Brano: [...]cchie classi dirigenti con la politica hitleriana.
Dal '48'49 è calato in Italia un sipario di silenzio, rotto ogni tanta dalla tardiva apparizione di qualche memoria, da qualche romanzo (fra i quali, di grande popolarità, L'Agnese va a morire di R. Viganò), saggio, o articolo della stampa di sinistra. È mancata da parte governativa ogni iniziativa (fa eccezione il breve periodo in cui funzionò l'Ufficio Storico della Presidenza del Consiglio) tendente a promuovere la sistematica raccolta ed elaborazione di documenti, la diffusione dei libri sulla Resistenza nelle pubbliche biblioteche, l'educazione degli scolari e studenti ai valori che animarono il Movimento di Liberazione in Italia e negli altri Paesi e, in genere, la conoscenza di quel momento della nostra vita nazionale che fu l'atto di nascita della Repubblica Italiana. È mancata da parte degli studiosi ed artisti una elaboiazione dei fatti e dei temi di quei tempi, ostando, fra molte cause spcci
LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
fiche e generiche, lo scoragg[...]
[...] cui avveniva la fioritura delle memorie degli exgerarchi fascisti e repubblichini. Analoga vicenda sembra aver subito la pubblicistica degli altri Paesi dell'Europa Occidentale e una parallela fioritura di memorie di nazisti (ultime della serie quelle di Kesserling) si è verificata nella Germania di Bonn.
Recentemente, invece, vi è stata da noi una ripresa delle iniziative legate ai temi e valori della Resistenza, ripresa che risulterebbe sorprendente se non la si mettesse in relazione al rinnovato impegno degli studiosi ed alla vivace reazione di larghi strati della società di fronte al maturare di una situazione interna ed internazionale di cui il riaffermarsi di un movimento fascista in Italia e nazista in Germania non è che un particolare aspetto. Ci sembra di poter dire che d è aperta una seconda fase degli studi sulla Resistenza, in cui si affronta con miglior prospettiva storica e si elabora con maggior senso critico i temi abbandonati nel '47'48, e di cui l'ultima manifestazione è la pubblicazione della Storia della Resistenza I[...]
[...]llo Zwiazek Bojownikow di Varsavia, la sola Lettera finora reperita (che qui presentiamo, di ignota presumibilmente polacca, ci proviene da un archivio berlinese). Presentiamo
4 LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
anche alcune delle lettere italiane che nell'antologia europea faranno parte del capitolo Italia.
Quanta l'Europa sia divisa, ce ne rendiamo ben conto attraverso questa esperienza di lavoro. Non ci riferiamo, s'intende, alla cosidetta cortina di ferro. Ci riferiamo alla difficoltà di scambi culturali fra Paese e Paese, alle difficili relazioni fra i gruppi culturali di diverse ideologie nei singoli Paesi. La ricerca intrapresa potrà avere anche questa ragione: di aver portato il suo contributo all'abbattimento delle barriere che ci dividono.
PIERO MALVEZZI e GIOVANNI PIRELLI
IGNOTA
Presumibilmente polacca. II documento originale si trova presso l'archivio del VVNVerlag di Berlina che lo ha pubblicato in lingua tedesca nella raccolta « Briefe von Antifascisten geschriebenen vor Ihrer Hinrichtung ».
Tarno[...]
[...]ni e nei nascondigli. Bubi ed io andammo a lavorare. Mamma e papá restarono a casa, avevano il « timbro per la vita ». Allo sbarramento non ci fecero passare. Bubi ed io fummo condotti al piazzale delle vittime ed eravamo convinti che non ne saremmo usciti vivi. Molti furono fucilati sul luogo stesso. Noi ci demmo alla fuga e riuscimmo a salvarci. Fortunatamente arrivai all'Ufficio. Eccomi dunque seduta li, mentre lá fuori migliaia di persone attendevano la morte. Ah, come posso descrivervi ciò? Nel pomeriggio venni a sapere che mamma e papá erano stati visti sul piazzale. Dovevo continuare a lavorare, non potevo aiutarli. Ho creduto di impazzire. Ma non si impazzisce. Poi seppi che le donne che non lavoravano, le semplici donne di casa, non le si poteva salvare. Ora, dovevo piangere e lamentarmi per aver perduto la mamma, o rallegrarmi di aver salvato il papa? Non lo sapevo. Si può concepire una cosa simile? La si può comprendere ? Non sarebbe normale che il cervello e il cuore scoppiassero?
Così continuammo a vivere senza la mamma, la [...]
