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Il segmento testuale E.D è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 3Entità Multimediali , di cui in selezione 2 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 20

Brano: Alba, L’

e l’invasore tedesco, per la costruzione di un’Italia nuova. Il primo numero, in formato ridotto, uscì nel febbraio 1943; l'ultimo, nelnriag* gio 1946. I primi quattro numeri, dal febbraio al marzo 1943, furono diretti da Rita Montagnana; dal marzo 1943 sino all’agosto 1944 il direttore fu Edoardo D’Onofrio. Successivamente, fino alla fine della guerra e alla liberazione di tutti i prigionieri (maggio 1946), la direzione fu affidata per breve periodo a Luigi Amadesi e poi a Paolo Robotti. Collaboratori permanenti del periodico furono: Paimiro Togliatti, Giulio Cerreti, Giovanni Germanetto, Ruggero Grieco, Anseimo e Andrea M arabi ni, Nicola Orlov (Terescen* ko); e molti prigionieri di guerra, tra i quali Fidia Gambetti e Vincenzo Vitello, con scritti sulla « necessità della lotta ideologica contro il fascismo » e su « la mistica fascista deiTimperialismo ». Il principale disegnato[...]

[...] dei prigionieri del campo 185» rivolto agli studenti lombardi; il saluto al primo congresso dei Comitati di liberazione nazionale di Bari, inviato dal campo 27; il messaggio del 18.1.1944 al popolo italiano, dal campo 160, firmato da 460 ufficiali dell’esercito che dichiaravano di aderire alla Guerra di liberazione in Italia e si proponevano di partecipare come volontari, nella costituenda Legione italiana in URSS, alla lotta contro l’invasore tedesco e i traditori fascisti (l’iniziativa della « Legione italiana » non potè attuarsi poiché le autorità sovietiche in considerazione delle molte sofferenze già patite dai soldati e dagli ufficiali italiani sul Don, non ritennero che questi dovessero essere ulteriormente impiegati in combattimento, cosa che tra l’altro avrebbe potuto realizzarsi soltanto sul fronte orientale). Importante fu pure il saluto inviato il 21.7.1945 al governo Parri, con la firma di 145 generali e ammiragli italiani liberati dai campi di concentramento hitleriani. Grazie a « L’Alba », i soldati e gli ufficiali itali[...]

[...]nto, cosa che tra l’altro avrebbe potuto realizzarsi soltanto sul fronte orientale). Importante fu pure il saluto inviato il 21.7.1945 al governo Parri, con la firma di 145 generali e ammiragli italiani liberati dai campi di concentramento hitleriani. Grazie a « L’Alba », i soldati e gli ufficiali italiani prigionieri in URSS si collegarono alle forze della Resistenza, collaborando idealmente alla liberazione e alla ricostruzione dell’Italia.

E.D’O.

Albacete

Città della Spagna sudorientale, di

oltre 70.000 abitanti, capoluogo della provincia omonima; situata nella Murcia (regione montagnosa a economia agricola e pastorizia), trovasi al centro di una larga e piatta conca, sulla ferrovia MadridValencia. Nel 1936 fu assegnata dal governo repubblicano spagnolo come base alle Brigate Internazionali (v.) in formazione, sia perchè situata a! centro, lontana dal fronte e quindi poco vulnerabile agli attacchi aerei; sia per il fatto che, almeno in parte, era già attrezzata allo scopo, essendo una delle basi.del V Reggimento (v.).

L[...]

[...].del V Reggimento (v.).

La decisione di trasformare Albacete in centro di raccolta e di organizzazione di volontari delle Brigate Internazionali fu presa aH’inizio dell’ottobre 1936 e il 14 ottobre già vi arrivava un primo scaglione di 500 volontari, appartenenti a nazionalità diverse; nel corso del mese, in seguito al continuo afflusso, questi superavano i 4.000. Il massiccio arrivo di uomini di ogni nazionalità, e dai 16 ai 60 anni, pose immediatamente non facili problemi agli organizzatori della base. La caserma nazionale, nella quale venivano sistemati i volontari, era assolutamente inadeguata ad accogliere nel giro di poche settimane un tale numero di uomini, e la diversità delle lingue, unita all'insufficienza dei servizi, rendeva compito arduo stabilire una qualsiasi forma di organizzazione e di disciplina. Innanzitutto si procedette alla divisione dei volontari per nazionalità, dando vita a unità affini per lingua e costumi, aventi ognuna comandanti propri e servizi autonomi. Nel giro di pochi giorni si formarono così sei battaglioni: il tedesco; il francese; il polacco; l’italiano; e due battaglioni misti, l’uno di slavi e di tedeschi, l’altro di belgi e di francesi, li 5.11.1936 già partiva per il fronte la prima Brigata Internazionale, composta da tre battaglioni; il

10 novembre partiva la seconda.

