Brano: [...]parte da Nuoro sino ad Orgosolo per quasi 18 km. è una salita costante e impercettibile su un grande altopiano di granito, ondulato a fasce, a gobbe. Arrivati al paese di Mamojada, e quivi presa una mulat2
FRANCO CAGNETTA
tiera stretta e polverosa, rigirando per curve continue, che sono tutte nascoste e dominate da massi e da dirupi, solo qualche quercia secolare, verde vivo, interrompe il monotono biancogrigio della pietra, il caldo ocra dei terreni alluvionali, il verde cupo della macchia che su tutto impera.
Il paese di Orgosolo è disposto a mezza costa di una montagna bassa e orizzontale « su Lisogòni » e si eleva a 591 m. sul mare. A una svolta compare all’improvviso, misterioso, chiuso; visibile centro, e inconsapevole, di una vita non mutata da millenni, di uni antica, superstite civiltà.
È la più arcaica « città » di tutt’Italia, probabilmente di tutto il Mediterraneo.
Entrando per la via principale, che attraversa come un serpente tutto Orgosolo, l’abitato si stende in salite scoscese ed in ripide discese, attrav[...]
[...]oni, in cui si fa il fuoco. Nessun mobile, se non qualche banchetto di legno, basso, corto, da nani. Scendendo per una botola con una scala a pioli di legno, quasi sempre sconnessa, si accede ad una fossa inferiore, una specie di tana scavata nel granito, dove, qualche volta, dorme l’intera famiglia.
È la più antica forma di abitazione in muratura che si conosca e, con la sua pianta a focolare centrale, continua, con rudimentale sviluppo, uno dei tipi della casa preistorica europea.
Uscendo dai « fughiles », e riprendendo la via centrale, dopo un caos di altre case, al limite del paese, si trova uno spiazzo largo, quadrato, pieno di polvere e di pochi alberi, che, a strapiombo, si affaccia sulle campagne circostanti. Ricompare incombente, quasi dolce, eppur pauroso, il monte di Oliena che, nel percorso tra Nuoro e Orgosolo, di tanto in tanto, si era lasciato intravedere.
Questo è il paese, dall’esterno, ma quel che ancor più forse vi colpisce è la visione di uomini e di donne inconsueti. Nei giorni normali, ad un estraneo che ar[...]
[...] che ricordano le tavolette di Babilonia; l’altro, funereo, stretto alla vita e senza maniche, che rinchiude il primo.
Il pezzo più singolare di tutto il costume è, però, un rotolo di seta rigida, tessuta a grana grossa, di colore giallo scuro — una specie di papiro di antichi Egiziani — che si pone sul capo e si avvolge intorno al volto, sì che — come da una remota profondità — ne spuntano solo gli occhi, e il naso (1).
Malgrado l’insieme dei pezzi, così vario ed eterogeneo, la manifesta provenienza da così antiche civiltà, quel costume ha pure una
(1) Il prezzo medio dei singoli pezzi del costume è il seguente: sa vranella su sa ’ittu sa veste sa antalena sa ’ammisa su zippone sas palas su liunzu sa caretta su sacchittiddu s’aneddu issu lumene
sos butones
sa ’orona
sas iscarpas nieddas » » zelinas
gonna L. 2.000
primo grembiule » 10.000
secondo grembiule » 10.000
terzo grembiule » 15.000
la camicia » 2.000
primo giubbetto » 10.000
secondo giubbetto » 6.000
la benda » 15.000
zucchetto » 1.500
sottoveste » 1.500 Panello del nome (con iniziali)
gr. 50 d’oro » 15.000
i bottoni d’oro gr. 50 » 75.000
fermaglio d’oro »[...]
[...]trare nel paese, voi vi accorgerete che esso non è così esterno, non vi tradisce : esso è rivelatore, proietta un mondo locale.INCHIESTA SU ORGOSOLO
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Uno sguardo ad alcuni primi dati statistici sopra Orgosolo vi dà una fisionomia del paese che lascia trapelare certo, ma non certo intendere, quello che si nasconde nel fondo in quel mondo. Per conoscere Orgosolo bisogna conoscerà i suoi uomini, parlare con loro, comprenderli : essere amico dei cittadini di Orgosolo. Bisogna, soprattutto andare a cercarli mentre fanno i pastori in campagna, sapere le loro biografie, conoscere la storia antica e moderna del paese.
Per la scarsezza di fonti ufficiali, e non avendoli raccolti il Comune, i miei dati sono stati raccolti da pastori, in inchiesta privata.
Orgosolo ha, attualmente, una popolazione di circa 4312 abitanti, con una percentuale di uomini poco superiore alle donne, e 330 famiglie (2).
(2) TABELLA DELLA POPOLAZIONE DI ORGOSOLO
SECONDO ICENSIMENTI UFFICIALI DAL 1676 AL 1951
Stato sotto il quale si è evolto il censim[...]
[...]1
1901
1911
1921
1931
1936
1951
1188
1528
722
1256
2058
2077
2110
2009
1943
2174
2845
2988
2896
3062
3146
4251
599
750
897
1077
1010
1468
1466
589
778
859
1000
999
1594
1688
1830
2629
2959
3560
113
96
29
344 (fuegos) 487 ”
174 (fuochi) 530 ”
507
494
421
643
760
391
414
384
N.B. — l dati dei censimenti del «Regne de Sardeyna» (Corona di Aragona e di Castiglia) sono riportati dai documenti originali pubblicati integralmente in: Francesco8
FRANCO CAGNETTA
La maggior parte degli uomini esercitano, indiscriminatamente, il mestiere di pastori transumanti, seminomadi. Verso i primi di settembre — per il clima, e non possedendo pascoli privati — discendono nelle pianure circostanti — in Campidano, in Baronia, in Ogliastra, in Gallura — ad affittare pascoli da privati proprietari per tenere i propri greggi individuali di 50100 capi in media. Verso i primi di giugno — e se il clima[...]
[...]ino, birra, acquavite.
In tutto il paese non vi sono fogne (se non un solo condotto nella strada principale); vi è la luce elettrica, introdotta da non molto a 160 volt, da una impresa privata, ma non in tutte le case; vi è l’acqua in poche fontane pubbliche, ma non nelle case, o solo in pochissime; vi è 1 pubblico telefono.
Corridore, Storia documentata della popolazione di Sardegna (14791901). Carlo Clausen, Torino, 1902, pp. 330. I dati dei censimenti del « Regno di Sardegna », del « Regno d’Italia » e della « Repubblica Italiana » sono riportati dalle relative pubblicazioni ufficiali. Quelli del 1951 sono ancora in elaborazione.INCHIESTA SU ORGOSOLO
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Gli istituti pubblici sono il Municipio, la Posta, 1 scuola con 5 classi elementari, 1 — incredibile — ambulatorio (l’acqua bollita per le iniezioni i clienti devono portarsela da casa); 1 chiesa e 12 cappelle, 1 cimitero.
Dei carabinieri e della polizia si dirà dopo.
In paese vi sono: 1 camion, 1 trattore, 5 motociclette, 10 biciclette; qualcuno ha la radio; cinema n[...]
[...] censimenti del « Regno di Sardegna », del « Regno d’Italia » e della « Repubblica Italiana » sono riportati dalle relative pubblicazioni ufficiali. Quelli del 1951 sono ancora in elaborazione.INCHIESTA SU ORGOSOLO
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Gli istituti pubblici sono il Municipio, la Posta, 1 scuola con 5 classi elementari, 1 — incredibile — ambulatorio (l’acqua bollita per le iniezioni i clienti devono portarsela da casa); 1 chiesa e 12 cappelle, 1 cimitero.
Dei carabinieri e della polizia si dirà dopo.
In paese vi sono: 1 camion, 1 trattore, 5 motociclette, 10 biciclette; qualcuno ha la radio; cinema nessuno.
Se il paese sembra, a prima vista, un miserrimo paese — come tanti di Sardegna — esso è invece potenzialmente ricco, uno dei più ricchi di Sardegna.
Il territorio comunale è di 22.695 ha. di terreni — il secondo, per estensione, dopo Villagrande Strisaili, e Urzulei, di tutta la Sardegna. È importante qui rilevare in rapporto alla popolazione, ed è un indice impressionante, forse il più basso d’Italia, che la densità è di 13,5 ab. per km2.
La sua superficie territoriale, che raggiunge 40 km. circa di estensione nei punti più distanti, è tenuta quasi tutta a pascolo e a foresta.
I dati esatti della superficie tenuta a pascolo mancano. Si possono aggirare, per calcoli approssimativi sul 55 / 100 del totale. [...]
[...] non lo hanno voluto perché era basso. E un’altra volta
(3)
TABELLA DEL BESTIAME DI ORGOSOLO SECONDO I 2 SOLI CENSIMENTI UFFICIALI
Stato sotto il quale si è svolto il censimento
Regno d’Italia
o
Ss 81 <s
1908
1930
rt
P «
16.313
15.892
O
102
177
Asini
21
37
Muli
Bovini
1809
1235
Suini
4156
1935
Ovini
6424
9891
c
a,
rt
o
3801
2617
N.B. — I dati dei due censimenti sono riportati dalle relative pubblicazioni ufficiali del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio e dell’istituto Centrale di Statistica. Sono da ritenersi molto al di sotto del numero effettivo di bestiame esistente in Orgosolo se si tiene presente che qui è abitudine generale evitare la denunzia poiché si tiene in sospetto ogni operazione statale.INCHIESTA SU ORGOSOLO
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che lo hanno arrestato. Perché gli hanno trovato un fucile qui vicino che non era il suo. Ha visto Nuoro solo nel carcere. Il Continente ? E chi lo conosce ? Non sa nemmeno che cosa è. Sta a pa[...]
[...]uest’inchiesta, assente dal paese — a quanto mi dicono — da 30 anni. La vita nelle campagne è, in Orgosolo, una vita a sé, staccata in certo senso dal paese: si svolge, a volte, quasi come su un altro pianeta, in un universo chiuso.
Ma nessuno, in Orgosolo, può completamente sottrarvisi.
Si può pensare che i casi da me citati siano unilaterali: che riguardano solo 3 o 4 vecchi e uomini che vivono in condizioni di eccezione. Quale è la vita dei pastori comuni, dei più giovani, dei pastori che vivono in condizioni medie? Quale è la vita di questi pastori di Orgosolo nelle campagne?
Chi non conosce, ad esempio, la classica montagna di Orgosolo — il Supramonte — nella quale ogni orgolese che eserciti la pastorizia più di una volta nella vita è costretto a soggiornare, a fare un’esperienza che non ha paragoni con il pastore di altri paesi, non può dire, in verità, di conoscere bene il paese di Orgosolo.
E conoscere a fondo il paesaggio, il territorio — conoscere, cioè, le condizioni naturali in cui si svolge la vita del pastore — è, in Orgosolo più che ovunque, condi[...]
[...]ue, condizione indispensabile per conoscere i pastori, per comprendere il paese.
Con la guida del pastore Salvatore Marotto, del barbiere Alberto Goddi, dello studente Domenichino Muscau, di Orgosolo, dal
1 al 3 luglio 1954 mi portavo per due giorni ed una notte sulla montagna del Supramonte.
Le possibilità di accesso al Supramonte, a dire il vero, sono alquanto particolari: da centinaia di anni il Supramonte è noto non solo per la vita dei pastori, ma come il covo dei banditi del paese. Raramente orma umana — si può dire — si posa sul suo suolo, se non è quella di orgolese spinto da bisogno di pascoli o da necessità di bandito; e, più raramente, di carabiniere che si spinge a perlustrare — assai di rado — e con paura e con rischio. Da centinaia di anni sul Supramonte si svolge la vita più segreta, più drammatica del paese: è come il tempio, l’Acropoli del vero uomo di Orgosolo, del pastore e del bandito.
La montagna del Supramonte, è una immensa catena ad altoINCHIESTA SU ORGOSOLO
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piano — che è il prolungamento della montagna di Oliena — è pos[...]
[...]rosse quercie verdi, come sospesa in un’amosfera immobile, senza segno di vita; e, lontano, i monti dalla strana forma di buccina, per cui si chiamano il Corno di bue. A nord, si vede uno sterminato territorio deserto, pietroso, tormentato, con al centro la punta a cono del monte di Gonàri; accanto la precipite montagna di Oliena, con ai piedi la larga foresta, quasi vergine, di Murgugliai, nella quale il 1899, si scontrarono le più grandi bande dei latitanti di Sardegna (di Lovicu di Orgosolo) contro 200 carabinieri, poliziotti, soldati.
Ancora un poco e si sarà sulla tettoia dell’altopiano (quale sorpresa vi aspetta?).
A chi lo guardi la prima volta affacciandosi e quasi all’improvviso — l’altopiano si presenta sotto gli occhi come una catastrofica, una paurosa visione. È un mondo lunare, un mondo non umano.
Una lunga e stretta pianura, lunga circa 2030 km., colore di ossa, si stende sotto gli occhi con un paesaggio di asprezza, di drammaticità certo rara. Non vi è terra, probabilmente, che riesca a conservare così evidenti, c[...]
[...]o il sottosuolo deve essere forato in un sistema di ranali, di fiumi sotterranei, di grotte naturali. Si conosce il fiume di « Gorropu », che si inabissa di un tratto nella terra, con gorgoglìi paurosi, spumeggiando in una voragine, di cui non si vede il fondo, in onde nere. Si conoscono le grotte di « sa pruna » e di « capriles », nascoste da vegetazione nelle imboccature, ma nelle quali, penetrando a lume di rami di ginepro accesi come è l’uso dei pastori, si scoprono — come per incanto — stallatati, stalagmiti, frangie, panneggiamenti; e in esse corrono su argille rosse piccoli corsi d’acqua impetuosi; stanno immobili, dalle nere acque stagnanti, misteriosi laghetti. Non è difficile trovare nei più riposti cunicoli, nel più profondo delle rocce, cartuccie abbandonate, resti di ossa di sontuosi banchetti di banditi. Diecine di rivi sconosciuti, di grotte sconosciute si nascondono, probabilmente, nelle visceri della terra.
