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Il segmento testuale Dare è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 63Analitici , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Roberto Guiducci, Pamphlet sul disgelo e sulla cultura di sinistra in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1955 - 11 - 1 - numero 17

Brano: [...]torti, si crede che sia doveroso ottenere questo esito per riscattare la storia. Poi, giudici e giudicati, salvatesi reciprocamente le anime, si possono quietare.
Ma la concezione marxista della storia è ben più drammatica: gli errori non si riparano trasponendoli fuori o al di sopra del corso storico, gli errori restano un fatto, sono, in quanto avvenuti, irriducibili.
Il loro superamento può essere, a questo punto, solo dialettico, cioè un andare oltre
88 ROBERTO GUIDUCCI
nizzazione della cultura non possono derivare che corrispondenti risultati.
E i risultati sono quelli che sono se dopo dieci anni l'interessantissima e seria inchiesta sulla cultura condotta da Cesarini e Onofri sul Contemporaneo approda a qualificarli quali: « tramonto dell'idealismo filosofico, attualità dell'antifascismo, bisogno di distensione ideologica ». Tre ovvietà, soltanto che si pensi ai tanti anni ormai trascorsi dopo la Resistenza e dopo la pubblicazione di Gramsci.
Le cose erano arrivate al punto in cui la borghesia italiana, che subito dopo il '45 [...]

[...]stessa é spesso sconcertata, alle volte stupefatta. Il proprio padrone, il padrone taglia i tempi, mette da parte i comunisti, l'ombra del licenziamento ha lo spessore facile e sottile di un foglio di carta che può arrivare con ogni giro di posta. Krusciov beve con Tito, beve con Eisenhower. Krusciov beve. E la pace. Il pericolo della bomba atomica si fa lontano, piccolo. Togliendo una certa vite alla bomba atomica e mettendone un'altra si può andare a cavallo nella Luna. Chi arriverà prima? I sovietici o gli americani? Ma forse non ha ormai importanza. Andranno forse insieme?
Così le ideologie si disfanno e si fanno cronaca, e nel cuore scettico cresce lunga l'erba dell'opportunismo. Ognuno crede di giocare l'avversario nel tempo. Ma l'uomo alienato non ha pace nella pace. Chi muore di fame si vede rovesciata mostruosamente la garanzia della sopravvivenza biologica.
A questo livello l'ideologia torna vera. È la speranza. È ciò che fa dell'uomo alienato un uomo, malgrado tutto e subito, totale. È a questa base che occorre arrivare. Qui [...]

[...]uistando la sua pariteticità.
E la lenta e faticosa rivoluzione della cultura non può essere in massima parte che il movimento degli specialisti, non solo appartenenti all'alta cultura, ma a tutti i livelli dove la specializzazione è in ogni uomo come lavoratore, come competente, come direttamente interessato e responsabile. E una fase della costruzione della democrazia, lo sforzo di mediare pianificazione e autonomia, universale e particolare. Dare alla pianificazione la qualificazione che é propria del lavoro singolo, condotto a fondo. Tagliarla dal generico, dalla presunzione urbanistica astratta, dai grandi schemi. Risentire la propria vita personale, il proprio peso d'uomo, la propria sensibilità morale, la propria coerenza come forze decisive, importanti, prime. Avere la certezza che la possibilità di capire il proprio pezzo di mondo é elemento insostituibile e indispensabile ad una visione del mondo. E per questo che non é piú possibile che la propria umanità venga portata su e giù per l'Europa nelle valigie diplomatiche. In quest[...]

[...]to nell'ultimo biennio ad avvertirne la pressione e a capirne il senso. Ma le vie di comunicazione per questo messaggio non erano aperte. Mentre già il fenomeno si sviluppava vigorosamente, non se ne prendeva ancora atto: una rigida visione attendistica di una crisi del capitalismo non permetteva di coglierne le riprese. La sottovalutazione del Problema portò alla perdita di tutto un tempo prezioso nel quale l'avversario poté tranquillamente annodare e stendere le reti. Quando queste furono tirate, precipitarono situazioni di partito e di sindacato. Allora, dinanzi all'accaduto, ci si accorse della gravità dei fatti. Troppo tardi per ostacolare l'influenza dell'avversario con ben meditate critiche, con azioni tempestive. II problema era ormai divenuto un doppio problema. E si chiamarono a raccolta coloro che si erano perduti, si mandarono a studiare quelli che già avevano studiato.
Sulle linee generali del contenuto della risoluzione si può certamente essere d'accordo. Molti lo erano infatti prima, da tempo. Direi addirittura che, leggen[...]

