Brano: [...]tto di una distribuzione esterna ». Da tutto questo si ricava non solo l'inattendibilità filologica degli strumenti che abbiamo a disposizione per ricostruire l'andamento dei dibattiti parlamentari (tanto a Roma quanto a Strasburgo), ma anche l'impossibilità per ogni elettore di venire mai a conoscenza di quello che i suoi rappresentanti hanno veramente detto nelle aule parlamentari.
PIUS JULIUS
(ossia dall'uomo del Guicciardini all'uomo della D.C.)
C'è un'immagine vulgata di Giulio Andreotti: quella di un Talleyrand « nazionale », ministro di tutti i governi e politico di tutte le politiche — di centro destra, di centro, di centro sinistra, di unità nazionale — perché scettico e sornione celebrante di un'esclusiva religione mondana, quella del potere per il potere. Un incrocio, insomma, tra l'uomo del Machiavelli riciclato dalla Controriforma e l'uomo del Guicciardini di desanctisiana memoria. A voler condensare in una formula il cliché vulgato, si potrebbe dire di lui, con qualche lieve ritocco del giudizio desanctisiano, che il nost[...]
[...] messa in campo da frammassoni, vecchi radicali (quelli D.O.C., naturalmente, i « visi pallidi » del Mondo, sopravvissuti a se stessi), azionisti allo stato brado, anticlericali d'ogni risma: i relitti storici, insomma, del laicismo e del giacobinismo italiano. Ed è un'immagine che resiste persino ai grandi incontri — « storici » e liberatori — di questo fausto trentennio, alle politiche di centrosinistra prima, di unità nazionale poi, che della D.C. hanno collaudato la laica disponibilità al « confronto » e al dialogo con gli infedeli, e dei partiti della
sinistra storica la salutare liberazione dagli antichi integralismi ideologici e classistici.
Ebbene, di queste due immagini strumentali e in certo senso complementari dell'uomo e del sistema, fa ora giustizia l'ultimo libro di Andreotti, A ogni morte
NOTERELLE E SCHERMAGLIE 721
di Papa: una « cronaca », come dice opportunamente il risvolto di copertina, « di interesse eccezionale perché eccezionale è il `cronista' e altrettanto eccezionale è la posizione da cui ha potuto osservare [...]
[...]statista, a non mandargli
722 NOTERELLE E SCHERMAGLIE
gli auguri, che invece « gli erano giunti persino da Stalin » (c'era da aspettarselo!). E De Gasperi che fa: corre in Vaticano a prosternarsi ai piedi del Papa e a chiedere perdono? Manco per niente. Con la risentita fierezza di un novello Arrigo
manda Andreotti a dire a monsignor Montini che dica a Sua Santità (già, perché a differenza di quel che credono i maligni « i governanti di parte D.C. non si incontrano che molto di rado con il Papa ») che lui, De Gasperi, « era disposto a presentarsi capolista nelle elezioni amministrative per significare tutto l'impegno che vi poneva ». Cioè per scongiurare il famigerato vulnus. Naturalmente Papa consentendo. Ma il Papa, che non era incline a interferenze, lo sconsiglia: non avesse a perdere, De Gasperi, le elezioni e con esse « anche il prestigio ». « Il Papa aveva apprezzato tuttavia la disponibilità di De Gasperi ed era stato lieto che l'avesse fatta conoscere a lui ». Beh! salvo l'Inghilterra, che è un paese di senza Dio, di anglicani[...]
[...]pale ».