Una lunga e coraggiosa esplorazione e una indagine accurata potrebbero ricostruire la idrografia sotterranea del[...]
[...]e desertico, con gran calori diINCHIESTA SU ORGOSOLO
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giorno e freddi intensi la notte, in tutte le stagioni. Alcuni giorni di estate sono più freddi di quelli d’inverno, e viceversa. Raramente si deposita neve.
La vegetazione lungo i bordi dell’altopiano è molto scarsa, o quasi inesistente: macchia bassa, ginestre e arbusti di ginepro — ma dell’altezza quasi di un uomo — questi, con le radici affondate sulla nuda roccia e le braccia dei rami, secche, tese in alto come per disperazione.
Al centro dell’altopiano, invece — dove il calcare è più duro e resistente, e lo scolo delle acque ha trascinato anche argille — si distendono grandi, immense foreste con piante di quercia di leccio, quasi tutte, e dell’altezza di 2030 m.: foreste vergini, e inconsuete per uguale densità — probabilmente — in ogni altra regione di Europa, dalle quali, quasi, non meraviglierebbe veder spuntare un mostro preistorico. Fitti intrichi di rami — quasi simili a liane — e fogliame tutto distrutto dai bruchi, sono di tanto in tanto, interrotti solo d[...]
[...], dalle rupi si levano anche avvoltoi con volo lento, a grandi giri, in cerca di carogne, di carne marcia su cui affondare gli artigli, il becco; e solo il sibilo del vento ed il loro stridio di uccelli feroci — simile quasi a un fischio soprumano —interrompe, lacera il silenzio profondissimo.
Sulla terra, man mano che si avanza, piccoli ragni bianchi, a torme, ricoprono le rocce. In tutti i boschi, di inverno dormono i ghiri — cibo prelibato dei pastori — d’estate si arrampicano sulle piante, silenti. È il Supramonte, nelle foreste, anche la tana dei mufloni e dei cinghiali. Dei mufloni, i misteriosi ovini rossi dalle grandi corna, dal pelo corto e quasi senza coda, progenitori della18
FRANCO CAGNETTA
pecora; e dei piccoli cinghiali neri, poi bianchi, fortissimi, zannuti, progenitori del maiale. Corrono soli o in truppe guidate dal più forte, prosecutori di una vita zoologica già trasformata al piano e qui uguale identica da millenni, depositari dell’antico segreto della trasformazione della specie.
Qui tutto è estraneo, tetragono, insensibile ad ogni mondo di uomo.
Un Eden spaventevole!
Questo è il Supramonte, il più isolato territorio di Sardegna, il cuore dell’Orgolese, tutto avvolto nel mondo minerale, vegetale, animale; misterioso, oscuro come il territorio di un altro pianeta.
In esso [...]
[...]torio di un altro pianeta.
In esso vive il pastore di Orgosolo, il pastore medio, il pastore giovane: il pastore del 1954.
Quando inoltrandomi nel bosco avevo cercato — e quasi con disperazione — i primi segni, il primo volto di un uomo, mi ero trovato di fronte a indizi di una estrema, incredibile primitività.
Di tanto in tanto si trovavano piccole conche naturali, dovute all’erosione, coperte da una pietra : erano il solo segno umano, dei pastori che così conservano l’acqua delle pioggie dalla 'evaporazione solare, « sos presetos ». Bisogna sdraiarsi per terra, succhiare come le bestie.
Di tanto in tanto, nel bosco, vi erano mucchi di pietre rudimentali, per indicare la via, ad uso dei pastori.
Si sentiva lontano lo scampanio delle capre, delle pecore; ma non si vedeva un solo uomo.
Solo verso il centro, dopo 3 o 4 ore di cammino, avevo trovato le prime traccie di abitazioni, il primo segno vivo dei pastori.
Sono capanne di rami di quercia, secchi, bianchi, ammucchiati a cono — « sos pinnettos » — in forma simile a quella dei tucul africani. Seguono tutti una disposizione di più capanne, a semicircolo, con uno spiazzo nel centro, e attorno, quasi sempre, si levano grandi pietre quadrate di una antica città. Era il luogo dove sorgeva un abitato primitivo. E ancora il cerchio — 3000 anni fa come oggi — lo distingue. Di solito vi è vicina, sempre, una fonte: la vegetazione più intensa, più verde lo denuncia; ed è certo laINCHIESTA SU ORGOSOLO
19
presenza dell’acqua la ragione di questa identica, immutata dislocazione.
Qualche volta i pastori abitano ancora nei Nuraghi — nelle grandi torri coniche e mozzate [...]
[...]empre, una fonte: la vegetazione più intensa, più verde lo denuncia; ed è certo laINCHIESTA SU ORGOSOLO
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presenza dell’acqua la ragione di questa identica, immutata dislocazione.
Qualche volta i pastori abitano ancora nei Nuraghi — nelle grandi torri coniche e mozzate dell’antica civiltà della Sardegna —; ed i due Nuraghi del Supramonte — Nuraghe Mereu, e Nuraghe intro de patenti — portano sempre tracce di permanenza, di accampamento dei pastori.
In località « campu boariu » mi erano apparse di queste capanne e, all’improvviso, piccole pecore magre e macilente, grigiobianche. Di contro a noi ci erano venuti cani magri, affamati, ululanti, e non avevo inteso che fischi, urla acutissime, volare di sassi. La mia guida, Salvatore Marotto, aveva levato nell’aria un grido rauco, gutturale, e, come geni del bosco — inattesa apparizione — erano comparsi prima uno, poi due, i primi uomini del monte.
Due uomini di bassa statura, minore del normale, anziani, con facce scure e barba irsuta che da molti giorni non vedeva il rasoio, [...]
[...] pecora per letto, e mazze, e borse di pecora alle pareti.
Mi mettevano davanti tutto quello che avevano, in recipienti di sughero: pane; latte cagliato, formaggio di pecora; una borraccia di vino.
— Mangiate! — gridava uno minacciandomi con il coltello.20
FRANCO CAGNETTA
— Bevete! Mangiate! — gridavano tutti e mi riempivano le mani.
Dovevano essere così gli ospiti dell’antico mondo, così dissimili dai molli, corrotti Trimalcioni dei nostri tempi. Si è perso ovunque, se non in queste regioni, quel rapporto di banchetto di tribù in cui l’ospitante gode, tripudia nel veder mangiare il suo ospitato, si sazia con la sua fame poiché, una volta entrato in qualche modo nella tribù, lui e l’altro sono ormai come una unità comune, quasi un solo corpo.
— Quanto tempo restate al Supramonte?
— Sei, sette mesi. Da giugno a novembre.
— E l’inverno?
— Non si può stare. Ci stanno solo i disperati. Quelli che non trovano pascolo.
Vivevano in questo paese in condizioni più dure, più tristi dei pastori di ogni altra zona : i [...]
[...] gode, tripudia nel veder mangiare il suo ospitato, si sazia con la sua fame poiché, una volta entrato in qualche modo nella tribù, lui e l’altro sono ormai come una unità comune, quasi un solo corpo.
— Quanto tempo restate al Supramonte?
— Sei, sette mesi. Da giugno a novembre.
— E l’inverno?
— Non si può stare. Ci stanno solo i disperati. Quelli che non trovano pascolo.
Vivevano in questo paese in condizioni più dure, più tristi dei pastori di ogni altra zona : i più di essi, i piccoli e medi proprietari di gregge senza terre proprie (il novanta per cento del paese) andavano con quelle, d’inverno, in terre d’altri, cercate in concorrenza, a prezzi altissimi: magri pascoli in abbandono di secoli coperti solo di macchie magre, di scarsi corsi d’acqua. Quelli che non riuscivano a trovarli, perché arrivati troppo tardi o impossibilitati u pagare, scendevano con una marcia tragica a rubare gli altri pascoli, ad invadere campi e vigne, con rischio di fucilate, di carcere. Se non facevano questo dovevano starsene anche d’invern[...]
[...]n concorrenza, a prezzi altissimi: magri pascoli in abbandono di secoli coperti solo di macchie magre, di scarsi corsi d’acqua. Quelli che non riuscivano a trovarli, perché arrivati troppo tardi o impossibilitati u pagare, scendevano con una marcia tragica a rubare gli altri pascoli, ad invadere campi e vigne, con rischio di fucilate, di carcere. Se non facevano questo dovevano starsene anche d’inverno, in quel monte. Le pecore dovevano cercarsi dei rami o foglie di quercie, bere l’acqua appena scesa dal cielo, prima che scomparisse nel suolo. Pioveva di continuo, i venti soffiavano paurosi, il freddo scendeva sotto zero, qualche volta c’era neve. I pastori facevano quasi una vita da acquatici, si prendevano reumatismi, polmoniti e tisi. Se vi erano, qualche volta, con tutto il gregge si chiudevano in enormi quercie bucate, in grotte. Se non potevano, restavano all’aperto, bruciavano immense quercie, che con i venti bruciavano intere, e sotto la pioggia, in poco tempo.
— E l’estate?
— L’estate è un poco meglio. Ma vedete che bella [...]
[...]o, per un paio di scarpe, se vi ammalate...
Scuotevano la testa: — I soldi... Eh, i soldi!
Era come l’evocazione di una potenza straordinaria, un rito feticista. In quell’antica economia comune concepita tra le cose, vissuta di baratti per millenni, con il denaro entrava ora il mondo moderno, astratto, artificiale. Era il primo ingresso di uno Spirito22
FRANCO CAGNETTA
nelle cose. Il feticismo naturale si trasformava in un feticismo dei concetti.
— I soldi vanno tùtti al padrone della terra, aH’industriale del latte.
Mi ero messo a fare i loro bilanci personali. Da un lato segnavo la condizione del pastore, il numero delle pecore, la loro qualità; il ricavato del latte, della lana, della carne, degli agnelli. Un litro di latte al giorno in media, un chilo di lana all’anno in media, 1020 chili di carne in media per ogni bestia. Mostri animali per resistenza, però, animali preistorici. Dall’altro segnavo i fitti che pagavano all’anno per dieci, venti piccoli pascoli privati estivi, sempre pessimi, i fitti a capo che paga[...]
[...] per persona. Le entrate erano sempre incerte per l’andamento delle stagioni, per gli smarrimenti, gli azzoppamenti, la moria delle pecore; per il furto subito ad opera di volpi e di pastori. Per i più fortunati, dopo una così terribile vita di stenti, le entrate riuscivano a chiudersi a paro con le uscite; per i più ogni anno finiva con 50100 mila lire di deficit, con la vendita del gregge, per parte o per intero, con il sequestro delle bestie, dei mobili, della casa.
Erano costretti così, di tanto in tanto, a rubare qualche pecora per mangiarla, a rubare a loro simili, a poveri pastori. Era il prodotto della loro spietata situazione, del mondo del povero pastore.
Alcuni d’essi, per vivere, facevano malazioni abituali : i più do tati cercavano tra i più miseri, tra i disperati; li fornivnao di vitto, di vino, di armi e, quasi sempre, li mandavano a rubare le pecore tra gli altrui greggi. Qualche volta li dirigevano di persona, molte volte li mandavano soli di fronte alla vendetta dei derubati, all’arresto,. alla morte. Lottavano t[...]
[...]rla, a rubare a loro simili, a poveri pastori. Era il prodotto della loro spietata situazione, del mondo del povero pastore.
Alcuni d’essi, per vivere, facevano malazioni abituali : i più do tati cercavano tra i più miseri, tra i disperati; li fornivnao di vitto, di vino, di armi e, quasi sempre, li mandavano a rubare le pecore tra gli altrui greggi. Qualche volta li dirigevano di persona, molte volte li mandavano soli di fronte alla vendetta dei derubati, all’arresto,. alla morte. Lottavano tra di loro, qualche volta si facevano banditi. ,INCHIESTA SU ORGOSOLO
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Una serie di piccoli malviventi, da centinaia e centinaia di anni, riempivano le campagne in numero crescente, dopo ogni cattiva annata, carestia o guerra.
Questi erano i « banditi » di Orgosolo, i terribili « briganti » di Orgosolo.
Erano briganti che lavoravano, dalla mattina alla sera, nel lavoro dei pastori. Ed il lavoro dei pastori è un lavoro che richiede forza e, al tempo stesso — più che non si creda — conoscenze e intelligenza.
Lungo e complesso è il lavoro del pastore.
Per prima cosa, il pastore deve sapere conoscere bene, capo per capo, il suo gregge : e conosce, in, verità, ogni singola pecora come un famigliare, poiché è il suo bene supremo.
Deve saperlo tenere ripartito con una divisione che è, quasi scientifica :
sa verve’e = la pecora in generale
su mass’ru = il montone
su mazzau = il montone castrato
su anzone verranile = l’agnello nato in primavera
su anzone verrile = l’agnel[...]
[...], può portarlo in tremende condizioni.
Andando a <( s’ussoria » il pascolo) per « tentare » (= guardare) le bestie, nel « tramudare » (= transumare) d’inverno in pianura, d’estate in montagna, il pastore deve sapere salvare le pecore dall’« ingrustiare » (= sparpagliarsi); da qualsiasi pericolo del suo
lo (inclinazione o frattura) delle erbe (guaste o velenose), delle acque (putrefatte o troppo impetuose), delle pioggie (scarse o eccessive), dei venti (troppo freddi o impetuosi), dei fulmini, delle volpi, dei ladri.
