Brano: [...]due cappelli cinesi vuoti all’interno, riuniti solo nel giro esterno, e, cavatele, le tagliano in due orizzontalmente con un lungo coltello. Le rimettono ancora nel forno per poco tempo fino a che diventano dorate, croccanti ed allora il pane e fatto. Ritiratolo dal forno, lo ripongono nei larghi cesti sardi di asfodelo, che sono fatti per quésta conservazione.34
FRANCO CAGNETTA
In Orgosolo questo pane ha vario nome, secondo più tipi :
Carta ’e musica = il pane ili generale (« carta di musica »
perché croccante)
o « limpidu » o « carasau »
sas ispianadas = il pane di grano
sas tondinas = il pane di orzo
su orgathu = il pane più tondo e più lavorato.
La coabitazione di uomini e di donne nella casa, ciò che in modo completo avviene raramente — se si considera la necessità degli uomini di stare nelle campagne, di migrare — si manifesta altrettanto in carattere collettivo (famigliare) e gerarchico (patriarcale). Non vi è divisione vera e propria di uomini e di donne in due parti ma una tendenza accentuata. Il padre più anziano, <( su mannu », dorme nel lett[...]
[...]amente, quello che divide il paese in due classi di « grandi famiglie ». Esse sono quella di « sos proprietarios » (i proprietari) detta anche di « sos meres » o « sos prinzipales » (i padroni, i principali) e quella di « sos poveros » (i poveri) detta anche di « sos terraccos » (i servi).
La esistenza di uguale divisione sin dal tardo impero romano si può comprovare, in tutta la Sardegna, dai contemporanei documenti e, in particolare dalla « Carta de Logu » di Eleonora Giudichessa di Arborea (un codice legislativo che è il più importante documento di storia medioevale sarda). Allo stato attuale la divisione, che può essere altrettanto antica in Orgosolo, è quasi completa: il paese compare come spaccato in queste due grandi classi pastorali.
I rapporti, tra queste due classi (che non vanno affatto intese in senso moderno, ma solo antico) sono rapporti speciali di una unitaria società famigliare e patriarcale, di una « tribù ».
Esiste uno stato di pace e di colloquio tra le due classi; e, contemporaneamente, esiste tra di loro uno [...]
[...]diritto consuetudinario » locale ed una vera e propria prassi giuridica o « procedura consuetudinaria » locale.
È interessante notare per la datazione dell’istituto della « vendetta » in Orgosolo che esso si può far risalire con la massima certezza a tempi primitivi, poiché nelle forme proprie che ha oggi nel paese si possono ritrovare usi e consuetudini di giure che risultano incorporati e codificati nella prima raccolta di leggi sarde, la « Carta de Logu » di Eleonora Giudichessa di Arborea (XIV secolo) — il più antico ed importante documento scritto che ci permette di far luce sulla storia popolare sarda dell’alto medioevo (78).
Ho domandato, innanzitutto, a diecine e diecine di orgolesi quale credono che possa essere la ragione che rende necessario lo esercizio della « vendetta » nel paese. Quasi tutti mi hanno risposto che questa è « sa justissia » (la giustizia) — non la « sola », aggiungeva qualcuno, ma quella « vera » —; e « su conno tu » (la tradizione, il fatto che si è sempre fatto così). Nel corso di queste domande mi è o[...]
[...] così). Nel corso di queste domande mi è occorso di ritrovare anche alcune altre spiegazioni più specificamente culturali, che si possono inquadrare in un ciclo di mentalità o cultura precedente, propriamente « primitiva », perché legata a un mondo magico; e in un ciclo più moderno che generalmente si può dire risalente al mondo ideologico medioevale.
Giovanni Antonio e Francesco Succu, tra i più notorii esecu
(78) La sua edizione critica è: Carta de Logu de Arborea. Testo con prefazioni illustrative, a cura di E. Besta, nella rivista: Studi sassaresi pubblicati per cura di alcuni professori della Università di Sassari. Anno III, sez. I. Tip. G. Dessi, Sassari, 190304, pp. 222.INCHIESTA SU ORGOSOLO
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tori di « vendette » in Orgosolo e principali superstiti della grande « disamistade », oggi sui 70 anni, hanno avuto a dirmi che un ucciso, se non si sopprime il colpevole deH’assassinio, torna « a gridare e sbraitare » nella sua famiglia e nel suo parentado; e che una «goccia di sangue», non corrisposta, porta «sfortuna» a tutta l[...]