[...]rivervi ciò? Nel pomeriggio venni a sapere che mamma e papá erano stati visti sul piazzale. Dovevo continuare a lavorare, non potevo aiutarli. Ho creduto di impazzire. Ma non si impazzisce. Poi seppi che le donne che non lavoravano, le semplici donne di casa, non le si poteva salvare. Ora, dovevo piangere e lamentarmi per aver perduto la mamma, o rallegrarmi di aver salvato il papa? Non lo sapevo. Si può concepire una cosa simile? La si può comprendere ? Non sarebbe normale che il cervello e il cuore scoppiassero?
Così continuammo a vivere senza la mamma, la nostra cara e fedele mamma, il buon cuore di mamma...
Intanto continuavano le preoccupazioni quotidiane, la dura lotta per l'esistenza che era diventata stupida, priva di senso.. Si dovette cambiare casa ancora una volta, il ghetto doveva essere ancora ristretto. Infatti le case degli uccisi erano venute libere. E si continuava a vivere.
Il 5 novembre era domenica. Improvvisamente, alle undici del
6 LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
mattino, il ghetto fu circ[...]
[...]al
7 aprile ad oggi: dunque, dicono che ora toccherà a tutti. Vogliono liberare l'intera Galizia da tutti gli ebrei. E soprattutto vogliono che il ghetto entro il 1° maggio sia liquidato. Negli ultimi giorni sono state fucilate altre migliaia di persone. Il nostro lager era il centro di raccolta. Di lì venivano scelte le vittime umane. A Petrikow la cosa si presenta così: dinnanzi alla fossa si è spogliati nudi, ci si deve inginocchiare e si attende il colpo. Le vittime stanno in riga ed attendono il loro turno. Intanto devono sistemare ordinatamente i primi, i fucilati, nelle fosse, in modo che lo spazio sia ben sfruttato e ci sia ordine. L'intera procedura non dura molto. Dopo una mezzoretta gli indumenti dei fucilati sono di nuovo nel lager. Finita l'azione il consiglio degli ebrei ha ricevuto un conto di 30.000 zloty per pallottole consumate, da pagare... Perché non possiamo gridare, perché non ci possiamo difendere ? Come si può veder scorrere tanto sangue innocente e non dire nulla, e non fare nulla, e aspettare ciascuno la medesim[...]
[...]anno in riga ed attendono il loro turno. Intanto devono sistemare ordinatamente i primi, i fucilati, nelle fosse, in modo che lo spazio sia ben sfruttato e ci sia ordine. L'intera procedura non dura molto. Dopo una mezzoretta gli indumenti dei fucilati sono di nuovo nel lager. Finita l'azione il consiglio degli ebrei ha ricevuto un conto di 30.000 zloty per pallottole consumate, da pagare... Perché non possiamo gridare, perché non ci possiamo difendere ? Come si può veder scorrere tanto sangue innocente e non dire nulla, e non fare nulla, e aspettare ciascuno la medesima morte ?
Così, miseri e senza pietà dobbiamo finire. Credete forse che vogliamo finire così, morire così ? No! No! Non vogliamo! Nonostante tutte queste esperienze, l'istinto di conservazione sembra diventare più forte, più intensa la volontà di vivere quanto più s'avvicina la morte. Non si riesce a comprendere nulla.
Miei cari, David giace al cimitero ebraico. Non so dove giac
LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RES ISTENZA EUROPEA 7
cia la mamma, l'hanno portata a Balaec. Dove sarò sepolta io, non lo so. Se forse verrete qui dopo la guerra, qualche conoscente vi dirà dove sono stati condotti i trasporti dei lager. Non è facile dire addio per sempre. Addio, addio...
JULIUS FUGÍK
Cecoslovacco, nato a Smikhov, sobborgo di Praga, il 23 febbraio 1903. Studente in Filosofia vive facendo il fattorino, l'allenatore sportivo, il muratore e infine il redattore del « Rude Pravo a. Studioso e scrittore[...]
[...]era tratta dalla raccolta « Poslední Dopisy », Svoboda, Praga, 1946)
Berlina Ploetzensee, 8.9.1944
Mio caro Kájus"ka,
mi ricordo di te, passerottino mio caro, e ti penso, ti penso, ma ormai non posso mai più ritarnare da te. Debbo lasciarti, per quanto ti abbia voluto tanto bene. Ma tu non essere triste, la tua mamma sta ormai molto bene e (seguono 2 righe cancellate dalla censura).
Una sola cosa desidero da te: studia bene, in modo da comprendere tutto bene e da diventare alla fine un uomo tutto d'un pezzo. Di me anche ti ricorderai certamente, come di tua papà, che ha dovuto morire, sebbene non lo volesse. Káia, non posso scriverti tutto quello che sento, ma quando sarai grande e ti immedesimerai nella mia situazione, allora capirai. Non ho potuto fare altrimenti, la vita é stata dura e crudele, rimpiango solo di non esser morta assieme al papà. Tu, Kájusenka caro, sta con la zia e voglile bene, come hai voluto bene a me, poiché anche la zia e gli altri ti vogliono tanto bene. Sta sempre con loro, quella é la mia seconda casa. Io, [...]