Quando a fine estate le pecore cominciano a « subare » (= andare in calore) egli deve sapere controllare — nei limiti del possibile — « su montau » (= la monta), per avere buon frutto. Deve sapere, nel caldo, fare « sa muriada » (= la partenza di notte) e « su muri ’ayu » (= la raccolta all’ombra).
Quando le pecore cominciano a figliare (da dicembre a marzo) comincia la grande fatica del pastore. Egli deve aiutarle. E dividere subito l’ovile:
su
cuile = l’ovile in generale
s’annile = ]a parte dell’ovile per gli agnelli
sa laghinza — la parte dell’ovile per le pecore c[...]
[...]qualche altro tipo di formaggio è fatto in Orgosolo: per esempio: «sa tavedda», che si ottiene lasciando due giorni la pasta in salamoia e poi mettendola ad asciugare al sole; e « su ’asu muidu » (= il formaggio con i vermi), che si ottiene non scolando dalla forma tutto il siero.
Si lavora molto formaggio d’estate.
Il burro e la ricotta si fabbricano poco in Orgosolo e poco si consumano.
Altri lavori attendono il pastore:
All'inizio dei calori: «su tusorghiu» (— la tosatura). E questa avviene come altrove, ma tosando la pecora sino alla pelle.
Di tanto in tanto necessita «sa mazzadura)) (la castrazione) che si fa, dopo legata la bestia, rompendo lo scroto con una mazza arroventata, o tagliandolo con un colpo di coltello.
L’« irgannare » (= la macellazione) avviene anche con una tecnica cruentemente primitiva. Legata la pecora o l’agnello bisoINCHIESTA SU ORGOSOLO
27
gna cc ispoiolare », colpire cioè con un colpo nella gola recidendo la carotide, sì che ne sgorghi una fontanella di sangue (il « fodiolu » latino).[...]
[...]asporto sono a carico del venditore.
13) La determinazione del prezzo è chiusa, preventivamente stabilita o aperta se si conviene quello di mercato.
14) Si paga ordinariamente ogni quindicina, anche mensilmente ».
E il prezzo, chiuso, lo fa sempre l’industriale. Mai il pastore.
Unico « vantaggio » nella vendita che fa il pastore è una caparra che anticipano i caseifici (che se ne va tutta, o quasi tutta, per il pagamento dell’affitto dei pascoli), in cambio di un certo numero di litri di latte preventivato che, se non è raggiunto per le cattive stagioni, il poco rendimento delle pecore ecc., e non è colmato (e Dio sa come) in denaro, comporta il sequestro parziale o totale del gregge, della casa, dei mobili ecc., da parte dei caseifici.
Insomma, secondo l’abituale considerazione orgolese: un contratto « capestro ».
Stanno male i pastori di Orgosolo, in tutte le loro categorie:
« Su mere » è proprietario di greggi e, quasi mai, proprietario di pascolo. Sottosta, generalmente, alla sorte del pastore: schiavo del proprietario di terra, schiavo delPindustriale del latte.
È consuetudine in Orgosolo che « su mere » affidi ^ del proprio gregge a « su cumpanzinu » che vi aggiunge y$ e tiene in cura tutto il gregge, per 3 o 5 anni. A questo termine tutto il nuovo gregge, diminuito o aumentato viene diviso a ì/2[...]
[...]e in cura tutto il gregge, per 3 o 5 anni. A questo termine tutto il nuovo gregge, diminuito o aumentato viene diviso a ì/2. La vita di « su cumpanzinu », per il lavoro diretto, è peggiore di quella di « su mere ».
Ma è « su terraccu » che sta peggio di tutti : prende un cappotto, un paio di scarpe all’ingaggio, 56 pecore a fine d’anno, o — oggi — 100400 lire giornaliere. Suo il lavoro più grave, sua la più grave privazione.
Questa la vita dei pastori del Supramonte, dei pastori medii, dei più giovani nelle campagne di Orgosolo. Paurosa per condizioni naturali, penosa per gravità di lavoro.
Per conoscerla sempre meglio bisogna, ora, scendere in paese.
su mere su cumpanzinu su terraccu
= il padrone = il socio = il servo.INCHIESTA SU ORGOSOLO
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Il paese di Orgosolo presenta per l’etnologo un terreno di osservazione che, per primitività di strutture sociali e per manifestazioni di mentalità e cultura proprie solo alle civiltà primitive, è difficile trovare ancor oggi, forse, in qualsiasi altro paese d’Italia e d’Europa. Per una convergenza di motivi ambie[...]
[...]ne di quasi tutta la locale società. Questa, infatti, si può dire che, per quella propria organizzazione, sia arrestata, o quasi, soltanto alla famiglia: le forme sociali più sviluppate e superiori, che costituiscono invece la nostra società, lo Stato, sono quasi estranee o, solo adesso, iniziano ad intaccarla.
In tutte le terre in cui il suolo si sfrutta in modo primitivo,30
FRANCO CAGNETTA
solo a pascolo (come è il caso di Orgosolo e dei popoli su citati) la necessità economica di una sempre maggiore concentrazione di greggi al fine di ottenere, con gli scarsi frutti che se ne conseguono, almeno il minimo vitale per l’individuo e le sue associazioni, determina un allargamento particolare dell’organizzazione della famiglia.
L’ambiente economico autosufficiente, non necessitoso di scambio, che è proprio della pastorizia unilaterale, determina, altresì, una chiusura nella famiglia, rendendo difficile ogni suo sviluppo ed i rapporti con le forme superiori.
Tra queste due leggi, con continua alternanza, si muove tutta la vit[...]
[...]a maggior penetrazione e pressione dello Stato e, in particolare, della Chiesa, quella unione si può dire quasi scomparsa ovunque, sostituita dal matrimonio con sanzione civile o religiosa, e la stessa opinione pubblica è largamente trasformata, poiché si respinge e si condanna oggi quel primitivo istituto.
L’uomo e la donna, statalmente coniugati, costituiscono insieme una unità organica famigliare che si allarga e si sviluppa con la nascita dei figli. Ma, da questa, la famiglia di Orgosolo assume un carattere particolare, che è quello tipico, appunto, della « Grande Famiglia ».
La posizione dell’uomo, che adempie alla funzione economica principale di cercare i pascoli, di condurre i greggi, di trarne i frutti è, in essa, preminente. La posizione della donna, che adempieINCHIESTA SU ORGOSOLO
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alla funzione economica secondaria dei lavori di casa e dei lavori agricoli (orti) è, invece, subordinata.
Tenuto presente il valore economico inferiore della donna e la sua mancanza di iniziativa (la sua subordinazione) la verginità è particolarmente considerata dall’uomo nella scelta del matrimonio.
Con la nascita della prole i figli maschi e femmine rimangono con i genitori, e subordinati. La subordinazione tra i fratelli è a seconda dell’età, rispettando la primogenitura. La subordinazione delle sorelle è per i fratelli a seconda dell’età, e per le sorelle, poi, a seconda dell’età.
La scelta matrimoniale dei figli venuti in età di matrimo[...]
[...]a mancanza di iniziativa (la sua subordinazione) la verginità è particolarmente considerata dall’uomo nella scelta del matrimonio.
Con la nascita della prole i figli maschi e femmine rimangono con i genitori, e subordinati. La subordinazione tra i fratelli è a seconda dell’età, rispettando la primogenitura. La subordinazione delle sorelle è per i fratelli a seconda dell’età, e per le sorelle, poi, a seconda dell’età.
La scelta matrimoniale dei figli venuti in età di matrimonio avveniva, in Orgosolo, sino alla guerra 191518, ad opera dei genitori. Si promettevano i candidati, senza che si conoscessero, in una età che oscillava dagli 8 ai 15 anni. La bambina promessa doveva parlare abitualmente del suo futuro marito con il termine « su ziu ». La conoscenza tra i candidati avveniva, quasi sempre, solo all’atto del matrimonio. Questo uso però, oggi, pare totalmente scomparso: solo alcune donne mi hanno detto che, sia pure con il futuro consenso dei candidati, esso è vivo, ancora, in qualche famiglia.
Gon il matrimonio dei figli i maschi con la nuova moglie rimangono, in Orgosolo, generalmente nella casa dei genitori. Le donne vanno in casa del marito o, raramente, rimangono nella famiglia originaria.
Con la nascita dei nipoti anche questi rimangono nella casa dei nonni, e subordinati. La subordinazione dei nipoti è per il nonno, per il padre, per gli zii in ordine di età, per la madre, per i fratelli e cugini in ordine di età. Non risulta subordinazione propria, se non di rispetto, per la nonna, le zie, le sorelle, le cugine. La subordinazione delle nipoti è per il nonno, per il padre, per gli zii, fratelli e cugini in ordine d’età; per la madre, per le zie, sorelle e cugine in ordine di età.
Si viene, così, a costituire un grosso gruppo famigliare che va da 1030 individui, in media, a più di 100, che abitano una stessa casa o case attigue (ove possibile), con alla sommità il padre più anzia[...]
[...]bastanzaINCHIESTA SU ORGOSOLO
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uso di vino forte, di tipo « canonau » e di un caffè eccellentissimo ed offerto in ogni casa, tostato a perfezione. Si fanno di tanto in tanto, nelle feste, banchetti formidabili con interi agnelli e capretti bolliti od arrostiti, con « sa ’orda » (intestini di pecora arrestiti), con damigiane di vino, birra e in un’atmosfera da fastosi e grandi banchetti deH’antichità.
Ma è soprattutto nella educazione dei propri figli che il carattere arcaico e patriarcale della famiglia pastorale si manifesta a pieno. In generale, il piccolo orgolese va alla scuola pubblica per 2, 3 classi elementari, poi viene ritirato e messo subito in campagna: e qui dimentica tutto quello che ha imparato. L’analfabetismo in Orgosolo, ufficialmente, è nella proporzione del 6070 per cento, ma, tenuto conto di questo « ritorno all’analfabetismo » è del 9095 per cento, cioè quasi generale. La famiglia all’educazione pubblica, di cui diffida, preferisce una sua propria educazione famigliare: questa consiste solo nella educazio[...]
[...]i », o come compari di S. Giovanni. Anticamente esisteva in Orgosolo un rito di comparatico che consisteva nel mescolare il sangue fatto sgorgare appena dai due polsi. Ora questo è scomparso ed è rimasto solo il rito simbolico nello scambio di qualche regalo, secondo le possibilità, in grano, in pecore, in oro ed in bestiame. Al comparatico possono prendere parte gli uomini e le donne, ma divisi. I comparatici misti sono eccezionali. Le famiglie dei « compari » entrano a far parte l’una nell’altra come una sola e più estesa « grande famiglia ».
Le maggiori tra le « grandi famiglie » abbracciano un ventesimo, un decimo del paese, ed in alcuni periodi speciali, come i Cossu e i Cornine della famosa « disamistade », dal 1905 al 1926, quasi metà del paese.
Esse non si sciolgono se non con la morte, e, solo più modernamente, per dissidi vari economici, coniugali, politici, ecc.
L’elemento che contribuisce non già all’accrescimento e allargamento di questi grandi gruppi, bensì al loro restringimento e divisione discende, altrettanto, [...]
[...]e, solo più modernamente, per dissidi vari economici, coniugali, politici, ecc.
L’elemento che contribuisce non già all’accrescimento e allargamento di questi grandi gruppi, bensì al loro restringimento e divisione discende, altrettanto, in Orgosolo, dalla « grande famiglia ». Esso è insito nella distribuzione interna della ricchezza e nell’interna subordinazione.
I fratelli minori, i celibi, i giovani, le donne, con il corso degli anni, e dei secoli, vengono a costituire man mano una società patrimonialmente più povera e che, nella divisione del lavoro, adempie ài compiti più umili di subordinati. Di contro stanno i primogeniti, i padri anziani, e anche le donne che essi sposano, che vengono a costituire man mano una società più ricca e nei lavori privilegiata: i proprietari di greggi e i superiori.
Con l’estensione del processo, nei secoli, in tutti i gruppi di famiglia, questo viene a conformarsi con una partizione generale del paese in due «classi». La «classe» è, essenzialmente, il solo38
FRANCO CAGNETTA
elemento che[...]
[...]ibili differenze di vita, di vitto, di vestimento; allacciando qualche volta (per lusinga) un « comparizio » con il povero. Se il povero o servo dimostra però di comprendere la differenza sostanziale che intercorre tra di loro, se manifesta intelligenza, energia, spirito di indipendenza, il padrone o superiore scopre di colpo, allora, il suo disprezzo, comincia a sospettarlo come un nemico, come il futuro ladro delle sue greggi, delle sue terre, dei suoi averi; e apre le ostilità apertamente con l’oppressione, con la denunzia a torto o a ragione per ogni minimo fallo, con l’angheria, con rappresaglie, con l’omicidio.
La formazione di questa classe di « sos proprietarios » o « sos meres» o «sos prinzipales» è avvenuta ed avviene in OrgosoloINCHIESTA SU ORGOSOLO
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(come in tutta la Sardegna) in modo assai speciale: con la rapina di pecore altrui, con il furto, con l’appropriazione violenta di terreni comunali e delle terre più povere ed indifese tra le private, con l’usura, con l’abuso del potere, se detiene il Comune, con amici[...]
[...]ogni dato ufficiale) una tabella che indichi esattamente tutte le proprietà private delle terre (secondo la estensione e la qualità) e delle greggi (secondo il numero e la qualità), delle case di abitazione e negozi, del liquido ecc. I dati in mio possesso sono tutti empirici, e fornitimi dal contadino Pietro Bassu e da qualche altro pastore.
