senza dubbio, il governo di Mogadiscio poteva sfruttare l’occasione favorevole per annettersi un territorio abitato in prevalenza da popolazioni somale. D’altra parte, la situazione militare appariva favorevole al F.L.

S.O., separato dalla Somali[...]

[...]do una sommossa militare aveva investito direttamente il trono dell'imperatore. Altre difficoltà le venivano dai successi del Fronte di liberazione eritreo (movimento indipendentista che operava al Nord con formazioni di guerriglia) e, senza dubbio, il governo di Mogadiscio poteva sfruttare l’occasione favorevole per annettersi un territorio abitato in prevalenza da popolazioni somale. D’altra parte, la situazione militare appariva favorevole al F.L.

S.O., separato dalla Somalia soltanto da una formale autonomia. L’intera operazione “Liberazione dell’Ogaden” era stata predisposta dai somali attraverso un’articolata azione diplomatica: adesione alla Lega araba, apertura dei rapporti commerciali e culturali con paesi africani e anche europei. Gli stessi successi ottenuti in campo agricolo e industriale permettevano al governo di Mogadiscio di sollevare nei consessi internazionali la questione della autodeterminazione delle popolazioni dell’Ogaden e di altri territori sotto il dominio etiopico e keniota, per non parlare degli Afar

e Is[...]

[...] alla Lega araba, apertura dei rapporti commerciali e culturali con paesi africani e anche europei. Gli stessi successi ottenuti in campo agricolo e industriale permettevano al governo di Mogadiscio di sollevare nei consessi internazionali la questione della autodeterminazione delle popolazioni dell’Ogaden e di altri territori sotto il dominio etiopico e keniota, per non parlare degli Afar

e Issa occupati a Nord dai francesi. In pochi mesi il F.L.S.O., spalleggiato da truppe somale, liberò quasi tutto l'Ogaden, ma sul piano politico venne a crearsi una situazione insostenibile, perché tanto la Somalia quanto l’Etiopia si affermavano “social iste ”, avevano entrambe stipulato accordi con l'U.R.S.S. e si muovevano in quest’area politicomilitare. Il governo sovietico fece alcuni tentativi per fermare il conflitto e invitò esplicitamente la Somalia a rinunciare all’Ogaden, ma i somali non accettarono di togliere il proprio appoggio al F.L.S.O. e il presidente Siad Barre denunciò anzi apertamente l’ingiusto appoggio dato da Mosca alle tesi etiopiche. Infine, il governo di Mogadiscio chiarì ulteriormente la propria posizione annullando l'accordo di cooperazione e di amicizia con l’U.R.S.S. e rompendo le relazioni diplomatiche con Cuba. Nello stesso tempo la Somalia operava un cauto avvicinamento all’Occidente, affermando che tale rovesciamento non significava rinuncia al principio socialista e rivoluzionario sul quale continuava a fondare la propria esistenza di nazione sovrana.

Ma l’U.R.S.S. era già presente in Etiopia con i [...]

[...]ba. Nello stesso tempo la Somalia operava un cauto avvicinamento all’Occidente, affermando che tale rovesciamento non significava rinuncia al principio socialista e rivoluzionario sul quale continuava a fondare la propria esistenza di nazione sovrana.

Ma l’U.R.S.S. era già presente in Etiopia con i suoi consiglieri militari e con le sue forniture di armi, mentre Cuba iniziava l’invio di agguerriti reparti. In queste condizioni le sorti del conflitto si rovesciarono: agli inizi del marzo 1978 etiopici e cubani riconquistarono Giggiga e il 9 dello stesso mese il presidente Siad Barre annunciò che i reparti somali avevano lasciato l’Ogaden.

Fu un momento difficile per il governo somalo e per il P.S.R.. All’interno della Somalia la situazione politica divenne critica e si ebbero anche complotti: il 9 aprile, esattamente un mese dopo la fine della guerra Siad Barre dovette tornare davanti ai microfoni per annunciare che le forze di sicurezza avevano represso il tentativo di un colpo di stato, nel quale erano coinvolti ufficiali che ved[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 704

Brano: Popolare italiano, Partito

fu costretto a scontare 16 mesi di carcere, mentre Donati e Francesco Luigi Ferrari (v.) raggiunsero don Sturzo in esilio.