[...]e operatore di una radio trasmittente clandestina, viene fucilato il 22 novembre dello stesso anno. (Lettere e pagine di diario tratte dalla raccolta « Poslednata im Duma », Edizioni del Partito Comunista Bulgaro, Sofia, 1952)
Prigioni Centrali di Sofia
Caro Rumjanco,
negli ultimi minuti della mia vita mi sforzo di ricordare il tuo bel visetto ridente e di mandarti un bel bacio.
Caro, domani eseguono la mia sentenza, mi fucilano. Non puoi attenderti pietà dal nemico. Ho vissuto in povertà, non ricordo gioie. Nella mia famiglia non si sentivano canti di gioia e domani il dolore visiterà ancora mia madre, mia sorella, mio fratello.
Con le lacrime e con il pianto soffocato la tua mamma ti abbraccerà...
Amo la vita, il lavoro tranquillo, la tua mamma. Ma la lotta é lotta, il nemico é nemico.
L'ultima mia gioia, Rumjanco e Marusja, é questa, che vedo la piena disfatta del fascismo.
So che vivrai con difficoltà senza papà e che dovrai penare. Ma il socialismo, nel nome del quale io muoio, verrà e vi metterà in ottime condizioni di vita.[...]
[...]a. Mi ricordo le parole del generale Koco Stojanov che mi ha detto: « I giudici pensano ai bambini ». E adesso non posso capire né forse lo capirò mai: come si può dire che pensano ai bambini quando pronunziano delle sentenze simili?
« Il governo é forte e può affrontare tutto ». Ma se questo é vero perché mi fucilano?
21 novembre 1943
Una nottataccia inquieta, e come può essere quieta quando ti aspetti che in mezzo al silenzio ti vengano a prendere. Oh queste sanguinose fucilazioni, non finiscono mai. Gli altri prigionieri mi guardano con un sorriso, si sforzano di calmare, di confórtare, che altro possono fare? L'incertezza sopratutto rende inquieti, ma il desiderio di vita é tanto grande. Vorrei essere di nuovo al mio lavoro, sento il bisogno di lavorare, di una stanchezza fisica, di ripensare, la sera, buttato sul letto pulito, al lavoro fatto. Come ti senti bene quando vedi che il lavoro ti riesce bene. A me il lavoro dá alla testa come il profumo dei lillà.
LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA 15
21 novembre 1943
Marusja, Rumjanco, zio Kolo, mamma, Stefano, Vladko, papà, arrivederci, oggi mi fucilano. Vi amo, siate forti. Vi bacia il vostro
Vanío
NICOLA NISOV OPOV
Bulgaro, nato il 7 novembre 1912 a Sa[...]
[...]o, zio Kolo, mamma, Stefano, Vladko, papà, arrivederci, oggi mi fucilano. Vi amo, siate forti. Vi bacia il vostro
Vanío
NICOLA NISOV OPOV
Bulgaro, nato il 7 novembre 1912 a Salonicco (Macedonia), assistente in uno stabilimento di cioccolato a Sofia. Prima della guerra è Segretario dell'Associazione degli operai dell'industria dolciaria. Durante la clandestinità organizza gruppi di resistenza facendoli figurare come organizzazioni sportive e prende parte all'attività di gruppi di sabotaggio. Ferito e catturato il 27 settembre 1941, il 18 ottobre viene condannato a morte ed il 15 novembre impiccato. (Lettera tratta dalla raccolta u Poslednata im Duma », Edizioni del Partito Comunista Bulgaro, Sofia, 1952)
12/XI/1941
Non penso alla morte, penso a te e ai bambini. Beka, tu devi vivere, per i bambini e per te stessa. Botuscev mi ha mostrata la fotografia dei suoi figlioli: come li ama! E io non argo meno la mia famiglia.
Katja, Nivko, figli miei, vostro padre vi ama tanto e pensa solo a voi. Ma bisogna morire. Un giorno voi saprete perch[...]
[...]ibertà)
Budapest, 8 ottobre 1942
Mio adorato Gyuri, figlio mio, mia adorata moglie,
caro piccolo figlio mio, quando riceverai fra le mani queste righe io non sarò più. Muoio nel giorno stesso in cui tua madre ti partorì con dolore. Muoio nel giorno del tuo compleanno. Questa è l'eterna legge della vita, la natura. Tutto quello che nasce deve anche morire. Io muoio, ma in te sta sorgendo nuova forza che continua la vita: u ...der Weg, die brennende Strasse geht weiter, wenn auch dein Weg, wenn auch mein Weg Kamarade zu Ende geht ». Ancora tu non puoi capire quello che sta succedendo intorno a te. Quando sarai grande, tua madre, . e anche altri, ti racconteranno come era tuo padre, cosa fece, e che grande guerra c'è stata. Giá, cara Márta, questa guerra è orrenda. Sono convinto che, tra poco tu potrai continuare la tua vocazione, interrotta dalla tua malattia e da altri motivi. Ma intanto cerca di procurarti un lavoro che ti assicuri una indipendenza economica. Trovo naturale che tu, se credi, ti sposi nuovamente. Spero che Gyuri possa avere un padre che gli voglia bene e che lo educhi bene.
