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Il segmento testuale De Martino è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 108Analitici , di cui in selezione 4 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Andrea Binazzi, Raffaele Pettazzoni in KBD-Periodici: Belfagor 1984 - 3 - 31 - numero 2

Brano: [...]Nel 1952, quando, nei « Libri del tempo » di Laterza, usci Yltalia religiosa di Raffaele Pettazzoni furono in molti, tra i laici progressisti, a recensire e a citare il libro come un momento alto della battaglia contro il confessionalismo della Chiesa cattolica e contro l’affermarsi nella vita sociale e politica di un modo di concepire la religione che non lasciava spazi per la storia, ma tutto tendeva a risolvere in termini di autorità. Ernesto De Martino, sul « Mondo » del 14 marzo 1953, dedicò al libro un lungo articolo dove le forti riserve metodologiche e teoriche lasciavano immediatamente il campo all’apprezzamento dell’opera come « documento significativo dello sforzo compiuto da questo studioso per legare le ricerche storicoreligiose alla problematica del mondo moderno » 1. Secondo il De Martino, dagli scritti raccolti nel volume traspare la preoccupazione « che si stiano preparando giorni duri per le sorti dell’idea laica in Italia, e che quindi anche i frutti della sua [del Pettazzoni] fatica di storico delle religioni rischino di andar dispersi, o quanto meno la loro maturazione ritardata ».

Altri, come Piero Calamandrei, da una diversa angolatura, ma per linee convergenti, nel compiacersi di aver trovato nel libro del Pettazzoni la Resistenza collocata tra i momenti della storia religiosa d’Italia e nell’insistere sul carattere di « insurrezione morale » di quel moto popolare,[...]

[...] morale » di quel moto popolare, affermava, dilatando e anche magari genericizzando l’intento dell’autore: « Religione vuol dire serietà della vita, impegno per i valori morali, coerenza tra il pensiero e l’azione: la religione non è soltanto quella che si celebra nelle cerimonie liturgiche »2.

Questo libro, insieme ai primi volumi, pressoché contemporanei, di Miti e leggende, fece conoscere il Pettazzoni anche tra il largo pubblico e

1 E. De Martino, Italia religiosa, in « Il Mondo », 14 marzo 1953, p. 4.

2 P. Calamandrei, Passato e avvenire della Resistenza, ora in Scritti e discorsi politici, voi. I, Storia di dodici anni, Firenze 1966, tomo n, p. 51.176

ANDREA BINAZZI

lo collocò decisamente tra gli intellettuali italiani impegnati a contrastare l’egemonia del clericalismo. In questo schieramento, del resto, egli si era già venuto a trovare quando, tra le famose Lettere scarlatte, fu pubblicata una sua lettera al « Mondo » scritta per chiarire pubblicamente la vicenda delPvm Congresso internazionale di storia delle religioni [...]

[...]o il Pettazzoni, dal contrasto tra la « religione dell’uomo » e la « religione dello Stato » o « religione civica ».

3 Un congresso « non opportuno », in « Il Mondo », 19 gennaio 1952, poi in Religione e società, a cura di M. Gandini, Bologna 1966, pp. 157159.

4 Ver la libertà religiosa in Italia, poi in Religione e società, cit., p. 211.

5 Italia religiosa, Bari 1952, p. 154.RAFFAELE PETTAZZONI

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Il voler ricondurre scrive il De Martino nell’articolo citato questa storia all’antitesi fra religione dell’Uomo e religione dello Stato... il voler ricondurre la storia religiosa d’Italia a questa polarità, da ricercarsi nell’epoca dei Comuni, nel Rinascimento, nel Risorgimento e persino nella Resistenza, non ci sembra un pensiero ricco di energia storiografica, capace cioè di darci uno sviluppo unitario, ma piuttosto uno schema classificatorio a cui assegnare, non senza mortificarli, fatti disparatissimi per genesi, significato e funzione.

Era un duro attacco, ma ancor più drastico risultò il giudizio espresso dal De Martino s[...]

