Brano: [...]tali movimenti profetici, le forme e i mezzi onde rinnovare sé stessa, facendo leva sulle sue proprie tradizioni, insomma sanzionando la propria libertà di scelta.
Ora, i movimenti profetici a livello etnologico sono di altissimo interesse per lo storico delle religioni. Essi non possono intendersi. fuori dalla comparazione con i movimenti profetici di religioni
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elevate, come ad esempio il Buddismo e il Cristianesimo. La comparazione è una delle istanze essenziali per una Storia delle Religioni che ambisca al ruolo di scienza. Infatti non è senza senso l'antico detto « chi conosce una sola religione non ne conosce nessuna ». Con il Pettazzcni, ripeteremo che la scienza « vuol conoscere la religione nelle religioni » (1). Insomma, solo attraverso la comparazione si può giungere ad intendere qualche cosa sull'essenza della religione. Questa è una delle più pressanti esigenze affermate, nel campo che qui noi trattiamo, dallo storicismo moderno.
Orbene, CristianesimoBuddismo da un canto, m[...]
[...]nza. Infatti non è senza senso l'antico detto « chi conosce una sola religione non ne conosce nessuna ». Con il Pettazzcni, ripeteremo che la scienza « vuol conoscere la religione nelle religioni » (1). Insomma, solo attraverso la comparazione si può giungere ad intendere qualche cosa sull'essenza della religione. Questa è una delle più pressanti esigenze affermate, nel campo che qui noi trattiamo, dallo storicismo moderno.
Orbene, CristianesimoBuddismo da un canto, movimenti profetici primitivi dall'altro hanno in comune importanti elementi. Pertanto occorrerà stabilire da un canto le analogie, dall'altro le differenze, onde dalla comparazione reciproca trarre nuova luce sugli uni e sugli altri. Si tratta d'individuare, degli uni e degli altri, i caratteri che ne fanno altrettanti fenomeni unici irrepetibili, ma anche di coglierne il fondo comune, che presiede alle origini del profetismo in se stesso.
In realtà il Buddismo nella sua genesi é precisamente un movimento profetico di salvezza e di rinnovamento. Esso scaturì dalla società india[...]
[...] profetici primitivi dall'altro hanno in comune importanti elementi. Pertanto occorrerà stabilire da un canto le analogie, dall'altro le differenze, onde dalla comparazione reciproca trarre nuova luce sugli uni e sugli altri. Si tratta d'individuare, degli uni e degli altri, i caratteri che ne fanno altrettanti fenomeni unici irrepetibili, ma anche di coglierne il fondo comune, che presiede alle origini del profetismo in se stesso.
In realtà il Buddismo nella sua genesi é precisamente un movimento profetico di salvezza e di rinnovamento. Esso scaturì dalla società indiana del VI sec. a. C., in risposta all'esigenza di fronteggiare un pericolo da cui era minacciata la civiltà religiosa locale. Il pericolo era rappresentato da un sacerdotalismo ipertrofico, da un eccessivo formalismo ritualistico in cui s'era venuto spegnendo il primitivo impulso misticocontemplativo dell'antica religione vedicobrahmanica. Si trattava di una crisi religiosa profonda, che esigeva un profondo rinnovamento. Ma la crisi religiosa era a sua volta il prodotto di un [...]
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turale oltreché religiosa, al cui fondo stanno alcune componenti essenziali, cioè un sacerdotalismo — quello giudaico — altrettanto pernicioso per il suo formalismo farisaico e retrivo; uno statalismo — quello romano — pervenuto al culmine e alla crisi del potere, si da porsi in aperta contraddizione con le esigenze di libertà individuale e sociale maturate nel lungo processo della storia culturale e sociale di Roma. Sia il Buddismo, sia il Cristianesimo, sia i movimenti di libertà e di salvezza primitivi, sono tipici movimenti profetici, fondati cioè da una personalità altamente rappresentativa della società del tempo e profondamente ispirata.