[...]po avverso, « su mannu », e tutti gli uomini in ordine di importanza e di età, non esclusi i bambini, come più volte ebbe a verificarsi durante la « disamistade ».
L’interesse particolare e proprio della « vendetta » in Orgosolo, oltre questi caratteri generali, sta però nel fatto che durante il suo esercizio si profila un vero e proprio « processo penale » secondo il modo della più antica tradizione sarda conosciuta, appunto, attraverso la « Carta de logu ».
Cercherò di indicare i singoli momenti secondo moderne corINCHIESTA SU ORGOSOLO
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rispondenze, tenendo presente che nel « processo orgolese », naturalmente, esiste sempre una grande rozzezza e, spesso, una contemporaneità di momenti.
Avvenuto il fatto di sangue e l’offesa vi è, dapprima, la « denunzia ».
Il carattere di questa è generico, privato e pubblico, indirizzata a tutto il proprio gruppo di « sangue » e, come monito, al gruppo di « sangue » che è colpito. È manifestata attraverso parole di cordoglio e di ira, segni visibili di lutto e « lamenti funebri ». O[...]
[...]o delle indagini effettuate da Onorato Succu il 1917 in occasione del rapimento di due bambini. A volte le indagini durano per anni ed anni con una tenacia incredibile nella ricerca del colpevole, e, una volta identificato, la vendetta scoppia quando il fatto è già stato quasi ovunque dimenticato.
Un modo proprio di indagine orgolese per un reato minore, il furto di pecore, viene eseguito con i modi propri primitivi che sono codificati nella «Carta de Logu»: il danneggiato o chi per lui va a cercare il sospettato, lo interroga, porta testimoni a carico, ascolta testimoni a discarico ed ha diritto ad una perquisizione in casa o nell’ovile. Se qui si rinviene indizio o corpo di reato e il sospettato o il padrone della casa e dell’ovile non sanno giustificarsi e non fanno il nome dei colpevoli vengono « ipso facto » ritenuti per colpevoli.56
FRANCO CAGNETTA
Al momento dell’indagine segue quello del « giudizio ».
L’amministratore del processo, il protagonista, secondo un antico uso codificato ancora nella « Carta de Logu » non è g[...]
[...] discarico ed ha diritto ad una perquisizione in casa o nell’ovile. Se qui si rinviene indizio o corpo di reato e il sospettato o il padrone della casa e dell’ovile non sanno giustificarsi e non fanno il nome dei colpevoli vengono « ipso facto » ritenuti per colpevoli.56
FRANCO CAGNETTA
Al momento dell’indagine segue quello del « giudizio ».
L’amministratore del processo, il protagonista, secondo un antico uso codificato ancora nella « Carta de Logu » non è generalmente uno solo ma abitualmente un piccolo consesso. Di esso fanno parte l’individuo maggiormente danneggiato cui si uniscono famigliari, compari, amici, che svolgono una o più discussioni sull’entità del reato, sulla colpevolezza del sospetto, sul modo di punire. Una sentenza viene emessa dall’individuo maggiormente colpito o dal membro più autorevole del consesso con il consenso di tutti gli altri.
Indicherò qui, dapprima, quel tipo di sentenza che si chiude sempre con la decisione di uno spargimento di sangue. Per i reati minori viene di solito stabilito che si com[...]
[...]lo ha altrettanto, in tutta la Sardegna, larga fama.
