Brano: [...]ianza, tra Franco e Oderisi che già afferma il nesso storico fra opere diverse, nega cioè l’isolamento metafisico e romantico dell’ ‘unicum’, distrugge il mito del capolavoro incomunicante e imparagonabile. Conta, più di tutto, che Dante abbia subito qualificato quei colori con un sentimento di gioia ridente. Sebbene all’estremo sentimentale opposto, siamo già sul piano di Baudelaire quando conclude l’elenco dei colori nella ‘Caccia al tigre’ di Delacroix con la tetra esclamazione: ‘bouquet sinistre!5
Dopo l’ingresso supremamente autorevole di Dante nel museo immaginario della critica d’arte, è triste ma vero che Petrarca non vi ha luogo. Le ‘carte5 del ritratto di Laura dipinto da Simone non ridono nè piangono (nè danzano al rallentatore come ci aspetteremmo) ; restano mute per il grande poeta che non intendeva quella lingua e non glie ne vogliamo far carico. Anche la citazione della Madonna di Giotto che aveva in casa, non mostra che deferenza per sentito dire e si ammanta di retorica antica, inefficiente.
Boccaccio, Sacchetti? Essi no[...]
[...]il seguito immediato, e più sorprendente, della definizione: ‘Ainsi le meilleur compterendu d’un tableau W pourra ètre un sonnet ou une élégie’. Come sta la cosa?
Su questa traccia intanto, Baudelaire scrive ‘Les Phares’, rievocazione di un perenne romanticismo figurativo che non manca di una certa potenziale ‘storicità5, almeno in sede psicologica. Su questa traccia sempre, non esita a trasferire dai ‘Phares’, nel pieno del saggio critico su Delacroix, la celebre quartina dedicata al maestro romantico: ‘Delacroix! Lac de sang, hanté ;des mauvais anges Ombragé par un bois de sapins toujours verts Où sous un ciel chagrin, des fanfares étranges Passent comme un soupir étouffé de Weber’. Inserzione tanto meditata da proseguirsi perfino nel commento, a chiave esplicativa, che tutti rammentano. Ed oggi si potrà limitare la validità poetica della quartina e quella critica del commento, ma resta che, nella forma più ingenua, primitiva, qui è il programma di tutto un discorso critico che sia insieme di contatto diretto con l’opera e di evocazione di un gusto circolante attorno ad essa. E si può anche domanda[...]
[...]. Inserzione tanto meditata da proseguirsi perfino nel commento, a chiave esplicativa, che tutti rammentano. Ed oggi si potrà limitare la validità poetica della quartina e quella critica del commento, ma resta che, nella forma più ingenua, primitiva, qui è il programma di tutto un discorso critico che sia insieme di contatto diretto con l’opera e di evocazione di un gusto circolante attorno ad essa. E si può anche domandarsi se, sulla pittura di Delacroix, sia stato mai scritto di più illuminante che quella quartina.
Già previsto dallo stesso Baudelaire, e non tanto nella deboluccia ‘Lola de Valence’ quanto nelle ‘beautés météorologiques’ avvertite inBoudin, ecco l’impressionismo: ed è significante che, chi ne voglia trovar riflessi naturali e tuttavia invincibilmente critici (come altrimenti chiamarli?), li debba, piuttosto che nei critici ‘attitrés ’, ancora poeticamente impreparati, cercare e trovare nei poeti veri lì come Verlaine e il primissimo Rimbaud; ma queste cose le ha già mostrate, or ora, un giovane critico italiano.
Resto p[...]