La proprietà più importante del paese, formatasi intorno al 1870, dopo le leggi nazionali di scorporo dei terreni comunali ed ecclesiastici, era quella di Diego Moro, rapinatore, usuraio, ladro di terre comunali e private, valutata all’atto della sua morte, il 1905, in 200.000 lire oro. Fu la causa prima di tutta la grande e sanguinosa « disamistade » (inimicizia) durata dal 1905 al 1927 in paese, che ho avuto modo di ricostruire analiticamente in un mio studio sulla rivista « Società » del settembre 1953 sotto il titolo « La disamistade di Orgosolo ». Da essa discendono oggi le più grandi proprietà di Orgosolo: dei Monni, dei Podda, dei Corraine, dei Moro. Una loro valutazione esatta non mi è st[...]
[...]inatore, usuraio, ladro di terre comunali e private, valutata all’atto della sua morte, il 1905, in 200.000 lire oro. Fu la causa prima di tutta la grande e sanguinosa « disamistade » (inimicizia) durata dal 1905 al 1927 in paese, che ho avuto modo di ricostruire analiticamente in un mio studio sulla rivista « Società » del settembre 1953 sotto il titolo « La disamistade di Orgosolo ». Da essa discendono oggi le più grandi proprietà di Orgosolo: dei Monni, dei Podda, dei Corraine, dei Moro. Una loro valutazione esatta non mi è stata possibile effettuare (ed è possibile solo, forse, ad enti statali). Ecco, intanto qualche dato approssimativo che posso fornire sulle più importanti:
Fratelli Podda: 800 pecore, 80 buoi, 18 cavalli, 220 capre, 230 h. di pascolo.
Corraine Nicolò : 200 pecore, 40 buoi, 5 cavalli, 104 h. di vigna e oliveto.
Moro Luigi: 450 pecore, 47 buoi, 2 cavalli, 183 h. di pascolo.
La famiglia Monni, discendente da Serafino, un prestatore di denari venuto da Dorgali, e composta oggi di 6 fratelli, suoi discendenti, con circa 50 figli, è quella che [...]
[...]80 buoi, 18 cavalli, 220 capre, 230 h. di pascolo.
Corraine Nicolò : 200 pecore, 40 buoi, 5 cavalli, 104 h. di vigna e oliveto.
Moro Luigi: 450 pecore, 47 buoi, 2 cavalli, 183 h. di pascolo.
La famiglia Monni, discendente da Serafino, un prestatore di denari venuto da Dorgali, e composta oggi di 6 fratelli, suoi discendenti, con circa 50 figli, è quella che possiede la proprietà più sviluppata di Orgosolo. Essa è costituita dalla catena dei negozi più importanti del paese, da case di abitazioni, da caserme di carabinieri, da terreni, da greggi, da denaro. Sin da quando si è installata40
FRANCO CAGNETTA
in Orgosolo questa famiglia, e quasi sempre, ha avuto nelle mani
il Comune e l’Ambulatorio, influente presso il clero e le autorità di polizia, contando oggi, tra i suoi componenti, un senatore d.c. (il solo deputato italiano nato in Orgosolo ma vissuto sempre fuori): l’avv. Antonio Monni.
Una poesia popolare assai diffusa nel paese, e che qui pubblico solo per documentare lo stato d’animo popolare nei riguardi di una[...]
[...] diffusa nel paese, e che qui pubblico solo per documentare lo stato d’animo popolare nei riguardi di una parte di questa famiglia, dice:
A ti descriere sa gente villana Seminatrice de sos curantismu Suni in bidda sa razza Monniana Cun su podere dà s’istriccinismu E sun gontrade su comunismu Cun sa democrazia cristiana Chi sfruttana e cundennana e confinana Chi furana e chi occhini e rapinnana (4).
La tronfia arroganza della classe sociale dei proprietari e signori di Orgosolo ho avuto modo io stesso di sperimentare direttamente, allorché, nel corso della mia inchiesta, per evitare la rivelazione di verità, alcuni di loro hanno osato farmi minacce di morte, se non sgombravo, minacce che hanno avuto il solo effetto di dimostrarli tra i più incivili e i più disprezzabili gruppi sociali di Sardegna.
La classe di « sos poveros » o « sos terraccos » ha, nei riguardi della classe superiore un atteggiamento anche troppo paziente, controllato, seppur astioso e, direi, invidioso.
In fondo a ciò sta la opinione primitiva che, poiché il[...]
[...]per un caso qualsiasi, andare all’elemosina; che per la sola povertà è accusato da tutto il paese, e quasi sempre, di dabbennaggine, di inettitudine, di poltroneria, è sempre un uomo disposto ad ogni delitto, ad ogni malazione pur di liberarsi. L’aspirazione generale — come in tutte le società di pastori — è, in fondo quella di diventare ricco e superiore.
Cova però nel sangue di questi diseredati il ricordo cocente delle pecore, delle terre, dei denari loro rubati o sottratti con inganno dai ricchi; cova il ricordo delle umiliazioni, delle sofferenze, dei lutti subiti in passato; cova il presente di una vita tristissima e grama che debbono sopportare. Di tanto in tanto, e molto spesso, essi si ricordano di essere sensibili, ostili, ribelli a una ingiustizia immeritata, a una crudele sopraffazione.
La lotta contro il ricco e l’uomo di migliore condizione si svolge, così, in modo aperto o nascosto, con il furto di pecore, con gli sgarrettamenti, con il furto nelle campagne, con la loro devastazione, con il ricatto, con il sequestro, con l’omicidio.
Assai di recente, dall’ultimo dopoguerra, tutta la lotta tra le due classi è andata assumend[...]
[...]istica che contribuisce a sottolineare solo questo aspetto del paese, a spargerne il terrore, ed è raro che non si aggiunga sempre al nome del paese l’aggettivo «maledetto» o non si consigli, accuratamente, di evitarlo. Quasi in tutta la Sardegna sono pochi i sardi che vi abbian messo piede, senza alcun impegno che li costringesse, e meno ancora quelli che ne parlino senza una paura esagerata o che non preferiscano tacerne. Quasi tutti i pastori dei paesi confinanti, solo a fare il nome di Orgosolo, non riescono a nascondere un gesto di sgomento, di timore, ed il pastore orgolese sino al secolo scorso (come riferisce, ad es., l’abate Angius) era talmente temuto dai pastori delle pianure in cui svernava che questi credevano incontrandolo, addirittura, che fosse sicuro presagio di tempesta atmosferica.
La situazione criminale, in verità, in Orgosolo non è normale : da molti anni è oramai il solo paese della Sardegna in cui si può dire che esistono come « istituti sociali » veri e propri la « vendetta » e la « bardana ». Se esistesse una[...]
[...]uti sociali » veri e propri la « vendetta » e la « bardana ». Se esistesse una statistica degli omicidi, ferimenti, conflitti, ricatti, sequestri di persona, grassazioni, e di reati come furto di pecore, sgarrettamenti, furti di campagna, distruzioni di viti e colture, incendi di boschi ecc., probabilmente Orgosolo (almeno in rapporto a questi due « istituti » che li originano) sarebbe quasi ogni anno in testa ai paesi di Sardegna. Da uno studio dei giornali sardi dal 1901 al 1954 (e con l’approssimazione possibile), ho rilevato che in Orgosolo (e specie nei mesi caldi che coincidono con la presenza della popolazione dei pastori), si verificano un omicidio in media ogni due mesi (6 all’anno) con un minimo mensile di 0 ed un massimo di 8, anche 23 in un giorno, per una percentuale annua di 1 ucciso su 600 abitanti. I reati agrari commessi da orgolesi (e specie nei mesi freddi nelle pianure in cuiINCHIESTA SU ORGOSOLO
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discendono), si verificano con una media di 1 alla settimana (52 all’anno), con un minimo di 0 ed un massimo di 12, ma anche 510 in un giorno e di gravità eccezionale (come distruzioni di interi greggi, campi, boschi) ecc., per una percentuale annua di
1 reato su ogni 80 abitanti. E s[...]
[...] basi ultime ed essenziali della storia di queste società.
10 non credo che il problema possa essere mai risolto dallo studioso che lo guardi da un punto di vista statico della «odierna» economia. Poiché la spiegazione si può trovare solo, a mio parere, in una economia (struttura e cultura) che c’è stata e non si vede in Orgosolo se non in numerosi e reperibili elementi che sono sopravvissuti e come incastrati nell’attuale « ciclo culturale » dei pastori
o della « grande famiglia ».
Si tratta di mettere in luce struttura e culture di un « ciclo » precedente: e ciò è desumibile soltanto, oggi, da uno studio della mentalità e del carattere degli orgolesi (le soprastrutture sono le più lente a trasformarsi), dal soccorso di notizie archeologiche e storiche sul paese, e dallo studio di ancor esistenti, fondamentali ma apparentemente secondari istituti locali.
11 pastore di Orgosolo, se lo si osserva attentamente, è certa44
FRANCO CAGNETTA
mente diverso da quello di tutti i vicini paesi. Il pastore di questi o il pastore tr[...]
[...] intelligenza tarda e mansueto. Il pastore orgolese invece, in generale, è un individuo più associativo, più individuale, fondamentalmente guerriero ed aggressivo, insofferente, coraggioso, di intelligenza astuta e crudele. Questi caratteri lo fanno assomigliare, certamente, ai popoli di un « ciclo » precedente a quello pastorale (al più antico che si conosca in tutta la storia dell’Europa), il « ciclo culturale » che l’etnologia classica chiama dei « cacciatori e raccoglitori » o delle « orde ».
Molti dati di osservazione storica e sulla mentalità e il carattere posso qui avanzare per convalidare questa tesi, ma, soprattutto, varrà a convincere il lettore uno studio dei due principali e particolari istituti sociali del paese, e cioè la « vendetta » e la razzia.
Si tenga conto, innanzitutto, che Orgosolo, tra tutti i paesi della Barbagia, è ancora oggi il solo che conservi nel proprio territorio foreste quasi vergini, e sterminate, a differenza di tutti i paesi vicini che nel secolo scorso (come in tutta la Sardegna) ne sono stati spogliati da una speculazione privata.
La selvaggina (diminuita fortemente in tutta la Barbagia) è più facile a trovarsi ancor oggi nel territorio di Orgosolo, e specie per razze zoologiche preistoriche, come i mufloni.
Nel[...]
[...]anni, tra balzi, dirupi, precipizi. I primi cavalieri di Sardegna.
L’amore quasi incredibile che l’orgolese porta per le armi, qualsiasi genere di armi, può essere un segno, ancora, della origine antichissima e lunghissima, da un popolo in eminenza di bellicosi cacciatori. Imbracciando il fucile oggi, come ieri la clava e l’arco con le frecce; l’orgolese sembra nato in quella positura.
I migliori tiratori sardi — e ne fa fede la tradizione dei banditi
— discendono da Orgosolo.
Un altro elemento che potrebbe denunciare l’origine orgolese dai «cacciatori» è la generale crudeltà che essi dimostrano contro gli animali o gli uomini che lottano. Ho assistito, per esempio, all’uccisione di una pecora, ed ho avuta la netta impressione che il colpo inferto per la morte non è certo quello del pastore, dell’ex padrone della bestia, ma, piuttosto, quello del nemico, del cacciatore.
La crudeltà degli orgolesi per i cani, per es., è innaturale in un paese di pastori. Uno dei giochi infantili, ed adulti, degli orgolesi, è per es. quello [...]
[...]’origine orgolese dai «cacciatori» è la generale crudeltà che essi dimostrano contro gli animali o gli uomini che lottano. Ho assistito, per esempio, all’uccisione di una pecora, ed ho avuta la netta impressione che il colpo inferto per la morte non è certo quello del pastore, dell’ex padrone della bestia, ma, piuttosto, quello del nemico, del cacciatore.
La crudeltà degli orgolesi per i cani, per es., è innaturale in un paese di pastori. Uno dei giochi infantili, ed adulti, degli orgolesi, è per es. quello della gratuita lapidazione di un cane, non sino alla ^ morte; ancora peggio, quello del suo completo spellamento sì che poi se ne scappi, ancora per poco, vivo; dopodiché succede, abitualmente, una vera orgia di fischi, di urla micidiali. Questa stessa crudeltà di cacciatori si può riscontrare, con evidenza, nella tortura, nell’omicidio, nello scempio di cadaveri. Da tale crudeltà, approfondita dalla macellazione nella società dei pastori, discende il carattere alquanto sanguinario, l’abitudine frequente al sangue.
Poiché il cic[...]
[...], è per es. quello della gratuita lapidazione di un cane, non sino alla ^ morte; ancora peggio, quello del suo completo spellamento sì che poi se ne scappi, ancora per poco, vivo; dopodiché succede, abitualmente, una vera orgia di fischi, di urla micidiali. Questa stessa crudeltà di cacciatori si può riscontrare, con evidenza, nella tortura, nell’omicidio, nello scempio di cadaveri. Da tale crudeltà, approfondita dalla macellazione nella società dei pastori, discende il carattere alquanto sanguinario, l’abitudine frequente al sangue.
Poiché il ciclo culturale dei « cacciatori » si accompagna sempre, o quasi sempre, con una attività specifica di « raccoglitori » vale qui citare un importante ed ancor esistente istituto che ha una forte sopravvivenza in Orgosolo (già diffuso in tutta la Sardegna) che è, esattamente, quello dell’« Ademprivio ».
