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Il segmento testuale Balcani è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 81Analitici , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Kabaktceff (delegato dei comunisti bulgari e delegato come membro del Comitato della Terza Internazionale) [traduzione dal francese dell'onorevole Misiano], Discorso Kabaktceff in Resoconto stenografico del 17. congresso nazionale del Partito socialista italiano : Livorno, 15-20 gennaio 1921 : con l'aggiunta di documenti sulla fondazione del Partito comunista d'Italia

Brano: [...] compagno on. Misiano, farà in seguito la traduzione.
KABAKTCEFF: Compagni: sono venuto a questo Congresso come
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rappresentante del Comitato esecutivo della Terza Internazionale e prima di leggere il discorso già preparato, mi permetto di fare alcune dichiarazioni.
Saluto il vostro Congresso a nome del Comitato esecutivo della Terza Internazionale e un particolare saluto vi porto a nome della Federazione dei Partiti comunisti della regione balcanica. La Bulgaria attraverso le prove della guerra e nelle condizioni del dopo guerra, ha messo in prima linea il problema della lotta di classe ed il proletariato bulgaro è tutto concorde sotto la bandiera del Partito comunista, il quale, nelle ultime elezioni, ha potuto affermarsi con una vittoria di 50 deputati e con complessivi voti 200.000.
Esamina, quindi, fuggevolmente le condizioni della Grecia, affermando che la caduta di Venizelos costituisce la bancarotta della politica nazionalista greca, e, per la coordinazione fra la politica greca e la politica internazionale, rappresenta la banc[...]

[...]a bandiera del Partito comunista, il quale, nelle ultime elezioni, ha potuto affermarsi con una vittoria di 50 deputati e con complessivi voti 200.000.
Esamina, quindi, fuggevolmente le condizioni della Grecia, affermando che la caduta di Venizelos costituisce la bancarotta della politica nazionalista greca, e, per la coordinazione fra la politica greca e la politica internazionale, rappresenta la bancarotta della politica dell'Intesa nei paesi balcanici e nell'Oriente.
Il Partito comunista jugoslavo ha ottenuto nel Parlamento 59 seggi; ma oggi voi sapete come l'Assemblea costituente regni a Belgrado, facendo gli interessi esclusivi della borghesia, intaccando la sua dittatura. Il Governo jugoslavo ha soppresso tutte le legalità costituzionali, ha soppresso la stampa comunista, tutti gli organismi comunisti, tutte le organizzazioni politiche e professionali ed ha arrestato i delegati comunisti. Oggi, alla Costituente, i deputati della tendenza Radek, non possono intervenire e l'assemblea è di già priva dell'autorità legale. Si preannuncia [...]

[...]isti. Oggi, alla Costituente, i deputati della tendenza Radek, non possono intervenire e l'assemblea è di già priva dell'autorità legale. Si preannuncia una lotta sociale nazionale contro la dominazione della borghesia ed io prego il Congresso di esprimere una protesta contro la dittatura ed il terrore del Governo jugoslavo. (Applausi).
La discussione che avete oggi in Italia tra le diverse tendenze del vostro Partito, già vi fu nei paesi della Balcania ed io vi posso assicurare che il Partita comunista balcanico, unitamente alla Federazione comunista dei Balcani e del Danubio, sostiene ed approva la condotta e la mozione del Comitato esecutivo della Internazionale comunista. (Ap plausi).
Il proletariato comunista balcanico, come quello italiano, è convinto che per la vittoria della rivoluzione sociale sia necessario creare un Partito senza riformisti, foggiato sulle linee dell'Internazionale comunista. (Applausi).
Permettete, ancora, che io approfitti della vostra pazienza e vi dia lettura di un discorso che vi parrà un po' lungo. Io, però, sono obbligato di esporre qui le vedute dell'Internazionale comunista, che, disgra
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ziatamente, non pub essere qui rappresentata da compagni di piú grande autorità, come Zinowieff e Bukarin, e di conseguenza ad essere dettagliato.
(Kabaktcefl inizia, quindi, a legger[...]

[...]iti dell'Italia oltrepassavano, qualche mese fa, il 70 per cento della sua ricchezza nazionale.
La quantità di carta moneta in tutti i paesi oltrepassa parecchie decine di volte la quantità esistente prima della guerra. Non parleremo
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dei debiti e della quantità di carta moneta negli Stati nuovi — come, ad esempio: in Austria, in Polonia ed in altri — che sono in completa rovina e bancarotta. Tale è anche la situazione finanziaria dei paesi balcanici, ecc. ».
Dunque, la crisi finanziaria cresce senza tregua. Tutte le forze finanziarie dei Governi borghesi per fermarla e salvare la situazione, sono restati e restano vani. L'unica uscita, per il momenta, essi la trovano nella macchina da stampa della carta moneta. Ma é precisamente questo mezzo che aggrava maggiormente la crisi.
In conseguenza della crisi, la situazione della classe operaia nel mondo capitalista, si fa sempre maggiormente miserabile ed insopportabile. I prezzi degli oggetti di prima necessità, aumentano in una proporzione molto piú grande che i salari operai. Seconda i [...]

