Brano: [...], lungi da suggerirmi il silenzio, m'imponeva di prendere posizione e d'incoraggiare altri a prendere posizione.
Non che mi faccia, in proposito, troppe illusioni. Nel momento in cui scrivo questa nota, mi risulta che è stato convocato per la prossima settimana il Consiglio di Presidenza dell'Associazione (anche se è sintomatico che non ne sia stato convocato al tempo stesso il Comitato Direttivo). Dalle dichiarazioni dell'on. Gorghi e del sen. Bufalini è facile concepire il timore che l'Associazione, attraverso la propria Presidenza, cerchi di limitarsi a concedere ai suoi singoli membri di pensarla come ciascuno di essi vorrà, senza però assumere una posizione in quanto Associazione; o, se sarà proprio costretta ad assumerla, si sforzi di farlo in termini cosí asettici da corrispondere al nulla. Mi stupirei tuttavia se da tutti fosse accettata una soluzione di questo genere, dal momento che non credo che tale tesi possa essere condivisa, per esempio, dal prof. Argan, il quale è stato il primo a chiedere all'on. Gorghi di convocare la Presi[...]
[...]icamente in atto nei confronti dei loro intellettuali. E credo che in generale il fatto che proprio l'Associazione Italiauxss assuma posizioni chiare in proposito, aiuti il mondo della cultura sovietica nella lotta che esso quotidianamente sostiene per emanciparsi dalla pesante tutela che le autorità gli impongono.
È vero che, sollecitato dallo stesso Lucio Caracciolo a commentare su « La Repubblica » le mie dimissioni, l'amico e compagno Paolo Bufalini ha creduto di dovermi tirare abbastanza duramente le orecchie. Abbastanza duramente, ma
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nel contesto di una dichiarazione che contiene frasi addirittura affettuose. « Paolo Alatri — ha detto Bufalini — sia pure per motivi generosi e nobili, si è messo sulla linea della signora Thatcher». E ha poi spiegato: « Sono amico di Alatri da 45 anni, ci siamo conosciuti nel 1936 e abbiamo in comune l'attività clandestina antifascista. Parlo quindi con la schiettezza di un vecchio amico e compagno. Alatri ha sottoscritto un appello di protesta per i provvedimenti repressivi adottati nei confronti di Sakharov insieme ad altri intellettuali, anche comunisti, fra cui membri del Comitato Centrale (del PcI) come Guttuso e Zangheri. Ha fatto bene. Ma non condivido le sue dimissioni. Infatti che cos'è l'As[...]
[...]nti. Il suo scopo è quello di organizzare e sviluppare i rapporti culturali, economici e commerciali con il popolo sovietico. Quindi se tutti ci dimettessimo significherebbe voler rompere i rapporti culturali ed economici con l'URSS. Ora, questo non è giusto. Non è la linea di Schmidt, né di Giscard, di Indira Gandhi, dello stesso pontefice, delle socialdemocrazie europee. È la linea della signora Thatcher ».
Troppo onore, caro amico e compagno Bufalini, paragonarmi niente di meno che al Primo Ministro della Gran Bretagna! Ma, a parte ogni scherzo, un paio di osservazioni. Innanzi tutto non credo si possa dire che scopo dell'Associazione ItaliauRss è di « organizzare e sviluppare » (oltre che i rapporti culturali) « i rapporti economici e commerciali con l'URSS ». Ci mancherebbe altro! La denominazione completa e precisa dell'ItaliauRss è: Associazione italiana per i rapporti culturali con l'Unione Sovietica. Ciò che riguarda i rapporti economici e commerciali tra i due Paesi può anche cadere sotto l'attenzione dell'Associazione ItaliauRss, [...]
[...]a presa di posizione dell'Associazione ItaliauRss sul « caso Sahkarov » e sul modo in cui sono trattati gli intellettuali sovietici minaccerebbe i rapporti economici e commerciali tra l'Italia e l'Unione Sovietica! Lasciamo che ognuno faccia il suo mestiere: i governi, la Fiat, la Montecatini si occupino di affari, l'Associazione ItaliauRs s si occupi della cultura e degli intellettuali.
Ma ho un'altra osservazione da fare alla dichiarazione di Bufalini. Ed è che una presa di posizione dell'Associazione ItaliauRss, in quanto tale, su ciò che concerne direttamente il suo campo di attività, che è quello della cultura, non potrebbe che giovare alla chiarezza, alla sincerità e alla lealtà di tali rapporti: i quali, al di fuori della chiarezza, della sincerità e della lealtà, non hanno, in definitiva, molta ragione di essere coltivati. Come può un organismo quale l'ItaliaURS S restare silenzioso e indifferente di fronte a provvedimenti come il confino comminato a Sakharov, una misura che istituzionalmente non credo sia neppure prevista dalla stes[...]
[...]oso e indifferente di fronte a provvedimenti come il confino comminato a Sakharov, una misura che istituzionalmente non credo sia neppure prevista dalla stessa legislazione sovietica, che è certamente contraria agli accordi di Helsinki sottoscritti anche dal governo sovietico, e che sembra farci tornare
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indietro di oltre sessant'anni, a quell'arbitrio che regnava sovrano nel regime zarista?