Bisogna cercare che Gyuri venga educato all'indipendenza e non venga viziato da un esagerato affetto, che non abbia una educazione esclusivamente intellettuale, ma anzi severa, affinché possa tenere bene il suo posto nella vita. Molte cose di Freud sulla educazione dei bambini erano sbagliate. A questo proposito é apparso un interessante articolo nell'opera intitolata Dialettica di Jassenskij. È l'ultimo saggio. Leggilo.
Mi congedo da te e da Gyuri. Rivedo nel ricordo molte cose belle che avemmo in comune: Praga, la Slesia, la visita a Bruna, Praga VII, Pilsen, Kosice, ecc. ecc. Ma terminando questa lettera non voglio commuovermi ed essere sent[...]
[...]NATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
di camminare sempre sulla retta via e che tu abbia ancora molta felicità nella vita. Quanto a me, sto qui, incrollabile come in tutta la mia vita, ed é così che muoio. Saluta i miei amici. Vi abbraccio con affetto.
Il vostro Zoli
Miei cari genitori, mio tesoro, sorella mia Klára,
mi si stringe il cuore se penso quanta tristezza ho causato e causo a voi. In una cartolina ho scritto che speravo di potervi rendere tutto l'affetto e tutte le cure di cui mi avete circondato. Purtroppo non posso adempiere quello che desideravo. Non pensate però a me con cuore risentito per le tante tristezze che vi ho causato. Non ho potuto agire diversamente da come ho agito. Quando mi sono reso conto del pericolo che minacciava i miei prossimi in Ungheria, non ho potuto tacere, non ho potuto fare diversamente. Come disse Lutero davanti al Sinodo « Hiere stehe ich und kann nicht anders! ».
Non muoiono per6 tutti quelli che vengono sulla terra. Ho lavorato molto e muoio con la convinzione che continuerò a vivere nel mi[...]
[...]ondannati a pene minori, che sopravviveranno a me, ti racconteranno più estesamente di me e delle mie cose, del mio destino e del mio con tegno. La morte non é in definitiva così orribile come generalmente la si pensa. Una volta che ci si è rassegnati al proprio destino e se si tiene conto dello stato in cui qui vegetiamo, essa é una vera liberazione. Ognuno si augura che venga subito, eppure tutti temono le ore estreme, l'angoscia della morte prende ogni uomo ed ogni nervo si ribella contro la morte violenta. Con tutta
24 LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
la rassegnazione esteriore e nonostante una continua preparazione spirituale, è sempre una terribile prova per i nervi quando, dalla propria cella o da quella vicina, dei prigionieri vengono prelevati per essere giustiziati. In ogni giorno in cui le esecuzioni hanno luogo, in gènere il mercoledì, giovedì e venerdì, già si è presi dallo spavento quando si sente l'avvicinarsi dei passi alla cella e lo stridere dei catenacci alla porta. La nostra condizione è indescr[...]
[...]ima tutti: la libertà. A questo fine sacrifichiamo tutto. Ma la nostra morte richiede che voi continuiate ad essere forti, fino ad incassare il debito che ancora deve essere saldato, oggi. Vi posso assicurare che nemmeno il vostro Poldi si nasconde dietro i nostri eroici caduti, e non rimpiange in nessun modo la sua vita perché ora vogliono la sua testa! No, per me c'é solo un avanti, e non una vergognosa diserzione della bandiera. So cosa mi attende, ed aspetto con animo sereno quella giornata.
28 LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
Già il mio avvocato mi ha fatto un quadro del mio nuovo ambiente, cioè nel suo intimo mi ha dato per perduto. Io sapevo e conoscevo la mia posizione sin dalla prima giornata del mio arresto, ma non mi volevo arrendere, per quanto Kohim avesse rivelato tutto. Il mio motto era: guadagnare tempo vuol dire guadagnare mezza vita. Ma, se quest'ultimo atto non mi sarà risparmiato, lo saprò sopportare da combattente.
La mia vita l'avevo già conclusa il 3 dicembre '42, e non ho perciò desideri, soltanto vi pregherei di una cosa: Anni, finché se lo merita, consideratela come mia moglie. Essa è giovane, forse non mi ha capita, ma ci siamo amati, e se il destino non ci avesse toccato così duramente, forse sarebbe diventata più saggia. Essa, dopo tutto, è stata tirata su in un altro mondo. Il suo destino mi addolora[...]