[...]sa d’Italia a questa polarità, da ricercarsi nell’epoca dei Comuni, nel Rinascimento, nel Risorgimento e persino nella Resistenza, non ci sembra un pensiero ricco di energia storiografica, capace cioè di darci uno sviluppo unitario, ma piuttosto uno schema classificatorio a cui assegnare, non senza mortificarli, fatti disparatissimi per genesi, significato e funzione.

Era un duro attacco, ma ancor più drastico risultò il giudizio espresso dal De Martino su « Società » (xi, 1953, p. 231), dove l’opera del Pettazzoni veniva considerata priva di « legittimazione critica e metodologica ».

Dello stesso parere non si dimostrò invece Delio Cantimori in una lunga recensione pubblicata su « Belfagor » del settembre 1953, dove tracciava un profilo del Pettazzoni che riprenderà poi, più ampiamente, nel necrologio apparso nel 1960 sulla « Nuova Rivista Storica »: « Nel secondo saggio della presente raccolta, il Pettazzoni ci offre una novità molto interessante, che metteremmo volentieri, per importanza intrinseca e per il momento che segna nello svol[...]

[...]ressante, che metteremmo volentieri, per importanza intrinseca e per il momento che segna nello svolgimento intellettuale di questo nostro grande studioso, accanto alla introduzione alla nuova edizione... di La religione nella Grecia antica. Si tratta di una serie di capitoletti intitolata Momenti della storia religiosa d'Italia »6. L’analisi del Cantimori, rapida, ma ricca di sfumature, tende soprattutto a valorizzare, al contrario di quella di De Martino, la quantità di stimoli e di suggestioni che scaturisce dalle pagine di questi capitoli, mette in guardia dal considerarle, lasciandosi magari trarre in inganno dalla semplicità espositiva, schematiche e superficiali. Coglie infine un carattere essenziale del Pettazzoni quando osserva che « la storia delle religioni, rampollante da una vena che ha percorso meandri e stratificazioni di filologia, teologia, etnografia, storia, poesia, filosofia, e di esse è saturata, tende nel Pettazzoni ad acquetarsi in una semplicità e sobrietà di formulazioni che soltanto a chi fosse viziato da complicate te[...]

[...]sumersi il compito di « verificare e determinare » gli ambienti e le culture da cui si originano gli attributi.

L’opera dove questo punto di vista trova la sua espressione più esauriente è senz’altro L’onniscienza di Dio che vide la luce nel 1955 nella Collana di studi religiosi, etnologici e psicologici dell’editore Einaudi, forse uno di quei « tre titoli in cinque anni » a cui accenna sbrigativamente Pavese nel 1949 in una lettera a Ernesto De Martino, il « padre putativo » della collana (« Con Pettazzoni, saprai che ci siamo intesi. Tre titoli in cinque anni »32). In questo testo l’autore è come se facesse i conti con il suo lavoro precedente e anche con le principali posizioni del secolo nel campo della storia delle religioni, in particolare con quella corrente del

30 Monoteismo e « Urmonotheismus », in « Studi e materiali di storia delle religioni », xixxx (194346), p. 175.

31 II Pettazzoni tenne, dal 1936 al 1938, Pincarico di etnologia a Roma. Venne interessandosi in misura crescente a questo campo di studi in relazione con la s[...]

[...]studi che aveva occupato tutta la sua esistenza.

Andrea Binazzi

38 Gli ultimi appunti, cit., p. 126.

39 forma e verità del mito, cit., p. 52.194

ANDREA BINAZZI

NOTA BIBLIOGRAFICA

La presente sintesi bibliografica è stata desunta dal lavoro di Mario Gandini, II contributo di Raffaele Pettazzoni agli studi storicoreligiosi: appunti per una bibliografia, in Raffaele Pettazzoni e gli studi storicoreligiosi in Italia, scritti di E. De Martino, A. Donini, M. Gandini, Bologna 1969, pp. 145. Del Gandini vedi anche II punto sugli studi pettazzoniani, in idoc internazionale [mensile di documenti e studi in una prospettiva internazionale], xiv (1983), pp. 5458. A questo appassionato studioso del Pettazzoni va il mio ringraziamento per il molto materiale che mi ha generosamente fornito e che ha agevolato il mio lavoro.

