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Il segmento testuale Bundesrepublik è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 54Analitici , di cui in selezione 2 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Enzo Collotti, Noterelle e schermaglie. Lo straordinario Goethe-Institut di Lisbona 1969-1976 in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6

Brano: [...]stitut di Lisbona [Portugiesische Tagebücher (19691976), Königstein/Ts. Verlag Autoren Edition im Athenäum Verlag, 1979, pp. 417]. Un capitolo quindi della politica culturale all'estero della Repubblica federale tedesca. E bisognerebbe aggiungere un capitolo assai felice, se il GoetheInstitut non avesse ritenuto opportuno, allo spirare del contratto, privarsi della collaborazione di un uomo che nel panorama della politica culturale esterna della Bundesrepublik ha rappresentato certamente un'eccezione. Errore del GoetheInstitut? Esperimento? Calcolo? Forse tutti questi elementi insieme portarono alla nomina di MeyerClason, insieme probabilmente alla sottovalutazione della personalità dell'interessato, refrattario a farsi ridurre al rango della gestione burocratica e soprattutto ad assimilare gli stereotipi della concezione dell'ordine e della politica culturale come pura gestione dell'esistente iscritti nei regolamenti e nelle istruzioni della casamadre, costruite sull'esercizio costante di censura e autocensura, appena coperte dall'ipocrisia (dopot[...]

[...]e della Comunità economica europea nel Portogallo a cavallo tra la dittatura e la rivoluzione dei garofani del 25 aprile del 1974. È singolare come attraverso le pagine di questo libro la frattura tra MeyerClason e i suoi superiori, anziché ricomporsi, dopo il 25 aprile finisca per allargarsi: non ultimo motivo d'interesse della sua testimonianza e motivo per riflettere anche sul modo in cui il mondo ufficiale occidentale, e in particolare della Bundesrepublik, ha vissuto la rivoluzione dei garofani, nella quale invece la nuova sinistra europea uscita dal 1968 fini per investire in parte le sue frustrazioni, in parte, la reale speranza che dalla periferia dell'Europa, da una posizione piú vicina al terzo mondo che all'Europa, potessero nascere i germi di un processo di trasformazione di tipo nuovo, non legato a nessuna delle vecchie ipotesi rivoluzionarie, non solo una rivoluzione senza violenza, fatta da soldati che non sparavano ma che inalberavano i garofani rossi sulla bocca dei fucili, ma la rivoluzione di un popolo intero, uscito sulle strade[...]

[...]teriorizzazione delle proprie frustrazioni cui sembrava averlo costretto la pratica dell'autocensura, esercitata per decenni anche solo per sopravvivere.
Le reazioni di MeyerClason, catapultato a Lisbona nella fase calante della dittatura di Salazar, colpita a morte dalla guerra coloniale che ha letteralmente dissanguato il paese, interessano certo per l'atteggiamento dell'intellettuale democratico (quanti direttori di istituti di cultura della Bundesrepublik citano Rosa Luxemburg?) che rappresenta una delle potenze egemoni dello schieramento atlantico in un paese in cui la dittatura è tollerata dagli alleati anche perché il Portogallo è una base Nato di importanza strategica insostituibile, una testa di ponte verso l'Atlantico e verso l'Africa. Ma interessano soprattutto per la dicotomia che rivelano tra ciò che i suoi superiori si attendono da lui e il modo in cui egli interpreta i suoi compiti; tra l'atmosfera del mondo delle ambasciate e degli istituti dl cultura stranieri (l'italiano compreso), vera enclave all'interno della società portoghes[...]