Tali le analogie formali e storiche dei movimenti suddetti.
D'altra parte, vi sono profonde differenze. La salvezza prospettata nel Buddismo sta nell'annullamento del Nirvana; la salvezza cristiana sta nel Regno di Dio. Ma la salvezza dei profetismi primitivi sta nella liberazione dai Bianchi, o quanta meno nell'autonomia culturale di fronte alla supremazia degli Occidentali. Per Buddismo e per Cristianesimo la via della salvezza è trascendente, per i primitivi è immanente. Ma per lo storico delle religioni anche il trascendentismo e l'immanentismo vanno messi in rapporto con la diversità di livello culturale, cioè con i differenti processi storici, con le eterogenee condizioni concrete proprie delle distinte civiltà.
Non è senza significato in proposito un'osservazione: il Buddismo e il Cristianesimo si trovano di fronte ad una minaccia proveniente dall'interno della società di cui essi stessi formavano parte integrante: sia che si tratti del sacerdotalismo sia dello statalismo, entrambi sviluppatisi in forme istituzionali chiuse in sé stesse. Diversamente, i profeti delle civiltà primitive si trovano di fronte ad una minaccia proveniente da fuori: la minaccia di una cultura egemonica la quale agisce, con le sue forze politiche, culturali, religiose coalizzate allo scopo di disgregare la società, la cultura, la religione, in una parola la tradizione indigena. Pertanto B[...]
[...]e si tratti del sacerdotalismo sia dello statalismo, entrambi sviluppatisi in forme istituzionali chiuse in sé stesse. Diversamente, i profeti delle civiltà primitive si trovano di fronte ad una minaccia proveniente da fuori: la minaccia di una cultura egemonica la quale agisce, con le sue forze politiche, culturali, religiose coalizzate allo scopo di disgregare la società, la cultura, la religione, in una parola la tradizione indigena. Pertanto Buddismo e Cristianesimo cercano e trovano la salvezza fuori dal mondo, attraverso un tirocinio religioso e morale che guida verso vie trascendenti: e ciò perché opporsi sul piano religioso alla stessa
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società di cui si è parte, non è possibile se non rinnegandola per intero, fuoriuscendo da essa e dal mondo. Al contrario, i movimenti dei profeti primitivi additano la salvezza in forme ed in vie concrete e immanenti, che si presentano peressi pensabili e realizzabili: cioè nell'espulsione dei Bianchi, quando essa è ritenuta pensabile, o nella fo[...]
[...]io. Insomma, i movimenti profetici tendono in ogni caso a salvaguardare, in forme religiose rinnovate e originali, l'esistenza individuale e collettiva messa a rischio da sopravvenute condizioni di crisi. Sia l'uscita dei Bianchi dai territori indigeni — come è mitizzata nei movimenti primitivi —, sia la fondazione di una nuova cultura religiosa ad opera di profetiriformatori, sia d'altra parte l'annullamento del dolore e della morte attuati nel Buddismo, sia infine il superamento cristiano della morte corporea nella vita ultraterrena, realizzano in modi diversi la salvezza degli uomini, la salvezza della vita. Nella religione gli uomini esprimono con vigore e convinzione, secondo forme condizionate dalla stessa storia, la loro volontà di vivere, di essere fino in fondo se stessi, di non venire annullati dalla morte.
Abbiamo detto pocanzi che fra le istanze fatte proprie dallo storicismo moderno, nel campo di studi che noi qui trattiamo, v'è quella della comparazione. La comparazione fra una ed altra for
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mazione, tr[...]