L’« Ademprivio », il quale è un uso civico locale così diffuso e tenace che dai tempi della legislazione aragonese (1325) sino alle leggi italiane di abolizione (186577) era stato codificato come « diritto », è l’abitudine di tutto il paese di riunirsi per andare nei boschi, gratuitamente e senza ostacolo (ora [...]
[...]esidui culturali che potrebbero certificarne quella origine.
Ma per indicare i caratteri probanti (e non soltanto ipotetici come i precedenti) di una origine dai cacciatori e raccoglitori (ciò che serve a chiarire il problema specifico strutturale e culturale della « turbolenza » di Orgosolo) vale qui studiare soprattutto e innanzitutto l’istituto della « vendetta », negli innesti e nelle proprie forme che ha preso nella società contemporanea dei pastori o nell’attuale ciclo culturale della « grande famiglia ».
L’istituto della vendetta, più che ogni altro, ha reso celebre Orgosolo negli ultimi anni non solo in tutt’Italia, ma in tutt’Europa. Per il numero dei reati ad essa connessi, e per la continuità e spettacolarità che essi presentano, si deve ritenere che, in questo settore, Orgosolo rappresenti, oggi, il più importante paese di tutt’Europa.
L’istituto della « vendetta », ben intesi, assai diffuso tra popolazioni a struttura economica e culturale primitiva in tutto il mondo, è stato largamente studiato per singole zone e codificato nei lineamenti generali dall’etnologia. Ma una ricerca sulla « vendetta » in Orgosolo non è stata neppur tentata (se non in articoli giornalistici), sebbene l’importanza del paese risulti a prima vista, ed una a[...]
[...] ad una spiegazione religiosa, ad una « ideologia » staccata da ogni particolare società. Il problema è rimasto « astratto » : si fa ricorso a un « uomo » uguale
o valido per ogni società, a un uomo « eterno ».
Io credo che la soluzione del problema della « origine » o « necessità » della vendetta si possa invece collegare ad una particolare società economica e ad un particolare periodo storico dell’umanità: al ciclo definito in etnologia «dei cacciatori e raccoglitori».
È nota in etnologia la importanza decisiva che in tutte le società primitive ha la estensione o generalizzazione dell’« esperienza fondamentale », del lavoro principale in una singola e delimitata unità economica e sociale.50
FRANCO CAGNETTA
Il momento fondamentale per il ciclo dei « cacciatori e raccoglitori » è la caccia, la lotta tra l’uomo e la bestia; una lotta fondamentale che coincide, altrettanto, con un momento generale, quale il momento del rischio della esistenza, della vita di fronte alla morte.
La connessione ideologica tra la caccia e la « vendetta » potrebbe, probabilmente, essersi generata in questo modo:
Il cacciatore vedendo in tutto il suo mondo che se si perde sangue, di uomo o di bestia, si perde la vita, ritiene, in modo primitivo, che il sangue è l’elemento fondamentale della vita, del mondo. Nel corso della sua esistenza il cacciatore trova[...]
[...]secondo la generalizzazione propria del primitivo — conduce alla applicazione generale anche nella sola società umana, ai rapporti tra soli uomini, nella lotta tra uomo e uomo. Si ingenera la « vendetta ».
La « vendetta », nasce e non può nascere che da una società di cacciatori; la sua estensione può avvenire solo quando questa attività sia preminente: cioè in un «ciclo culturale» di cacciatori che è, appunto, noto all’etnologia come « ciclo dei cacciatori e raccoglitori ».
Rimane il problema della sua persistenza in un qualsiasi ciclo che gli si sostituisca, e, per esempio, nel ciclo dei pastori della « grande famiglia », nel quale l’« esperienza fondamentale », il lavoro principale non è più, certamente, la caccia ma la domesticazione e l’allevamento.INCHIESTA SU ORGOSOLO
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Secondo gli studi del Mòdlig, Schmidt, Montandon, Menghin, è nota la tendenza, suffragata da numeroso materiale, a far discendere il ciclo dei pastori della « grande famiglia » da un precedente ciclo di « cacciatori e raccoglitori ».
Con la cattura dell’animale (un momento fondamentale della caccia oltre l’uccisione), nel ciclo dei « cacciatori e raccoglitori » si viene ad introdurre gradualmente un’altra esperienza importante: ila domesticazione, poi l’allevamento. Il momento di passaggio da questo primo ciclo al secondo, lungo a yolte per millenni, non è certo ricostruibile, né si può dire che esso sia originato od importato. Rimane però un forte legame tra il ciclo dei « cacciatori e raccoglitori » e quello dei pastori; e la stessa cultura di questi, specialmente nella «grande famiglia», viene molto influenzata.
Sebbene si sia passati dalla lotta cruenta alla domesticazione e aH’allevamento, rimane pur sempre come « esperienza fondamentale », lavoro principale del nuovo ciclo, il rapporto tra l’uomo e la bestia. Un momento subordinato di questo, ma importantissimo, e residuo di quel ciclo precedente, è ancora quella pur sempre cruenta lotta che è l’uccisione dell’animale domesticato e allevato, la macellazione della pecora. Il generale ambiente ideologico proprio della società dei cacciatori, il [...]
[...]alla lotta cruenta alla domesticazione e aH’allevamento, rimane pur sempre come « esperienza fondamentale », lavoro principale del nuovo ciclo, il rapporto tra l’uomo e la bestia. Un momento subordinato di questo, ma importantissimo, e residuo di quel ciclo precedente, è ancora quella pur sempre cruenta lotta che è l’uccisione dell’animale domesticato e allevato, la macellazione della pecora. Il generale ambiente ideologico proprio della società dei cacciatori, il cui elemento fondamentale è il « sangue », con la formazione della società dei pastori in una famiglia sempre più forte che si riconosce legata per elemento fondamentale col « sangue », viene qui ribadito e, per questo verso, rafforzato.
Dove, come quasi sempre avviene, la coesistenza dei due diversi cicli permane e una società di cacciatori nell’insieme mantiene un peso consistente rispetto alla società dei pastori, la cultura generale del primo ciclo ha fortissime possibilità, certamente, di persistere.
Per il caso di Orgosolo queste leggi mi pare che possano benissimo essere comprovate. La società di Orgosolo, società antichissima di pastori e di cacciatori sopravvissuti sino al secolo scorso, presenta per i suoi caratteri strutturali e culturali tutte le condizioni per l’esercizio della « vendetta ».
E più la società è chiusa in grossi gruppi (« grandi famiglie »)52
FRANCO CAGNETTA
e la mentalità o cultura si limita nel circolo ristretto e primitivo che ne discende, più la « vend[...]
[...] culturali tutte le condizioni per l’esercizio della « vendetta ».
E più la società è chiusa in grossi gruppi (« grandi famiglie »)52
FRANCO CAGNETTA
e la mentalità o cultura si limita nel circolo ristretto e primitivo che ne discende, più la « vendetta » ha motivò di divampare ed incendiare in tutto il paese come legge generale interna della società. Diviene allora « disamistade » (inimicizia).
Una osservazione attenta ed analitica dei modi propri, passati e presenti, della « vendetta » in Orgosolo ci permette da un lato di ricavare preziosi elementi che comprovano l’esistenza di una mentalità o cultura (di un’« anima ») primitiva, per dirla con Levi Bruhl; e, dall’altro, di individuare in essa un uso così largo, che si è venuto a profilare con un vero e proprio « codice » o « diritto consuetudinario » locale ed una vera e propria prassi giuridica o « procedura consuetudinaria » locale.
È interessante notare per la datazione dell’istituto della « vendetta » in Orgosolo che esso si può far risalire con la massima certezza[...]
[...] che richiamano l’« onore », il « prestigio ». Avendole riferite ad anziani e soprattutto ai giovani le ho viste quasi sempre derise come « stupidaggini di vecchi » ma, persino tra i più scettici, ho sempre trovato di fronte ad esse una certa sospensione e, in qualche caso, persino un dubitoso riaffiorare di quell’antica superstizione.
La « vendetta » come istituto giuridico si presenta, innanzitutto, in Orgosolo con una confusione e simbiosi dei tre poteri legislativo, amministrativo ed esecutivo, e con una confusione e simbiosi di diritto privato e pubblico, come avviene in ogni « diritto » barbarico.
Dedurrò ora da numerosissimi casi concreti di « vendetta » da me studiati nella cronaca di Orgosolo una generalizzazione o tipizzazione, non indicando ogni volta, ovviamente, i lunghi casi particolari, poiché quello che qui interessa è in generale la legge del movimento. Per una idea concreta del movimento di una « vendetta » in Orgosolo rimando il lettore al mio citato studio sulla famosa «vendetta» tra i Cossu e i Corraine durata [...]
[...]i famiglie » implicate (i congiunti più prossimi, i famigliati, gli affiliati come compari amici, ecc.) dall’età puberale sino a tarda vecchiaia. La limitazione al solo mondo maschile (non ho notizie di « vendette » eseguite da donne) discende certamente dall’essersi l’istituto originato in ima società di cacciatori, e cioè una società già organizzata in una divisione di lavoro maschile e femminile, riprodotta e ribadita nella successiva società dei pastori.
Secondo il modo della « vendetta » riscontrabile in tutte le forme di società divise in grandi gruppi « di sangue » a questa partecipano tutti gli interessati con una « solidarietà attiva » (colpire il responsabile o uno del suo gruppo) ed una « solidarietà passiva » (accettare la responsabilità del colpevole in tutto il gruppo da cui sia uscito).
I moventi della « vendetta » sono in Orgosolo, legati come ovunque ad un danno «economico», in primo luogo quelli primari o «naturali» di versamento di sangue umano vero e proprio (omicidio e ferimento); in secondo luogo quelli second[...]
[...]r un reato minore, il furto di pecore, viene eseguito con i modi propri primitivi che sono codificati nella «Carta de Logu»: il danneggiato o chi per lui va a cercare il sospettato, lo interroga, porta testimoni a carico, ascolta testimoni a discarico ed ha diritto ad una perquisizione in casa o nell’ovile. Se qui si rinviene indizio o corpo di reato e il sospettato o il padrone della casa e dell’ovile non sanno giustificarsi e non fanno il nome dei colpevoli vengono « ipso facto » ritenuti per colpevoli.56
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Al momento dell’indagine segue quello del « giudizio ».
L’amministratore del processo, il protagonista, secondo un antico uso codificato ancora nella « Carta de Logu » non è generalmente uno solo ma abitualmente un piccolo consesso. Di esso fanno parte l’individuo maggiormente danneggiato cui si uniscono famigliari, compari, amici, che svolgono una o più discussioni sull’entità del reato, sulla colpevolezza del sospetto, sul modo di punire. Una sentenza viene emessa dall’individuo maggiormente colpito o dal m[...]
[...]o, sul modo di punire. Una sentenza viene emessa dall’individuo maggiormente colpito o dal membro più autorevole del consesso con il consenso di tutti gli altri.
Indicherò qui, dapprima, quel tipo di sentenza che si chiude sempre con la decisione di uno spargimento di sangue. Per i reati minori viene di solito stabilito che si cominci con mio spargimento di sangue animale, sgozzamento di pecore o sgarrettamento più abitualmente (e cioè taglio dei tendini di una gamba, così che l’animale diventi inservibile). Per i reati più gravi — e sempre per l’omicidio — viene abitualmente comminata sentenza capitale.
L’imputato non viene ammesso al giudizio e, tenuto all’oscuro, non gli si dà la possibilità di difendersi, adducendo prove, testimoni e avvocati rudimentali.
Esiste però in Orgosolo una sorta di « citazione » che consiste in alcuni segni simbolici premonitori, legati in generale a una simbologia di sangue, come lo sgozzamento o lo sgarrettamento di una pecora davanti alla casa od all’ovile di chi ha offeso, la deposizione, quivi[...]
[...]mente si usa oggi il mitra ma, indifferentemente, anche il fucile, poco la rivoltella, la scure, il pugnale, la pietra, le mani per strangolare. Assai diffuso è l’omicidio operato precipitando il giustiziato in un pozzo o in una nurra, sì che al tempo stesso, ne scompaia il cadavere. Sconosciuto, invece, è l’omicidio per avvelenamento.
L’audacia orgolese nell’uccidere sulla pubblica piazza, davanti alla casa sulla strada, davanti alla caserma dei carabinieri ecc. ha una fama in tutta la Sardegna. L’omicidio avviene però sempre in modo tenebroso e non conosco casi di omicidi avvenuti dopo rissa
o colluttazione a viso aperto. La capacità di sparire degli assassini di Orgosolo ha altrettanto, in tutta la Sardegna, larga fama.
Si può dire che al delitto segua sempre P« esemplarità ». Il cadavere viene abbandonato, generalmente, in luogo visibile o trascinato, a volte, davanti alla casa, né si tralascia mai di lasciargli qualche sfregio, mutilazione o scempio visibile. Per quanto si possa sostenere l’influenza in questo delle leggi s[...]
[...]
Quando ad Orgosolo si uccide si ha l’impressione che sia stata eseguita una sentenza capitale. E l’omicida può sparire in mezzo alla gente e quasi confondere la sua responsabilità in una responsabilità più larga e più profonda. Dopo queste esecuzioni il paese rimane generalmente tranquillo e non è per timore di rappresaglie e tanto meno per « omertà » (che è un termine esterno) che cadeINCHIESTA. SU ORGOSOLO
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nel silenzio anche l’eco dei misfatti. È piuttosto, e solamente, l’antichissima « legge » di Orgosolo.
Il vecchio principio primitivo che la vendetta è inestinguibile (quello appunto che conduce all’assassinio) è però attenuato anche in Orgosolo da qualche principio che la considera estinguibile (e così conduce a punizioni « minori »).