Si può dire che al delitto segua sempre P« esemplarità ». Il cadavere viene abbandonato, generalmente, in luogo visibile o trascinato, a volte, davanti alla casa, né si tralascia mai di lasciargli qualche sfregio, mutilazione o scempio visibile. Per quanto si possa sostenere l’influenza in questo delle leggi spagnole, questo uso è in verità assai più antico, se si ritrova codificato nella « Carta de Logu », e risale, addirittura, a presupposti e residui di cultura e mentalità primitiva. In generale sono quasi legge in Orgosolo due mutilazioni: il taglio delle orecchie per i ladri di pecore, poiché le pecore portano da antichissimo tempo il segno di proprietà sull’orecchio (esiste persino un termine locale per indicare i tagliatori di orecchie: «sos muzzurros »); e il taglio della bocca sino alle orecchie per i falsi testimoni, come è comprensibile. La mutilazione di una parte ritenuta particolarmente responsabile per il tutto è uso caratteristico ed assai conosciuto in tutte le societ[...]
[...]eri lo era, e forse ancor oggi, di tutta la Sardegna : patrimoni ingenti vanno distrutti. L’intensità del fenomeno è tale che ogni mattino, come mi scrivono da Orgosolo, esiste un vero e proprio « bollettino informativo ».
Anche le soluzioni della « vendetta » con una « pacificazione »
o vendetta « simbolica » sono assai in uso. Il principio della « conciliazione » si trova anche, costantemente, nel diritto sardo, anzi si può dire che la « Carta de Logu », in contrapposto alla vendetta, a questo si informi.
Qualche volta quando si sia pure versato sangue, se le circostanze lo consentono ed il reato è preterintenzionale o, almeno, eseguito in circostanze meno gravi, si pratica anche, seppur raramente, l’antico istituto di « su abbonamentu » (o conciliazione). Il colpito si reca dall’offensore e se, tramite « pacificatori » si giunge al riconoscimento della colpa da parte del responsabile, e ad una chiarificazione delle due parti, si conviene un risarcimento che è, oggi, in generale, pecuniario. Il principio del risarcimento pecunia[...]
[...]avi, si pratica anche, seppur raramente, l’antico istituto di « su abbonamentu » (o conciliazione). Il colpito si reca dall’offensore e se, tramite « pacificatori » si giunge al riconoscimento della colpa da parte del responsabile, e ad una chiarificazione delle due parti, si conviene un risarcimento che è, oggi, in generale, pecuniario. Il principio del risarcimento pecuniario discende, propriamente, dalla legislazione medioevale sarda, dalla « Carta de Logu ».
Ma esiste anche una specie di « abbonamentu » più antico con spargimento di sangue non umano ma animale nel caso, ad es., di invasione abusiva di pascolo o di seminato da parte di una pecora
o di un gregge. Il danneggiato ha il diritto di fare immediatamente l’esecuzione della bestia, o di più bestie, consegnandone il cadavere,
o i cadaveri, al loro proprietario. È dato ritrovare in questo modo un antico principio di riscatto sacrificale, di « simbolica » vendetta,60
FRANCO CAGNETTA
che nel medioevo, per es. si può ricollegare ai processi contro gli animali. L’uso d[...]
[...]i una pecora
o di un gregge. Il danneggiato ha il diritto di fare immediatamente l’esecuzione della bestia, o di più bestie, consegnandone il cadavere,
o i cadaveri, al loro proprietario. È dato ritrovare in questo modo un antico principio di riscatto sacrificale, di « simbolica » vendetta,60
FRANCO CAGNETTA
che nel medioevo, per es. si può ricollegare ai processi contro gli animali. L’uso di questo era così vasto e diffuso che la « Carta de Logu » e la legislazione spagnola lo stabiliscono come istituto che prende il nome di « maquizia ».
Ma ancor più che nell’« abbonamento » il principio della conciliazione o della « vendetta simbolica » ha la sua manifestazione più importante in Orgosolo nelle « paghes » (paci) che di tanto in tanto si realizzano.
Ogni volta che si sia verificato un eccesso di delitti (omicidi, ecatombi di bestiame ecc.) rovinoso per le famiglie e le proprietà di ambo i gruppi in contesa si può addivenire, in generale tramite «pacificatori» (che sono sempre uomini del paese e mai autorità statali, ves[...]