[...]ome mia moglie. Essa è giovane, forse non mi ha capita, ma ci siamo amati, e se il destino non ci avesse toccato così duramente, forse sarebbe diventata più saggia. Essa, dopo tutto, è stata tirata su in un altro mondo. Il suo destino mi addolora molto, e sono triste perché non sono stato in grado di aiutarla.
Era mio destino essere lottatore, e non l'ho mai dimenticato. Voglio ancora salutare tutti i conoscenti qui, i Leder, anche essi mi comprenderanno e ciò fa bene. Salutami anche Prinz, le mie zie, i miei zii e le cugine. Peperl mi resterà sempre in un felice ricordo, per me era più di un cugino. Se nella mente faccio passare la fila dei parenti, mi rimangono ben pochi che mi abbiano compreso. I nostri nonni, Dada e Babi, quei deliziosi vecchietti, come piangeranno quando l'irrequieto Poldi non verrà più, ah si, Babi, egli è morto perché voleva vivere umanamente. Perciò lo chiamano traditore ecc. ecc. Ma consolati, cara nonna, muoio per una buona causa e sono felice. Ma migliaia e migliaia di persone si dissan guano e non sanno perch[...]
[...]ano, ed il secondo agli impianti telefonici ad Atene e nell'Attica. Arrestati i! 12 gennaio 1942, nella casa del padre che pure viene arrestato e condannato a dieci anni di reclusione. Fucilati al medesimo palo a Kessariani (Atene) il 26 maggio 1942. (Lettera inedita tradotta dall'originale da amici greci)
martedì 26.5.42
Carissimi genitori,
ricevete questa nostra ultima lettera e non vi addolorate. Così voleva Iddio.
Papà, ti preghiamo di prendere la mamma e di andare a Livanátes per passare lá la vostra vecchiaia.
Papà ti consegnamo la mamma, curala tu dopo che noi non. ci saremo piú. E tu, povera mammina, non dimenticarci. Venite a trovarci. Mammina e papà, vi abbracciamo e vi diciamo addio per l'ultima volta. Non vi amareggiate; date i nostri ultimi saluti ai parenti, agli amici e ai vicini. Iddio onnipotente ha voluto prenderci vicino a sé così giovani. Mammina e papa, vivete voi per vedere giorni migliori, se per noi era destino di non vedere questi giorni buoni.
Chiediamo per l'ultima volta la vostra benedizione. Perdonateci. Se potete sapere in quale cimitero ci seppelliranno, allora vi aspettiamo. Venite ad accendere la nostra piccola candela.
Vi mandiamo tutta la nostra roba e siamo certi che giungerà nelle vostre mani. Non vi agitate! Non é poi una gran cosa. Per l'umanità sono stati uccisi milioni di giovani. Forse loro non avevano una mamma ? Questo pensiamo e non sentiamo tanta pena. Non abbiamo altro da dirvi perché non ci viene in mente nulla_
Vi abbracciano i vostri figli
Marinos Anghelos
LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA 31
KIM MALTUEBRUN
Danese, nato ad Edmonton (Canada) l'8 luglio 1923. Nel 1944 interrompe la carriera nella Marina Mercantile per dedicarsi alla lotta[...]
[...]edicarsi alla lotta clandestina. Nel dicembre dello stesso anno é arrestato dalla Gestapo e suppliziato nell'aprile successivo. (Lettera tratta da u Kim P, Thaning e Appels Forlag, Copenaghen, 1945)
Cella 411, 4 aprile 1945
Cara mamma,
con Jt rgen, Niels e Ludvig sono stato condotto davanti al tribunale militare. Siamo stati condannati a morte. So che sei una donna forte e che ti rassegnerai, ma non ti devi limitare a rassegnarti, devi anche rendertene conto. Io non sono che una piccola cosa, ed il nome sarà presto dimenticato, ma l'idea, la vita e l'ispirazione che mi pervasero continueranno a vivere. L'incontrerai ovunque, sugli alberi in primavera, negli uomini sul tuo cammino,. in un piccolo e dolce sorriso. Incontrerai ciò che ebbe un valore per me, l'amerai e non mi dimenticherai. Crescerò e diventerò maturo, vivrò in voi, i cui cuori ho occupato, e voi continuerete a vivere, perché sapete che mi trovo davanti a voi e non dietro voi, come forse eri portata a credere. Ho scelto una strada di cui non sono pentito, non sono mai venu[...]
