Brano: [...]torti, si crede che sia doveroso ottenere questo esito per riscattare la storia. Poi, giudici e giudicati, salvatesi reciprocamente le anime, si possono quietare.
Ma la concezione marxista della storia è ben più drammatica: gli errori non si riparano trasponendoli fuori o al di sopra del corso storico, gli errori restano un fatto, sono, in quanto avvenuti, irriducibili.
Il loro superamento può essere, a questo punto, solo dialettico, cioè un andare oltre
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nizzazione della cultura non possono derivare che corrispondenti risultati.
E i risultati sono quelli che sono se dopo dieci anni l'interessantissima e seria inchiesta sulla cultura condotta da Cesarini e Onofri sul Contemporaneo approda a qualificarli quali: « tramonto dell'idealismo filosofico, attualità dell'antifascismo, bisogno di distensione ideologica ». Tre ovvietà, soltanto che si pensi ai tanti anni ormai trascorsi dopo la Resistenza e dopo la pubblicazione di Gramsci.
Le cose erano arrivate al punto in cui la borghesia italiana, che subito dopo il '45 [...]
[...]stessa é spesso sconcertata, alle volte stupefatta. Il proprio padrone, il padrone taglia i tempi, mette da parte i comunisti, l'ombra del licenziamento ha lo spessore facile e sottile di un foglio di carta che può arrivare con ogni giro di posta. Krusciov beve con Tito, beve con Eisenhower. Krusciov beve. E la pace. Il pericolo della bomba atomica si fa lontano, piccolo. Togliendo una certa vite alla bomba atomica e mettendone un'altra si può andare a cavallo nella Luna. Chi arriverà prima? I sovietici o gli americani? Ma forse non ha ormai importanza. Andranno forse insieme?
Così le ideologie si disfanno e si fanno cronaca, e nel cuore scettico cresce lunga l'erba dell'opportunismo. Ognuno crede di giocare l'avversario nel tempo. Ma l'uomo alienato non ha pace nella pace. Chi muore di fame si vede rovesciata mostruosamente la garanzia della sopravvivenza biologica.
A questo livello l'ideologia torna vera. È la speranza. È ciò che fa dell'uomo alienato un uomo, malgrado tutto e subito, totale. È a questa base che occorre arrivare. Qui [...]
[...]uistando la sua pariteticità.
E la lenta e faticosa rivoluzione della cultura non può essere in massima parte che il movimento degli specialisti, non solo appartenenti all'alta cultura, ma a tutti i livelli dove la specializzazione è in ogni uomo come lavoratore, come competente, come direttamente interessato e responsabile. E una fase della costruzione della democrazia, lo sforzo di mediare pianificazione e autonomia, universale e particolare. Dare alla pianificazione la qualificazione che é propria del lavoro singolo, condotto a fondo. Tagliarla dal generico, dalla presunzione urbanistica astratta, dai grandi schemi. Risentire la propria vita personale, il proprio peso d'uomo, la propria sensibilità morale, la propria coerenza come forze decisive, importanti, prime. Avere la certezza che la possibilità di capire il proprio pezzo di mondo é elemento insostituibile e indispensabile ad una visione del mondo. E per questo che non é piú possibile che la propria umanità venga portata su e giù per l'Europa nelle valigie diplomatiche. In quest[...]
[...]to nell'ultimo biennio ad avvertirne la pressione e a capirne il senso. Ma le vie di comunicazione per questo messaggio non erano aperte. Mentre già il fenomeno si sviluppava vigorosamente, non se ne prendeva ancora atto: una rigida visione attendistica di una crisi del capitalismo non permetteva di coglierne le riprese. La sottovalutazione del Problema portò alla perdita di tutto un tempo prezioso nel quale l'avversario poté tranquillamente annodare e stendere le reti. Quando queste furono tirate, precipitarono situazioni di partito e di sindacato. Allora, dinanzi all'accaduto, ci si accorse della gravità dei fatti. Troppo tardi per ostacolare l'influenza dell'avversario con ben meditate critiche, con azioni tempestive. II problema era ormai divenuto un doppio problema. E si chiamarono a raccolta coloro che si erano perduti, si mandarono a studiare quelli che già avevano studiato.
Sulle linee generali del contenuto della risoluzione si può certamente essere d'accordo. Molti lo erano infatti prima, da tempo. Direi addirittura che, leggen[...]