[...] attaccare e spogliare le truppe colà inviate o più raramente stanziate, disparendo, quasi sempre irraggiungibili, tra le foreste e nelle montagne.
Per il periodo « preistorico » o Nuragico, per il quale non esistono notizie scritte, si può dedurre dai monumenti archeologici, e specialmente dai « bronzetti sardi » ritrovati in Barbagia, che questi popoli dovevano essere organizzati in società di guerrieri, cacciatori e pastori. Per il periodo cartaginese (VIIV sec. a. C.) Pausania e Diodoro ci parlano di predoni che, continuamente turbolenti, ave62
FRANCO CAGNETTA
vano impedito la occupazione del loro territorio. Per il periodo romano (231 a. C. IV sec. d. C.) Zonara, Diodoro, Livio, Floro. Varrone, Cicerone, Tacito, Procopio, Giustiniano e qualche iscrizione epigrafica ci parlano di popolazioni di instancabili predoni, combattuti continuamente ma irriducibili, contro i quali non si era potuto fare altro che limitarli con ima cintura militare nel loro territorio, dando a questo il nome di Barbaria, terra non romana. Non diverse [...]
[...]eli de lussu su paperi L’happo in su ’ampu ruttu su paperi de lussu.
(Come non ti ho toccato ti veda congedato. Come non ti ho veduto ti veda col congedo. Se hai fratelli o sorelle in città non possa tornare. Se hai sorelle e fratelli non possa tornare in città. Se hai preso penna non possa tornare in Sardegna. Se hai preso ferma non possa tornare in caserma. Se hai preso calamaio non possa tornare al quartiere. Fratello mio Michele, di lusso carta. La ho ora nel campo rotta, questa carta di lusso).
La chiesa in Sardegna ha combattuto il lamento, come ne fanno fede i canoni dei concili diocesani. Negli stessi lamenti si ritrova talora una eco di questa lòtta, poiché in dati casi la resistenza dei preti a seguire il loro ufficio ha dato argomento alla lamentatrice di esprimere il suo disappunto.
A Orgosolo qualche anno fa un corteo funebre aveva luogo, accompagnato dal lamento tradizionale: il parroco volle impedire alle lamentatrici di assolvere il loro compito e, allora, una di esseINCHIESTA SU ORGOSOLO
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conclusali suo lamento con questi quattro versi che sono [...]
[...]a a fare un terrazzamento per un proprio campicello — aveva rinvenuto resti di mura in disposizione rettangolare, frammenti di ceramica e cretaglie, vasi in pietra, vasetti in bronzo e in argento, monete varie, residui di ossami di animali e due classiche navicelle votive muragiche di bronzo. Informato il podestà il materiale era stato portato a Nuoro nel museo del Comune. Recatosi in Orgosolo il 1930 il prof. Taramelli, per ricerche sulla sua « Carta archeologica della Sardegna », saputo anche che sul luogo esistevano leggende di tesori sepolti, di fantasmi, ne aveva tratta la conclusione che doveva trattarsi di « un sacrario » per l’adorazione delle rupi — come nei culti Cananei — dotato di un altare per sacrifici animali, le cui ossa venivano gettate dall’alto. Riteneva che fosse stato frequentato dai primi abitatori della Sardegna, anche in epoca cartaginese, e poi romana, — come comprova il trovamento di 9 monete puniche e 16 monete romane (imperiali) di cui si dà descrizione (15).
Nel corso della mia gita al Supramonte ho avuto anch’io occasione di fare, come ho accennato, scoperta di un abitato neolitico che può essere di una certa importanza. Aggiungo qui che la località è vicino al pozzo di « su disterru » — secondo il classico culto degli antichi sardi presso le fonti —, ed ha alle spalle un complesso cemeteriale di <j Domus de janas ». Potrebbe, perciò, essere stato un altro luogo di culto.
Per l’epoca romana, alcuni oggetti e [...]
[...]dru, Salvatore Succu, Giuseppe Gangas (32).