[...]lasciò il passo nella risposta ad uno specialista, Galvano della Volpe, che chiari facilmente i termini esatti del problema e, ciò che più conta, apri prospettive moderne di studio e di meditazione, pur rimanendo strettamente nel campo marxista.
nnacnTn rrrmrrrrr
monopoli, ma non esattamente in questi termini, soprattutto se la proposta di un superamento degli attuali limiti della cultura di sinistra a appare necessario non soltanto per consolidare ed estendere lo schieramento unitario di tutte le forze che si battono per la libertà della cultura italiana, ma anche ai fini dello sviluppo del marxismo, della conquista dei nuovi intellettuali e soprattutto di tecnici al Partito e del rafforzamento ideologico della classe operaia ». Per conquistare studiosi e tecnici seri, competenti nelle singole materie, soprattutto se spesso politicamente incerti o agnostici, occorre affrontare un discorso documentato che essi possano ascoltare, riconoscendone la competenza, e a cui possano partecipare sul terreno rigorosamente scientifico. Per questa v[...]

[...]lo fra Unione Sovietica. e Stati Socialisti, uno fra Unione Sovietica e partiti comunisti occidentali, e un disgelo fra Unione Sovietica e America e relativo mondo occidentale.
Il disgelo diplomatico orienteoccidente comporta la diminuzione del pericolo atomico, l'attenuarsi del logorio economico reciproco, il gioca complesso della coesistenza di due sistemi di vita diversi e contrapposti. La delegazione agricola sovietica ha cominciato ad affondare la faccia nelle angurie americane, la delegazione americana si é permessa di dare alcuni consigli sui colcoz, che sono stati diligentemente pubblicati dalla Pravda.
Noi europei occidentali rimaniamo un po' staccati da queste calde
PAMPHLET SUL DISGELO E SULLA CULTURA DI SINISTRA 105
amicizie. Riconosciamo di essere soddisfatti che si siano ringuainate le rispettive atomiche. Poi ci rimangono tutti i nostri problemi.
Nel campo della sinistra tutto questo ci solleva dalle pesanti responsabilità di avamposti cui la guerra fredda ci aveva costretti.
E respiriamo. E ci vien naturale di parlare, di esplodere in una festa socialista e di mettere fuori la nostra personalità r[...]

[...]tutti) per avere un senso devono necessariamente essere così generici da perdere precisamente molto di quel senso che si proponevano di avere. Per questo ad esempio la proposta di Sciolokhov per la creazione di « una tribuna di contatti creativi per tutti coloro ai quali é cara la causa della letteratura contemporanea >t (riportata su Realtà sovietica, n. 1011, ottobrenovembre 1955) se (la un lato è senza dubbio un evidente segno positivo, e pub dare risultati sul piano distensivo, dall'altro, sul terreno dei contenuti, non copre tutte le necessità del problema. Fra i consensi italiani alla proposta (pubblicati sulla medesima rivista) senza dubbio il più esatto e centrato é quello di Franco Fortini che, pur convenendo sui vantaggi dell'iniziativa, Ione la pregiudiziale che « la creazione di un grande organismo internazionale e di un congresso dovrebbe seguire e non precedere una serie di contatti fra individui o piccoli gruppi qualificati ». Continuando un'idea, che pensiamo anche di Fortini, ci permettiamo di aggiungere che forse sarebbe[...]

