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Il segmento testuale Bissolati è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 36Analitici , di cui in selezione 2 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Paolo Alatri, Il Governo Nitti e la questione adriatica in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 5 - 1 - numero 38

Brano: [...]vole del suo esercito in permanente attrezzatura di guerra per tenere soggiogata la popolazione slava ostile. Nel caso di altra guerra europea, in cui fosse implicata l'Italia, questa sarebbe stata obbligata ad
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reva raggiungere un accordo che sgombrasse il campo da una pericolosa tensione internazionale e al tempo stesso togliesse di mezzo il principale focolaio insurrezionale a Fiume.
Nitti, come Bissolati, vedeva il pericolo molto più a destra che a sinistra (25). La sua uscita dal Ministero Orlando dopo che la stessa decisione era stata presa da Bissolati aveva definitivamente chiarito la sua fisionomia di K rinunciatario » (26). Ciò servi di
immobilizzare importanti forze militari in quella provincia per proteggere le sue 350 miglia di frontiera contro un attacco proveniente dal retroterra slavo. Siffatto esercito di occupazione avrebbe dovuto essere usato con maggior vantaggio nella protezione di altri confini italiani ben più vitali, quelli verso la Francia, o verso l'Europa centrale, o nella difesa della penisola contro sbocchi al mare. La Dalmazia non avrebbe dato all'Italia il dominio dell'Adriatico. Il dominio del mare è assicurato dal[...]

[...]l problema adriatico, l'una differente dall'altra soltanto per pochi aspetti di dettaglio.
(25) Per Nitti, cfr. per esempio il rapporto di Buchanan a Curzon, 28 ottobre 1919. in Documents on British Foreign Policy cit., vol. IV, pp. 14142. Nitti temeva un attacco jugoslavo ai « legionari » a Fiume perché esso avrebbe determinato l'iniziativa del partito militarista e reazionario e quindi l'accavallarsi della guerra interna su quella esterna. Su Bissolati, cfr. RAFFAELE COLAPIETRA, Leonida Bissolati, Milano, Feltrinelli, 1958, pp. 27678: « Nella irrequieta atmosfera che aveva accompagnato la caduta del ministero Orlando ed il sorgere di quello Nitti e nell'attesa delle elezioni generali, è gran merito di Bissolati, nei suoi ultimi mesi di vita, aver serbato fede fermissima negli ideali per cui si era così coraggiosamente battuto ed aver individuato nel nazionalismo esasperato, nel dannunzianesimo ritornante, il pericolo da isolare e colpire, quello che veramente avrebbe sviato l'Italia dalla cooperazione con le nazioni, ben più che non il rumoroso massimalismo o il cattolicesimo politico organizzato ».
(26) Quando nella prima meta di dicembre 1918 si era cominciato a parlare, in seno al Governo OrlandoSonnino di cui facevano parte sia Bissolati che Nitti, delle condizioni di pace, i criteri antinazion[...]

[...]i era così coraggiosamente battuto ed aver individuato nel nazionalismo esasperato, nel dannunzianesimo ritornante, il pericolo da isolare e colpire, quello che veramente avrebbe sviato l'Italia dalla cooperazione con le nazioni, ben più che non il rumoroso massimalismo o il cattolicesimo politico organizzato ».
(26) Quando nella prima meta di dicembre 1918 si era cominciato a parlare, in seno al Governo OrlandoSonnino di cui facevano parte sia Bissolati che Nitti, delle condizioni di pace, i criteri antinazionalisti esposti dal primo erano stati condivisi da
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pretesto ai nazionalisti, che in lui vedevano uno dei loro veri e maggiori avversari, per lanciare contra di lui una furiosa campagna denigratoria, senza esclusione di colpi. Tuttavia la tesi sostenuta dai nazionalisti e ribadita da Caviglia (27) che l'esercito si mise in stato di sedizione e di virtuale colpo di Stato per reagire alle provocazioni tollerate da Nitti non regge: la sedizione era già in atto prima ancora che Orlando cadesse, e semmai, durante i suoi dodi[...]