[...]scaltrito al soffio del pensiero storico moderno. È nato, insomma, il comparativismo storicodialettico. Storico, perché associa e confronta fenomeni religiosi in base al loro processo di sviluppo, non in base ad apparenti o illusorie somiglianze formali. Dialettico, perché si fonda sul duplice opposto processo di comparazionedistinzione. Il comparativismo storicodialettico, come s'è visto, associa fra loro i movimenti profetici primitivi, con il Buddismo e il Cristianesimo (e altri movimenti di religioni elevate), in quanto il loro sviluppo procede in ogni caso da un'omologa situazione di crisi culturale. Ma distingue fra essi due tipi concreti di movimenti profetici ben differenziati: alcuni generati dall'urto e dalla reazione culturale fra civiltà a differente livello: sono i movimenti religiosi primitivi. Altri sono i movimenti scaturiti da un conflitto interno tra forze, istituzioni, classi facenti parte di un'unica cultura e società. I prodotti religiosi, in un caso e nell'altro, sono diversi: da un canto si hanno religioni immanentiste [...]
[...]u parallèle de l'ancienne religion de l'Égypte avec la religion actuelle de la Nigritie, Genève 1760.
(5) J. F. LAFITEAU, Moeurs des sauvages Américaines comparées aux moeurs des premiers temps, 1724.
(6) J. G. FRAZER, The golden Bough, London 1911 sgg. (voll. IXII).
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dialettico. Il procedimento di comparazionedistinzione dovrà scendere poi gradualmente a una visione più particolare. Da un canto avremo il confronto fra Buddismo, Cristianesimo e altre religioni profetiche del mondo progredito, viste nei loro singoli concreti sviluppi: dall'altro avremo il confronto fra gruppi apparentati di profetismi primitivi, poi ancora fra uno ed altro movimento di un medesimo gruppo presi singolarmente. In tal modo si costruirà un quadro articolato e dinamico, insomma dialetticostorico di tutti i movimenti profetici nelle religioni dei popoli (6 bis).
Quanto all'altra delle due esigenze sopra accennate, cioè l'unione di etnologia e storia religiosa, questo ancora è uno dei punti salienti nella moderna scienza religiosa storicis[...]
[...]o tradizionale non soddisfa più, di fronte alle crisi culturali e sociali maturate nel tempo, i bisogni religiosi della comunità. Allora tutta la religione si rinnova; la tradizione religiosa fa un balzo in avanti, affronta i nuovi problemi, crea nuove vie di protezione e salvezza.
La Storia delle Religioni ha un compito significativo al riguardo. Essa dovrà saper discriminare, dall'analisi dei culti prof etici — o primitivi, ovvero altri quali Buddismo, Mosaismo, Cristianesimo, Islamismo, Taoismo, Zoroastrismo ecc. — quale e quanto è il corredo di miti e riti desunto dalla tradizione precedente: quali e quanti sono i temi religiosi nuovi: infine qual è il valore della nuova sintesi religiosa venutasi in tal modo a creare: quale la sua nuova funzione culturale.
Soltanto così si può fare e pensare una Storia delle Religioni: sottolineando, attraverso l'indagine concreta e comparativa, quel tanto che in ciascun movimento religioso è novità, è incremento, è progresso rispetto alla fase religiosa precedente.
Entro una visione unitaria, dinamic[...]
[...]e si usava, e si usa spesso ancor oggi parlare di « religioni di salvazione » come di un tipo particolare di formazioni religiose, antiche o moderne, pertinenti a culture relativamente elevate, e comunque estranee al mondo etnologico. Il pensiero va ai « misteri » dell'antichità greca, egizia, anatolica, mesopotamica; alla religione indiana delle Upanishad, alle religioni profetiche o messianiche come l'Ebraismo, il Cristianesimo, il Taoismo, il Buddismo nonché per certi aspetti alla religione eddica dei Germani antichi (10).
Ma secondo una visuale più larga, consapevole e aggiornata tutte le forme della vita religiosa dei « primitivi » assumono il loro pieno significato precisamente in quanto hanno una precisa funzione salvifica.
Non ci pare fuori di luogo qualche esempio concreto. La magia, esercitata dallo sciamano come medico o come fattucchiere — insomma come operatore di pratiche benefiche o malefiche — adempie in ultima istanza una funzione protettiva e salvifica. In particolare la stessa magia nera, in virtù della quale vengono a tr[...]