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Il segmento testuale Barthes è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 54Analitici , di cui in selezione 3 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Alfonso Paolella, Varietà e documenti. Semiologia, narratologia e retorica. Una rassegna bibliografica 1975-1979 in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...]polemiche e proposte, semiologia o semiotica, si è sviluppata
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ed allargata fino al punto che gli stessi semiologi non sono concordi all'unanimità sulla sua definizione. Essa è straripata dagli originari margini strettamente filosofici
o linguistici per andare ad indagare, prima con strumenti strutturali e poi più specificamente semiotici, altri oggetti come l'antropologia (LeviStrauss), le pratiche culinarie e la moda (Barthes), l'araldica (Mounin), il fumetto (FresnaultDeruelle), la musica (Pagnini, Stefani), l'architettura (De Fusco, Scalvini), la comunicazione animale (Sebeok), il cinema (Metz, Bettetini), il teatro (Ruffini), la psicanalisi (Lacan, Verdiglione) ecc.
La semiotica, come è considerata da qualche decennio, riconosce come propri ascendenti sia Peirce, che sul versante logicofilosofico scopriva, alla fine del secolo scorso, l'esistenza di « una dottrina quasi necessaria o formale dei segni », sia Saussure, che sul versante linguistico, agli inizi di questo secolo, postulava una scienza generale, com[...]

[...]ndipendentemente dall'intenzionalità dell'emittente. Sono di pertinenza della semiotica, in questa accezione più lata, sia gli oggetti linguistici (letteratura, strutture narrative di qualsiasi tipo, atti linguistici ecc.) che qualsiasi altro oggetto che possa ritenersi in qualche modo significante (moda, cucina, architettura). Quest'ultima tendenza, che mira ad investigare con strumenti linguistici oggetti di altra natura, fa capo soprattutto a Barthes (1964, tr. it. 1966; 1967, tr. it. 1970) secondo il quale la semiotica deve prendere dalla linguistica i concetti generali per poter costruire se stessa invertendo in tal modo i termini della questione saussuriana: la semiotica è parte della linguistica
e non viceversa (1966, pp. 1415). Questa posizione è stata duramente attaccata da Mounin (1970, tr. it. 1972).
Innegabili e notevoli sono i contributi della grammatica trasformazionale (Chomsky), della « Textlinguistik » (Dressler, Petöfi ecc.), della teoria degli atti linguistici (Austin, Searle), della logica (Quine, Linsky) alla semiotica[...]

[...]gia, bisogna risalire alle « lezioni » dei formalisti russi (contributi vengono dagli americani Forster, 1927, tr. it. 1963, Frye, 1957, tr. it. 1969): Veselovskij (1977), Propp (1928, tr. it. 1966), Sklovskij (1925, tr. it. 1966 e 1976; 1959, tr. it. 1969), Tomasevskij (1928, tr. it. 1978) e Todorov (1965, tr. it. 1968) e alle piú recenti ricerche francesi: il n. 8 di « Communications » tradotto in volume (AA.VV., L'analisi del racconto, 1969), Barthes (1970, tr. it. 1973), Bremond (1973, tr. it. 1977), Greimas (1966, tr. it. 1969). A Tomasevskij e a Sklovskij siamo debitori dei concetti di intrigo o intreccio, di fabula
e di motivo; quelli di funzione, modello e ruolo dei personaggi, a Propp, anche se alcuni di questi concetti si devono far risalire al filologo Veselovskij (Avalle, 1977a). Il discorso narrativo viene dai formalisti russi segmentato dal punto di vista evenemenziale (azione dei personaggi e ruolo da essi coperto), situazionale (analisi dei legami parentali e sociali dei personaggi) e piú strettamente linguistico perché, tut[...]

[...]umento per indagare gli oggetti linguistici nel discorso ed il loro rapporto con la realtà materiale studiando l'ordinamento e la disposizione del materiale linguistico, la sua esposizione a livelli inferiori e/o superiori all'unità della frase (Genette, Cohen, Lausberg), sia come tassonomia, vocazione antica della retorica (Lausberg, Gruppo µ), sia come tecnica della persuasione e dell'argomentazione (Perelman), sia come strumento di controllo (Barthes).
La tendenza a studiare la retorica in funzione della poetica resta ancora intatta, come eredità del passato, fino ai nostri giorni, se ancora gli autori (Gruppo µ) della Retorica generale (1970, tr. it. 1976) ripropongono il concetto formalistico di « scarto » da una norma come misura per cercarvi lo spazio del poetico e del linguaggio letterario. Lo stesso Gruppo µ, fondandosi sulle dicotomie saussuriane significante/significato, sintagma/paradigma, ripropone il medesimo schema tassonomico delle figure retoriche, secondo l'antica consuetudine anche se vestite a nuovo. Le figure (metabole)[...]

