Brano: [...]trico delle ambiguità e delle ambivalenze che intessono il rapporto tra il filosofo e il musicista.
L'analisi acuta e avvincente con la quale Bortolotto esamina quella specie di feuilleton che è stata la vicenda dell'amicizia e della successiva inimicizia tra i due, trova il suo ideale punto di riferimento nei saggi di Mann su Nietzsche e nel discorso su Wagner, col quale, nel 1933, lo scrittore tedesco si era guadagnato l'esilio dalla Germania bayreuthiana e nazista.
Senza lasciarsi infatti ingannare dalle dichiarazioni di appassionata ammirazione, né, tantomeno, dai furori e dalle veemenze, Bortolotto è pronto, sulle orme di Thomas Mann, a cogliere nell'idillio di Triebschen le diffidenze e i sospetti, nei pamphlets non tanto l'apostasia quanto piuttosto un atto di superiore fedeltà. Nella ripugnanza di Nietzsche per il wagnerismo, che egli fini per riconoscere in Wagner e non soltanto nei « wagneristi », Bortolotto decifra i segni di un amore mai sopito, il proposito di difendere Wagner contro Wagner stesso, di salvare, nella sua musica,[...]
[...]i », Bortolotto decifra i segni di un amore mai sopito, il proposito di difendere Wagner contro Wagner stesso, di salvare, nella sua musica, le « piccole cose preziose », i frammenti sublimi, distaccandoli dall'affresco ipertrofico e magniloquente del WortTonDrama. Operazione di salvataggio che comporta però, da parte di Nietzsche, il misconoscimento della totalità raggiunta, dell'architettura perfettamente compiuta della musica di Wagner.
E da Bayreuth, insomma, non da Wagner che Nietzsche si difende. E, per tratteggiare lo spirito di Bayreuth, Bortolotto schizza la silhouette di Cosima « avvolta nel plaid di cincillà » in attesa che si compia « la trasmutazione da Geneviève in Oriane ». Perché se Bortolotto è buon lettore di Mann, non meno lo è di Proust: tra le righe del suo saggio si indovinano infatti le emblematiche pagine che Proust ci ha dato del « cretinismo bayreuthiano », del quale l'esempio piú pregnante è pur sempre rappresentato dalle emicranie di Madame Verdurin.
Dalla matrice manniana — ed anche proustiana — l'analisi di Bortolotto si sviluppa e si evolve inserendosi nel filone della piú recente esegesi nietzschiana, quella che riscatta il filosofo tanto dalla indebita appropriazione nazifascista, quanto dalle
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accuse di irrazionalismo avanzate da Lukács. Bortolotto ripensa infatti e verifica in chiave musicale gli schemi interpretativi che da Heidegger giungono fino a Deleuze, valendosi del fatto che il rigetto del mondo eticopoli[...]
[...]nzione di Wagner dai valori, il supremo riscatto della schlegeliana transzendentale Buffonerie.
Su questo Höhepunkt Bortolotto conclude un'analisi che ha tra l'altro il merito di colmare — insieme alle preziose note di Mazzino Montinari — i vuoti che staccano i tre scritti nietzschiani contenuti nel volume. Nonostante le lusinghe del titolo infatti la nuova edizione uscita presso la casa Adelphi, comprende soltanto i tre saggi: Richard Wagner a Bayreuth, Il caso Wagner e Nietzsche contra Wagner, rispettivamente nelle belle traduzioni di Sossio Giametta e di Ferruccio Masini. Non sono pertanto incluse le molte pagine che, a cominciare da quelle contenute nella Nascita della tragedia e in Aurora, stringono i nodi essenziali del rapporto tra il filosofo e il musicista.
Il saggio introduttivo è inoltre corredato da un'estesa bibliografia dalla quale è assente però la bellissima monografia di Gianni Vattimo — Il soggetto e la maschera, Milano, Bompiani, 1974 — nella quale Bortolotto avrebbe potuto trovare ulteriori elementi per focalizzare la qu[...]