In generale si possono dire aumentate le vendette « minori » o
lo spargimento di sangue « secondario » che si ha con lo sgozzamento e sgarrettamento di pecore. Questo reato, che non ha pari in tutta Italia per estensione, è un vero flagello della economia orgolese, come ieri lo er[...]
[...] pecuniarie. È questo il caso, per es. delle celebri « paghes » tra i Cossu e i Cornine, dopo 22 anni di lotta accanita e sanguinosa, che riuscirono a conciliarsi ed a por termine alla grande « disamistade ».
La composizione in danaro, propria ancora del medioevo, trova però il suo fondamento e la sua possibilità in una composizione « simbolica » della vendetta. Questo aspetto è da ricondursi invece, e solamente, alla mentalità e alla cultura dei primitivi.
Il modo più tipico di questa conciliazione nel paese è il matrimonio tra un uomo del gruppo dell’ucciso ed una donna del gruppo dell’uccisore. Il versamento di sangue verginale presenta il carattere di riscatto simbolico del sangue versato nel precedente omicidio.
Un altro elemento arcaico di analoga compensazione è il versamento del sangue di pecore e di capre, uccise davanti a tutti nei banchetti che si tengono sempre in Orgosolo in occasione di « paghes ». Anche qui lo spargimento di sangue animale ha il valore di riscatto simbolico del sangue versato in tutte le precedent[...]
[...]ti di polizia, libri di viaggiatori ecc.
In tutto il mondo sono conosciuti popoli consimili come, per es., nell’antichità i Germani i Celti, i Baleari, i Pannoni, gli Sciti i Parti ecc.; nell’epoca medioevale gli Unni, i Vandali ecc.; nella epoca contemporanea i Berberi, i Beduini, gli Arabi ecc.; ma l’esistenza ancor oggi di popoli predoni nel territorio italiano è una sorpresa per la maggior parte degli italiani.
E, in verità, l’attività dei predoni di Barbagia (limitata oggi soprattutto al paese di Orgosolo) costituisce per le popolazioni confinanti (Fonni, Urzulei Oliena, Villagrande ecc.) e per quelle delle pianure in cui scendono in transumanza (Campidani, Baronia, Ogliastra, Gallura ecc.) uno dei problemi più gravi come è tra i più gravi della economia di Sardegna.
Uno studio attento ed analitico delle forme e dei modi della « bardana » o razzia orgolese può permettere di mettere in evidenza elementi speciali che si devono far risalire non alla struttura economica e sociale del ciclo odierno della « grande famiglia », ma piuttosto a quello del ciclo anteriore dei « cacciatori e raccoglitori ». Al tempo stesso, può porre in rilievo che la serie dei reati connessi non possono catalogarsi tranquillamente tra quelli di « delinquenza comune » : furto, abigeato, grassazione ecc.
La larghezza e l’intensità dell’esercizio della « bardana » devono farla ritenere invece, e piuttosto, un « istituto » sociale discendente dalle origini e sopravvissuto in questo paese.
Alla « bardana », innanzitutto — e questo elemento sorprende chi si avvicini al problema — prendono parte quasi sempre non delinquenti comuni ed elementi abnormi dalla società riuniti inINCHIESTA SU ORGOSOLO
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« associazioni a delinquere », come avviene generalmente in t[...]
[...]le a tarda vecchiaia), e di ogni mestiere, famiglia e classe sociale.
I modi di costituire la associazione per la « bardana », tenuto presente il criterio generale di una scelta per capacità naturale ed esperienza, avvengono, di volta in volta, in Orgosolo, in due modi particolari: questi corrispondono, in grandi linee, ai due modi particolari delle due grandi e rudimentali classi sociali del paese.
II primo modo (che è quasi sempre quello dei « poveri » organizzati in (( bardana » per arricchirsi alle spalle di un <( ricco ») è per <( invito »: il promotore o i promotori invitano i prescelti, generalmente tra i parenti e amici; ognuno provvede per sé alle necessità di armamento, vitto, mezzo di trasporto; non esiste un vero e proprio capo o si elegge il più anziano, più capace, ed esperto; il bottino viene diviso in parti uguali o anche proporzionale all’importanza dei membri.
Il secondo modo (che è quasi sempre quello dei « ricchi » organizzati in « bardana » per aumentare il proprio patrimonio alle spalle di un altro « ricco ») è per « arruolamento » : il promotore
o i promotori provvedono direttamente, e più generalmente attraverso un loro delegato o più delegati, ad invitare ed arruolare i prescelti, generalmente tra parenti od amici dei delegati. Forni scono Parmamento, il vitto, qualche genere voluttuario come vino e tabacco e sempre, o quasi sempre, una quota fissa di ingaggio,64
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salario del delitto; il bottino va al promotore o ai promotori con percentuale al delegato o ai delegati e, qualche volta, con un premio a tutti gli arruolati, uguale o proporzionale alla parte avuta.
L’organizzazione di rapine da parte di «ricchi» è la «bardana» abituale: si può dire che la «bardana» è la via maestra della formazione della proprietà.
Questo fatto è stato più volte documentato.
I proprietari di Olie[...]
[...]sì scrivevano in petizione al Parlamento : « i delinquenti sono tra le persone tenute per buone e per condotta e per posizione sociale... meriterebbe la sua seria attenzione il sapere che questi individui così riuniti ad hoc non sono banditi né persone miserabili, ma tra i più influenti e superiori ad ogni sospetto (9) ». Il Procuratore del Re, a Nuoro, Sisini, il 1899 così scriveva nella relazione riassuntiva dell’anno giudiziario: « Gran parte dei delitti è opera di persone che non basiscono nella miseria, sibbene di gente più o meno abbiente. Solo il povero ed il pezzente spesse volte cala nella rete della giustizia e ne riporta la meritata pena, ma i grossi delinquenti che hanno agio e modo riescono ad eluderla. I furti più grossi si commettono col concorso di molti, e quelli che ne sono la mente e l’anima trovano il modo di mostrarsi al pubblico al momento che il reato viene consumato.... Il numero stragrande dei furti non potrebbe avere luogo senza l’aiuto di coloro che con biechi fini vogliono arricchirsi senza badare ai mezzi, e [...]
[...]ne che non basiscono nella miseria, sibbene di gente più o meno abbiente. Solo il povero ed il pezzente spesse volte cala nella rete della giustizia e ne riporta la meritata pena, ma i grossi delinquenti che hanno agio e modo riescono ad eluderla. I furti più grossi si commettono col concorso di molti, e quelli che ne sono la mente e l’anima trovano il modo di mostrarsi al pubblico al momento che il reato viene consumato.... Il numero stragrande dei furti non potrebbe avere luogo senza l’aiuto di coloro che con biechi fini vogliono arricchirsi senza badare ai mezzi, e costoro non li troviamo tra i poveri, ma sibbene tra coloro che del furto non hanno bisogno per vivere, tra gli agiati» (10). Il colonnello On. PaisSerra il 1896 nella inchiesta parlamentare da lui condotta sulle condizioni della p. s. in Sardegna per incarico di Crispi, così scriveva: «Non è raro il caso che partecipino a rapine agiati pastori, e spesso ve ne ha di coloro che seguitano i loro affari, resi più prosperi dal bottino ricavato in siffatte
(9) Avv. G. M. LeiS[...]
[...]abili. Se la volontà iniqua che li dirige non trovasse questo facile strumento di sua nequizie non potrebbe con tanta frequenza manifestarsi in orribili fatti » (12). Poiché per compiere la « bardana » occorre sempre qualcuno che conosca le persone da rapinare, le sue abitudini, i luoghi, in generale si deve ritenere che partecipano soprattutto ad essa i « servi », servi pastori o servi di casa.
Per quanto riguarda i rapporti generali interni dei componenti una « bardana », se si esclude il caso di quelle, e specialmente dei « poveri », nella quale tra tutti i membri esiste una uguaglianza, si deve ritenere che abitualmente esiste un capo con potere, qualche volta, di vita o di morte sui dipendenti. L’organizzazione, in generale, è strettamente gerarchica, quasi militare: in alcune «bardane » i componenti son indicati, persino, da un numero progressivo.
L’armamento della « bardana », sia quello rudimentale e improvvisato della « bardana » dei poveri, sia quello organizzato della « bardana » dei ricchi, è composto non solo di armi di fortuna (pugnali, schioppi, rivoltelle, fucili) ma di tutte le armi più moderne ed oggi, in generale, mitra. La provenienza dell’armamento è varia : frutto di « bardane » precedenti, di depositi abbandonati di munizioni (specie dopo le guerre), di armi riportate da reduci, di acquisto da militari (spesso sardi, parenti e amici) che incautamente o criminosamente le vendono. La frequenza di armi di dotazione regolare tra carabinieri, polizia, esercito, tra autori di « bardane » sono una prova di questo mercato.
La « bardana » si organizza, in generale, [...]
[...]ogo. I mezzi di trasporto,
(11) Relazione d’inchiesta sulle condizioni economiche e della sicurezza pubblica in Sardegna promossa con Decreto ministerale del 12 dicembre 1894. Tip. della Camera <iei Deputati, Roma, 1896, pp. 51.
(12) Ib. p. 74.66
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oltre le gambe od il cavallo, come anticamente, sono tutti quelli moderni che si trovano di volta in volta: treno, auto, bicicletta, motocicletta. La capacità di spostamento dei predoni orgolesi a marce forzate, con tempi da corse a cronometro, è quasi incredibile.
I partecipanti alla « bardana » vanno da 2 a tutto il paese, con una media di 1050 per volta.
Le « bardaqe » si fanno a viso aperto o mascherato.
I ripi di impresa che compie l’associazione della « bardana » sono divisibili in imprese contro individui ed in imprese contro collettività. Una seconda ripartizione si può fare per le imprese contro luoghi di dimora e per imprese sulle strade.
Le imprese contro individui sono rivolte, in generale, contro « ricchi » locali. Secondo una mentalità primi[...]
[...]bardana » sono divisibili in imprese contro individui ed in imprese contro collettività. Una seconda ripartizione si può fare per le imprese contro luoghi di dimora e per imprese sulle strade.
Le imprese contro individui sono rivolte, in generale, contro « ricchi » locali. Secondo una mentalità primitiva (che va sempre più scomparendo) sono rare le imprese contro uno « straniero ».
Il ricco colpito può essere orgolese ma, più generalmente, dei paesi vicini. È più facile, naturalmente, nel paese esser individuati come colpevoli, e, oltre a ciò, è più facile non essere riconosciuti e sparire dal territorio vicino. I reati contro individui condotti in luogo di dimora, sono, in generale, furto di pecore (il più diffuso e un vero flagello), di prodotti agricoli, di denaro, di valori, con assalto allo ovile o all’abitazione; ed il sequestro di persona a fine di ricatto. E ancora sgarrettamenti, e danni e incendi a colture ed alberi. I reati contro individui, condotti sulla strada, sono la gassazione del passante isolato, dal pastore al s[...]
[...]ro collettività sono (o erano) rivolte contro un comune vicino o contro enti privati o statali.
I reati contro un comune vicino sono (o erano) la lotta per il possesso di territorio di pascolo e il saccheggio di tutte le case.
Dal medioevo le lotte per il possesso di territorio di pascolo è stata, con continuità, una delle forme più gravi e più famose di « bardana ». Le lotte contro il comune di Locoe, ad es., sono vive tuttora nel ricordo dei vecchi orgolesi. L’intero paese, armato, a piedi e a cavallo, scendeva a torme per battersi ogni tanto con quello di Locoe in vere e proprie battaglie. Il territorio, a poco a poco conquistato dagli orgolesi, era militarmente presidiato, e si accendevanoINCHIESTA SU ORGOSOLO
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continuamente conflitti con diecine e diecine di morti. Dopo tanto sangue, il 1845 Locoe veniva completamente spopolata e distrutta e la tradizione vuole che ciò sia avvenuto per avvelenamento di tutte le acque ad opera di orgolesi.
Il saccheggio di tutte le case di un vicino paese, è uno dei feno meni più im[...]
[...]e e proprie battaglie. Il territorio, a poco a poco conquistato dagli orgolesi, era militarmente presidiato, e si accendevanoINCHIESTA SU ORGOSOLO
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continuamente conflitti con diecine e diecine di morti. Dopo tanto sangue, il 1845 Locoe veniva completamente spopolata e distrutta e la tradizione vuole che ciò sia avvenuto per avvelenamento di tutte le acque ad opera di orgolesi.
Il saccheggio di tutte le case di un vicino paese, è uno dei feno meni più impressionati della storia di Sardegna. Per darne un esempio vivo darò qui la descrizione di uno assai celebre compiuto in Tortoli il 13 novembre 1894, che contiene tutti gli elementi di questa forma classica di « bardana ».
A mezzanotte, da 100 a 500 grassatori orgolesi a cavallo, armati di moschetti, erano penetrati, silenziosi, in quel paese. Circondata la caserma dei carabinieri, e dispostisi nelle vie in modo da poter controllare tutte le case, avevano cominciato a sparare contro le finestre, cacciando urla acutissime per intimidazione. Dalla caserma de} carabinieri avevano risposto al fuoco con due o tre fucilate e, allora, un gruppo di orgolesi, entrato con la forza, aveva massacrato i pochi uomini di guarnigione. Numerosi grassatori e bande, sfondate con ascie e mazze tutte le porte, erano entrati in ogni casa svaligiando e compiendo ferimenti ed uccisioni. Solo le donne, non una esclusa, venivano rispettate.
Nella casa del proprietario Pau, fratel[...]