L'amico e compagno Paolo Bufalini, nella sua dichiarazione a « La Repubblica », ha infine aggiunto: « Critico Alatri tanto piú perché è uno storico, e in fondo la differenza fra uno storico e un politico non è tanto grande ». Non so dar torto, in ciò, a Bufalini. Ma proprio perché uno storico non può non sentirsi portatore, al tempo stesso, di una coscienza politica, provvedimenti di repressione politica per « reati » di opinione da parte di intellettuali sovietici non possono lasciarlo indifferente. E come ho già detto, le ragioni dell'opportunità politica, se spinte oltre una certa misura, confinano e si confondono con l'opportunismo.
Non vorrei illudermi; ma mi pare significativo che, mentre « l'Unità » ha pubblicato con rilievo la notizia delle mie dimissioni dal Direttivo dell'ItaliauRs s citando anche alcune frasi della mia lettera all'on. Gor[...]
[...]ici non possono lasciarlo indifferente. E come ho già detto, le ragioni dell'opportunità politica, se spinte oltre una certa misura, confinano e si confondono con l'opportunismo.
Non vorrei illudermi; ma mi pare significativo che, mentre « l'Unità » ha pubblicato con rilievo la notizia delle mie dimissioni dal Direttivo dell'ItaliauRs s citando anche alcune frasi della mia lettera all'on. Gorghi, non abbia invece riprodotto la dichiarazione che Bufalini, sollecitato da Lucio Caracciolo, ha creduto di dover rilasciare a « La Repubblica » (mentre invece ha pubblicato sia il documento di protesta per il relegamento al confino di Sakharov e l'appello in suo favore indirizzato al governo sovietico dal Comitato nazionale per le scienze fisiche del CNR, sia l'analogo documento firmato da oltre 50 docenti dell'Università di Roma, in massima parte comunisti). Non credo infatti che il mio gesto sia giudicato unanimamente, in seno al Pci, nello stesso modo in cui lo giudica Bufalini. Mi pare anzi evidente il contrario.
Non posso non dichiarare, in pro[...]
[...]a Repubblica » (mentre invece ha pubblicato sia il documento di protesta per il relegamento al confino di Sakharov e l'appello in suo favore indirizzato al governo sovietico dal Comitato nazionale per le scienze fisiche del CNR, sia l'analogo documento firmato da oltre 50 docenti dell'Università di Roma, in massima parte comunisti). Non credo infatti che il mio gesto sia giudicato unanimamente, in seno al Pci, nello stesso modo in cui lo giudica Bufalini. Mi pare anzi evidente il contrario.
Non posso non dichiarare, in proposito, che nei nove anni in cui sono stato Segretario Generale dell'Associazione, ho sempre avuto l'appoggio del mio partito nel braccio di ferro che sempre si è esercitato tra italiani e sovietici nel concepire la natura e le funzioni delle due Associazioni consorelle, l'ItaliauRss, e l'uRssItalia. Il braccio di ferro consisteva nel contrasto tra la tendenza sovietica a concepire le Associazioni come casse di risonanza propagandistiche e la tendenza italiana a designarle invece come luoghi deputati per un franco confronto[...]
[...] ufficiali dell'Unione Sovietica. E sottolineo che si trattava e si tratta degli ambienti ufficiali: perché dopo il mio intervento polemico al convegno cinematografico di Mosca non furono pochi i cineasti e gli intellettuali sovietici che molto riservatamente vennero a congratularsi con me, dicendo che prese di posizione, come quella da me fatta, li aiutavano nella loro battaglia per la propria libertà di espressione.
All'amico e compagno Paolo Bufalini, cui mi legano vincoli di grande affetto, tengo comunque a esprimere il riconoscimento che egli, che è uno dei membri della Presidenza dell'Associazione Italiauxss in rappresentanza del pci, non poteva probabilmente, in un momento come questo e di fronte al « caso » suscitato dalle mie dimissioni, commentarle diversamente da come ha fatto. Per
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un uomo politico investito delle sue alte responsabilità, è naturale e legittimo che valga il motto: politique d'abord! A me sia però concesso di essere un po' meno politico, o di esserlo nel modo che piú credo convenga a u[...]
[...]mento. Sono molto soddisfatto del testo del comunicato, che condivido sia nella parte costruttiva sia in quella critica. Come risulta da quanto avevo scritto nell'articolo qui sopra pubblicato, è molto di piú di quanto mi aspettassi. E sono contento di avere provocato, con il mio gesto, che ha avuto cosí larga ripercussione, questa presa di posizione.
Due notazioni. La prima è che alla riunione del Consiglio di Presidenza non era presente Paolo Bufalini, che, pur condividendo le ragioni della mia protesta, aveva criticato le mie dimissioni e sostenuto che l'Associazione, come tale, non avrebbe dovuto esprimersi su fatti che riguardano la politica dell'Unione Sovietica, mentre tra i membri comunisti hanno partecipato alla riunione Giancarlo Pajetta, Renato Guttuso e Amerigo Terenzi, oltre al socialista Riccardo Lombardi, ai repubblicani Biasini e Mammí, al socialdemocratico Sullo, al liberale Bucalossi e agli indipendenti Argan e Zavattini (entrambi vicini, come è noto, al PcI). La seconda è che, da informazioni confidenziali, ho saputo che —[...]