[...] e tenace lavoro muovendo non dalle esigenze di rappresentanza della grande potenza che lo ha mandato a Lisbona ma ponendosi il problema di quali siano i bisogni da soddisfare del Gastland, proponendosi di ricercare il pubblico giusto nonostante i quaranta anni di dittatura. Gli intellettuali d'opposizione lo sollecitano, ricercano sedi esterne in cui discutere dei loro problemi, del loro futuro. Che cosa fare non per accrescere il credito della Bundesrepublik, ma per rispondere a ciò che interessa a voi, portoghesi: che cosa voi volete che la Bundesrepublik vi dia? Il rapporto rispetto alle prescrizioni ufficiali è rovesciato: « Lavoro culturale come movimento, come progresso nel senso letterale della parola, come mezzo di comprensione, come promozione di conoscenza ». Attraverso il contatto con la stampa,

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nella quale sono rifugiati gli intellettuali dell'opposizione, attraverso il tentativo di programmare insieme agli intellettuali del luogo, trasformare la sede in occasione di incontro, punto di riferimento di discussione, dare prestigio agli intellettuali del luogo presso un istituto straniero e quindi dare lo[...]

[...] del linguaggio degli eufemismi, una delle poche cose forse che accomuna il regime e l'opposizione, e senza preoccuparsi delle velleità di controllo dell'apparato diplomatico contro le « eventuali mene sovversive » o della paralisi cui rischia di ridurlo la situazione (« Portogallo, una spugna che toglie mordente ai miei denti ») dà inizio alla sua politica dei « piccoli passi »: il 1969 non sarà anche l'anno della vittoria di Willy Brandt nella Bundesrepublik? Importa le nuove tendenze del cinema tedesco, deciso a proseguire con proiezioni private e inviti personali di fronte a un intervento della censura; organizza una conferenza di Walter Jens, che nell'ambiente dell'ambasciata viene considerata una provocazione; quando gli chiedono un parere per l'esecuzione a Lisbona di una messa di Bach espone i pro e i contra, ma l'ambasciatore fa sapere che al ministero degli esteri si trasmette solo il positivo, il negativo deve essere sfumato; quando il rettore dell'università, per punire gli studenti proibisce un concerto beethoveniano che doveva svolger[...]

[...] dittatura piú delle conferenze di Otto d'Asburgo nei clubs ufficiali. L'ambasciatore protesta contro l'intervento di Werner Herzog a un seminario sul cinema tedesco; risposta di Herzog: « il mio nuovo film si chiama Ciascuno per sé e Dio contro noi tutti ». MeyerClason deve lottare contro la dittatura, ai cui occhi il Goethe appare ora una « cellula segreta del partito comunista portoghese illegale », ma piú ancora contro i rappresentanti della Bundesrepublik. « Perché vedere sempre tutto in chiave cosí critica? » si domanda l'ambasciatore e forse è anche sincero nel suo tranquillo conformismo.
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Che cosa cambia la rivoluzione del 25 aprile? Accresce la sintonia di MeyerClason con l'ambiente locale, la sua volontà di prestare gli strumenti dei quali dispone al servizio dell'emancipazione di un popolo da un incubo cinquantennale, registra acutamente stati d'animo e attese, risponde positivamente a tutte le sollecitazioni della gente del luogo, concede l'istituto persino per l'assemblea di una formazione politica incorren[...]

[...]tare gli strumenti dei quali dispone al servizio dell'emancipazione di un popolo da un incubo cinquantennale, registra acutamente stati d'animo e attese, risponde positivamente a tutte le sollecitazioni della gente del luogo, concede l'istituto persino per l'assemblea di una formazione politica incorrendo ancora una volta nella censura dell'ambasciata. Perché quello che non sembra cambiare è appunto l'atteggiamento delle autorità ufficiali della Bundesrepublik. Una rapida annotazione sul Portogallo nuovo:
Parole d'ordine della stampa per il primo maggio: 'Il popolo non ha piú paura. Le nostre armi sono i fiori. La poesia sulla strada. L'esercito portoghese è anche popolo. La grande sfilata a braccia conserte'.
Scolaro portoghese della Scuola tedesca: `Gli insegnanti tedeschi se la fanno nelle brache'.
La stampa tedesca: `La rivoluzione portoghese ha sgomentato il mondo occidentale' (p. 276).
In questi casi l'A. non commenta neppure, la vecchia arma dell'ironia ha pur sempre una sua forza dirompente. Il doporivoluzione si presenta ancora piú dif[...]