[...]ebbe seguire e non precedere una serie di contatti fra individui o piccoli gruppi qualificati ». Continuando un'idea, che pensiamo anche di Fortini, ci permettiamo di aggiungere che forse sarebbe opportuno che i responsabili della cultura di sinistra, prima ancora di aprire il discorso con tutti gli uomini di cultura, portassero avanti quello interno al « blocco storico » di sinistra, così che, dibattendo tecnicamente le proprie idee, potrebbero dare insieme e un contributo preciso al socialismo e il miglior esempio agli altri uomini di cultura sull'importanza e sulla serietà degli scambi di opinioni a livello scientifico.
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in minima parte la coscienza dell'uomo, lasciamo scoperta l'altra, diamole corda.
Come un tempo si poteva dubitare che la politica degli avamposti esaurisse tutta la sinistra (e che, se mai, una forte costruzione culturale avrebbe consentito maggiore coscienza e resistenza a quella stessa politica e al di là di essa) si potrebbe ora considerare come una limitazione[...]



da (Nove domande sullo stalinismo) Giuseppe Chiarante in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1956 - 5 - 1 - numero 20

Brano: [...]zione socialista, si solleverebbe contro il resto del mondo capitalista, attirando a sé le classi oppresse degli altri paesi, spingendole a insorgere contro i capitalisti, intervenendo, in caso di necessità, anche con la forza armata contro le classi sfruttatrici e i loro Stati » (3).
Questa ambivalenza della sua posizione I .gin la risolveva, in verità, attraverso la sua ferma convinzione che il processo rivozionario in Occidente non poteva tardare: «...dieciventi anni di giusti rapporti con i contadini per assicurare la vittoria su scala mondiale; altrimenti da venti a quaranta anni di sofferenze sotto il terrore delle guardie bianche » (4). A suo avviso,. quindi, il problema della « edificazione integrale in un solo paese » rimaneva
(3) Lenin, Opere, vol. XXXI pag. 311.
(4) Lenin. Opere, vol. XXXII pag. 302303.
GIUSEPPE CHIARANTE 21

questione accademica e astratta. In tal modo le frasi degli ultimi suoi scritti (ad es. Sulla Cooperazione) rappresentano forse assai più la risposta alle incertezze immediate della politica sovieti[...]

[...]e classi dominanti, accerchiamento capitalistico e pressione della borghesia internazionale sino alla minaccia di guerra, isolamento dal mercato mondiale, realizzazione ex novo della prima
esperienza di economia socialista sono logicamente collegate al
concetto di rivoluzione proletaria in un solo Stato, indipendentemente dal paese in cui questa abbia a verificarsi.
***
Ma all'obiezione avanzata dalla socialdemocrazia di sinistra é possibile dare anche un significato piú ampio e di fondo: e in tal
caso con essa vengono di fatto a consentire anche gli eredi della più matura e conseguente tradizione liberale (Si ricordino, ad esempio, gli articoli pubblicati su questa stessa rivista da Norberto Bobbio). Ci si può cioè domandare: un processo rivoluzionario che in vista della realizzazione di un'economia socialista comporti il sacrificio dei tradizionali istituti di libertà, non implica un prezzo troppo alto perché si possa essere disposti ad accettarlo? Non conviene invece ricercare una diversa via di sviluppo, in cui la libertà si congiunga alla giustizia, in cui le necessarie trasformazioni economicosociali non entrino in opposizione con i classici ordinamenti democratici ?
La conseguenza di una tale obiezione è evidentemente questa: che si riconosce in certa misura l'importanza storica dell'opera staliniana, spec[...]

[...] evidentemente questa: che si riconosce in certa misura l'importanza storica dell'opera staliniana, specie in considerazione delle caratteristiche die paese premoderno proprio della vecchia Russia zarista; ma che si stabilisce un bilancio fra evolute democrazie occidentali e regime sovietico di dittatura del proletariato che può chiudersi, valutati gli elementi positivi e negativi presenti nell'uno e nell'altro assetto, tutt'al più in pareggio.
Dare una compiuta risposta a questa posizione richiederebbe evidentemente un discorso molto ampio: è chiaro infatti che per
GIUSEPPE CHIARANTE 31
qúesta via rientra in gioco anche tutta la polemica leninista con la Seconda Internazionale sulla dottrina della dittatura del proletariato. Mi pare tuttavia, pur senza alcuna pretesa di dar fondo in poche righe al problema, che anche in questa sede sia possibile portare su tale argomento alcune non inutili precisazioni: o meglio ancora suggerire alcuni temi, il cui approfondimento — almeno così io penso — può condurre a vedere come lo Stato socialista[...]