[...]o pentito, non sono mai venuto meno a quanto era nel mio cuore, ed ora mi sembra di vedere una certa correlazione. Non sono vecchio, non dovrei morire, ma tuttavia mi pare naturale e semplice. E soltanto il modo brusco che ci spaventa in un primo momento. Il tempo é breve, i pensieri sono molti. Non capisco il perché, ma il mio animo é sereno. Vorrei esser stato un Socrate, ma il pubblico é mancato. Sento la sua stessa calma, e vorrei che ve ne rendeste completamente conto.
In fondo é assai strano esser seduto qui, intento a redarre questo documento per la vita. Ogni parola resta impressa, non può esser modificata, mai mutata.
J¢rgen scrive di fronte a me, abbiamo vissuto insieme, ora moriamo insieme, due compagni. Sono stato con Poul, avevamo molte opinioni differenti, ma egli sa cos'ho in me e cosa posso dare. Senti come una lama che ti taglia l'animo, é il dolore, si dice, ma
32 LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
guarda l'infinito, dobbiamo morire, e né io né te possiamo dire se sia bene o male che il mio trapas[...]
[...] te possiamo dire se sia bene o male che il mio trapasso avvenga un po' prima o un po' dopo. Ricordati, ti giuro che è vero, che agni dolore si muta in gioia, ma solo pochi vorranno riconoscerlo di fronte a se stessi. Si sono avvolti nel dolore e l'abitudine fa credere loro di esser sempre avvolti nel dolore. La verità è che dopo il dolore giunge la profondità e dalla profondità sorge il frutto.
A me niente taglia l'animo, è così, e te ne devi render conto. Ho qualcosa che vive e arde in me, amore, ispirazione, chiamala come vuoi, tuttavia qualcosa che non riesco ad esprimere. Ora muoio, e non so se ho acceso una piccola fiamma nell'anima di qualcuno, una fiamma che mi sopravviverà, ma sono ugualmente sereno, perché ho visto e so che la natura è ricca, nessuno nota se un germe viene calpestato e muore, perché dovrei dunque rattristarmi io, (panda vedo tutta questa ricchezza che vive ?
Ci sono poi i bambini, che mi sono sentito vicini in queste ultime ore, ero felice di rivederli e di vivere nuovamente con loro. Ho sentito il mio cuore p[...]
[...]gini della via. Spero che il loro animo possa svilupparsi liberamente e mai sotto un'influenza unilaterale. Salutameli, il mio figlioccio e suo fratello.
Vedo che svolta prendono le cose nel nostro paese, ma ricordati, e ve ne dovete ricordare tutti, che il sogno non deve essere di tornare ai tempi primi della guerra; i1 sogno per voi tutti, giovani e vecchi, deve esser di creare un ideale per noi tutti che non sia unilaterale. Il nostro paese tende verso una grande méta, qualcosa a cui anche il piccolo contadino aspirerà, mentre con gioia sente che il suo lavoro e la sua lotta hanno fatto suo questo c< qualcosa ».
In fine c'é lei che é mia. Falle capire che le stelle brillano an cora ed io non era che una pietra miliare. 'Aiutala, ora potrà diventare molto felice. In fretta, tuo figlio maggiore = ed unico
Kim
LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA 33
LEIF DINES PEDERSEN
Danese, nato a Copenaghen il 3 dicembre 1921, studente in Agraria. Organizzatore di un gruppo di guastatori e ricercato dalla Gestapo, riprende[...]
[...]o questo c< qualcosa ».
In fine c'é lei che é mia. Falle capire che le stelle brillano an cora ed io non era che una pietra miliare. 'Aiutala, ora potrà diventare molto felice. In fretta, tuo figlio maggiore = ed unico
Kim
LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA 33
LEIF DINES PEDERSEN
Danese, nato a Copenaghen il 3 dicembre 1921, studente in Agraria. Organizzatore di un gruppo di guastatori e ricercato dalla Gestapo, riprende l'attività clandestina a Silkeborg, dove viene arrestato dopo l'azione contro le officine di Darr e suppliziato nel marzo 1945. (Lettera tratta dalla raccolta « De Sidste Timer », Berlingske Forlag, Copenaghen, 1946)
13 marzo 1945
Cara mamma e papà,
questa mia lettera sarà dunque il mio ultimo saluto a voi. Oggi ho saputo la mia condanna. La pena capitale. Molto probabilmente avrete già saputo cosa ho fatto. Ho partecipato a varie azioni di sabotaggio e sono corresponsabile dell'uccisione di un ufficiale tedesco, ed ora é finita. Il pensiero non mi preoccupa eccessivamente, perché, da (pan[...]
[...]Perdonatemi.
Leif
CHART J'S APPELMAN
Olandese vissuto in Belgio, nato a Villersle Bouillet, fucilato alla cittadella di Liegi il 26 novembre 1943. (Lettera avuta dall'Armée Belge des Partisans)
Miei cari fratelli e cari compagni,
vi scrivo questa lettera, 7 ore e 50 prima della mia morte.
