Brano: [...]zzare il soffitto della sua casa romana per la paura di essere disturbato dai numerosi figli del suo soprano (per usare un'espressione cara a Pasquali), vale a dire il sovrastante condomino on.le Riccio. I sospettati bambini
erano invece già grandi: l'ultimo, quattordicenne, sembra abbia poi avuto in Marchesi un eccezionale ripetitore di latino [« L'informazione parlamentare »,
23 dicembre 1955].
Ricordare Marchesi a Messina senza far cenno a Camagna, Enrico Maria Camagna, professore di francese all'Università in quei primi anni '20, non sarebbe possibile. Caro Camagna! Dice di lui Marchesi alla Erse (L. 2939): « assicura Enrico Camagna, il mio Camagneddu, che l'ho sempre nella memoria e nel cuore e ricordo ogni angolo di quella baracca messinese che conobbe la
nostra indimenticabile convivenza ». Di un affetto, di una amicizia devota a Marchesi e a mio padre che poche volte credo si possa riscontrare. C'è una bellissima fotografia dei tre sul cui retro è scritta una strofa, attribuita, dall'ignoto trascrittore, a Concetto Marchesi. Ho ritrovato una cartolina di P. E. Lamanna
a mia madre (251123) con la stesura completa della poesia e questo mi fa dubitare che l'attribuzione a Marchesi sia esatta. Dice la poesia:
C'è a Ga[...]
[...]e poche volte credo si possa riscontrare. C'è una bellissima fotografia dei tre sul cui retro è scritta una strofa, attribuita, dall'ignoto trascrittore, a Concetto Marchesi. Ho ritrovato una cartolina di P. E. Lamanna
a mia madre (251123) con la stesura completa della poesia e questo mi fa dubitare che l'attribuzione a Marchesi sia esatta. Dice la poesia:
C'è a Galati una casa diruta / dov'a notte il cuculo si lagna / dove un giorno fioriva a Camagna / un cespuglio di rose nel cuor! — dove il di 25 novembre / son venuti Manara e Lamanna; / ma crediamo (se il cuor non c'inganna) / non doverci tornare mai piú. — Ambedue sulle rive dell'Arno / abbiam posto i modesti penati: / a Gentile saremo assai grati / se sull'Arno ci vuol mandar. — Vero è ben che, se il greco non mente, / « spiaggia bella » risuona Galati (a): / ma le case, le spose ed i nati / « spiaggia bella » ci fanno obliar. — Dalla terra fiorita d'aranci / voli dunque a Fiorenza ed a Pisa / voli in duplice foglio divisa / la parola che mai non menti.
E. PAOLO LAMANNA
(a) Kali. a[...]
[...] a Gentile saremo assai grati / se sull'Arno ci vuol mandar. — Vero è ben che, se il greco non mente, / « spiaggia bella » risuona Galati (a): / ma le case, le spose ed i nati / « spiaggia bella » ci fanno obliar. — Dalla terra fiorita d'aranci / voli dunque a Fiorenza ed a Pisa / voli in duplice foglio divisa / la parola che mai non menti.
E. PAOLO LAMANNA
(a) Kali. akté
206 VARIETÀ E DOCUMENTI
Io non fui a Messina negli anni '2122 e Camagna lo conobbi a Coreglia dove raggiungeva gli amici. Coreglia Antelminelli, un paese della Garfagnana in splendida posizione dove per molti anni (press'a poco dal '15 al '26) si raccoglieva d'estate una compagnia di uomini quali Marchesi, mio padre, Guido De Ruggiero, Lamanna, Carrà, Mancini, Calò e tanti altri. Marchesi alloggiava in una modesta pensione al « Piantaio » che è la piazza bassa del paese, dalla Leontina. Ha scritto una pagina presso che ignota dal titolo, appunto, « Leontina » [numero unico 1° premio di poesia « Coreglia », Coreglia Antelminelli, 25 agosto 1956]. Ho visto la Leont[...]
[...] hoc tantum bestia potest » (CM, p. 68). Esiste un gruppo, non so di che consistenza, di lettere di Marchesi a Leontina, ma non siamo mai, né io né gli amici coreglini, riusciti a farcele dare o anche solo mostrare.
Estate 1939: conosciamo le preoccupazioni di tutti ed è facile immaginare quelle piú vive della Erse per me. E Marchesi la tranquillizza. Ma in quell'estate c'era anche — nonostante tutto — allegria nella nostra casa di Castelrotto. Camagna era venuto con Enrico Fulchignoni e gli scherzi organizzati dal piú giovane Enrico ai danni di Camagna erano spassosi.
Qui a Messina, come è noto, Marchesi si laureò anche in legge. Non voglio ricordare episodi già noti, ma riferire la testimonianza di Antonio Cazzaniga, che negli ultimi anni della sua vita trascorreva l'estate con noi a Vilminore. Nelle sue lente passeggiate con il babbo, quelle passeggiate dei vecchi che si interrompono ogni tre passi, Cazzaniga ricordava tutto di Messina. E sembrava fosse stato (e forse era veramente stato) l'anno piú bello della loro vita. « ... il Barbi, ti ricordi il Barbi?... e Marchesi? quella volta che lo accompagnaste tutti a fare l'esame di medicin[...]