[...]italistica. Paradossalmente, quello che faceva scandalo prima della rivoluzione diventava dopo anche piú scandaloso. Portare in Portogallo il meglio della cultura impegnata tedesca — da Schlöndorff a P. Weiss, a Böll, a Franz Xaver Kroetz — era piú pericoloso di prima. Ancora un dialogo brechtiano: « Crede davvero che Le possa servire invitare Martin Walser... Da un impiegato del Goethe ci si attende un atteggiamento positivo nei confronti della Bundesrepublik... Acriticamente o criticamente positivo? ». Né sorte migliore procura la presenza nell'Alentejo di Günter Wallraff, impegnato nella cooperativa agricola promossa con fondi raccolti nella Bundesrepublik: Wallraff, proprio lui, un agitatore indesiderato, un « autore sotto processo in Germania ». E poi « la riforma agraria è in contrasto con le idee del governo portoghese ». Un esempio sopraffino di mistificazione e insieme del modo in cui viene trasmesso il messaggio conservatore delle potenze della NATO, non interessate a modificare
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i rapporti di classe e di potere, dopo avere condiviso le responsabilità della guerra coloniale del regime fascista.
Quando alla fine del 1976 MeyerClason dovette lasciare il suo posto, il processo di svuotamento della rivoluzione p[...]

[...]bilità della guerra coloniale del regime fascista.
Quando alla fine del 1976 MeyerClason dovette lasciare il suo posto, il processo di svuotamento della rivoluzione portoghese era già in pieno svolgimento. Oggi i garofani del 25 aprile sono quasi totalmente appassiti. Questo bellissimo libro non racconta solo la vicenda personale di un intellettuale tedesco a contatto con una funzione pubblica; non interessa soltanto la politica culturale della Bundesrepublik, aiuta anche a comprendere che cosa la « democrazia » occidentale poteva dare al Portogallo e che cosa non ha dato. Aiuta a capire i limiti posti all'autogoverno e alla volontà di trasformazione di un piccolo popolo dalla logica di potenza di opposti schieramenti di ben altre dimensioni. Perché anche il Portogallo vive sulla sua pelle l'ipoteca che gli è imposta dalle esigenze di una strategia che non gli appartiene ma alla quale viceversa appartiene il Portogallo. Perché l'ordine tornasse a regnare a Lisbona dovevano accadere molte cose e probabilmente anche il ritorno di MeyerClason in Germ[...]



da Edoardo Esposito, Noterelle e schermaglie. Della Poesia, ovvero il dispiacere preliminare in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6

Brano: [...]stitut di Lisbona [Portugiesische Tagebücher (19691976), Königstein/Ts. Verlag Autoren Edition im Athenäum Verlag, 1979, pp. 417]. Un capitolo quindi della politica culturale all'estero della Repubblica federale tedesca. E bisognerebbe aggiungere un capitolo assai felice, se il GoetheInstitut non avesse ritenuto opportuno, allo spirare del contratto, privarsi della collaborazione di un uomo che nel panorama della politica culturale esterna della Bundesrepublik ha rappresentato certamente un'eccezione. Errore del GoetheInstitut? Esperimento? Calcolo? Forse tutti questi elementi insieme portarono alla nomina di MeyerClason, insieme probabilmente alla sottovalutazione della personalità dell'interessato, refrattario a farsi ridurre al rango della gestione burocratica e soprattutto ad assimilare gli stereotipi della concezione dell'ordine e della politica culturale come pura gestione dell'esistente iscritti nei regolamenti e nelle istruzioni della casamadre, costruite sull'esercizio costante di censura e autocensura, appena coperte dall'ipocrisia (dopot[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Bundesrepublik, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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