[...]lasciò il passo nella risposta ad uno specialista, Galvano della Volpe, che chiari facilmente i termini esatti del problema e, ciò che più conta, apri prospettive moderne di studio e di meditazione, pur rimanendo strettamente nel campo marxista.
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monopoli, ma non esattamente in questi termini, soprattutto se la proposta di un superamento degli attuali limiti della cultura di sinistra a appare necessario non soltanto per consolidare ed estendere lo schieramento unitario di tutte le forze che si battono per la libertà della cultura italiana, ma anche ai fini dello sviluppo del marxismo, della conquista dei nuovi intellettuali e soprattutto di tecnici al Partito e del rafforzamento ideologico della classe operaia ». Per conquistare studiosi e tecnici seri, competenti nelle singole materie, soprattutto se spesso politicamente incerti o agnostici, occorre affrontare un discorso documentato che essi possano ascoltare, riconoscendone la competenza, e a cui possano partecipare sul terreno rigorosamente scientifico. Per questa v[...]
[...]lo fra Unione Sovietica. e Stati Socialisti, uno fra Unione Sovietica e partiti comunisti occidentali, e un disgelo fra Unione Sovietica e America e relativo mondo occidentale.
Il disgelo diplomatico orienteoccidente comporta la diminuzione del pericolo atomico, l'attenuarsi del logorio economico reciproco, il gioca complesso della coesistenza di due sistemi di vita diversi e contrapposti. La delegazione agricola sovietica ha cominciato ad affondare la faccia nelle angurie americane, la delegazione americana si é permessa di dare alcuni consigli sui colcoz, che sono stati diligentemente pubblicati dalla Pravda.
Noi europei occidentali rimaniamo un po' staccati da queste calde
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amicizie. Riconosciamo di essere soddisfatti che si siano ringuainate le rispettive atomiche. Poi ci rimangono tutti i nostri problemi.
Nel campo della sinistra tutto questo ci solleva dalle pesanti responsabilità di avamposti cui la guerra fredda ci aveva costretti.
E respiriamo. E ci vien naturale di parlare, di esplodere in una festa socialista e di mettere fuori la nostra personalità r[...]
[...]tutti) per avere un senso devono necessariamente essere così generici da perdere precisamente molto di quel senso che si proponevano di avere. Per questo ad esempio la proposta di Sciolokhov per la creazione di « una tribuna di contatti creativi per tutti coloro ai quali é cara la causa della letteratura contemporanea >t (riportata su Realtà sovietica, n. 1011, ottobrenovembre 1955) se (la un lato è senza dubbio un evidente segno positivo, e pub dare risultati sul piano distensivo, dall'altro, sul terreno dei contenuti, non copre tutte le necessità del problema. Fra i consensi italiani alla proposta (pubblicati sulla medesima rivista) senza dubbio il più esatto e centrato é quello di Franco Fortini che, pur convenendo sui vantaggi dell'iniziativa, Ione la pregiudiziale che « la creazione di un grande organismo internazionale e di un congresso dovrebbe seguire e non precedere una serie di contatti fra individui o piccoli gruppi qualificati ». Continuando un'idea, che pensiamo anche di Fortini, ci permettiamo di aggiungere che forse sarebbe[...]
[...]ebbe seguire e non precedere una serie di contatti fra individui o piccoli gruppi qualificati ». Continuando un'idea, che pensiamo anche di Fortini, ci permettiamo di aggiungere che forse sarebbe opportuno che i responsabili della cultura di sinistra, prima ancora di aprire il discorso con tutti gli uomini di cultura, portassero avanti quello interno al « blocco storico » di sinistra, così che, dibattendo tecnicamente le proprie idee, potrebbero dare insieme e un contributo preciso al socialismo e il miglior esempio agli altri uomini di cultura sull'importanza e sulla serietà degli scambi di opinioni a livello scientifico.
PAMPHLET SUL DISGELO E SULLA CULTURA DI SINISTRA i07
in minima parte la coscienza dell'uomo, lasciamo scoperta l'altra, diamole corda.
Come un tempo si poteva dubitare che la politica degli avamposti esaurisse tutta la sinistra (e che, se mai, una forte costruzione culturale avrebbe consentito maggiore coscienza e resistenza a quella stessa politica e al di là di essa) si potrebbe ora considerare come una limitazione[...]