Brano: [...]ma volta, concludeva, passando però ad altro ragionamento: « Perciò ti dico che fai male a non pensare a tempo alla tua famiglia, ora che sei giovane, e qui si sta bene e si guadagna, nonché mia moglie vi vuole conoscere tutti, tanto é innamorata delle bambine, e anch'io che non le ho potuto avere per me, e un matrimonio senza figli non é matrimonio. Parla quindi a Rosaria e convincila che ti lasci partire, qui l'Egitto é grande, figurati che il Cairo è una città che non finisce mai, e c'é posto per tutti. Tu potresti venire prima e poi potresti ritirare Rosaria con le bambine, tanto più che le donne si possono impiegare, e io ho mia moglie che guadagna quasi più di me. Pochi anni di sacrifizio e poi potresti ritornare in Italia a fare il proprietario... ».
« Dice di andare al Cairo, ci vuole li a tutti i costi... » spiegò Giuseppe, ridendo.
« Ah! » esclamò semplicemente Rosaria.
« Prima vuole che vada io a vedere come si sta; e poi ti manderei l'atto di richiamo perché mi raggiungessi... ».
t~ E lasceremmo tutto ? » disse Rosaria.
« Bah! Poi si vedrà... ». concluse Giuseppe. La moglie rimase pen
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sierosa, mentre il ragazzo incominciò: «In questa settimana partirà zio Carlo per l'America ».
« Certo l'America é più lontana ». disse Giuseppe; ma per Rosaria l'Egitto o l'America era la stessa cosa. Il marito, scherzando ancora, aggiunse : «[...]
[...]'Egitto! L'Egitto! » esclamò Giuseppe. «Siamo arrivati. Quello é l'Egitto! » spiegò, voltandosi a guardare la moglie.
Ma la donna che in altre circostanze avrebbe gridato di gioia, ora, bianca in volto, nemmeno rispose. Sospettosa negli occhi, strinse a sé le piccine, le chiamò, se le mise sotto le ali della sua protezione come una chioccia fa coi pulcini.
Quel giorno stesso in cui arrivarono al porto di Alessandria, partirono col treno per il Cairo, dove giunsero la sera, ch'era già notte. Soffrirono il caldo lungo il percorso come se fosse ancora l'estate del loro paese, refrigerio trovando solo quando il treno costeggiava di tanto in tanto il Nilo.
« Guarda che fiume! Sembra il mare! » diceva Giuseppe; aggiungendo per scherzo: «Uguale al nostro Buonamico!...» ch'era un torrente che si asciugava quasi d'estate.
« Che c'entra! — rispondeva Rosaria. — Quello é un'altra cosa! ».
«Le campagne a che sono coltivate? » domandava Giuseppe a se stesso, senza sapersi dare una risposta precisa; e poi soggiungeva : «Non sono belle alberate come[...]
[...]ocato, più della sorella abitualmente rosea.
«Ci pensi che questa qui me la piglia la febbre? » disse la madre.
«Un po' di stanchezza! » rispose il padre. E diventò pensieroso com'era quando si trovava sul vapore. Passarono nel corridoio uomini in tunica bianca e turbante rosso, ed egli quasi sembrò non li notasse.
Era che considerava di aver perduto il primo treno che avrebbe dovuto prendere e col quale sarebbe stato aspettato dai cognati aI Cairo; sarebbe invece arrivato con ritardo; probabilmente non avrebbe visto nessuno alla stazione; ed egli, spratico della città, come avrebbe fatto a trovare la casa dei parenti?
Domandò a un signore, vestito in nero, che aveva davanti a sé, quanto occorresse per arrivare al Cairo. « Ecco, siamo arrivati » gli rispose quello, in italiano, sorridendo. E già la città compariva colle sue alte torri e colle sue immense chiese.
Alla stazione trovarono per fortuna i fratelli colle mogli che li aspettavano da più ore; essi avevano capito che gli ospiti si erano sbagliati. «Rosaria! » gridò per primo Filippo, ch'era il più espansivo e il più svelto; usci dal cancello dove si trovava e si buttò tra le braccia della sorella. Antonio abbracciava Giuseppe, ridendo, mentre le mogli stavano indietro.
« Io sono Matilde! » disse la moglie di Filippo. « E io Vanda! ». « Cosa si dice [...]
[...]nava, soffocando talora le loro voci allegre. Vino non mancava, e i fratelli bevvero più di Giuseppe, inutilmente sforzato.
Di tutti era l'allegria; ma specialmente dei fratelli e d'elle loro mogli: la stanchezza, le emozioni sofferte, la novità delle cose offu
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scava la gioia degli ospiti. Essi avrebbero voluto andare a riposare. Ernesta fu vinta dal sonno, e messa a dormire, mentre il grammofono nella casa cittadina del Cairo, continuava le sue sonate. Infine Vanda, che pareva più anziana di Matilde e come il marito meno espansiva, disse: « Lasciamoli andare a dormire », alzandosi per ritirarsi con Antonio nel suo appartamento.