[...] Su questo punto si è cominciato a discutere, una volta consacrato il già citato sopravvento della « elocutio », fin da Du Marsais, Fontaniér e poi, piú recentemente, ma per altri fini, con Sklovskij (ostranenie: « straniamento ») e con le ricerche di Toma"sevskij e di Tynianov sulla norma e sullo scarto. Spesso si è creduto di poter risolvere il problema operando una equazione tra norma = linguaggio denotativo e scarto = linguaggio connotativo (Barthes, 1957, tr. it. 1974; 1964, tr. it. 1966 e van Dijk, 1972, tr. it. 1976), ma questo si è rivelato scarsamente operativo (Todorov, 1972, tr. it. 1972, p. 301 e Di Girolamo, 1978, pp. 1123) proprio perché bisognerà definire cosa sia una norma, né essa può essere intesa, formalisticamente, come la ricerca delle invarianti del linguaggio. Ricerche sulla metonimia e sulla metafora sono state condotte anche da Henry (1971, tr. it. 1975).
Nel 1979 è stato riproposto, aggiornato solo nella bibliografia un vecchio saggio di Barthes apparso nel n. 16 di « Communications » (1970, tr. it. 1972 e 1979). L[...]

[...], ma questo si è rivelato scarsamente operativo (Todorov, 1972, tr. it. 1972, p. 301 e Di Girolamo, 1978, pp. 1123) proprio perché bisognerà definire cosa sia una norma, né essa può essere intesa, formalisticamente, come la ricerca delle invarianti del linguaggio. Ricerche sulla metonimia e sulla metafora sono state condotte anche da Henry (1971, tr. it. 1975).
Nel 1979 è stato riproposto, aggiornato solo nella bibliografia un vecchio saggio di Barthes apparso nel n. 16 di « Communications » (1970, tr. it. 1972 e 1979). L'autore vede nella retorica, intesa come metalinguaggio, un incrociarsi di 6 pratiche diverse: una tecnica, un insegnamento, una scienza, una morale, una pratica sociale « che permette alle classi dirigenti di assicurarsi la proprietà
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della parola » e una pratica ludica. Il riconoscimento di tutte queste pratiche nella retorica ha costituito veramente un passo notevole nella restaurazione della retorica come scienza complessiva cui pertiene sia un'analisi linguistica sia una funzione piú specificam[...]

[...]dia di Dante, Milano, Bompiani; 1977: Ai luoghi di delizia pieni. Saggi sulla lirica italiana del XIII secolo, MilanoNapoli, Ricciardi; 1977a vedi VeselovskijSade; BAcwrrN, Michail 1975: Voprosy literatury i estetiki, Moskva, Izdatelstvo « Chudo%estvennaja Ljteratura », tr. it. Estetica e romanzo. Un contributo fondamentale alla «Scienza della letteratura», a cura di C. Strada Janovic, Torino, 1979; BARILLI, Renato 1979: Retorica. Milano, ISEDI; BARTHES, Roland 1957: Mythologies, Paris, Seuil, tr. it. Miti d'oggi, trad. di L. Lonzi, Milano, Lerici, 1962, e Torino, Einaudi, 1974'; 1964: Eléments de sémiologie, « Communications » 4 (1964), 91135, tr. it. Elementi di semiologia, trad. di A. Bonomi, Torino, Einaudi 1973; 1967: Système de la mode, Paris, Seuil, tr. it. Sistema della moda, trad. di L. Lonzi, Torino, Einaudi, 1970; 1970: S/Z, Paris, Seuil, tr. it. S/Z, trad. di L. Lonzi, Torino, Einaudi, 1973; 1970a: L'ancienne rhétorique, « Communications » 16 (1970), 172229, tr. it. La retorica antica, trad. di P. Fabbri, Milano, Bompiani, 1972 ([...]



da Recensione di Alfonso Paolella su Roland Barthes, La chambre claire. Note sur la photographie, Cahiers du Cinéma, Paris, Gallimard-Seuil, 1980, pp.193 in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - novembre - 30 - numero 6

Brano: RECENSIONI
ROLAND BARTHES, La chambre claire. Note sur la photographie, Cahiers du Cinéma, Paris, GallimardSeuil, 1980, pp. 193.
Non è possibile eseguire la lettura di questo ultimo volume di Barthes senza pensare continuamente alla morte dell'autore investito da una di quelle auto che egli considerava uno dei « miti d'oggi ». Questo libro infatti sembra esprimere un po' il presentimento di una morte imminente e, in un certo senso, aspettata e accettata. Dopo la morte della madre che egli aveva amorosamente assistito negli ultimi tempi e della quale si era sentito anche un po' padre « moi qui n'avais pas procréé, j'avais, dans sa maladie même, engendré ma mère » (p. 113), non aspettava altro che la sua morte: « je ne pouvais plus qu'attendre ma morte totale, indialectique » (p. 113). Tutt[...]