* * #
Per dare un quadro vivo, immediato, dell’antica Orgosolo dò qui di seguito due biografie di vecchi viventi: ziu Marrosu Gangas
(32) A completare questi dati generali sulla storia del paese di Orgosolo si può qui, ancora, riportare l’indicazione di tutte le carte geografiche (mi limito a quelle classiche) in cui compare il toponimo: « Orgosolo ».
Eccone l’elenco dalla più antica:
1) Carta della Sardegna di Rocco Cappelline^ (1577). Originale Ms. nella Bibl. Vaticana in Roma cm. 33x73. Rocco Cappellino, ingegnere di fortificazioni di Carlo V, rimasto per 15 anni in Sardegna disloca Orgosolo nella « Barbaira Cevolo » tra « Bodusò » (Buddusò) e « Bynmana » (Biddamanna). Una buona riproduzione della carta è in : Istituto Geografico Militare. Monumenta Italiae Cartographica. Riproduzione di carte generali e regionali d’Italia dal sec. XIV al XVII, raccolte e illustrate da Roberto Almagià, Firenze, coi tipi dell’istituto Geografico Militare, 1929, tav. LV.
Su di questa si attenne Egnazio Danti, sul cui disegno il fratello Antonio Danti dipingeva il 1589 la carta di :
2) Sardegna. Galleria delle Carte Geografiche dei Musei Vaticani in Roma.92
FRANCO CAGNETTA
e ziu Carlo Floris detto Anzelu Zudeu. Ho raccolto queste due biografie dalla viva voce dei protagonisti, trascrivendone fedelmente il racconto parola per parola. L’ho ricomposto, naturalmente, dall’iniziale disordine, e, trasportandolo in italiano, ho cercato di mantenermi ligio agli originali modi sintattici ed al gergo orgolese. Tra tutti i 15 o 20 vecchi che ho interpellato nel paese questi due principalmente mi sembra che riescano a dare un’idea larga, abbastanza completa, di quella[...]
[...]andolo in italiano, ho cercato di mantenermi ligio agli originali modi sintattici ed al gergo orgolese. Tra tutti i 15 o 20 vecchi che ho interpellato nel paese questi due principalmente mi sembra che riescano a dare un’idea larga, abbastanza completa, di quella che era la straordinaria vita in Orgosolo 4050 anni fa.
Il primo di essi, il vecchio ziu Marrosu, ladro di pecore, quasi
La posizione di Orgosolo ha la stessa aberrazione che nella carta di Rocco Cappellino. Una riproduzione, ma illeggibile, di questa carta è nel cit. Mon. It. Cart., tav. LXI.
Su di questa si attenne Giovanni Antonio Magini per la carta di Sardegna nella sua celebre: L’Italia nuovamente più perfetta che mai per innanzi, posta in luce, scolpita e con le suoi figure uiuamente rappresentata. Amsterdam. Di questa una buona edizione è la:
3) Sardegna, il cui originale si conserva nelPIstituto Geografico Militare in Firenze cm. 111,5x89. Magini colloca Orgosolo nella « Barbagia Iolai » tra Siniscola e Bicyman (Biddamanna), sottoponendovi Lode e Posadal Una buona riproduzione di questa carta c nel cit. Mon. It. Cart., tav. LVII.
Altra edizione, analoga, di Amsterdam (Clement De Ionghe), senza data, è:
4) Nova description d[...]
[...]ardegna nella sua celebre: L’Italia nuovamente più perfetta che mai per innanzi, posta in luce, scolpita e con le suoi figure uiuamente rappresentata. Amsterdam. Di questa una buona edizione è la:
3) Sardegna, il cui originale si conserva nelPIstituto Geografico Militare in Firenze cm. 111,5x89. Magini colloca Orgosolo nella « Barbagia Iolai » tra Siniscola e Bicyman (Biddamanna), sottoponendovi Lode e Posadal Una buona riproduzione di questa carta c nel cit. Mon. It. Cart., tav. LVII.
Altra edizione, analoga, di Amsterdam (Clement De Ionghe), senza data, è:
4) Nova description d’Italia: Sardegna; con originale in Londra, conservato nel British Museum, cm. 106x124. È riprodotta nel cit. Mon. It. Cart., tav. LIX.