« Siamo sempre nell’ora della crisi profonda — aveva scritto lo stesso F.L. Ferrari all'indomani del l'approvazione della "legge Acerbo" — l’ha detto anche Mussolini. Il suo sforzo è di uscirne, il suo castigo è di non esserne capace. Egli ha distrutto il popolarismo di ieri, ma ha rafforzato quello di domani [...] Ecco il grande compito nostro: imprimere ad una corrente che è giovane di anni, ma deve soprattutto ringiovanire nello spirito, quella combattività austera e pura, costante e diritta, che valga a richiamarle d’attorno le disperse ansietà, gli sconforti umilianti, le energie aspettanti e le generosità insopprimibili del popolo italiano. Esso ha bisogno di q[...]

[...]turzo, Torino 1977; AA.VV. Luigi Sturzo

\

nella storia d'Italia, 2 voli., Roma 1973;

F. Piva F. Malgeri, Vita di don Luigi Sturzo, Roma 1972; G. De Rosa, L’utopia politica di Luigi Sturzo, Brescia 1972.

Opere di Luigi Sturzo: L. Sturzo, L’Italia e il iascismo, Po’ogna 19^3; L. Sturzo, Il Partito Popolare Italiano, 3 voli., Bologna 19561957.

Su aspetti particolari della storia del P.P.I.:

G. Donati, Scritti politici, Roma 1956; F.L. Ferrari, Il « Domani d'Italia », Roma 1958;

F.L. Ferrari, L'Azione Cattolica e il Regime, Firenze 1958; G. Gualerzi, La politica estera dei Popolari, Roma 1959; A. Fappiani, Guido Miglioli ed il movimento contadino, Roma 1964; G. Fanello Marcucci, Attilio Piccioni e la sinistra popolare, Roma 1977.

II P.P.I. nel contesto della democrazia cristiana europea: G. Vecchio, La democrazia cristiana in Europa (18911963), Milano

1979.

Opere a carattere locale: B. Gariglio, Cattolici democratici e clericofascisti. Il mondo cattolico torinese alla prova del fascismo, Bologna 1976; S. Tramontin, Cattolici, popolari e fascisti nel Veneto, Roma [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 191

Brano: Aventino

ruolo di rilievo assunse, negli anni 19241926, il giovane avvocato Guido Dorso che, entrato in contatto con Piero Gobetti (v.), collaborò a « Rivoluzione Liberale » e fece conoscere, con i suoi saggi, le posizioni di Gobetti e quelle di Gramsci. Tali saggi, raccolti in volume sotto il titolo di Rivoluzione Meridionale e pubblicati dal Gobetti nel

1925, esercitarono larga e durevole influenza tra gli intellettuali più avanzati del Mezzogiorno, contribuendo a portarli verso posizioni di sinistra, relativamente vicine a quelle classiche dei partiti operai. Lavoro di mediazione politica che diede i suoi frutti quando, sotto l’influenza di Dorso, nel momento del crol

lo del fascismo molti giovani studenti e intellettuali si orientarono a sinistra e confluirono prima nel Partito d’Azione (di cui Dorso fu uno dei promotori nel Sud), e poi nei partiti d'ispirazione socialista. Altri punti di resistenza al fascismo furono i confinati politici, quasi tutti comunisti, inviati in diversi paesi della provincia (Smorto a Montecalvo, Paolo Scaffidi e Baroncini ad Andretta), che contribuirono alla formazione dei futuri quadri del P.C.L.

La resistenza armata

Dopo I ’8.9.1943 non mancarono, seppure sporadici, episodi di resistenza armata provocati dalla ferocia dei nazisti a Montella, a Quindici e nella stessa Avellino, che fu tra le prime città a f[...]

[...]ntifascismo. Si ricostituì il Partito liberale che, sotto la guida di Ri> bielli, ebbe un'impronta spiccatamente antifascista. Anche la Democrazia cristiana andò orientandosi verso posizioni di « sinistra » [Sullo) e operò attivamente per la Repubblica e per le riforme sociali: la terra, il lavoro. Si affermò un forte schieramento a sinistra nel

quale, accanto al P.S.I. e al P.C.L (in rapida ascesa e con forti posizioni), si collocarono con influenza di rilievo anche i gruppi delia sinistra dorsiana [Muscetta e Valla), favorevoli al fronte unico delle forze democratiche e di sinistra del Mezzogiorno, che dal 1947 in poi condusse le lotte per la libertà e per la terra.

