Brano: [...]unebre conserva ancora sulle pareti le impronte di quarantanni fa, quando l’Esercito Rosso attaccò Berlino da sud per arrivare a Tempelhof. Le pallottole russe sul suo126
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monumento, generale, e li, a pochi metri la bandiera nordamericana da quarantanni. Le ferite aperte sui mattoni. Magari, qualcuno di quei contadini tartari o caucasici tanto odiati, si è divertito a cercare di interrompere il suo sonno marziale a colpi di fucile. Ma più grave di queste ferite è Poblio assoluto del popolo. La gloria teatrale delle fiaccolate e delle vuote parole di onore e patria, vuote, quando sono solo un sinonimo di interessi, privilegi, prerogative.
Mi fermo davanti alla tomba del « maggior generale e generale al seguito di Sua Maestà il Kaiser re Guglielmo Secondo, Bernhard von der Lippe ». Il tempo e Poblio hanno reso quasi illegibili le parole dedicate dallo stesso monarca al « fedele camerata »: « A te spetta l’immortale corona delPonore ». Allori ed un capro maschio coronato. No, non c’è niente di vero, niente e nessuno as[...]
[...]are su tutta la vita dei popoli. Il maresciallo di campo prussiano Colmar von der Goltz, autore del libro La nazione in armi, divenne, dalla sera alla mattina, il filosofo dei nuovi ufficiali argentini. Gli uomini d’arme hanno il dovere ineluttabile di vigilare sulla Patria, essi rappresentano la Nazione, sono la Nazione, in costante allerta. Gli insegnamenti dei militari prussiani che arrivano nel Cono Sud latinoamericano: il generale Korner in Cile, il colonnello Arendt in Argentina, e il generale Kundt in Bolivia, furono i primi passi verso il ridicolo ed irrazionale militarismo in paesi che avrebbero potuto essere esempi di pace e di convivenza nel mondo intero. I Krupp ed i loro cannoni furono i veri padri dell’adozione del servizio militare obbligatorio in paesi che avrebbero potuto eliminare le frontiere fra di loro poiché non c’erano e non ci sono problemi di razza, di lingua, di cultura o di origine. I « cooperanti per lo sviluppo » mandati dall’esercito prussiano introdussero la tecnologia militare in quei paesi e li resero così[...]
[...]piva, cominciava un viaggio turistico verso la Terra del Fuoco dove venivano sbarcati. E lf veramente potevano fare tutto il casino che volevano. Si è parlato molto di uno sciopero generale che avrebbe dovuto cominciare con delle irregolarità nelle numerose linee di tram elettrici, indispensabili mezzi di comunicazione in una città cosi estesa. Ma prima ancora che cominciasse, c’erano già i soldati appostati davanti e dietro ai veicoli, con il fucile carico e, dalle precedenti esperienze, si sapeva benissimo che quelle guardie non esitavano a premere il grilletto. Così che le agitazioni furono rimandate e fino ad oggi non sono state messe in pratica. Ma, forse, la misura più efficace messa in opera dal capo della polizia di Buenos Aires è stata, prima del giorno prefissato, aver fatto arrestare un gran numero di agitatori anarchici e averli messi in galera con Pavvertimento che di fronte al più piccolo turbamento della festa del centenario avrebbe aperto le porte della prigione e li avrebbe messi nelle mani della popolazione esasperata. F[...]
[...] i quali a causa della repressiva legge antisocialista di Bismarck dovettero emigrare ed ai quali noi siamo grati per la fondazione di una delle linee delle origini del movimento operaio argentino. Fin dal 1892, questi tedeschi immigrati spiegarono ai loro compagni argentini, spagnoli ed italiani i pericoli del militarismo prussiano. Nel loro giornale « Vorwàrts » (« Organo degli interessi del popolo lavoratore di Buenos Aires ») scrivono:
Il Cile offre la prospettiva poco entusiasmante di venire prussianizzato. L’ufficiale prussiano Kòrner, che da un po’ di tempo si trova in quel paese, ha una grande influenza sull’esercito ed ora vuole imporre il servizio militare. Complimenti ai cileni! Se dipendesse dagli stivali prussiani, tutto il mondo diventerebbe una grande caserma. Ma non tutte le ciambelle riescono col buco; prima che sia possibile prussianizzare il Cile, quel modello militare cadrà a pezzi. In Germania si comincia a muovere qualcosa (24.3.1892).