Nel giro di alcuni mesi, sotto la spinta di organizzatori come Luigi Longo, André Marty e Giuseppe Di Vittorio, la piccola città di Albacete si trasformò in un importante centro di vita internazionale. Fu costituito ii Comando militare della base, sotto la direzione di Vidal, un esperto ufficiale francese, coadiuvato da Felice Platone e da altri ufficiali delle diverse nazionalità. Vennero organizzate nuove caserme,[...]

[...]dal, un esperto ufficiale francese, coadiuvato da Felice Platone e da altri ufficiali delle diverse nazionalità. Vennero organizzate nuove caserme, con i rispettivi servizi; allestite le mense, con cucine adatte a uomini di costumi diversi; fu attrezzato un adeguato ufficio postale, per garantire l’arrivo della corrispondenza e dei giornali; e infine creato un ufficio

matricola, suddiviso per settori e nazionalità, ove vennero registrati e schedati tutti i volontari, seguiti poi nelle loro successive attività, destinazioni e traversie. Vennero pure organizzati i servizi per il vettovagliamento, i trasporti, un’officina per la riparazione degli automezzi e una fabbrica di granate.

Fin dai primi giorni l’ufficio propaganda diede alle diverse unità la possibilità di pubblicare nella rispettiva lingua un giornaletto o un bollettino di notizie e informazioni sugli avvenimenti.

Poco lungi da Albacete, a Mahora, Madrigueras, Amansa, Chinchilla, Tarazona della Mancia, Villanueva de la Jara furono organizzate basi per accantonamenti di altre unità in formazione e, nei boschi di Pozorubio, basi speciali per l’addestramento militare, le manovre tattiche, i tiri con fucili, mitragliatrici e armi diverse.

Contemporaneamente alla partenza delle prime Brigate InternazionaliA per il fronte, fu organizzato un vasto servizio [...]

[...] prime Brigate InternazionaliA per il fronte, fu organizzato un vasto servizio sanitario, comprendente attrezzati posti di soccorso presso le unità combattenti e centri di raccolta nelle retrovie, per la cura e il recupero dei feriti e degli ammalati. Divenuta ben presto nota come centro di organizzazione delle Brigate Internazionali e quindi sotto l’incombente minaccia di incursioni aeree, Albacete non era adatta a diventare un grande centro ospedaliero; perciò furono scelte, a questo scopo, alcune località della costa tra Alicante e Castellon, e qui vennero costruiti gli ospedali delle brigate: un ospedale internazionale fu organizzato a Murcia, mentre nella città balneare di Benicassim sorse uno dei migliori convalescenziari. Il personale sanitario (medici, infermieri, ecc.) raggiunse la cifra di 3.000 unità, con attrezzature moderne arrivate dai diversi paesi, dono della solidarietà internazionale.

A.Ro.

Albacina

Località del comune di Fabriano (prov. Ancona). Il 2.2.1944 i comandanti dei distaccamenti partigiani Lupo e Ferruccio, della V Brigata Garibaldi « Marche », informati che alla stazione di Albacina era in sosta un convoglio di 600 militi repubblichini, scortato da una ventina di S.S., decisero rapidamente un assalto.

I due distaccamenti scesero a valle e, dopo essersi disposti lungo il fossato della ferrovia, al segnale



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 720

Brano: Milano Libertà, Radio

nelle trasmissioni ufficiali fasciste provocando non poco scompiglio e suscitando l'ira dei gerarchi (v. E.I.A.R.).

Pur avendo come ispiratore il P.C.I., anzi Paimiro Togliatti in persona, le due emittenti e le stesse redazioni erano ben distinte tra loro. Furono fatte molte congetture su dove fossero situate le stazioni trasmittenti. I giornali fascisti dell’epoca scrissero che si trattava sempre di « Radio Londra » e di « Radio Mosca »; altri opinavano che le emittenti si trovassero nel meridione della Francia e altri ancora sulle Alpi Giulie o addirittura in Slovenia, tanto che indicavano Tito come il loro principale organizzatore. Tra le tante ipotesi non mancarono quelle che « Radio Milano Libertà » trasmettesse dalle Alpi o da impianti mobili spostantisi da una regione all’altra del Paese.