Ilr
722 NOTERELLE E SCHERMAGLIE
gli auguri, che invece « gli erano giunti persino da Stalin » (c'era da aspettarselo!). E De Gasperi che fa: corre in Vaticano a prosternarsi ai piedi del Papa e a chiedere perdono? Manco per niente. Con la risentita fierezza di un novello Arrigo Iv, manda Andreotti a dire a monsignor Montini che dica a Sua Santità (già, perché a differenza di quel che credono i maligni « i governanti di parte D.C. non si incontrano che molto di rado con il Papa ») che lui, De Gasperi, « era disposto a presentarsi capolista nelle elezioni amministrative per significare tutto l'impegno che vi poneva ». Cioè per scongiurare il famigerato vulnus. Naturalmente Papa consentendo. Ma il Papa, che non era incline a interferenze, lo sconsiglia: non avesse a perdere, De Gasperi, le elezioni e con esse « anche il prestigio ». « Il Papa aveva apprezzato tuttavia la disponibilità di De Gasperi ed era stato lieto che l'avesse fatta conoscere a lui ». Beh! salvo l'Inghilterra, che è un paese di senza Dio, di anglicani[...]
[...]glia: non avesse a perdere, De Gasperi, le elezioni e con esse « anche il prestigio ». « Il Papa aveva apprezzato tuttavia la disponibilità di De Gasperi ed era stato lieto che l'avesse fatta conoscere a lui ». Beh! salvo l'Inghilterra, che è un paese di senza Dio, di anglicani e protestanti, non si fa comunemente cosí nei paesi cattolici? Almeno dal tempo della lotta delle investiture.
E come del pericolo comunista e del comportamento dei capi D.C., il Papa è giustamente preoccupato della decadenza dei costumi nel cattolicissimo paese a causa delle « licenziosità nella stampa », della « assenza di produzioni cinematografiche bene ispirate », dei « films negativi », dello « scarso rispetto della verità in alcune rubriche della Radio »; e se ne sfoga, accoratamente, con Andreotti sottosegretario. Ma « da sacerdote », intendiamoci, mica da papa: non avesse qualcuno a fraintendere. Senonché, che cosa può fare un povero sottosegretario (che pure ha sotto la sua giurisdizione questi settori) con i tempi che corrono, con le mani legate da tant[...]
[...]to... che la preoccupazione religiosa è, piú che dominante, esclusiva, rischia di essere irrimediabilmente fuori strada ». Ne è testimone vivente Papa Wojtyla: « Nessun particolarismo sembra condizionarlo; nessun fine terreno lo occupa e lo preoccupa; sono evidenti in lui ii limite e insieme la forza di sentirsi ed essere portatore solo di parole di vita eterna ».
E diciamo la verità: non piove un raggio di tanta grazia anche sugli uomini della D.C., che all'altra sponda del Tevere, alla Gerusalemme celeste, sono cosí spiritualmente vicini? Non è, in fondo, anche per loro, l'esercizio del potere temporale, spirito di servizio, abnegazione, disinteressata dedizione al bene comune?
L'uomo del Guicciardini, di cui De Sanctis, non potendo prevedere i futuri sviluppi della storia italiana, paventava l'endemica incubazione nella coscienza nazionale (« vivit, immo in senatum venit, e lo incontri ad ogni passo ») è morto. Dalle sue ceneri rinasce, ricco di valori civili, spirituali, morali, l'uomo della D.C.
Ora possiamo guardare con maggior f[...]
[...], anche per loro, l'esercizio del potere temporale, spirito di servizio, abnegazione, disinteressata dedizione al bene comune?
L'uomo del Guicciardini, di cui De Sanctis, non potendo prevedere i futuri sviluppi della storia italiana, paventava l'endemica incubazione nella coscienza nazionale (« vivit, immo in senatum venit, e lo incontri ad ogni passo ») è morto. Dalle sue ceneri rinasce, ricco di valori civili, spirituali, morali, l'uomo della D.C.
Ora possiamo guardare con maggior fiducia all'avvenire. Si compagni, con questi uomini si può collaborare alla edificazione di una nuova società.
VITILIO MASIELLO
DELLA POESIA, OVVERO IL DISPIACERE PRELIMINARE
« ... mediocribus esse poetis / non homines, non di, non concessere columnae », diceva Orazio, ma da allora i tempi sono molto cambiati e l'epoca delle comunicazioni di massa pare abbia esigenze del tutto diverse; si bada poco alla
Tra le molte pubblicazioni dedicate alla poesia d'oggi, mi limito a ricordare qui i titoli a carattere antologico: Il pubblico della poesia, a cura di A[...]