Questi infaticabili lavoratori tedeschi realizzarono i primi studi sociologici sulla vita dei lavoratori argentini. Mentre il maresciallo von der Goltz si occupava di cavalli da corsa (« Se non fosse stato per le belle donne argentine, avrei perso il mio vecchio cuore dietro i cavalli »), i socialisti esiliati scrivevano sul lavoro delle donne e dei bambini a Buenos Aires:
La Fabbrica Argentina di Scarpe di corda dà lavoro a 510 operai, dei quali 460 sono donne e bambine. Il lavoro comincia all[...]
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è semplice, Gli avvoltoi volano in basso. Il principe Lobkowicz, prima di partire, fece omaggio ai militari argentini di una statua di Sant’Ignazio di Loyola.
« Vorwàrts », Buenos Aires, 1 agosto 1900. Gli esiliati socialisti tedeschi denunciano agli argentini gli acquisti di armi presso la fabbrica Krupp da parte del ministro della Difesa argentino, il colonnello Riccheri: « Coloro che sono in favore della guerra (contro il Cile) il cui numero non è irrilevante, sono molto contenti per le buone prospettive dell’affare. Si tratta di imporre l’acquisto delle armi attraverso opportune pressioni ». Brema, Germania federale, 8 agosto 1980. Il Senato socialdemocratico di Brema riceve il comandante e gli ufficiali della nave da guerra argentina « Libertad ». (Nei cantieri di Brema vengono costruite le fregate per l’Argentina, un affare importante che deve essere curato con attenzione attraverso le relazioni pubbliche). Il giorno del ricevimento, un numeroso gruppo di studenti tedeschi si mette di fronte alla nave da guerra [...]
[...]a dove crescono fiori umili, bocche di leone, papaveri e margherite di campo. Sono morti di una guerra dimenticata che non viene ricordata nemmeno più a scuola. Ormai non hanno più un volto. Sono soldati senza figli perché sono morti quasi bambini. Forse è ancora viva qualche sorella che li ricorda in due o tre scene: la strada fino a scuola, il pranzo con i genitori, il giorno dell’addio quando partirono per il fronte. I fiori nella canna del fucile. Il Kaiser al balcone, con i suoi movimenti da burattino e le eterne parole di Patria, Dio e Fino all’ultima Goccia di Sangue. Proprio come altri burattini truculenti apparsi in altri balconi di altre latitudini. E i giornali, tutti i giornali. E il popolo, tutto il popolo. Tranne gli incorreggibili. Quelli che von der Goltz chiama con arrogante ironia: « gli ‘ apostoli ’ della pace ».
Decido di aspettare il crepuscolo perché è questa l’ora di Georg Trakl per la sua poesia « Grodek », la pagina letteraria che in diciassette versi dice più di un’intera biblioteca contro la guerra: « Nel cre[...]
[...]ndo si trattava solo di persone sospettate contro le quali non c’erano prove. Con Rosa Luxemburg applicarono tutte e due le pene contemporaneamente. Gli autori di questo atroce crimine che nonostante siano trascorsi più di sessantanni continua ad essere un incubo nella storia tedesca furono il capitano di vascello von PflugHartung e i tenenti Vogel e von Rittgen. Prima la colpirono. Ordinarono al soldato Otto Runge di colpirla col calcio del fucile senza pietà. Il tenente Vogel la trascinava Rosa aveva 48 anni torcendole il braccio in modo che i colpi la cogliessero bene. Quando la trascinarono a spintoni in macchina era già semiinconsciente. Il soldato Runge riferirà ai giudici che « quando la ‘ portarono a fare una passeggiata’ il tenente Vogel le sparò un colpo in testa». Buttarono il cadavere nel canale Landwer. Quando i militari tornarono all’hotel Eden, che era la loro base, uno dei presenti disse: « ormai la vecchia porca sta nuotando ». Il tenente Ropke, scattando sugli attenti si presentò al capitano Weller e lo informò: « Il[...]