P.Gr.

Un solo avellinese risulta condannato dal Tribunale speciale. Si tratta di Giuseppe Gervasio, arrestato a Milano, insieme ad altri, nel marzo 1928. Deferito al Tribunale speciale con l’imputazione di « ricostituzione della C.G.L. », fu condannato a 2 anni e 6 mesi di reclusione.

Aventino

Uno dei sette colli di Roma; vuole la tradizione che, intorno al [...]

[...]ono della propria corresponsabilità nella gestione della cosa pubblica. Aventino fu perciò detta quella parte dell’opposizione che, dal 27.6.1924, abbandonò i lavori della Camera dei deputati, in segno di clamorosa protesta contro l’assassinio di Giacomo Matteotti (v.), perpetrato dai fascisti con la diretta complicità dell’allora capo del governo Benito Mussolini.

Il delitto Matteotti

L’Aventino sorse aH’indomani dei delitto Matteotti, ma F.L. Ferrari, in un articolo su il Domani d’Italia, dopo le elezioni politiche del 6.4.

1924, aveva espressamente parlato di un « ritiro sulI’Aventino » dandogli un significato di « lealismo costituzionale ». L’idea ritornò quando la nuova Camera fu convocata. « I repubblicani ed Amendola — scriveva Turati alla Kuliscioff il 29 maggio — sono più vogliosi di noi di cogliere ogni pretesto per disertare. Anche oggi, ai primi diverbi con gli agenti provocatori che abbiamo alle spalle, Amendola e qualche altro consigliavano l’uscita in massa; ma io stesso ho resistito. Se si esce bisognerebbe farlo [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 834

Brano: Questione Romana

interesse della oligarchia dei dominatori, e la pace privata e pubblica, la vita istessa della nazione a questo interesse sacrifica ». (F.L. Ferrari, Ai parroci d’Italia, opuscolo distribuito clandestinamente nel

1931).

P.Caf.

Quiliano

Comune di 6.700 abitanti (1.600 nel capoluogo) in provincia di Savona, durante la Guerra di 'liberazione fu teatro di lotta partigiana, dando aiuto e assistenza alle formazioni sorte nella zona. Il 28.8.1944 furono qui catturati e fucilati dai fascisti, per rappresaglia, tre giovani renitenti alla leva.

I nazifascisti dichiararono pubblicamente che si trattava « di un primo esempio per tutti coloro che aiutavano e davano da mangiare ai banditi che si trovavano sulle montagne ».

Cad[...]

[...] In seguito al passaggio di Balbo a incarichi di governo, nel novembre dello stesso anno Quilici assunse la direzione del giornale.

Nei 15 anni successivi seppe sviluppare il quotidiano ferrarese in più direzioni, come portavoce degli agrari della provincia e degli ambienti fascisti (interessati a una politica di conservazione e all’organizzazione del consenso di massa locale), come organo personale di Balbo (con un margine di autonomia che rifletteva il ruolo di fronda interno al regime, caro al gerarca) e infine come foglio culturale

relativamente vivace e aperto, che poteva ospitare letterati italiani (De Pisis, Govoni, Titta Rosa, Tozzi, Sapegno, Vittorini, Quasimodo, Lo Gatto, Cardarelli, Ungaretti, Soldati, Apollonio, Contini, Dessi, Brancati, Montale, Anceschi, Band ini, Visconti, Bigi aretti) e stranieri [Joyce, Valéry, Anderson, con scritti su Kafka, Dos Passos, Huxley, Lawrence), oltre ai ferraresi Antonioni, Bassani, Caretti, Aristarco, Varese. Contemporaneamente Quilici dirigeva la rivista Nuovi quaderni di politica, s[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 150

Brano: [...]in quanto i maggiori appoggi dei nazisti andarono al V.N.V. fiammingo e al Verbond van Dietsche Nationaalesolidaristen (Verdinaso), formazione di estrema destra olandese che mirava a incamerare le Fiandre belghe e francesi.

Bibliografia: non esistono opere complessive sul rexismo in italiano, ma in opere generali sul fascismo europeo (non sempre del tutto condivisibili) si possono trovare brevi approcci tematici e parziali dati bibliografici: F.L. Carsten, La genesi del fascismo, Milano, Baldini e Castoldi, 1970; Ernest Nolte, La crisi dei regimi liberali e i movimenti fascisti, Bologna, Il Mulino, 1970.