Paul, quando Jean ritornerà dalla Germania gli dirai che non mi é dispiaciuto di morire perché da quando ho lasciato casa sapevo quello che facevo. Non prendermi per un bugiardo, ma andremo alla fucilazione cantando, perché noi non moriremo come molti nel letto, ma per la nosta libertà, per il Belgio, per la nostra Patria. Mio caro fratello Jean, quando ritornerai io sarò già morto, ma è una morte difficile da guadagdarsi in tempo di pace, ma facile da guadagnarsi in tempo di guerra.
Jean, fatti coraggio e soprattutto tieni alto il morale, perché un giorno non ci si vedrà sulla terra, ma in cielo.
Mio caro Paul, la tua pipa l'ho regalata ad uno dei miei migliori amici, che mi ha dato da mangiare e me ne ha data un'altra, con la quale ho molto fum[...]
[...]ti traditi. Arrivato alla Piazza Vieuxtemps, mi sono visto circondato di Feldgendarmes. Da quel momento ho capita che tutto era finito. Alla Kommandantur mi hanno interrogato, hanno voluto farmi parlare. Sono stato battuto, legato ad un tavolo, con fustigate che cadevano come la pioggia. Ma mai, davvero mai, ho fatto il nome di nessuno. Avrei potuto salvare la mia testa, ma ho preferito nulla fare e nulla dire che potesse tradire la patria.
Ti renderai conto che dopo tutto questo ho il coraggio sufficiente per essere fucilato. Che è una bagatella in confronto a tutto quello che ho sopportato.
Parecchie persone debbono ringraziarmi per non aver fatto il loro nome. Ed ora sono fiero di me, perché ho resistito a tutto ed ho salvato molte vite.
Vi sarò riconoscente di far conoscere questo resoconto a Gilberte così come alle associazioni di cui facevo parte.
Il mio corpo resterà nel cimitero militare di Liegi e morirò da vero belga. Viva. il Belgio!
Guy Jacques
sempre belga
morto per la Patria
JV LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RES[...]
[...]solazione. Credo di essermi sempre comportata degnamente. Ho moltò,pensato a te, dopo che sono in prigione. Mia piccola mamma, erediti conto pure tu, non devi troppo piangermi, ero giovane e libera, non lascio bambini.
Per quanto riguarda mio fratello, digli che cerchi di essere un uomo, questo é tutto quanto gli chiedo. Presto il mondo sarà libero, e sarà pure per lui, il mio caro piccolo Claudio, che avrò lottato. Digli di cercare di ben comprendere la vita, avrei tanto voluto fargliela scoprire. Ho pensato enormemente anche a lui, in prigione. Ti chiedo di abbracciarmi Maria. Dille che lei è uno dei miei più bei ricordi. Sono veramente felice di aver incontrato sulla mia strada una persona cosí buona e cosí onesta. L'amo molto e le sono molto riconoscente per avermi dato un po' della sua amici
LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA 37
zia. Chiedo scusa a tutti per il dolore che vi arreco ma sento che voi mi perdonerete. La causa che difendo é giusta, é sacra. Che i miei compagni sappiano che non ho mai dubitato del s[...]
[...] ma sento che voi mi perdonerete. La causa che difendo é giusta, é sacra. Che i miei compagni sappiano che non ho mai dubitato del suo trionfo. Ho anche l'autorizzazione a scrivere ad Alberto. Gli scriverò indirizzando a sua sorella. E molto giovane, sarà libero quando ritornerà, si rifarà una nuova vita, l'altra non ha contato. Da sposati siamo rimasti cinque giorni insieme!
Mia piccola mamma, ho lasciato della roba da mia cognata. Vedi di riprenderla. Vorrei che tu dessi a Maria quella bomboniera tanto bella ch'essa mi aveva dato tempo fa. Sarà un ricordo per lei. A te, lascio il mio orologio che si, deve trovare a St. Gilles. Disgraziatamente, non lascio molto. Vedi mia piccola mamma ti amo molto e ti domando di portare su Claudio tutto il tuo amore materno. Credo che dopo questa guerra s'inizierà una vita di felicità. Vi chiedo di approfittarne, tutti. Ho anche una grande consolazione: nessun amico mi ha seguito in prigione. T'assicuro che questo mi dà una grande forza. Ti prego di informare una delle mie vecchie compagne di prigione[...]