In realtà n[...]

[...]ano Libertà » doveva trovarsi assai vicina all’Italia, forse anche nel cuore dello stesso territorio nazionale, ma più di questo non si sa: è uno dei segreti del P.C.I., destinato forse a restare per sempre tale, dopo la scomparsa di Togliatti che certo ne era il maggiore conoscitore.

« Radio Milano Libertà » non va confusa con la nota trasmissione Discorsi agli italiani (v.) che Togliatti, sotto lo pseudonimo di Mario Correnti, faceva il martedì, il venerdì e la domenica di ogni settimana alle ore 20,20 e sulla lunghezza d’onda 33,67.

« Radio Milano Libertà » ebbe inizio nel luglio 1941 con una sola trasmissione quotidiana e terminò il

7.6.1944, all’indomani della liberazione di Roma, quando ormai da tempo trasmetteva tre e anche quattro volte al giorno.

Redattore capo di « Radio Milano Libertà » dall’inizio fino al maggio 1943 fu Edoardo D’Onofrio, sostituito poi da Giulio Cerreti (Allard). Paimiro Togliatti, oltre a essere l’ispiratore dell’iniziativa, vi collaborava assiduamente. Tra i redattori di « Radio Milano Libertà » si ricordano Andrea Marabini, Rita Montagnana, Elena Robotti, Vincenzo Bianco, Enrico Farina, Aldo Vercellino, Lauretta Allard, Orazio Marchi, Lolita Bertone e Andrea Curato.

La tematica di « Radio Milano Libertà », ricca e politicamente aperta a tutti, si rivolgeva in particolare al quadro dirigente antifascista e agli attivisti, mentre il « Fantasma radiofonico » era una trasmissione di massa, rivolta ad amici e ad av

versari con parole d’ordine concise e incisive.

Le notizie di attualità, le informazioni, i consigli e le direttive d’azione vennero[...]

[...]gli attivisti, mentre il « Fantasma radiofonico » era una trasmissione di massa, rivolta ad amici e ad av

versari con parole d’ordine concise e incisive.

Le notizie di attualità, le informazioni, i consigli e le direttive d’azione vennero trasmessi da questa emittente con un lavoro duro e faticoso per circa tre anni. Essa fu uno degli strumenti del Centro ideologico del P.C.I., organizzato e diretto da Paimiro Togliatti con Ruggero Grieco, Edoardo D’Onofrio, Giulio Cerreti e Luigi Amadesi quali componenti.

La principale trasmissione di « Radio Milano Libertà » era quella delle ore 23,50 e iniziava ogni volta con un comunicato che era stato dettato personalmente da Togliatti. Esso diceva: « Italiani, italiani! Ascoltate! Qui parla Radio Milano Libertà. Parla il popolo italiano libero! Milano Libertà è la voce degli italiani che lottano per spezzare il giogo del fascismo e liberare l’Italia dal vassallaggio e dalla barbarie hitleriana. Milano Libertà è la radio di tutti gli italiani. È dei democratici e dei cattolici, dei sociali[...]

[...] dei cattolici, dei socialisti e dei comunisti, di tutti i veri italiani. Essa parla anche a nome di quei fascisti che non ne possono più delle menzogne e delle spacconate di Mussolini, che capiscono che quest’uomo funesto li ha ingannati e li porta alla rovina.

Milano Libertà consiglia, incita alla lotta. Il suo nome è un simbolo e un programma: Milano è la culla del patriottismo italiano, è la città dove nel 1848 risuonò il grido " Fuori i tedeschi! ”. E la libertà è quella a cui noi italiani aneliamo tutti, quella che dobbiamo conquistare e al più presto, per poter salvare dalla rovina il nostro paese.

Per la libertà, per l’onore del paese, per liberarci dal vassallaggio tedesco, per spezzare il giogo del fascismo: Italiani! Risvegliatevi, unitevi, combattete! ».

E.D’O.

