Brano: [...]seconda componente faceva capo a Lelio Basso, che era stato il segretario del partito dopo la scissione socialdemocratica ed aveva nel modo piú lucido e coerente operato per una definizione rivoluzionaria e leninista del partito, non solo quindi rifuggendo da compromessi per evitare la scissione, ma anzi addirittura favorendola. Assieme a Basso vi erano molti giovani, fra i quali si possono ricordare A. Bottai, C. Bensi, G. Avolio, L. Ladaga, G. Bosio, etc. Vi era L. Matteucci, che proveniva dal vecchio partito socialista ed era autorevole esponente del partito nell'alto Lazio ed in Umbria, ed assieme a lui L. Anderlini ed A. Cirese, giovane intellettuale che si dedicava agli studi sulle credenze popolari, vi era Laura Conti, militante coraggiosa e fiera, vi erano economisti come Rienzi e tanti altri. Vi era anche chi scrive 4, che aveva sostenuto assieme ad E. Lussu fin dal Congresso di Cosenza dell'agosto 1944 del Partito d'azione la definizione socialista di esso e poi la fusione con il PSI. L'organo della corrente era il « Quarto Stato[...]
[...]ntervento che egli pronunciò s non riprese i temi critici sui quali si era sviluppata la nostra azione né spiegò le ragioni del dissenso. In quei tempi duri gli interessi della lotta comune prevalevano sulle convinzioni individuali. Con questo si era sancita la fine della corrente bassiana, come gruppo ma non certo la fine delle idee che essa aveva rappresentato.
Prima del Congresso Basso inviò una lettera a Nenni, che è stata poi pubblicata da Bosio vari anni piú tardi 9, dopo una riunione con Basso ed altri compagni nel 1955. Anch'io conservo tra le mie carte una copia dattiloscritta di questa lettera, il cui testo corrisponde interamente a quello pubblicato da Bosio. Essa costituisce un documento importante per comprendere a pieno il clima del tempo, il senso profondo dei contrasti, il carattere degli uomini. I punti salienti consistono nella rivendicazione di una linea di sinistra piú coerente di quella di altri giunti in ritardo a convinzioni leniniste, nella conferma del proposito di battersi per il superamento dei partiti esistenti e la creazione di un solo partito della classe operaia, nell'esigenza di un rafforzamento strutturale del partito socialista per porlo in grado di promuovere tale processo, la critica ad una concezione del partito come sub[...]
[...]che chiedere l'iscrizione al partito comunista. Ma subito dopo la gravità di tale affermazione veniva attenuata: « Io mi rendo conto che questo fatto potrebbe avere spiacevoli riflessi sul partito, e so d'altra parte che quando ci si iscrive ad un partito si contrae un vincolo verso i compagni che non si può poi spezzare in qualunque momento ed a proprio esclusivo arbitrio. È perciò che desidero a questo riguardo sentire anche il tuo giudizio » (Bosio, p. 143).
È chiaro che la preferenza manifestata per il passaggio al partito comunista era piuttosto una pressione sul Segretario del Partito, anziché una convinzione maturata e ferma. A questo giudizio si è autorizzati a giungere sulla base dei fatti e del comportamento di Basso negli anni che seguirono al suo isolamento. Quali siano state le reazioni di Nenni a tale lettera non si è in grado di dire. Egli non condivideva le idee di Basso, ma non desiderava il suo allontanamento dal partito, anche se poi come è accaduto in altre circostanze era disposto a correre questo rischio per lo svilu[...]
[...]asso ritenuto reprobo ed escluso dagli organi dirigenti non fu bandito dalla politica. Nel 1953 fu rieletto deputato e su « Mondo Operaio » potette scrivere critiche alla politica di distensione del partito'. Certo il giudizio di Basso in tempi recenti è stato severo 15 e se ne può ben comprendere la ragione. Molto equilibrato appare il giudizio di un uomo, che era stato vicino a lui e che si era battuto per una libera cultura della sinistra, G. Bosio, formulato il 22 luglio 1955, allorché già si disperava di salvare Morandi, colpito da un male improvviso che rapidamente lo trascinava alla morte:
Colombo scuote la testa e dice che questo non ci voleva. Ed ha ragione, perché il Partito sta attraversando un periodo interessante, ma anche pericoloso ed il rigorismo di Morandi bilanciava il possibilismo di Nenni. Preoccupante la sostituzione:
14 Ad esse si riferisce anche Nenni nella replica citata alla nota precedente.
15 Non rispondono però allo stile ed alle convinzioni di Basso le parole che si leggono nel resoconto su l'« Avanti! » del[...]
[...]la successione e quali conseguenze potrà avere? Anche se personalmente non condivido gran parte della linea di Morandi, si deve riconoscere che è una testa forte. Una disunione sarebbe assai piú dannosa al Partito del rigidismo morandiano (op. cit., p. 29).
Al di fuori delle passioni di allora, ma non certo per abbandonarsi ad altre mode, come quelle attuali, si può tentare un giudizio obbiettivo. Con tutti i suoi limiti di rigidismo, come dice Bosío, non di stalinismo, l'opera di Morandi permise al partito socialista di superare la grave crisi nella quale era caduto dopo le scissioni e la sconfitta del Fronte. Esso fu posto in grado di affrontare le lotte politiche e sociali cui era chiamato. Erano lotte dure, nelle quali occorreva coraggio e vigore unitario. Per un partito come quello, che anche Basso voleva e noi con lui, un partito rivoluzionario e classista, una struttura centralizzata era forse necessaria. Noi invece pensavamo che una maggiore democrazia interna lo avrebbe reso piú valido. Basso aspirava ad un partito nuovo, democra[...]