Per la bibliografia, ci si deve riferire anche a quella che completa il libro di Ugo Casalegno citato nel testo.

La religione primitiva in Sardegna, Piacenza 1912; La religione di Zarathustra nella storia religiosa d[...]



da Francesco de Martino, Noterelle e schermaglie. Storia di Lelio Basso reprobo. in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4

Brano: [...]on dunque « morandiano di ferro » come scrive AMATO, op. cit., p. 81.
5 Basso aveva fatto parte del gruppo radunatosi intorno alla rivista: N. TRANFAGLIA, Carlo Rosselli dall'interventismo a «Giustizia e Libertà », Bari, Laterza, 1968, p. 285.
NOTERELLE E SCIIERMAGLIE

vento ed al suo 6 e sottolinea quale fosse il punto fondamentale della nostra posizione:
A Firenze si sono forse accentuate le espressioni, ma tutti i concetti esposti da De Martino e da me sulla impossibilità di due politiche della classe operaia e sul concetto di politica unitaria, come della sola politica possibile per il proletariato, sull'unità internazionale della classe operaia e sul ruolo dell'Unione sovietica in questa lotta; sull'autonomia come problema di forza ecc. sono posizioni che su questa rivista, o altrove, io ho costantemente sostenuto.
Nello stesso commento, che ha il valore di un vero e proprio programma di azione, Basso muoveva una critica esplicita alla maggioranza a sinistra e cioè
la critica di non avere svolto una lotta coerente contro l'oppor[...]

[...]ica di Saragat al momento
della scissione, faceva riscontro una non meno rigorosa ed intransigente posizione sui principi fondamentali, che avrebbero dovuto ispirare il partito socialista.
Nel replicare alle critiche mosse sulla stampa ed al discorso di De Gasperi all'Adriano di Roma, nel quale lo statista democristiano si era lungamente soffer
mato a citare polemicamente i passi del discorso relativi ai temi unitari: « E stato rimproverato a De Martino di aver negato la possibilità di una politica socialista, a me di aver accettato il concetto della guida dell'Unione Sovietica ». Egli ribadiva tali posizioni e nei confronti di un giudizio dell'« Unità » secondo la quale
6 Dopo il Congresso, « Quarto Stato », 1949, n. 89, pp. 3 ss.
468 NOTERELLE E SCHERMAGLIE

per la prima volta Basso avrebbe accettato tali concetti, egli ricordava che già al Congresso di Genova aveva affermato il ruolo di primo piano dell'uRs s nella lotta
internazionale della classe operaia contro l'imperialismo. E nell'intervento al Congresso di Firenze egli [...]

[...]el campo delle congetture.
Iz Conclusioni Congressuali nell'opuscolo Davanti al paese l'alternativa socialista. Testi e Documenti a cura della Direzione del PSI, p. 45 ss. Gran parte dell'intervento di Nenni è dedicato alla polemica con Basso, al quale si rimproverava di correre il rischio di avventure estremiste (p. 52).
13 L. BAsso, Il tessitore di Pralognan, « Il Giorno » 22.8.1976, p. 3: « sul finire del 1954 in una colazione con Morandi e De Martino mi sentii invitare a ritornare nella vita attiva del partito e a prendere di nuovo posizione nel prossimo congresso ». V. anche le dichiarazioni dello stesso Basso in « Mondo Operaio » 1977, n. 7/8, p. 63: « Per parecchi anni (i rapporti) con Morandi furono totalmente interrotti. A fine 54 attraverso De Martino, Morandi mi invitò a cena a casa sua. Anche lui non condivideva i probabili sviluppi della politica di Nenni e mi invitò a riprendere parte attiva alla vita del partito ». Per verità l'interruzione dei rapporti durò dal '51 al '54.
NOTERELLE E SCHERMAGLIE 473
Un ultimo particolare. In occasione di un viaggio nell'uRss di una delegazione italiana nel 1951, della quale anch'io facevo parte, fui chiamato da Morandi, Cacciatore e Lizzadri, i quali non senza imbarazzo e con molto garbo e cautela mi fecero comprendere che erano interessati a conoscere che cosa avrei detto nei miei incontri. Compr[...]