[...]tti i cittadini ?
Vediamo innanzitutto qual è la dottrina leninista e staliniana. sull'argomento. La dittatura del proletariato non va confusa — affermano preliminarmente Lenin e Stalin — con la conquista violenta del potere. «La rivoluzione può vincere la borghesia, abbatterne il potere anche senza la dittatura del proletariato — scrive Stalin nei Principii del leninismo —, ma la rivoluzione non può schiacciare la resistenza borghese, salvaguardare la vittoria e procedere oltre verso la vittoria definitiva del socialismo se a un certo momento del suo sviluppo non si crea un organo speciale: la dittatura del proletariato, suo appoggio fondamentale » (7).
La dittatura non é dunque necessaria al proletariato per conquistare il potere, ma piuttosto perché, una volta compiuta tale conquista, sia possibile procedere alla demolizione delle basi economicosociali della divisione della società in classi e così aprire la strada ad una più ampia libertà. I motivi su cui tale necessità si fonda possono cosí essere sintetizzati (mi attengo, per ora,[...]

[...]erno. E ciò può realizzarsi ricercando una vasta alleanza di forze politiche (distinte dal partito proletario essenzialmente per i loro fondamenti ideali, come può essere il caso dei cattolici o dei quadri tecnici e intellettuali eredi della migliore tradizione liberale), che siano disposte a collaborare col proletariato nella lotta a fondo contro la borghesia per l'abbattimento della struttura capitalistica, ma che al tempo stesso permettano di dare un più largo respiro al processo rivoluzionario, così che questo possa svilupparsi in modo da riassorbire e riqualificare le migliori conquiste della civiltà liberale (dalla pluralità dei partiti giustificata in base non a contrapposizione di classe ma a distinzioni di correnti ideali, alla non identificazione fra partito e Stato, al rispetto dell'autonomia delle diverse dimensioni in cui si viene svolgendo la vita della società civile). Ma una cosa non va dimenticata: ed è che se oggi un tale allargamento di respiro del movimento proletario é possibile, senza che questo significhi corrompime[...]

[...]atiche del movimento operaio; ma d'altra parte proprio questo atteggiamento chiusamente conservatore finiva col costituire il massimo ostacolo così ad uno sviluppo più disteso e dinamico della situazione mondiale come alla scoperta di nuove prospettive teoriche che in questa potessero inserirsi e fecondamente operare.
Il XX Congresso ha tentato di operare la rottura di questo circolo vizioso. Ma le novità in esso venute in luce — ci si può domandare — rappresentano una sufficiente soluzione di tutti i problemi impliciti in una seria revisione dello stalinismo ? A mio avviso dare una risposta recisa, in senso affermativo o negativo, a questa domanda, sarebbe probabilmente molto azzardato.
Ci si può ad esempio chiedere se la critica del mito della personalità e il ripristino della direzione collegiale, possano essere,
40 9 DOMANDE SULLO STALINISMO
senza una maggiore circolazione di libertà, una sufficiente via di superamento delle forme staliniane di gestione del potere; e in tal caso si può agevolmente rispondere che ulteriori passi avanti sono evidentemente necessari. Così pure si può senza troppo azzardo ipotizzare che anche dei cambiamenti istituzionali si rende[...]

[...] e così portarla al suo esatto significato di scienza della politica e dello Stato. Solo infatti depurando la politica dai vizi ideologici, e cioè dalla tentazione di porsi metafisicamente come scienza di tutta la realtà, è possibile pervenire a un pieno riconoscimento dell'autonomia dei diversi momenti in cui si organizza la vita complessa della società umana (dalla dimensione del privato e dall'individuale alla cultura e alla religione) e così dare concretezza alle più ricche possibilità di libertà offerte da una società non più borghese.
E su questa linea — già vi ho accennato — che è a mio parere possibile un fecondo sviluppo del movimento proletario in Occidente: la riduzione della politica alla sua esatta funzione (ormai possibile per il fatto che il movimento operaio ha consolidato la sua piena autonomia rispetto alla borghesia e questa ha perduto l'egemonia mondiale) può consentire di riprendere, riqualificandole all'interno di un più ricco contesto, alcune essenziali conquiste libe rali (pluralità dei partiti, distinzione fra pa[...]



da Ernesto de Martino, Il folklore. Un invito ai lettori del «Calendario» in KBD-Periodici: Calendario del Popolo 1951 - numero 86 - novembre