[...]nelle lapidi. Perfino i loro figli ne hanno vergogna. Tutte quelle uniformi, quelle fiaccolate, quei cordoni dorati ed argentati, quelle coccarde, i galloni e le spalline, la tattica e la strategia e le mappe, tutti quei chepi e quei baschi inclinati, quel parlare d’onore e di senso dell’onore, di episodi di valore, quell’arroganza e quell’orgoglio, tutta quella puntigliosità, tutta quella vanità ed eleganza per poi massacrare col calcio di un fucile una meravigliosa testa femminile o per far percorrere un’assurda via crucis ad una ragazza paralitica.
Entro nel recinto speciale del cimitero. Nonostante lo stato di abban140
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dono è evidente che qui giacciono gli ufficiali dell’aristocrazia. Un muro li separa da quelli non altrettanto elevati nel rango sociale.
Eduard von Know, ammiraglio, cavaliere dell’aquila nera
Maggiore Friedrich von Zeidlitz
Generale Arthur von Wentzky und Petersheyde
Generale Gynz barone von Wolff e sua moglie Melanie von Staff Reitzenstein baronessa von Wolff.
In questo caso la [...]
[...]bini sepolti dalle macerie, i corpi orribilmente bruciati dal fosforo, il terrore delle donne incinte, la vulnerabilità dei vecchi di fronte al vile attacco dall’alto, tutto ciò non conta. Il disperatoIL CIMITERO DEI GENERALI PRUSSIANI
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che lancia una bomba in mezzo alla strada è un terrorista, colui che lancia mille volte quella bomba dal cielo può perfino essere un eroe, o per lo meno uno che « obbedisce agli ordini ». La formula è facile. Ora perfino il termine di « guerra sporca » è onorevole. Il generale Videla — cercando di dare un tono serio e responsabile alla sua voce — ha parlato di guerra sporca per spiegare sequestri e torture ed assassini, liquidazione di intere famiglie, furti di beni altrui. « Guerra sporca » è ora un salvacondotto per la morale, un permesso universale. L’ex pilota di bombardiere tiene le mani alla stessa altezza, una dietro l’altra e racconta — sorridente e nostalgico — come riuscì a lanciare tutte le sue bombe prima che uno « Spitfire » gli mitragliasse la coda. Le mogli dei veterani lavorano al[...]
[...]ani alla stessa altezza, una dietro l’altra e racconta — sorridente e nostalgico — come riuscì a lanciare tutte le sue bombe prima che uno « Spitfire » gli mitragliasse la coda. Le mogli dei veterani lavorano all’uncinetto e, sorridenti, prendono il tè. I nipotini giocano con « Mirages » e « Super Etendard » in miniatura. C’è un che di idilliaco, la pace che si conquista in vecchiaia quando si è compiuto il proprio dovere. Che è la cosa più difficile e scabrosa. La difficoltà consiste nel comportarsi bene nei confronti dell’umanità e di se stessi. Nel 1914 si compiva il proprio dovere usando la pala della fanteria infilata nella Mauser e, nel corpo a corpo, si doveva tagliare così la gola del nemico. Con la baionetta si doveva infilzare il ventre, un poco più sù, il colpo era perfetto quando raggiungeva lo sterno. Nel 1920, generali inglesi, francesi e tedeschi si riunirono per mettere a frutto un’idea: progettare cimiteri comuni per i soldati caduti; tedeschi, inglesi e francesi, tutti insieme, tutti mischiati. Unirli nella morte. Questa[...]