[...] e del comunismo era giunto alla fine ad accettare il leninismo. Entrambi questi uomini apparten
gono ad un'epoca nella quale la lotta per il socialismo si concepiva come un'autentica lotta rivoluzionaria. Fu certo negativo che tra di essi, cosí simili per formazione ed ispirazione, non si sia creata una salda amicizia politica e che gli sforzi
per indurli a superare i contrasti siano stati resi vani dalla morte inattesa di Morandi.
FRANCESCO DE MARTINO
DALLA SCUOLA KAFKIANA ALLA RUPE TARPEA
Come nel castello kafkiano vaga un'onnipotente presenza padrona delle anime umane, cosí tra i corridoi delle scuole sperimentali s'aggirano fantasmi mitologici padroni delle anime professionali della categoria docente, e ne decretano il processo.
Una programmazione scolastica degli anni '80 non può non iniziare con una premessa polemica contro le nuove mitologie didattiche che hanno invaso la scuola media dell'obbligo, e in particolare le scuole sperimentali. Dieci anni fa, tanto per ricordare, l'editoria didattica cattolica sfornava i primi obiettivi[...]



da Giovanni Battista Bronzini, Varietà e documenti. Togliatti e i canti popolari [scritto del 1953, per metà inedito [quadre nel testo]] [e trascrizione documento di Rocco Scotellaro [quadre di catalogo]] in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4

Brano: [...] me sembra che la premessa contenga la parte teorica piú nuova e piú attuale del saggio, in quanto tocca un problema, quello della produzione in atto di poesia popolare, che è stato generalmente scansato dagli studiosi, volti al prodotto e tendenti, per la perdurante influenza romantica, a far svanire in una indeterminata creazione collettiva l'apporto del singolo nella sua singola identità sociale e culturale.
Scotellaro rimprovera allo stesso De Martino, riferendosi agli articoli sulla « spedizione in Lucania » che questi andava pubblicando su « Vie Nuove » e altrove, di aver trascurato di considerare il momento della creazione e di identificare i singoli autori o elaboratori, che spesso a torto e anche volutamente per « comodo intellettuale » vengono registrati come ignoti. Il fatto è che l'interesse di Ernesto De Martino era rivolto al momento della recitazione, non direi neppure della fruizione obiettiva, ma della recitazione del contadino o dell'operaio nell'incontroscontro diretto tra lui e l'altro, tra il « nostro » e l'« alieno ».
Ciò che qui dice Scotellaro è vero soprattutto per uno speciale genere di poesia popolare cantata, che è quello sociale e politico, di carattere progressista, per la cui creazione si può arrivate, dalla cooperazione fra popolo e intellettuali fino alla delega ad essi data dal proletariato per la composizione dei canti di protesta 2. Comunque, richiamando l'attenzione sulla « f[...]

[...]n parte, al processo di produzione economica, facendo salvi alcuni altri valori e fattori che la teoria marxistica non considera.
GIOVANNI BATTISTA BRONZINI
Sul valore culturale e progressivo di alcune manifestazioni del folklore me ridionale molti si sono occupati in questi ultimi tempi impostando variamente la ricerca sui testi di poesie e canti popolari della piú diversa ispirazione religiosa, civile, carnascialesca, familiare, amorosa.
Il De Martino, tra gli altri studiosi, con una sua precisa sensibilità, ha ricercato i legami e le ragioni storiche di certe espressioni, ne ha analizzato l'ambiente sociale di persona attraverso quella che è stata chiamata « la spedizione in Lucania ».
Mentre è legittimo attendersi una sistematica esposizione del materiale raccolto — che pare non debba tardare a venire alla stampa — occorre dire che dagli articoli finora letti si ha l'impressione che il termine « popolare », attribuito a certe manifestazioni, venga un po' troppo artificiosamente sovraccaricato di significati estranei; e ciò è vero soprat[...]