[...]zionaria degli operai, perché egli è, in generale, contro la rivoluzione.
Il compagno Serrati espone le tesi dell'Internazionale comunista sulla questione nazionale e coloniale, in una maniera tale come se queste medesime tesi imponessero al P.S.I. di cessare la sua latta contro la borghesia nazionalista e di solidarizzare con la politica nazionalista della sua borghesia. Ma questa è una interpretazione arbitraria delle tesi. Noi, comunisti dei Balcani, abbiamo anche noi condotto una latta lunga ed accanita contro la nostra borghesia che, con la sua politica nazionalista di conquista, ha spinto i popoli balcanici nelle guerre balcaniche, e, piú tardi, nella grande guerra imperialista. Noi continuiamo ancora oggi, con crescente energia, la nostra lotta contro la nostra borghesia nazionalista e, malgrado ciò, noi accettiamo completamente le tesi della Internazionale comunista sulle questioni nazionali e coloniali, perché con queste tesi, l'Internazionale comunista non preconizza la unione con la borghesia nazionalista, ma, al contrario, obbliga tutti i Partiti comunisti a lottare contro la politica di conquista della borghesia nazionalista, e a sostenere i popoli soggetti delle colonie nella loro lotta contro i Governi impe[...]

[...]rghesia nazionalista, ma, al contrario, obbliga tutti i Partiti comunisti a lottare contro la politica di conquista della borghesia nazionalista, e a sostenere i popoli soggetti delle colonie nella loro lotta contro i Governi imperialisti. L'unione del proletariato, non già con la borghesia nazionalista, ma con i popoli soggetti e sfruttati: ecco la tattica dell'I.C. sanzionata dalle tesi sulla questione nazionale e coloniale.
Noi comunisti dei Balcani, alla politica nazionalista della borghesia che dissimula i suoi scopi aggressivi sotto la bandiera dell'ideale nazionale, per la liberazione e la unione del popolo, abbiamo posto già dieci anni fa il programma della Repubblica federativa dei Balcani. Dopo la rivoluzione russa, noi abbiamo dichiarato che i popoli balcanici non possono liberarsi che con una rivoluzione vittoriosa degli operai e dei contadini e con la instaurazione di una Repubblica socialista
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federativa sovietica dei Balcani. La politica nazionalista della borghesia balcanica e la politica imperialista dei Governi europei, hanno rovinato e devastato i paesi balcanici e danubiani, e hanno posto i loro popoli in condizioni di schiavitú coloniale sotto il giogo dell'imperialismo dell'Intesa; la nostra borghesia è un istrumento docile tra le mani della borghesia imperialista europea, quanto lo sono le classi dominanti di tutti i popoli coloniali ed arretrati. I popoli balcanici non possono conquistare la loro indipendenza nazionale dal giogo dell'imperialismo europeo, se non spezzano le catene del giogo capitalista della loro propria borghesia, e nello stesso tempo non acquistano la libertà e l'emancipazione sociale. Per questo grande fine della emancipazione e della libertà sociale e nazionale dei popoli balcanici e danubiani, i Partiti comunisti di quei paesi, unificati in una fede ed in una Federazione comunista generale, conducono la lotta, in pieno accordo coll'Internazionale comunista.
Altrettanto chiara, giusta e rivoluzionaria è la posizione dell'I.C. nei riguardi della lotta che conducono i popoli coloniali in Asia ed in Africa. In questi paesi la situazione è caratterizzata dal fatto che il capitalismo non è ancora abbastanza sviluppato e che la lotta di classe non si verifica perché i popoli si trovano ancora sotto un regime feudale, dei grandi proprietari feudali. Ma questi paesi, benché [...]

[...]e verso la politica nazionalista delle classi dominanti.
No, compagno Serrati, la I.C. non vi chiede di cessare la lotta contro la borghesia nazionalista ed ancor meno di concludere l'unione con essa. Al contrario vi chiede di lottare con un'energia maggiore, con intransigenza e con coraggio contro la politica nazionalista ed imperialista della borghesia italiana; vi chiede di opporvi con tutte le forze alla politica di confisca dell'Italia nei Balcani, in Asia Minore ed in Africa e di tendere la mano fraterna ai popoli soggetti che si ribellano e lottano per distruggere il dominio coloniale, per emanciparsi dal giogo economico e nazionale dell'imperialismo italiano. È questo che vi chiede l'I.C., ma voi, anche su di questa questione, passate nel campo degli opportunisti e dei riformisti, sostenitori della « pace civile » con la borghesia, sia in tema di politica interna, che in tema di politica estera, e che rifiutano di dare il loro appoggio ai popoli coloniali insorti per emanciparsi dalla dominazione borghese e imperialista. Noi calpest[...]

