Brano: F.I.R.
dalla F.I.R., oltre ai convegni e dibattiti, alla pubblicazione di bollettini d'informazione e di opere a carattere storico, sono da annoverare le conferenze internazionali sulla storia della Resistenza. Particolarmente significativa fu la conferenza tenuta a Firenze dal 20 al 23.11. 1959 sul tema « La Resistenza e le nuove generazioni » e quella svoltasi a Varsavia, dal 15 al 19.4.1962 intorno al « Carattere nazionale e internazionale della Resistenza durante la seconda guerra mondiale ». G.Ga.
Firenze
Capoluogo deila Toscana; città Me.daglia d’oro della Resistenza, conta
11 medaglie d’oro al valor militare partigiano alla memoria. Attualmente nel comune di Firenze vivono oltre 450.000 abitanti e più di 1.100.000 nella intera provincia. Oggi sede di importanti industrie, fino a poco prima della seconda guerra mondiale le risorse economiche della provincia erano costituite essenzialmente dall’agricoltura. Altre attività notevoli il turismo, il commercio e l'artigianato. L'industria non aveva un ruolo preminente, anche se la politica militaristica del fascismo ne favoriva un certo sviluppo. Lo scatenamento del secondo conflitto mondiale provocò la rapida decadenza del turismo e del commercio, mentre l’industria venne potenziata al massimo. Anche numer[...]
[...]reminente, anche se la politica militaristica del fascismo ne favoriva un certo sviluppo. Lo scatenamento del secondo conflitto mondiale provocò la rapida decadenza del turismo e del commercio, mentre l’industria venne potenziata al massimo. Anche numerosi laboratori artigiani, un tempo produttori di oggetti famosi in tutto il mondo, vennero trasformati in centri sussidiari di produzione bellica. Così, negli anni 194344, esistevano nel comune di Firenze fonderie, industrie meccaniche di precisione (per produzione di armi, centrali di tiro destinate a navi da guerra, congegni di puntamento per artiglierie, ecc.), stabilimenti ottici, tessili e di materiale ferroviario. Nel contèmpo si erano ulteriormente sviluppati in provincia gli importanti centri industriali di Prato (industrie tessili e chimiche), Empoli (vetrerie e abbigliamento), Sesto (alimentari e ceramiche), Fucecchio (calzaturifici, calzifici), Pontassiqve (stabilimenti enologici e ferroviari), Figline Valdarno (estrazione di ligniti e, vetrerie).
L'agricoltura rimase invece [...]
[...]esto l'intera provincia fu scossa da scioperi, agitazioni e tumulti.
I problemi sociali non potevano certo essere adeguatamente affrontati dai lavoratori fiorentini con le già esistenti Fratellanze artigiane e con le Società operaie di mutuo soccorso. Venne così sviluppandosi un forte movimento anarchico, favorito non tanto dalle condizioni di sfruttamento degli operai imposte dai metodi di produzione, quanto dalla presenza di Bakunin (v.), a Firenze nel 186465' e poi nuovamente nel 1871. Al movimento anarchico fiorentino si dovettero la pubblicazione de II Proletario (che però ebbe vita assai breve) e le sommosse del 1896 contro la « tas^a sul macinato ».
II movimento operaio nella provincia cercò di darsi una nuova organizzazione costituendo nel 1872 la Federazione operaia aderente all'Internazionale socialista, che ebbe rapido sviluppo nei due anni successivi. Nel 1874, con i numerosi arresti e lo scioglimento di 32 associazioni politiche operaie di Firenze e provincia, il movimento internazionalista locale entrò in fase di decl[...]
[...]rentino si dovettero la pubblicazione de II Proletario (che però ebbe vita assai breve) e le sommosse del 1896 contro la « tas^a sul macinato ».
II movimento operaio nella provincia cercò di darsi una nuova organizzazione costituendo nel 1872 la Federazione operaia aderente all'Internazionale socialista, che ebbe rapido sviluppo nei due anni successivi. Nel 1874, con i numerosi arresti e lo scioglimento di 32 associazioni politiche operaie di Firenze e provincia, il movimento internazionalista locale entrò in fase di declino. Esso scomparve del tutto dopo le pesanti persecuzioni poliziesche seguite agli attentati del 1878, persecuzioni che si tradussero nella condanna di oltre 40 internazionali
sti, mentre più di altri 100 vennero ammoniti.
L’organizzazione anarchica vera e propria sopravvisse alla Federazione operaia fiorentina e nel 1891 conobbe il periodo della sua massima fortuna; ma da tale data ebbe anche jnizio la sua progressiva, inarrestabile decadenza. Contemporaneamente al movimento anarchico e a quello internazionali[...]
[...]ersecuzioni che si tradussero nella condanna di oltre 40 internazionali
sti, mentre più di altri 100 vennero ammoniti.
L’organizzazione anarchica vera e propria sopravvisse alla Federazione operaia fiorentina e nel 1891 conobbe il periodo della sua massima fortuna; ma da tale data ebbe anche jnizio la sua progressiva, inarrestabile decadenza. Contemporaneamente al movimento anarchico e a quello internazionalista, era andato sviluppandosi a Firenze il movimento democraticoradicale borghese.1* I membri più progressisti di quest'ùltimo movimento cercarono di mettersi alla testa degli operai, ma quando constatarono l'inutilità di questo tentativo e videro, nell’ala democraticoradicale più conservatrice, l’intenzione di strumentalizzare la classe operaia soltanto ai fini della lotta contro i clericali e la destra, divennero in gran parte socialisti.
Frattanto era venuta sorgendo in Firenze una vera classe operaia, composta dai lavoratori delle Officine Galileo (v.), delle Officine Ferroviarie, della Società del Gas, delle Officine del Pignone, della Manifattura Tabacchi e di altri stabilimenti metallurgici, chimici e vetrai di minore importanza. Fra quegli operai, le idee socialiste andarono sempre più diffondendosi, tanto che il 28.9. 1892 fu costituito il Circolo socialista fiorentino, per iniziativa di Eugenio Ciacchi, Emilio Curzio e altri. Nel luglio 1893 si formò la Lega socialista fiorentina, fra i cui promotori si trovavano l'avvocato Giuseppe Pescetti, il meccanico[...]
[...]useppe Pescetti, il meccanico Eugenio Azzerboni di Pontassieve, il professore Jacopo Dainelli. Entrambi i sodalizi aderirono al Partito socialista dei lavoratori italiani e nel 1894 si fusero in un unico organismo che prese il nome di Unione socialista fiorentina, fra i cui dirigenti vi erano' Arturo Caroti e Sebastiano Del Buono.
Per tentare di arginare il diffondersi delle idee socialiste fra i lavoratori, nel 1893 la Camera di Commercio di Firenze, strumento degli industriali e degli agrari della provincia, si fece promotrice della costituzione della Camera del Lavoro, contando di controllarla. Il tentativo fallì. La Camera del Lavoro, che l’allora questore di Firenze definiva « semenzaio delle idée [...] del socialismo », passò presto sotto controllo socialista e organizzò 40 sezioni di categoria, cui aderirono circa 4.500 lavoratori, fra i quali potè essere svolta un’importante azione di chiarimento sulla necessità della lotta sindacale.
L’entrata in vigore delle leggi antianarchiche varate dal presidente del
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