[...]er qualsiasi eventualità. Era stato ucciso un servo, non si sa se perché aveva tentato di difendere i beni del padrone, o per eliminare un complice o testimoni pericolosi. Compiuto il furto, come per incanto i grassatori erano scomparsi dal paese. Il sindaco di Tortoli e altri 2 o 3 uomini usciti dalle case, erano usciti qualche ora dopo nelle campagne e qui avevano rinvenuto il cadavere di un grassatore, morto per ferite ricevute dalle fucilate dei carabinieri: aveva fattezze signorili, mani bianche e fini, era completamente spogliato, e con la testa staccata e asportata dal busto, che i suoi compagni avevano portato con loro per evitare il ri68
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conoscimento. Nessuno dei grassatori è stato poi mai identificato.
Diecine e diecine di simili « bardane » hanno subito dagli orgolesi quasi tutti i paesi vicini e, seppur in questa forma si possano dire scomparse, (ma da poco), il ricordo dei grandi predoni di Orgosolo rimane tra tutti quegli abitanti.
Da qualche anno rapine simili sisvolgono, di tanto in tanto, solo contro qualche casa o qualche gruppo isolato di case, e le grandi « bardane » contro i paesi vicini, si svolgono, e sempre meno in vero, soprattutto nelle campagne con furto di intere greggi, di torme di buoi, di mandrie di capre, di branchi di porci.
I reati contro enti pubblici, in generale statali, si svolgono tuttora in luogo di dimora e sulle strade.
In antico era celebre, ad esempio, la « calata » dei predoni di Orgosolo nelle saline di Oristano, dove e[...]
[...] sisvolgono, di tanto in tanto, solo contro qualche casa o qualche gruppo isolato di case, e le grandi « bardane » contro i paesi vicini, si svolgono, e sempre meno in vero, soprattutto nelle campagne con furto di intere greggi, di torme di buoi, di mandrie di capre, di branchi di porci.
I reati contro enti pubblici, in generale statali, si svolgono tuttora in luogo di dimora e sulle strade.
In antico era celebre, ad esempio, la « calata » dei predoni di Orgosolo nelle saline di Oristano, dove essi si fornivano di sale per fabbricare i formaggi.
Non si ricordano assalti alle Banche, perché Banche non ve ne sono. Una rapina tradizionale, e tuttora frequente, è, invece, contro gli Uffici postali.
La più audace e frequente « bardana » è fatta contro caserme di carabinieri, di p. s., a fine di « vendette » e per svaligiarne gli stipendi.
Le « bardane » più frequenti sono oggi sulle strade.
L’assalto ai treni, al treno CagliariArbatax, con svaligiamento di tutti i viaggiatori, è avvenuto ancora, l’ultima volta, il 1922.
L[...]
[...]te la corriera, svaligiarla durante la corsa e quindi scendere senza provocare alcun ritardo.
L’assalto di macchine che conducono le paghe di operai è statoINCHIESTA SU ORGOSOLO
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frequente dopo la guerra. L’ultima « strage » di Villagrande ne è un esempio grave.
Le stesse macchine di carabinieri e di p. s. se portano paghe vengono fermate e sono assaltate. L’ultima strage di « sa verula » ne è una prova.
L’abilità di scomparire dei predoni, senza lasciar traccia, in un territorio che totalmente li favorisce, la velocità con cui riescono, veri e propri fulmini, a ritornare a casa, è incredibile
E non vi è caso, o quasi alcuno, in cui trapeli qualche cosa.
Se non vi è spia, se non vi è conflitto accidentale, fortuito, si può tener fede a LeiSpano, già capo della Magistratura in Sardegna che scrive : « per esperienza personale posso dire essere rarissimo il caso che un malfattore sia scoperto e assicurato alla Giustizia ».
Le cronache delle « bardane » (che richiederebbero una intera biblioteca), il loro sviluppo [...]
[...]dire essere rarissimo il caso che un malfattore sia scoperto e assicurato alla Giustizia ».
Le cronache delle « bardane » (che richiederebbero una intera biblioteca), il loro sviluppo continuo non « straordinario » portano ad alcune conclusioni generali. Scrive, ad es., il PaisSera nella su citata inchiesta, a proposito della « bardana » : « Si avverta che nella sua esecuzione ha un colore di impresa guerresca che si riattacca alle tradizioni dei popoli primitivi della Sardegna » (13).
Se non si tiene presente questo carattere normale, (seppur per noi « straordinario ») si rischia di non comprendere una situazione locale che non può essere se non quella che è: non si può affrontare concretamente la soluzione del problema.
Un fenomeno singolare su cui bisogna rivolgere l’attenzione è che l’abitante di Orgosolo, il pastore, il componente della « grande famiglia », che, come tale, dovrebbe avere il carattere di uomo prudente, sospettoso, chiuso nella famiglia, proprio e quasi solo in queste imprese rischiose, pericolose quanto mai,[...]
[...]cuparono il territorio ».
Non possiamo pertanto parlare di « orda » nello stadio culturale presente degli orgolesi né possiamo dire — mancando qualsiasi residuo di quell’elemento ideologico decisivo, determinante — che essi in antico, già « cacciatori e raccoglitori » costituissero anche « orde » vere e proprie. Ce lo fanno pensare però gli attributi secondari, le «forme strutturali» e, specialmente, nell’istituto della « bardana ».
L’orda dei razziatori, degli antichi cacciatori seminomadi, potrebbe essere stata la antica radice sociale oggi sparita e non ricostruibile — di questa popolazione singolarissima tra tutti i vicini
(14) lb. p. 51..INCHIESTA SU ORGOSOLO
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e consimili paesi di pastori, che, prima di Orgosolo hanno raggiunto un progresso superiore.
Quali siano le ragioni della conservazione in Orgosolo di questi residui di arcaici elementi strutturali e culturali che non discendono dalla struttura economica e dalla cultura presente vedremo chiaramente, nella seconda parte di questa inchiesta, analizzando i ra[...]
[...] prima occasione il lamento da recitare, adattandolo con opportune modificazioni in analoghe situazioni (figlia al padre, moglie al marito, e così via). Così, p. es., tutti i lamenti della famosa lamentatrice Bannedda Corraine furono a suo tempo raccolti dalle nipoti Pauledda e Pippina. Gli uomini non partecipano al lamento,* anzi esistono forme parodistiche maschili del lamento femminile. In sostanza il cordoglio comporta una sorta di divisione dei compiti: le donne eseguono il cordoglio attraverso T attitu che in Orgosolo è molto spesso legato alla esortazione alla vendetta; gli uomini eseguono la vendetta che fa parte integrante del cordoglio ed è il modo maschile di esprimerlo. Un esempio caratteristico di attitu di vendetta può essere il seguente:
Ohi fizos meos caros pranghidelu ’e tottu leades s’iscupeta chi b’ana a babbu mortu
(O figli miei cari, piangetelo tutti, prendete il fucile, che vi hanno ucciso babbo). Oppure:
Sas lacrimas a nois lassade a bois su piantu non cumbenit.
Sa mancia chi hat fattu a s’eridade solu [...]
[...]ti veda col congedo. Se hai fratelli o sorelle in città non possa tornare. Se hai sorelle e fratelli non possa tornare in città. Se hai preso penna non possa tornare in Sardegna. Se hai preso ferma non possa tornare in caserma. Se hai preso calamaio non possa tornare al quartiere. Fratello mio Michele, di lusso carta. La ho ora nel campo rotta, questa carta di lusso).
La chiesa in Sardegna ha combattuto il lamento, come ne fanno fede i canoni dei concili diocesani. Negli stessi lamenti si ritrova talora una eco di questa lòtta, poiché in dati casi la resistenza dei preti a seguire il loro ufficio ha dato argomento alla lamentatrice di esprimere il suo disappunto.
A Orgosolo qualche anno fa un corteo funebre aveva luogo, accompagnato dal lamento tradizionale: il parroco volle impedire alle lamentatrici di assolvere il loro compito e, allora, una di esseINCHIESTA SU ORGOSOLO
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conclusali suo lamento con questi quattro versi che sono ancora ricordati :
Si ischiada su dolore pranghiada su Rettore si su dolore ischiada su Rettore pranghiada.
(Se provasse dolore attiterebbe il parroco, se il dolore provasse, il parroco attiterebbe).
Il tes[...]
[...] Su tenore. Non si può dimenticare, inoltre, che ad Orgosolo questi canti servivano quale eccitazione ed incitamento alla « bardana », come tuttora, servono larINCHIESTA SU ORGOSOLO
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gamente a popolazioni dell’Africa per intraprendere la guerra. Le voci di Su tenore sono caratterizzate da sedimentazioni e imitazioni naturalistiche: è rintracciabile infatti una affinità tra i comandi che
i pastori usano per gli armenti e la dimensione dei loro canti : la identità sia di forma che di struttura (voce strozzata e singhiozzata; in più, qualche volta, urla, fischi, strappi di voce o « glissando » che interrompono Su tenore). Un’altra identità può trovarsi nella imitazione di versi propri del mondo animale (belati, muggiti, campanacci, ecc.). I tre cantori, seduti o in piedi, cantano anch’essi come Sa boghe, in uno stato quasi di assoluta immobilità, se si eccettua, qualche volta, il portamento di una delle due mani sulla guancia, tra l’orecchio e la bocca, per cassa armonica, o, come essi dicono, per « sentire » meglio la voce.
[...]
[...]rumentale ma su musica vocale, cioè sulla poesia cantata: « su tenore ». Gli scarti ritmici di questo nel caso specifico del ballo (secondo le osservazioni che mi fornisce l’amico Carpitella ascoltando le registrazioni da me effettuate) sono qui più evidenti e si passa, attraverso una vivace accelerazione, da un ritmo di80
FRANCO CAGNETTA
ottava ad un ritmo di quarta —t — j. E il ritmo è sottolineato,
molto spesso, dal battito sincrono dei piedi, interrotto da grida, fischi, interiezioni. L’unione di poesia, musica e danza risale alle più antiche manifestazioni culturali che si conoscano, diffuso tra tutti
i popoli primitivi e, altrettanto, dell’antichità. Il ballo dell’antica Grecia, per es., non doveva essere dissimile come ci testimonia l’Iliade (cap. XVIII, scudo di Achille). E così era altrettanto il ballo dell’antica Roma se si tiene conto della testimonianza dell’Eneide (VI, 664):
Pars pedibus plaudunt choreas et carmina dicunt...
# * #
Chi ricerchi qualche notizia sulla origine, sulla storia antica, medioeva[...]
[...]onosciuto attraverso cronache di giornali e di qualche rivista solo per truculenti fatti di sangue, per i « briganti ». Esiste, probabilmente, più letteratura per qualche paese africano.
Posso, intanto, qui fornire le notizie da me raccolte in 4 anni in biblioteche pubbliche e private, in archivi di quasi tutt’Italia.
Origini
L’origine delle popolazioni di Orgosolo (come, in generale, di quelle di tutta la Barbagia) si perde nella notte dei tempi. Si può ritenere ipoteticamente, sulla scorta delle notizie storiche generali eINCHIESTA SU ORGOSOLO
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sugli elementi su ricavati dalle ricerche di etnologia, che potrebbe trattarsi di popoli venuti dall’Asia attraverso l’Africa, e per terra, quando '"Cioè la Sardegna, nel paleolitico, con le Baleari ed il Marocco formava un solo continente: la Tirrenide.
Storia antica. (Epoca nuragica e romana)
L’estensione di tutto il territorio di Orgosolo è disseminata da monumenti primitivi, tipici della prima civiltà della Sardegna, e databili, di volta in volta, in un ciclo che va d[...]
[...]so e chiuso, in testa, ad abside) di destinazione cemeteriale; di datazione incerta, in loc. : Gorthine.
I « Nuraghi » di Orgosolo (cioè le classiche torri mozze e circolari di tutta la civiltà protosarda) di destinazione ad abitatofortezza per famiglie e tribù di pastori; di datazione dall’VIII al
III sec. a.C., sono 22, in loc.: Ilole, Donori, Ruju, Dovilinò, Dulivìli, Funtana fritta, Larthiò, Des’ena, Sirilò, Talasuniai, Maninturtiò, Ilodèi, Lopàna, Olài, Delàcana, Su puthu, Orghe, Filihaì, Gortòthihe, Manurriè; e Mereu e Intro de patenti (al Supramonte). Sono, in generale, in stato di rovina ed abbattuti da pastori.
I meglio conservati sono i primi citati.
Non si sono trovati bronzetti.
Ruderi e oggetti preistorici imprecisati, e ora dispersi, si sono trovati in 14 località: Funtana bona, Isteòne, Pihisòne, Sònnoro, Donianìcaru, Intro ’e montes, Alasennora, Biduni, Susùni, Sgirghinnàri, Conca de furru, Luiliè, e Presèttu tortu e Mereu (al Supramonte).
II ritrovamento più importante di abitato primitivo — e il82
[...]
[...] un complesso cemeteriale di <j Domus de janas ». Potrebbe, perciò, essere stato un altro luogo di culto.
Per l’epoca romana, alcuni oggetti e monete, oggi dispersi, si sono trovati solo, oltre che nella cit. località di Orulu, nella loc. Galanòli.
(15) Notizie degli scavi di antichità comunicate alla Regia Accademia Nazionale det Lincei, ecc.; 1932, voi. Vili f., pp. 52836.INCHIESTA SU ORGOSOLO 83
V \ ....