All’opera di Magini si attenne anche la carta di Sardegna de:
5) L}ltalia di Matteo Greuter. Stampa veneta del 1657. Sardegna (foglio 10) cm. 208x114, riprodotta nel cit. Mon. It. Cart.
Pure al Magini si attiene Vincenzo Coronelli nel suo celebre: Ìsolario descrittivo geografico histonco sacro profano antico moderno politico naturale e pratico ecc. Tomo II delVAtlante veneto, opera e studio del P. Maestro Vincenzo Coronelli, Min. Conv. Cosmografo della Serenissima Repubblica di Venezia e Principe dei Geografi. A spese dell’Autore M.DC.LXXXX.VI. Nella carta:
6) Isola e Regno di Sardegna soggetta al Re di Spagna ecc. Alle pp. 1021[...]
[...] 1657. Sardegna (foglio 10) cm. 208x114, riprodotta nel cit. Mon. It. Cart.
Pure al Magini si attiene Vincenzo Coronelli nel suo celebre: Ìsolario descrittivo geografico histonco sacro profano antico moderno politico naturale e pratico ecc. Tomo II delVAtlante veneto, opera e studio del P. Maestro Vincenzo Coronelli, Min. Conv. Cosmografo della Serenissima Repubblica di Venezia e Principe dei Geografi. A spese dell’Autore M.DC.LXXXX.VI. Nella carta:
6) Isola e Regno di Sardegna soggetta al Re di Spagna ecc. Alle pp. 102103.
7) Le Royaume de Sardaigne dressé sur Ics cartes manu scripte s levées dans le Payt par les ingégnieurs piemontois a Paris. (A Messieurs de TAcademie Royale des Sciences). Colloca Orgosolo nell’cc Incontrada di Orani » a confine con il « Judicato di Ulliastro ».
8) Nuova Carta dell’isola e Regno di Sardegna. Opera del R. P. Tommaso Napoli delle Scuole pie colleggiate dell’Università di Cagliari e del cav. Rizzi Zannoni del Buro topografo della guerra presso S. M. il Re delle Due Sicilie.
9) Carta/ dell’isola e Regno / di Sardegna f dedicata f alla Maestà del Re f Carlo Alberto primoJ dal suo umilissimo e devotissimo suddito / Maggiore Generale Conte Alberto Ferrerò della Marmora / Comandante la R. Scuola di Marina di Genova / Membro della R. Accademia delle Scienze di Torino / già J Colonnello AiutanteGenerale J aiutato dal suo collaboratore / il cav. D. Carlo De Candia / Maggiore del R. Corpo suddetto / Parigi e Torino 1845 (incisori Desbruissons e Arnoul, dal 1838 al 1840) 1/250.000. I rami sono conservati negli archivi dell’istituto Geografico Militare di Firenze. Da questa Carta l[...]
[...]enerale Conte Alberto Ferrerò della Marmora / Comandante la R. Scuola di Marina di Genova / Membro della R. Accademia delle Scienze di Torino / già J Colonnello AiutanteGenerale J aiutato dal suo collaboratore / il cav. D. Carlo De Candia / Maggiore del R. Corpo suddetto / Parigi e Torino 1845 (incisori Desbruissons e Arnoul, dal 1838 al 1840) 1/250.000. I rami sono conservati negli archivi dell’istituto Geografico Militare di Firenze. Da questa Carta la posizione di Orgosolo è definita.INCHIESTA SU ORGOSOLO
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sempre senza fisso mestiere, è un uomo ormai famoso, leggendario nel paese, per il suo modo vivace di raccontare, per la sua geniale vita di picaro. E ad un picaro spagnolo certamente si avvicina. La difficoltà maggiore che ho incontrato nel raccogliere la biografia stava nel fatto che mi era difficile tenergli dietro perché sempre agitato, indaffarato a cercare qualcuno che potesse fargli avere « per
il merito di non avere fatto niente» una pensione di vecchiaia. Riusciva a stare fermo soltanto davanti al vino, alla birra[...]