[...]onumentale libro popolare che circola e vive in tanta parte del nostro Paese, è vero, invece, che nella produzione contemporanea dell'arte popolare si possono e si devono rintracciare e segnalare i veri autori con il loro nome e cognome, anzi che porli, mentre vivono, nel registro degli ignoti solo perché può essere un comodo intellettuale di chi si occupa identificare nella singola persona l'anima collettiva.
Inoltre, proprio negli scritti del De Martino, si rileva una certa disattenzione per l'elemento già colto, per l'intellettuale, il piccolo borghese pervenuti all'adesione o all'aperta amicizia per i contadini e gli operai. Il lavoro progres
4 Vedi Togliatti e il Mezzogiorno dell'Istituto Gramsci, Sezione pugliese, 2 voll., « Atti del convegno tenuto a Bari il 234 novembre 1975 », a cura di Franco De Felice, Roma, Editori RiunitiIstituto Gramsci, 1977; in particolare G. DE GIOVANNI, Togliatti e la cultura meridionale, I, pp. 249308: 284285.
446 VARIETÀ E DOCUMENTI
sivo, di cui quegli elementi sono capaci, risulta come fatto accertato c[...]



da Paolo Alatri, Il Governo Nitti e la questione adriatica in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...] un « fedele e onesto collaboratore », un « uomo di grande dottrina e di acutissimo ingegno », uno « spirito chiaro e preciso » (19). Aveva una profonda preparazione giuridica ed era un tecnico della politica. internazionale.
Del resto, in confronto al suo predecessore Orlando, Nitti dimostrò la tendenza a servirsi, per le trattative, più di diplomatici. che di uomini politici e di parlamentari, e in tal senso fu sinto matica la sostituzione di De Martino a Crespi come membro della. Delegazione alla Conferenza della Pace. Inoltre, Nitti rivelò una notevole capacità di utilizzare per la sua politica nettamente antinazionalista uomini che erano animati da un istintivo nazionalismo — da Tittoni a Scialoja, da Badoglio a Caviglia, da Mosconi
(17) « Sono qui — dichiarò una volta quando era ministro degli Esteri — per vedere che, almeno in politica estera, non facciamo troppe fesserie » (DANIELE VARL IZ diplomatico sorridente, ediz. inglese, citato da GORDON A. CRAIG and FELIX GORDON, The Diplomats. 19191939, Princeton University Press, 1953, p. 21[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine De Martino, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Ciò <---Storia <---italiana <---d'Italia <---fascismo <---ideologica <---italiani <---italiano <---socialismo <---Diritto <---Ernesto De Martino <---Il lavoro <---Linguistica <---Mussolini <---Pratica <---Stato <---Storiografia <---antifascista <---antropologica <---ideologia <---ideologico <---italiane <---psicologico <---siano <---socialista <---socialisti <---Agge <---Agraria <---Aibricci <---Alcide Don <---Alla Conferenza <---Allora <---Alpi <---Alto Commissario <---Amendola <---Amici del Mondo <---Andrea Binazzi <---Antonio Banfi <---Anzi <---Arbeitstagung <---Armando Hodnig <---Arturo Carlo Jemolo <---Atti <---Avolio <---Baglioni <---Banca <---Banca Commerciale <---Banfi <---Barrère <---Barzilai <---Basso dalla Direzione <---Becattini <---Belfagor <---Belgrado <---Bellasich <---Benedetto Croce <---Beniamino Finocchiaro <---Bensi <---Bibliografia <---Big Four <---Bilancio <---Biscaro <---Bissolati <---Bologna <---Bosio <---Bossard <---Brednich <---British Foreign Policy 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