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Il segmento testuale Congresso di Bari è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 20Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 444

Brano: [...]one dipendente dalla Divisione fu assegnata una zona della Garfagnana o della Lunigiana. Si vedano anche le voci La Spezia e Lucca.

Luogotenenza del Regno

Delega di poteri concessa dal re d’Italia Vittorio Emanuele III al principe ereditario Umberto il 4.6.1944 e durata fino al 9.5.1945, allorché, con l’abdicazione del padre in suo favore, il Luogotenente assunse il titolo di re Umberto II.

La questione istituzionale

II 28.1.1944, al Congresso di Bari (v.), i C.L.N. avanzarono fermamente la richiesta dell’abdicazione immediata di Vittorio Emanuele III, considerato il maggior responsabile dellavvento fascista al potere, della ventennale dittatura e dell’insensata avventura bellica. Nella seduta conclusiva del 29, la richiesta di abdicazione « immediata » del re venne votata all’unanimità dal Congresso. Quel voto costituiva anche una presa d’atto da parte dei Comitati di liberazione deH’impossibilità di porre, per il momento, la questione istituzionale.

Su tale questione i moderati cercarono di prendere tempo, mentre gli Alleati angloamer[...]

[...]te dei Comitati di liberazione deH’impossibilità di porre, per il momento, la questione istituzionale.

Su tale questione i moderati cercarono di prendere tempo, mentre gli Alleati angloamericani avevano già espresso chiaramente il loro pensiero (ancor più drasticamente si sarebbe pronunciato Winston Churchill alla Camera dei Comuni, il 22 febbraio, con il famoso discorso detto « della chicchera », recisamente contrario alle rivendicazioni del Congresso di Bari). L’intransigenza delle parti in causa rendeva praticamente la situazione senza sbocchi: fermi alla richiesta di abdicazione i partiti antifascisti, contrari ad accettarla gli Alleati, il governo Badoglio e soprattutto il monarca, tenacemente abbarbicato al trono.

In questa cornice si fece lentamente strada la proposta elaborata da Benedetto Croce e da Enrico De Nicola già prima del Congresso di Bari e avente lo scopo di aggirare l’ostacolo del contrasto fra fautori e oppositori dell’abdicazione mediante un artificio giuridico: la delega, da parte del sovrano, delle proprie prerogative al principe ereditario Umberto di Savoia, nominato Luogotenente del Regno.

Questo artificio, sosteneva l’avvocato De Nicola (che ne era stato di fatto l’ideatore, venendo così incontro alle preoccupazioni filomonarchiche di Benedetto Croce), aveva un precedente: la delega concessa durante il conflitto 191518 dallo stesso Vittorio Emanuele

III a suo zio Tommaso di SavoiaGenova, nominato appunto « luogo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 638

Brano: [...]ceri e dal confino dopo il 25 luglio, non mancarono tuttavia di partecipare attivamente, alla testa della popolazione in armi, a quella rivolta « spontanea » che si tradusse nelle quattro epiche giornate di lotta contro i tedeschi.

Nell’ottobre 1943 giunse a Napoli Velio Spano che, con Eugenio Reale, si mise alla testa della riorganizzazione del P.C.L, lavoro che non poteva compiersi in un giorno. Alla fine di gennaio del 1944, al momento del Congresso di Bari (v.) dei C.L.N., le organizzazioni comuniste dell’Italia meridionale erano ancora assai deboli e su posizioni settarie: a Catania, per esempio, gruppi di comunisti non esitavano a sostenere che il nemico principale delle popolazioni liberate era l’esercito inglese, e che contro di esso occorreva rivolgere la lotta per impedire che gli inglesi arrivassero a occupare la Germania prima dei russi (« Impedire a tutti i costi l’apertura del secondo fronte, fare di tutto affinché l’Esercito Rosso sia lasciato solo nella lotta contro il nazismo e possa da solo schiacciare gli eserciti hitleriani ») :[...]

[...]tione fosse stata decisa da un regolare consesso di partito, senza l’autorevole presenza di Palm irò Togliatti, con l’opposizione dichiarata del Partito socialista e del Partito d'Azione, e con le organizzazioni di base prevalentemente orientate in senso estremista, avrebbe potuto provocare una scissione, sia all’interno del Partito sia nel fronte unitario dei C.L.N..

Le premesse a un mutamento di linea politica del partito maturarono dopo il Congresso di Bari dei C.L.N.. Da quel momento divenne ogni giorno più evidente l'incapacità della Giunta esecutiva dei C.L.N.

di far uscire le forze antifasciste dal vicolo cieco in cui si trovavano. Il famoso discorso, detto « della caffettiera», con il quale il 22 febbraio Churchill, parlando dell'Italia in termini umilianti, mostrò aperta simpatia per la monarchia e malcelato disprezzo per i C.L.N., spinse i comunisti a organizzare con i socialisti e gli azionisti uno sciopero di protesta. Le autorità alleate, allarmate, si misero in moto per impedire lo sciopero in preparazione: squadre di Military Poli[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 570

Brano: [...]on andavano di pari passo con gli obiettivi che il partito si dava con la forza morale e politica che pure rappresentava. Lo si avvertì ben presto, chiaramente, anche sul terreno cospirativo e militare, nonostante che i socialisti fossero presenti, rappresentati ovunque e in ogni momento di lotta: dalle prime manifestazioni della Resistenza romana dopo l’8 settembre, alle rivendicazioni politiche più avanzate dei C.L.N. dell’Alta Italia, come al Congresso di Bari (v.) dei partiti antifascisti. Ma proprio a Milano, sulla scia del morandiano Centro interno e del più recente Movimento di unità proletaria, Lelio Basso (v.) era ostile all’unità antifascista, in nome di una tattica radicale.