Brano: [...]erlo in circolazio
ne, e soprattutto stimolarne l'incremento: è questo un aspetto non trascurabile del nuovo umanesimo in cammino.
Il Calendario del Popolo darà largo spazio al folklore, con articoli dedicati al folklore
tradizionale, ma soprattutto al folklore progressivo, e non soltanto a quello italiano ma anche a quello dell'U.R.S.S. e delle repubbliche a democrazia popolare.
Il Calendario, poi, invita permanentemente i suoi lettori a mandare alla redazione i
migliori canti popolari progressivi italiani, secondo queste norme:
1) Il canto dev'essere popolare, cioè diffuso in una certa collettività popolare e su un territorio più o meno esteso (luogo di lavoro, paese, quartiere, città, provincia, regione...). Sono esclusi i prodotti letterari individuali non ancora collettivizzati, cioè non ancora accettati dal popolo e diventati suo patrimonio culturale.
2) La diffusione del canto può appartenere al passato o al presente, cioè il canto può essere stato diffuso in altri tempi e ricordato ora solo dai vecchi, ovvero può essere di [...]

[...]e.
4) Il canto potrà essere in dialetto o in lingua italiana, e potrà avere, nei limiti del suo contenuto politico e sociale, la più svariata ispirazione e intonazione: brevi stornelli satirici, canti epici, o lirici etc. Potrà riflettere fatti e persone presenti o passate, locali o nazionali; o ispirarsi alla vita del lavoro (p. es. in risaia, in miniera, in fabbrica...). Potrà essere legato alle prime lotte operaie e contadine in Italia, ricordare martiri della classe operaia, essere legato a particolari episodi acuti della più recente lotta di classe (occupazione delle terre, occupazione delle fabbriche): potrà esprimere l'avversione popolare alla guerra; etc., etc.
5) Il raccoglitore del canto non dovrà, se possibile, limitarsi alla sola trascrizione del testo letterario, ma dovrà sforzarsi di indicare tutti i particolari necessari per illustrare la canzone stessa, e cioè: zona dove è stata raccolta, zona dove risulta diffusa, nome di chi l'ha composta (quando è conosciuto), notizie relative agli episodi e alle persone a cui eventua[...]

[...]tive:
Quella che segue è la « canta » di Matteotti.
Raccolta in Romagna, a Ravenna. dalla bocca della Cuciretta, una vecchia bracciante. E' cantata su un motivo tradizionale, di solito impiegato per raccontare storie di amore e di sangue di Teresina e Eugenio, e di Silla e Diletto. Diffusa in Emilia, al tempo dell'as
sassinio di Matteotti.
Cari signori, se . ascoltar mi state
canto il delitto di quei galeotti
che con grand'odio voller trucidare
il deputato Giacom Matteotti
Un dì che Matteotti aveva scovato
affari di petrolio e altre tresche
venne su una macchina caricato
da quei vigliacchi delle bande nere
In mezzo a un bosco fu trascinato allor
e quei vili assassini gli disser con furor: « Tu che il fascismo hai sempre odiato ora dovrai morire sull'istante D.
E dopo averlo tanto bastonato,
di pugnalate gliene dieder tante.
Rispose lui a quei vili assassini:
« Voi uccidete me, ma ognun si sbaglia:
finirà il brigante Mussolini,
che male porterà a tutt'Itaglia (sic)
Se io muoio l'idea non morrà
e il buon lavoratore vend[...]

[...]i versi:
Il 16 d'Agosto
Sul far della mattina
Il boia avea disposto
L'orrenda ghigi'fbttina.
Mentre Caserio
Dormiva ancor
E non pensava
Al triste orror.
Entrò nella prigione
Il Direttor Prefetto
Con voce d'emozione
Svegliò il giovinetto.
Disse svegliandosi
« Che cosa c'è?... »
« E' giunta l'ora
D'alzarsi in. pié'».
Udita la notizia
Ei si cangiò all'istante
Veduta la . Giustizia
Stupì tutto tremante.
Ma l'altro: « Prima
Di andare a morir
Dite se avete
Nulla da dir ».
« Allor, disse Caserio
Prima che morto sia
Prego questo biglietto
Dare alla madre mia.
Posso sperare
Che lei l'avrà
Mi raccomando
Per carità.
Ci auguriamo che molti lettori raccoglie
ranno il nostro invito.
Un invito ai lettori del «Calendario»


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Dare, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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