Si veda, per il rigore dell’analisi, Giovanni Carpinelli, Per l’interpretazione del fascismo belga: studi recenti sul rexismo, in “Il movimento di liberazione in Italia”, a. XXIV, fase. 4, ottobredicembre 1972, pp. 90105 (anche per la bibliografia contenuta).

A.Sc.

Reynaud, Paul

N. a Barcelonnette (Basses Alpes) il 15.10.1878, m. a Neuilly (Parigi) il 21.9.1966; avvocato.

Esponente di centrodestra, deputato all'Assemblea[...]

[...] ministeriali: fu ministro delle Finanze e alle Colonie in due gabinetti Tardieu tra il 1930 e il 1932; nel 1938 presiedette il dicastero alla Giustizia e dal novembre quello alle Finanze nel governo Daladier; nel dopoguerra fu nuovamente ministro nel 1948 e nel 1950. Dal 1951 al 1962 presiedette la Commissione finanze deH'Assemblea nazionale.

Liberismo economico

Nel corso della crisi mondiale del 1929 fu un tenace sostenitore della libera fluttuazione del franco, indi

viduando nella artificiosa deflazione e nella crisi economica prolungata che interessò la Francia fino alla fine degli anni Trenta, una delle ragioni del malcontento popolare e dell’adesione dei ceti medi al programma di Fronte popolare, da lui osteggiato. Coerente con la propria linea liberista, fu quindi uno strenuo oppositore del primo governo frontista di Léon Blum (nel giugno 1936 fu tra i pochi deputati che votarono contro l’istituzione delle 40 ore lavorative settimanali) ; ma si distinse rispetto alla destra e anche alle posizioni dellT\///aA7ce démocratique, al cui gruppo apparterrà fino al patto di Monaco (1938), [...]

[...]zio (contrastante con l’accordo francobritannico del 28 marzo che escludeva paci separate con la Germania), Reynaud lasciò la presidenza del consiglio nelle mani di Pétain.

Nel corso della Resistenza e nel secondo dopoguerra sarà molto criticato l’atteggiamento assunto da Reynaud al momento della resa: egli avrebbe infatti potuto trasferire il governo all’estero (in Gran Bretagna o nel Nord Africa) utilizzando la Marina rimasta indenne dal conflitto, quindi rispettare l’accordo di cobelligeranza in atto con gli inglesi. Inoltre, anche sul piano giuridico, in mancanza di una regolare riunione dell'Assemblea parlamentare, dispersa nell’esodo da Parigi, nessun istituto poteva legalmente revocargli il mandato presidenziale. La sua fu quindi una sorta di fuga, anche se le sue pesanti responsabilità erano da estendere all’intera classe politica dirigente della Terza Repubblica, dimostratasi incapace di trovare soluzioni fuori dal normale quadro istituzionale. Nel rassegnare le dimissioni, Reynaud probabilmente si illudeva sulle possibilità[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 427

Brano: [...]dell’onore.

Bibliografia: K.D. Bracher, Die deutsche Diktatur, KòlnBerlin 1969 (trad. it. La dittatura tedesca, Bologna 19832); G.A. Craig, The Politics of Prussian Army, Oxford 1955 (trad. it., Bologna 1984); T. Vogelsang, Relchswehr, Staat und NSDAP, Stuttgart 1962 (trad. it. L'esercito tedesco e il partito nazionalsocialista, Milano 1966); J.W. WheelerBennett, The Nemesis of Power, London 1954 (trad. it. La nemesi del potere, Milano 1967); F.L. Carsten, fìeichswehr und Politik 19181933, Kòln 1964; M. Messerschmidt, Die Wehrmacht im NSStaat, Hamburg 1969; W. Sauer, Die Mobilmachung der Gewalt, KolnOpladen 1960, III volume di K.D. Bracher, G. Schulz, W. Sauer, Die national sozi al isti sche Machtergreifung; K.J. Muller, General Ludwig Beck, Boppard 1980; M. Geyer, Aufriìstung oder Sicherheit. Die Reichswehr In der Krise der Machtpolitik, Wiesbaden 1980.

G. Cor.

Weigert, Oreste

N. a Milano il 2.12.1878; tecnico metallurgico.

Lavorò nelle officine ferroviarie di Messina e poi negli stabilimenti chimici. Militante del P.S.I.,[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine F.L., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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