La febbre, fortunatamente, non durò a lungo alla piccola Lidia : l'indomani mattina era vispa e allegra, al pari di Ernesta, come nulla le fosse successo. Il padre poté uscire con Filippo e Antonio per conoscere la città e trovare lavoro.
Quasi contemporaneamente si licenziarono le due cognate da Rosaria, per le loro solite occupazioni: Matilde, per andare a servizio in una casa di milion[...]
[...]voi sapete come io la penso!» concluse Giuseppe.
Certamente egli avrebbe voluto continuare anche in Egitto la bella vita, pur nella povertà, che faceva nel borgo; quando lavorava nelle ore che voleva, e si riposava a suo piacimento; quando chiacchierava
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coi clienti, seduto davanti al deschetto, e di essi conosceva il piede meglio di quello che non sapesse la faccia.
Ma ciò ormai non era più possibile: al laboratorio del Cairo egli non aveva che una parte limitata nella costruzione delle scarpe, non faceva che le cuciture colla macchina; il maestro di una volta s'era trasformato in uno dei tanti lavoranti d'una bottega più vasta che non era a contatto del pubblico, e la soddisfazione di formare tutto da sé un bel paio di scarpe o di vedere in viso il cliente che doveva servire gli era venuta a mancare.
Né il compenso che ricavava era rilevante in rapporto alla vita che si conduceva : i cognati guadagnavano di più alla diga, e Giuseppe a stento li seguiva nelle spese che occorreva fare per il mantenimento della fam[...]
[...]chi mesi, col lavoro straordinario che avrebbe fatto, sarebbe stato in condizione di partire.
«Partiremo dunque nell'inverno, quando non si soffre piú? » domandava Rosaria, che non calcolava come il marito e i fratelli le necessità della vita.
« Tranquillizzatevi Rosaria — dicevano allora le cognate. — Un altro po' di sacrifizio e poi avrete il piacere di ritornare a casa vostra... ».
Matilde da sola continuava : « E non ci vedremo più qui al Cairo ? Giacché io verrò di tanto in tanto al vostro paese... ».
« Verremo, verremo! » prometteva Vanda.
Rosaria non rispondeva, ma sorrideva, perduta nel sogno del suo paese natale.
« Ella non si é mai adattata alla vita del Cairo! » dichiarava Antonio.
« Non so perché non ti è mai piaciuto. l'Egitto » continuava Filippo. « Eppure non sei stata ammalata, altro che un po' agli occhi, e la bambina ha avuto qualche febbre... ».
« Febbre me la chiami? Stava per morire, povera piccina mia! » rispondeva Rosaria.
« Si, ormai é stabilito. Col lavoro straordinario che farò, sarò in grado di raggranellare presto i soldi che ci vogliono per le cinquemila lire! » assicurava Giuseppe.
Rientrava in quel momento dalla casa di una compagna di scuola, Ernesta; e quasi prima della sua aggraziata persona si avverti la sua voce squill[...]
[...]quella continua agitazione, alla quale non era abituato, lo stancava, e non solo i tempi beati di quando faceva il calzolaio e aveva a che fare con tutto un
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popolo docile, che gli era cliente, erano rimpianti, ma anche l'epoca dura della sua vita in Egitto, durante l'ultima estate, dove aveva tanto lavorato. Forse aveva fatto male a ritornare in Italia, meglio sarebbe stato se egli fosse rimasto ancora per qualche anno al Cairo, e avesse soltanto mandato la moglie colle bambine a rivedere il padre. Ma ormai le cose erano andate tosi, e bisognava aspettare che migliorassero, come certamente sarebbe accaduto.
I risparmi però si assottigliavano gradatamente e la povertà compariva all'orizzonte, se egli avesse perduto quel posto che aveva. Rosaria avrebbe dovuto saperlo; e invece restava così spensierata e leggera, quando non compiangeva colle sorelle la fine temuta del padre, nelle sue chiacchiere con commare Carmela e le altre vicine.
Solo conforto per Giuseppe erano le ingenuità delle sue bambine, che dopo il ritor[...]
[...]a non si sarebbero ripetuti.
Parlò a Rosaria dei suoi progetti. « No, no, meglio restare qua. Non sarei capace di partire dalla terra dove so che dorme la mia bambina! », rispose la moglie che aveva creduto di doverlo accompagnare.
« Tu resterai qui con la bambina. E io in pochi anni farò fortuna. Poi ritornerò. Vedi come ogni cosa mi va male, vedi come è stato un errore ritornare troppo presto dall'Egitto! ».
« E perché non vuoi ritornare al Cairo, dove i fratelli potrebbero aiutarti? ».
« So che in America si possono fare guadagni maggiori coi quali ritornerei più presto a casa... ».
« Io non so... Ma ho paura di restare sola! Vedi come sono ammalata e stanca...».
134 MARIO LA CAVA
«Se tu stessa ti rivolgessi alla famiglia Chirico che sempre ti ha voluto bene, potresti ottenere un prestito per il viaggio con poco interesse, o senza affatto interesse... ».
« Ma davvero vuoi dunque partire? », gridò Rosaria e si mise a piangere come una bambina.
In seguito si discusse a lungo della cosa. Agata e Peppina questa volta non insisteron[...]