Storia medioevale. (Epoca dei Giudicati e spagnola)
Il primo documento scritto in cui si ricordi Orgosolo — ed il solo per tutto il periodo del regno dei Giudici sardi, nell’alto medioevo, è l’atto di pace stipulato tra Eleonora, Giudichessa di Arborea e Don Giovanni, Re di Aragona, il 24 gennaio 1388, pubblicato nel « Codice Diplomatico di Sardegna » di Pasquale Tola. In questo documento, firmato da tutti i Comuni del Giudicato di Arborea, tra i firmatari risultano per la «villa» di Orgosolo tali Mariano Murgia, « Majore » (e cioè capo della polizia); Petto de Cori, Joanne de Ferrari, Petro Merguis, Mariano Pina « jurati » (suoi aiutanti); Petro de Oscheri, Oguitto de Martis, Petto Seche, Arcocho Lafra e Joanne Sio « habitantes » (abitanti), [...]
[...]o. Con spigolature storiche sul paese a cura del Parroco Sac. Don Francesco Lai. Tip. Ortobene, Nuoro, 1953, pp. 1820.
(22) Storia letteraria di Sardegna del cav. D. Giovanni Siotto Pintor, ecc. Tip. Timon, Cagliari, 1844, voi. Ili, pp. 496, nota l.INCHIESTA SU ORGOSOLO
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Triei e poi « nella Corte Romana », autore di una traduzione dall’italiano al sardo di un libro apologetico di vite di 45 Sante Vergini e Martiri di autore anonimo e dei PP. Ant. Galloniu e Villegas (23), oltre che di « canzoni manoscritte » andate « perdute » (24).
Da quella traduzione si può supporre anche un certo lavorio di adeguamento della Chiesa al dialetto locale, secondo i principi prescritti nel Concilio di Trento per una maggiore penetrazione tra le plebi rustiche.
Il 1799 Orgosolo compare citata nella Bolla del papa Pio VI: « Eam inter ceteras » del 21 luglio, con la quale si istituiva la nuova Diocesi di NuoroGaltelly, di cui il paese faceva parte come Rettoria (25).
Dal padre BrescianiBorsa S.J., nella celebre opera « Dei costumi dell’i[...]
[...]porre anche un certo lavorio di adeguamento della Chiesa al dialetto locale, secondo i principi prescritti nel Concilio di Trento per una maggiore penetrazione tra le plebi rustiche.
Il 1799 Orgosolo compare citata nella Bolla del papa Pio VI: « Eam inter ceteras » del 21 luglio, con la quale si istituiva la nuova Diocesi di NuoroGaltelly, di cui il paese faceva parte come Rettoria (25).
Dal padre BrescianiBorsa S.J., nella celebre opera « Dei costumi dell’isola di Sardegna » si ha notizia su Orgosolo che : « I Gesuiti che avevan stanza in Oliena visitarono quel popolo in sullo scorcio del sec. XVII e con la santa parola il mansuefecero; ma, cessati i Padri, tornò all’antica rustichezza. Lasciaron essi tuttavia di sé orma indelebile, poiché, introdotti per opera loro i gelsi e i bachi da seta, in quella grossa terra le donne del villaggio vi tesson drappi » (26).
(23) Legendariu ( de Santas / Virgines, et Martires / de lesu Christu / hue fi contennen exemplos admirabiles, necessarios ad ogni forte de persones, qui pretenden falv[...]
[...]II. Constitutiones, Litteras in forma brevis, Epistolas ad Principes, Viros et alios atque Allocutiones complcctens. Tomus sextus. Pars I. Pii VI continens pontificatum ab anno primo usque ad octavum. Prati. In Typographia aldina. MDCCCXLVII. Doc. CCXIX. Revocatio unionis decretae ab Alexandro VI ecclesiae calaritanae et galtellinensis, cum declaratione, et ampliamone diocesum (Dat. die 21 junii 1779. Anno V). Paragrafi 3 e 6, pp. 59495.
(26) Dei costumi dell'isola di Sardegna comparati cogli antichissimi popoli orientali per Antonio Bresciani d.C.d.G. All’Uffizio della Civiltà Cattolica, Napoli. Voi. II, pp. 113. Il Bresciani, Visitatore della C.d.G. in Sardegna, non fu però ad Orgosolo.86
FRANCO CAGNETTA
Storia moderna. (Epoca piemontese e italiana)
Solo dal principio del secolo scorso cominciano ad aversi su Orgosolo notizie meno estrinseche.
11 primo scrittore su cose del paese è il generale Alberto Fer rero della Marmora che, nel suo Itinéraire de l’tle de Sardaigne. cita un episodio avvenuto in Orgosolo, in data imp[...]
[...]uto da loro con più di dodici fucili puntati sulla mia persona, con ingiunzione di non fare un passo verso tali uomini disposti in atteggiamento così poco ospitale e, ancor meno, bendisposto; infine, dopo molti discorsi ed una infinità di questioni sul vero scopo del mio viaggio tra di loro — che era solo quello di portarmi sulla cima del Monte Novo con i miei strumenti geodesici — fui ricevuto in modo più cortese; ciò che significa che le punte dei fucili diretti contro di me si abbassarono; ma questa cortesia non era scevra da un certo sentimento di sospetto sul vero oggetto della mia visita.
Bisogna dire che i banditi di Orgosolo sono, in generale, della peggiore specie; sono continuamente in guardia contro la forza armata che vorrebbe sorprenderli in quei ripari quasi inaccessibili, dove si rifugiano dopo aver fatto le loro rapine; queste rapine consistono quasi tutte in furti di bestiame e, qualche volta, rubano ai proprietari dei villaggi vicini — di cui sono il terrore — greggi intere e gli stessi buoi da lavoro » (27).
L’ab[...]
[...]a questa cortesia non era scevra da un certo sentimento di sospetto sul vero oggetto della mia visita.
Bisogna dire che i banditi di Orgosolo sono, in generale, della peggiore specie; sono continuamente in guardia contro la forza armata che vorrebbe sorprenderli in quei ripari quasi inaccessibili, dove si rifugiano dopo aver fatto le loro rapine; queste rapine consistono quasi tutte in furti di bestiame e, qualche volta, rubano ai proprietari dei villaggi vicini — di cui sono il terrore — greggi intere e gli stessi buoi da lavoro » (27).
L’abate Vittorio Angius di Cagliari (17971862), nel Dizionario geograficostoricostatisticocommerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, compilato dal prof. Goffredo Casalis, il 1843, voce:
(27) Itinéraire de Vile de Sardaigne pour faire suite au Voyage en cette contrèc par le Conte Albert de La Marmora, ci devant Commandant Militaire de Vile de Sardaigne, Làeutenant generai, Sénateur du Royaume etc. Chez les frères Bocca libraire du Roi. Turin, 1862, voi. I, pp. 41920. La traduzione è mia.[...]
[...]sempio se ad un orgolese, anche in tempo di bisogno, si faccia una offerta per uno spergiuro, egli rigetterà la promessa con nobile indignazione; e se facciasi gran promessa per persuaderlo ad una perfidia, egli risponderà con ira. Tra molti prezzolati che servon di guida e di spia per gli arresti non credo che si possa nominare un solo orgolese.
A bene studiarli si conosce in essi un ottimo fondo e, quando sieno ben educati, diventeranno uno dei popoli più generosi.
Or sono in via di miglioramento e molti già cominciano a studiar sull’agricoltura » (29).
Un documento importante, che ci dà un quadro vivo e pittore
(28) Op. cit., voi. XIII, pp. 23541.
(29) lb., voi. XII, pp. 658.88
FRANCO CAGNETTA
sco della situazione del paese di Orgosolo nel 1847, ci è dato dal padre Bresciani nella già cit. sua opera :
« Ecci nel più montagnoso ed aspro sito della Barbagia, nel popoloso villaggio d’Orgozzolo, ove le genti vivon sequestrate dalle circostanti ville, uomini selvatici e crudi, che campan di ratto, e stanno a guardia [...]
[...]ossiam rapirne alcun centinaio, soccorriamo almeno in parte alla giustizia distributiva.
L’Arcivescovo mostrò loro questa esser logica da Beduini di Arabia, e da corsali di mare, e non da cristiani.
Costoro potrebbero anzi tener cattedra di ComuniSmo in certe università d’Europa...
Ma, per venire al proposito nostro, Monsignore vide a sua gran meraviglia quel popolo così strabocchevolmente unto, che il grasso stillava loro dalle ciocche dei capelli e dai lucignoli della barba in guisa che scorreva giù per le spalle ed il petto. E le donne gocciolavano dalle trecce, e aveane sì unta la faccia, che il viso luccicava loro, e il grasso colava per gli orecchi e pel mento giù nel seno, di che la finissima camicia era tutta inzuppata; e i pepli ch’avean di seta bellissimi e grandi, eran conditi di grasso per modo che traspareano e brillavano al sole come oro. L’Arcivescovo richiese i preti del villaggio che nuova fosse questa; e gli venne risposto: essere immemorabile usanza di lor antenati, ché, nei dì delle sacre feste e nozze e di b[...]
[...]ndannati: 3 per reato contro le persone e 5 contro la proprietà; 10 ammoniti, 2 sotto sorveglianza,
12 oziosi e vagabondi, 108 sospetti di furto, 23 sospetti di grassazione, ricetto a banditi e propensi a delitti).
2) Una « Nota intorno ai banditi arrestati o da arrestare » del 4 aprile 1869 (Vedele Antonio di anni 40, imputato di grassazione, arrestato il 12569 su mandato di cattura del Giudice Istruttore di Nuoro).
3) Una « Statistica dei banditi che tuttora scorrazzano nel circondario » senza data (Moro Giovanni di anni 50, imputato di grassazioni, rivolte all’Arma, omicidi, bandito dal 1844; Succu Giuseppe di anni 44, imputato di grassazione e rivolta all’Arma, bandito dal 1853; e Pisanu Francesco di anni 55, imputato di un omicidio consumato, due mancati, due grassazioni e rivolta all’Arma, bandito dal 1838).
La storia di Orgosolo si chiude il secolo scorso con una rivalità di vendetta o « disamistade » tra le famiglie Mesina e Pisanu che oggi è impossibile ricostruire, come ho tentato di fare, per mancanza di exprotagon[...]
[...]14.
(31) Inventano del R. Archivio di Stato di Cagliari e notizie delle carte conservate nei più notevoli Archivi Comunali, Vescovili e Capitolari della Sardegna. Pietro Vatdés, Cagliari, 1902, pp. 176.INCHIESTA SU ORGOSOLO 9!
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secolo, con l’altra rivalità di vendetta o « disamistade » tra i Gossu e i Corraine che ho analiticamente ricostruita nel già cit. saggio sulla rivista « Società ».
Esistono anche nel Museo storico dell’Arma dei Carabinieri in Roma (piazza Risorgimento) «verbali» di conflitto a fuoco, nell’Archivio, ed « Armi ed oggetti sequestrati a banditi » di Orgosolo, nelle vetrine. Sono un soccorso alla storia di Orgosolo.
Per l’intensissimo periodo di banditismo 18821899 si conserva
il Verbale del conflitto a fuoco avvenuto nella foresta di Murgugliai
il 10 luglio 1899, nel quale caddero i famosi fratelli Elias e Giacomo SerraSanna di Nuoro, e riuscì ad evadere il famoso Giuseppe Lovicu di Orgosolo.
Per il periodo della « disamistade » ho pubblicato nel cit. saggio il Verbale del conflitto avvenuto[...]
[...]buona riproduzione della carta è in : Istituto Geografico Militare. Monumenta Italiae Cartographica. Riproduzione di carte generali e regionali d’Italia dal sec. XIV al XVII, raccolte e illustrate da Roberto Almagià, Firenze, coi tipi dell’istituto Geografico Militare, 1929, tav. LV.
Su di questa si attenne Egnazio Danti, sul cui disegno il fratello Antonio Danti dipingeva il 1589 la carta di :
2) Sardegna. Galleria delle Carte Geografiche dei Musei Vaticani in Roma.92
FRANCO CAGNETTA
e ziu Carlo Floris detto Anzelu Zudeu. Ho raccolto queste due biografie dalla viva voce dei protagonisti, trascrivendone fedelmente il racconto parola per parola. L’ho ricomposto, naturalmente, dall’iniziale disordine, e, trasportandolo in italiano, ho cercato di mantenermi ligio agli originali modi sintattici ed al gergo orgolese. Tra tutti i 15 o 20 vecchi che ho interpellato nel paese questi due principalmente mi sembra che riescano a dare un’idea larga, abbastanza completa, di quella che era la straordinaria vita in Orgosolo 4050 anni fa.
Il primo di essi, il vecchio ziu Marrosu, ladro di pecore, quasi
La posizione di Orgosolo ha la stessa aberrazione che nella carta di Ro[...]
[...]de:
5) L}ltalia di Matteo Greuter. Stampa veneta del 1657. Sardegna (foglio 10) cm. 208x114, riprodotta nel cit. Mon. It. Cart.
Pure al Magini si attiene Vincenzo Coronelli nel suo celebre: Ìsolario descrittivo geografico histonco sacro profano antico moderno politico naturale e pratico ecc. Tomo II delVAtlante veneto, opera e studio del P. Maestro Vincenzo Coronelli, Min. Conv. Cosmografo della Serenissima Repubblica di Venezia e Principe dei Geografi. A spese dell’Autore M.DC.LXXXX.VI. Nella carta:
6) Isola e Regno di Sardegna soggetta al Re di Spagna ecc. Alle pp. 102103.
7) Le Royaume de Sardaigne dressé sur Ics cartes manu scripte s levées dans le Payt par les ingégnieurs piemontois a Paris. (A Messieurs de TAcademie Royale des Sciences). Colloca Orgosolo nell’cc Incontrada di Orani » a confine con il « Judicato di Ulliastro ».
8) Nuova Carta dell’isola e Regno di Sardegna. Opera del R. P. Tommaso Napoli delle Scuole pie colleggiate dell’Università di Cagliari e del cav. Rizzi Zannoni del Buro topografo della guerra p[...]