Miliani, Beniamino

N. a Bagno di Romagna (Forlì) il 21.4.1923, m. a Sanremo (Imperia) il 5.3.1945; ragioniere.

Nei primi mesi del 1944 fu chiamato a prestar servizio nelle forze armate della Repubblica sociale e venne assegnato a una batteria contraerea di Oneglia (Imperia). Decise di disertare e nella notte del

15.6.1944, alla testa di un gruppo di commilitoni, abbandonò il reparto per unirsi alle formazioni partigiane. In queste rivelò ottime doti di dirigente, divenendo vicecommissario politico della Divisione Garibaldi « F. Cascione ». Caduto in mano ai tedeschi nel marzo 1[...]

[...]mi mesi del 1944 fu chiamato a prestar servizio nelle forze armate della Repubblica sociale e venne assegnato a una batteria contraerea di Oneglia (Imperia). Decise di disertare e nella notte del

15.6.1944, alla testa di un gruppo di commilitoni, abbandonò il reparto per unirsi alle formazioni partigiane. In queste rivelò ottime doti di dirigente, divenendo vicecommissario politico della Divisione Garibaldi « F. Cascione ». Caduto in mano ai tedeschi nel marzo 1945, fu portato a Sanremo e ivi fucilato.

Il 26.7.1944 Beniamino Milani scrisse alla madre: « Il 5 giugno sono riuscito a scappare di notte dalla batteria di Oneglia trascinandomi dietro una dozzina di altri miei compagni delle stesse idee. Abbiamo portato ai partigiani una grande quantità di armi, munizioni, viveri. Una impresa veramente grandiosa! I tedeschi arrabbiati

hanno disarmato tutta la batteria e l’hanno portata via, dicono in Germania. Lo scopo che volevo è stato completamente raggiunto! Sto riscattando la vergogna di essermi dovuto presentare nella Repubblica ».

Milicia popular

Sottotitolo: Diario del V Regimiento de Milicias Populares. Quotidiano e organo ufficiale del Quinto Reggimento delle Milizie popolari della Repubblica spagnola. La pubblicazione iniziò il 26.7.1936, pochi giorni dopo la rivolta militare franchista, e venne sospesa il 24.1.1937, quando le Milizie si sciolsero per costituire l'Esercito popolare.

L[...]

[...]della Repubblica spagnola. La pubblicazione iniziò il 26.7.1936, pochi giorni dopo la rivolta militare franchista, e venne sospesa il 24.1.1937, quando le Milizie si sciolsero per costituire l'Esercito popolare.

La diffusione del giornale raggiunse le 80.000 copie. Queste venivano gratuitamente distribuite ogni mattina, su tutti i fronti di Madrid, durante la difesa della città dall’attacco franchista (v. Madrid, Difesa di). II quotidiano era edito dalla Commissione di Lavoro sociale del Quinto Reggimento che dipendeva dal commissario politico Vittorio Vidaìi ed era diretto da Benigno Rodriguez, un operaio tipografo autodidatta e molto stimato, al quale vennero successivamente affidati altri incarichi importanti, tra cui quello di segretario particolare del presidente del consiglio della Repubblica spagnola Juan Negrin.

A « Milicia popular » collaborarono poeti come Rafael Alberti, Hernandez, Varela, Aparicio, Parades; scrittori come José Bergamin e Ramon Sender; caricaturisti e disegnatori di grande notorietà; specialisti militari e dirigenti politici e sindacali. Buona parte del giornale era riservata alle corrispondenze dal fronte e dalle fabbr[...]

[...]el presidente del consiglio della Repubblica spagnola Juan Negrin.

A « Milicia popular » collaborarono poeti come Rafael Alberti, Hernandez, Varela, Aparicio, Parades; scrittori come José Bergamin e Ramon Sender; caricaturisti e disegnatori di grande notorietà; specialisti militari e dirigenti politici e sindacali. Buona parte del giornale era riservata alle corrispondenze dal fronte e dalle fabbriche. Esso ebbe un ruolo molto importante nell’educazione politica e militare delle Milizie e nella formazione dell’Esercito popolare spagnolo.

L'edizione anastatica dell’intera collezione di « Milicia popular », comprendente 168 numeri, con circa 800 pagine complessive, formato cm 22x31,5, è stata pubblicata da La Pietra, Milano 1973.

V.Vi.

Militarismo e antimilitarismo

Il termine militarismo è usato con significati diversi anche se in parte affini. Può infatti indicare la preponderanza o la semplice invadenza dei militari nella vita di uno Stato o addirittura il loro completo controllo della società, vista in funzione delle esigenze delle forze armate. Ma per militarismo si intende pure un atteggiamento aggressivo e bellicoso n[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine E.D, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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