[...]curo che questo mi dà una grande forza. Ti prego di informare una delle mie vecchie compagne di prigione, Antoinette Delmazière di Courriéres o di HeninLiétart, sulla Manica. Non lo ricordo più con esattezza, ma indirizza alle due località, la lettera giungerà certamente senza altre indicazioni. Lei ti parlerà di me. E stata molto buona con me. Dille che ho pensato a lei sino alla fine. Le mie vecchie compagne di prigione verranno certamente a prendere mie notizie. Tu dirai loro che ho saputo accettare la mia sorte con calma e che mi sono mostrata degna fino alla fine. Ho mantenuto le mie convinzioni sino alla fine, sono sempre rimasta atea. Oggi é una giornata bella e calda, questo per me è un simbolo dell'aurora che vedo spuntare. Approfittatene.
La prigione non mi ha cambiato moralmente, salvo per rendermi migliore.
Ed ora dico addio a te, mia piccola Mamma, ed a tutti quelli che mi hanno voluto bene. Ancora una volta, coraggio. Ti lascio, ahimé, per sempre.
La tua «grande» figlia Fernanda
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P. S. Di ai miei amici che non rimpiango nulla di ciò che ho fatto, che ricomincerei la mia vita sulla stessa via che ho seguito, per quanto riguarda il mio lavoro.
Ti abbraccio un'ultima volta.
F.
PAUL THIERRET
Francese, arrestato il 18 maggio 1942, fucilato il successivo 21 ottolyre. (Lettera tratta dalla raccolta « Lettres de fusillés »,[...]
[...], isolato in una stanza.
L'indomani, nuovo interrogatorio con la minaccia di punizioni, uno di quelli che erano stati arrestati avendo detto che io gli avevo consegnato una rivoltella. Risposi che era un romanzo d'appendice e fui ricondotto nella mia cella con la promessa che mi avrebbero ben fatto parlare. Nel frattempo avevo visto mia moglie che portavano alla antropometria.
L'indomani, 20 maggio, venivo condotto al deposito. Tornarono a riprendermi venerdì 22 maggio per la scena più terribile che ebbi a subire. Infatti dalle 2 alle 5, tre poliziotti si alternarono nel picchiarmi due alla volta. Fu durante questa seduta che un colpo di manganello mi fece saltare l'occhio destro. Malgrado tutto, non una parola usci dalle mie labbra, dovettero riportarmi via. Mi gettarono in una cella dove, non so come, passai la natte. Un mese dopo ero ancora tutto nero dal collo ai polpacci, in seguito ai colpi, ricevuti; non so quante volte svenni.
Lasciai il deposito (dove avevo avuto la gioia e insieme il dolore di vedere la mia cara moglie, non a[...]
[...]iai il deposito (dove avevo avuto la gioia e insieme il dolore di vedere la mia cara moglie, non ancora liberata) il 10 giugno, per raggiungere la Santé, dove mi trovo da quella data. Do
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LETTERE DI CONDANNATI A MORTE DELLA RESISTENZA EUROPEA
vevo subire l'interrogatorio da parte dei tedeschi 1'11 e il 17 giugno, poi il 14 luglio. Non fu peggiore di quello che avevo dovuto subire da parte dei francesi. Quelli, almeno, hanno la scusa di difendersi, ma cosa dire dei poliziotti francesi?
Il vero supplizio é che dal 10 giugno al 1° ottobre ho avuto giorno e notte le mani legate dietro la schiena: se volete aggiungere quanto ero martoriato nella mia carne (sotto i colpi le mie natiche s'erano talmente gonfiate che i calzoni si sono spaccati), mi era quasi impossibile sdraiarmi. Solo, senza notizie, senza niente e la pancia vuota, ho tuttavia tenuto duro...
Vi sono state 18 condanne a morte su 24.
Dopo la fine del processo ci hanno tolto le manette e ci prestano dei libri e soprattutto grazie a voi ho dei pacchi. Vi dico mille volte g[...]
[...]i ho fatto del male e perdono tutte le persone che mi hanno fatto del male..
Tu andrai a trovare Clémence, Léon, i miei cugini, le mie cugine, così come Henriette e tutta la sua famiglia. Voglio anche abbracciare Antoine e Renée, così come la nonna e Huguette. Andrai da Suzanne e abbraccerai tutti, questa è la mia ultima volontá. Soprattutto, soprattutto, mammina mia cara, reagisci e riprendi il corso della vita normale.
Dopo la guerra, fa riprendere il mio corpo o i suoi resti e falli mettere vicino al mio povero nonno Désiré Camus: va a trovare il Signor T... e digli che il suo vecchio allievo lo abbraccia di tutto cuore.
Ti lascio, cara mamma, per mangiare un poco e per non morire a stomaco vuoto. Per adesso ti dico arrivederci, cara mamma, ma t'invito a credere che solo ora vedo ciò che tu rappresentavi per me
Jean Camus
JEAN ARTHUS
Francese, studente al Liceo Buffon di Parigi. Arrestato con altri quattro studenti nel corso di una manifestazione al liceo, il 10 marzo 1942, viene con essi fucilato, l'8 febbraio 1943, al MontValer[...]