[...]reportage fotografico di avvenimenti o di situazioni).
Ma la fotografia è anche fonte di « punctum », cioè qualcosa che colpisce e « qui part de la scène, comme une flèche, et vient me percer », infatti il latino « punctum » designa proprio « piqûre, petit trou, petite tache, petite coupure » (p. 49). Il « punctum » è determinato essenzialmente da due componenti: il dettaglio e il tempo. Spesso non è tanto il soggetto della fotografia, sostiene Barthes, che colpisce, quanto un suo dettaglio, e colpisce perché dato e sintesi memoriale di un mondo irrimediabilmente perduto (dimensione tempo).
L'essenza della fotografia è la testimonianza dell'intimo, del vissuto, del « ça a été », anche se paradossalmente, come nel caso della foto di un condannato che attende l'esecuzione, essa è proiettata nel futuro: colpisce per quello che avverrà, per quello che sarà di 11 a poco. Il dettaglio quasi mai coincide con il soggetto intenzionale o « spectrum » della foto, quasi sempre è qualcosa di involontario, qualcosa che sta 11 per caso. Sarà il fondo str[...]

[...]va, attraverso l'osservazione delle antiche foto della madre in un tumultuoso affollamento di fantasie e di ricordi: madrebambina, madreragazza, madremadre.
L'autore attraverso questo compiacimento quasi narcisistico dei propri ricordi, si pone tuttavia a paradigma di emozioni fondamentalmente e profondamente umane. Questo compiacimento non dà fastidio, lascia scorgere spaccati della sua vita intima, ma non è per niente una confessione totale.
Barthes utilizza con sobrietà tecniche e terminologie semiotiche facilmente accessibili anche ad un lettore medio; d'altronde egli non si considerava un « maestro » e non aveva, come tanti altri, « paternità » piú o meno celate da vendere. Il suo linguaggio pacato, da intima conversazione, non scientificamente arrogante, ma, anzi, tendente a « incrinare il sapere dissertativo », come aveva già avvertito in « S/Z », rende questo volume amabile, scorrevole, di piacevole lettura. Barthes non è forse anche l'autore de Le plaisir du texte?
ALFONSO PAOLELLA
ROSEMARIE ZIEGLER, Aleksej Krucënych als Sprach[...]

[...]cniche e terminologie semiotiche facilmente accessibili anche ad un lettore medio; d'altronde egli non si considerava un « maestro » e non aveva, come tanti altri, « paternità » piú o meno celate da vendere. Il suo linguaggio pacato, da intima conversazione, non scientificamente arrogante, ma, anzi, tendente a « incrinare il sapere dissertativo », come aveva già avvertito in « S/Z », rende questo volume amabile, scorrevole, di piacevole lettura. Barthes non è forse anche l'autore de Le plaisir du texte?
ALFONSO PAOLELLA
ROSEMARIE ZIEGLER, Aleksej Krucënych als Sprachkritiker, in « Wiener Slavistisches Jahrrbuch », Wien, Böhlau, 1978, pp. 286310; SERENA VITALE (a cura di), L'avanguardia russa, Milano, Mondadori, 1979, pp. cxvIII345.
Sino a qualche tempo addietro, bastava solo il nome di Krucënych, per provocare ilarità nei colleghi. Un'ilarità diffidente, a dire il vero, poiché l'interlocutore restava nel dubbio tu volessi giocargli una beffa, tanto gli pareva improbabile che qualcuno dedicasse il proprio tempo a questo farceur. E a nulla [...]



da Luca Toschi, recensione su Italo Calvino, Se una notte d'inverno un viaggiatore, Torino, Einaudi, 1979, pp. 267 in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4

Brano: [...]n va, sia perché, si capisce subito, Calvino attribuisce ad esso molta importanza. Ma ad una prima lettura si è presi da una immediata diffidenza; abituati a riconoscere in lui un uomo impegnato fino in fondo nell'irrinunciabile rapporto fra costruzione narrativa e quadro sociale, vedersi proporre, quali elementi motori dell'intreccio, i motivi piú à la page dell'attuale critica letteraria — dalle Figures di Genette alle ultime sollecitazioni di Barthes — può essere deludente. La contemporanea pubblicazione del libro di Eco, per di piú, fa sospettare un nuovo colpo di Ermes Marana, ed è difficile condividere totalmente la posizione di quei recensori che vogliono rintracciare, ad ogni costo, in Se una notte d'inverno un viaggiatore, una metafora della realtà sociale, politica, culturale del nostro tempo, dominata dalla macchina della violenza, del potere, della frode, del plagio.
Calvino, in un'intervista comparsa su « Tuttolibri », suggerisce: « Credo che nel Viaggiatore un personaggio autobiografico non ci sia e che le mie preferenze e ant[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Barthes, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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