In questa situazione, largamente riconosciuta dalla stessa memorialistica socialista, comunisti e azionisti si contendevano il primato fino dai primissimi giorni del nuovo ciclo antifascista e antitedesco. Le questioni di operatività e unità non erano agevoli per un partito non so

lo riaccorpato di fresco, ma stretto fra il dinamismo di un’intellettualità laica e [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 315

Brano: [...]to partigiano ricevette un forte impulso unitario.

Ciò sarà riconosciuto dallo stesso Partito d'Azione che, della “svolta”, era stato il più accanito avversario: « Tutte le rivoluzioni

— scriverà infatti il 9.6.1944 l’organo di quel partito "Italia libera", nell’edizione milanese, — hanno profondi aspetti paradossali e il paradosso della rivoluzione italiana è questo: che proprio in quel momento in cui, con la partecipazione dei partiti al Congresso di Bari, pareva che il Comitato fosse destinato ad eclissarsi o quanto meno a ridursi a un semplice organo sussidiario o periferico di governo, proprio in quel momento ha acquistato risalto e nettezza la sua vera natura e la sua grande missione e gli si è aperta una prospettiva politica di incalcolabile portata ».

Bibliografia: F. Caracciolo, 43/44. Diario di Napoli, Vallecchi, Firenze, 1964; B. Croce. Quando l'Italia era tagliata in due, Laterza, Bari, 1948; A. Degli Espinosa, Il Regno del Sud, Parenti, Firenze, 1955; A. Lepre, La svolta di Salerno, Editori Riuniti, Roma, 1966; O. Lizzadri, Il re[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 736

Brano: [...]i collaborazionismo con i tedeschi.

In questo vuoto di direzione politica, accortamente occupato dagli Alleati, attenti a togliere spazio e possibilità organizzative ai partiti di sinistra e tuttavia interessati a una drastica e provvisoria epurazione degli elementi più violentemente compromessi con il regime fascista, sia pure per motivi di ordine pubblico e di ripresa degli approvvigionamenti alimentari, per tutta la fine del 1943 e fino al Congresso di Bari dei C.L.N.. del gennaio 1944, nella provincia ebbe modo di farsi valere (sollecitato dagli Alleati che nominarono sindaco di Potenza Vito Reale, già deputato nittiano dal 1919 al 1924 e sottosegretario agli Interni nel governo di Brindisi) quel personale politico prefascista che non aveva vissuto le vicende che avevano portato alla costituzione e alla ricostruzione dei partiti antifascisti all’estero o nell’attività interna clandestina. Ma già sul finire del 1944 la mediazione di questi personaggi si appalesava inadeguata rispetto ai livelli dello scontro di classe, quando ancora le lotte sta[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 394

Brano: [...]anni Roveda e altri fu tra i dirigenti antifascisti ufficialmente designati a reggere le Confederazioni sindacali dei lavoratori al posto dei vecchi gerarchi fascisti (v. Commissari alle Confederazioni sindacali).

Con Pietro Nenni e Giuliano Vassalli, formò poi l'Esecutivo segreto del P.S.I. fino all’ottobre 1943. Il 24.1. 1944, con il nome di battaglia di Oreste Longobardi, attraversò le linee tedesche per rappresentare il C.L.N. Centrale al Congresso di Bari (v.).

Segretario generale del P.S.I. per l’Italia liberata sino al giugno 1944, durante l’occupazione tedesca collaborò con Bruno Buozzi al patto di unità sindacale, di cui fu uno dei firmatari. Fu quindi fondatore e segretario della C.G.l.L. (v.), con Giuseppe Di Vittorio e Achille Grandi. Nel 1946, a Parigi, venne eletto consigliere del Bureau International du Travail (v.). Dal 1947 al 1957 fu membro dell’Esecutivo della Federazione sindacale mondiale. Designato alla Consulta nazionale (1945) in rappresentanza della C.G.l.L., venne poi eletto deputato alla Costituente. Rieletto in tutte [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 63

Brano: [...]ecchie istanze moderate e conservatrici confluirono nel movimento cattolico: la Democrazia cristiana prese a poco a poco il posto, nella difesa dell'ordine sociale, dell'antico liberalismo.

Il 15.12.1943 si svolse a Caltanissetta il primo Convegno regionale siciliano del partito: si parlò della creazione deH’Ente Regione e si prese posizione contro le « deviazioni separatistiche ».

Rappresentanti della Democrazia cristiana presero parte al Congresso di Bari (y.) dei Comitati di liberazione nazionale, il 28.1.1944; il giorno precedente, sempre a Bari, il primo Congresso della Democrazia cristiana del Mezzogiorno aveva au


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Congresso di Bari, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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