[...]i italiani, non è da credere che le stesse resistenze ad un'equa e moderata soluzione del conflitto non vi fossero da parte del nazionalismo jugoslavo, altrettanto cieco e irresponsabile di quello italiano. Dati i termini del problema fiumano, e più in generale di quello adriatico, data cioè l'intricata struttura etnica dei territori in contestazione, la questione di Fiume era in qualche modo ideale per potercisi ac
quest'ultimo: cfr. l'appunto bissolatiano del 24 dicembre 1918 citato da R. COLAPIETRA, op. cit., pp. 26768.
(27) E. CAVIGLIA, op. cit., pp. 5658.
(28) Cfr. GIAMPIERO CARocci, Storia del fascismo, Milano, Garzanti, 1959, pp. 910.
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canire fra opposti nazionalismi: essa si prestava magnificamente a quella mobilitazione che gli estremisti di destra riuscirono a realizzare nel 1919. Certo, favorendo l'esaltazione patriottica che rendeva impossibile o almeno più difficile l'accordo, e quindi protraendo la contesa e con essa la mobilitazione, e di conseguenza ostacolando la ricostruzione [...]

[...]a veste di ministro del Tesoro, aveva creato, al contrario, l'Istituto dei Cambi, poi soppresso da Orlando (a regolare la materia erano rimaste le banche): Cfr. Louls HAUTECOUR, L'Italie sous le Ministère Orlando. 19171919, Paris, Bossard, 1919, pp. 207 e' 249. Un interessante accenno a legami tra L'Idea Nazionale e la Banca Commerciale, che inclinavano l'organo nazionalista a « una guerra ingiusta ed eccessiva ai jugoslavi », è in un appunto di Bissolati del 24 dicembre 1916, cit. da R. COLAPIETRA, op. cit., p. 241.
(43) F. S. NITT5, Rivelazioni cit., p. 539.
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di fare quel provvedimento con decretolegge. Era un aumento non solo facilmente tollerabile e che non avrebbe agito se non minimamente agli effetti del consumo. Il provvedimento era necessario. Quando io ritirai il decretolegge, dimettendomi, il governo che mi succedette dovette ripresentarlo come disegno di legge. Quelli che essendo favorevoli si erano eccitati contro, lo facevano per salvare la faccia dei loro amici d'estrema. Insomma un[...]



da relazione di Costantino Lazzari sotto presidenza Azimonti, Discorso Lazzari in Resoconto stenografico del 17. congresso nazionale del Partito socialista italiano : Livorno, 15-20 gennaio 1921 : con l'aggiunta di documenti sulla fondazione del Partito comunista d'Italia

Brano: [...], a darci tanti bei consigli, ad esprimerci tante belle considerazioni, che debbono tener conto della situazione in cui si trova il Partita socialista d'Italia e debbono riconoscere quello che noi abbiamo fatto per la nostra vita ed anche a favore dei Partiti di tutto il mondo.
Vi ricordate nel 1912 quando il nostro Partito ha liquidato i socialpatrioti e i socialdemocratici che esistevano nel nostro Partito? I Bono mi, i Cabrini, i Podrecca, i Bissolati sono stati espulsi dal nostro Partito appunto perché erano la espressione di quella corrente, che cosí si è tolta dallo inceppare la vita del Partito. Tutto ciò non è stato mai fatto da nessun altro dei Partiti socialisti del mondo. Né Millerand, né Briand in Francia sono stati mai considerati fuori delle file del loro Partito per liquidare con questo atto la corrente di azione politica che loro rappresentavano. E noi abbiamo quindi pieno diritto di volere che si tenga conto di questi avvenimenti storici che hanno il loro valore. Ed è questo che nella nostra mozione, quando voi, all'art. 17, [...]

[...] Guarda Turati, cosa ci è venuto a dire ! (Rumori, interruzioni, approvazioni).
Le sue osservazioni per) non alterano niente per la condotta intransigente rivoluzionaria che si è ribadita nel 1914 quando non è piú stata possibile in Italia né la collaborazione di classe né la partecipazione al potere. E quindi noi vecchi compagni possiamo dire che gli Scheidemann ed i Noske d'Italia noi li abbiamo già liquidati. (Commenti, approvazioni). Sono i Bissolati, i Cabrini e noi da otto anni ci siamo liberati da questo pericolo e ce ne libereremo ancora. Abbiamo fede nella nostra unità, nella nostra compattezza e non abbiamo questi timori i quali ci portano oggi a seguire questa corrente, a minacciare di indebolire e di scindere e di separare le forze del Partita socialista. Perché? La scissione fra di noi diventerebbe ancora piú dannosa non tanto per le file della nostra organizzazione politica come per la sua ripercussione in mezzo all'organizzazione economica. Quanta fatica c'è voluta per distruggere tutte quelle vecchie illusioni del corporativis[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Bissolati, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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