[...]pi di difendere e sostenere la Internazionale di Amsterdam. Il Partito italiano, se sarà un Partito comunista, e se farà parte della Internazionale comunista, sarà obbligato a lottare apertamente e decisamente contro l'Internazionale di Amsterdam; mediante i gruppi comunisti nei Sindacati, dovrà lavorare per la scissione della C.G.d.L. dall'Internazionale di Amsterdam e per la sua adesione alla Internazionale sindacale rossa di Mosca.
Nei paesi balcanici — Bulgaria, Jugoslavia, Grecia e Rumania — le Unioni sindacali si sono affiliate alla Internazionale sindacale di Mosca, durante la conferenza interbalcanica tenuta il 3 ed il 4 di novembre 1920. Davanti al Partito italiano, si aprono due vie: l'una per Amsterdam, l'altra per Mosca. Quale di queste due vie sceglierete?
Voci da vari punti della sala: Mosca ! Mosca !
MisIANO: I riformisti ed i semi riformisti vi indicano la via di Amsterdam; l'Internazionale comunista vi chiama a prendere ed a camminare coraggiosamente sulla via di Mosca. E il C.E. dell'I.C. è pro
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fondamente convinto che voi sceglierete e camminerete sulla via di Mosca.
È dunque perfettamente chiaro che i riformisti dichiarati, con Turati alla testa, come pure i semi rifor[...]

[...]tutto il mondo capitalistico la borghesia internazionale, per
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schiacciare la rivoluzione proletaria in marcia, scatena con sempre maggiore intensità la guerra civile. Non v'è un solo paese europeo in cui non sia stato organizzato un corpo speciale di mercenari, in cui non sia stata organizzata una guardia bianca, in cui non si organizzino eccidi proletari. In Germania, in Ungheria, in CecoSlovacchia, in Ita lia, in Irlanda, in Ispagna, nei Balcani, dappertutto la borghesia fa scorrere il sangue delle classi oppresse che lottano per la loro emancipazione. Per schiacciare l'insurrezione dei paesi coloniali, i Governi imperialisti continuano d'altra parte la guerra nell'Asia Minore ed in altre colonie.
Le potenze dell'Intesa poi, nonostante la crisi e la miseria delle masse popolari, continuano ad accrescere loro eserciti e le loro flotte. Ci troviamo in un periodo di rivalità e di armamenti inauditi degli Stati capitalisti. Gli antagonismi ed i conflitti fra gli Stati Uniti da una parte e l'Inghilterra ed il Giappone dall'altra, quelli [...]

[...]pitalistica e per emanciparsi da essa definitivamente. (Ap plausi).
Il pericolo di un blocco economico — conclude Kabaktceff — e di una guerra controrivoluzionaria contro l'Italia, non è un pericolo immaginario, ma contro questo pericolo il proletariato italiano pub garantirsi soltanto serrando sempre piú strettamente i legami della sua unione col proletariato rivoluzionario degli altri paesi, col proletariato della Francia, della Germania, dei Balcani, dell'Austria, ecc. Tutte le garanzie che il proletariato pub avere contro gli attacchi della controrivoluzione capitalistica stanno nella sua unione sempre piú stretta con l'Internazionale comunista e nello sviluppo della rivoluzione russa, fino a diventare rivoluzione mondiale. Non con lamentele a proposito di pericoli, ma rafforzando la solidarietà internazionale ed accentuando la centralizzazione dell'azione del proletariato mondiale, soltanto in
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questo modo si può diminuire e mettere riparo a questo pericolo ». (Applausi fragorosi dei secessionisti, che intonano quindi i' «Internazi[...]



da senza firma, Novità diplomatiche fra Bucarest e Ankara in KBD-Periodici: Rinascita 1969 - 3 - 28 - numero 13

Brano: [...]rata nel novembre scorso dal misistro degli Esteri romeno, Cornelio Manescu, il quale nel corso di una lunga visita in Turchia, aveva avuto mode di illustrare a fondo ai suoi interlocutori l'importanza che la Romana attribuisce in generale ai rapporti di coesistenza e di pacifica cooperazione con paesi a regime differente (e con differente collocazione all'interno dei due blocchi) e, in particolare, alla creazione di buoni rapporti nella regione balcanica.
La questione della pace e della sicurezza nei Balcani sarà la questione di fondo — anche se non la sola, poiché i problemi della cooperazione economica e commerciale dovrebbero trovare una piazza di rilievo nella agenda degli incontri sulla quale il leader romeno intende impegnarsi con i suoi interlocutori turchi. Ceausescu, autore di un progetto « per il rafforzamento della pace e della cooperazione nei Balcani » intende sondare le opinioni dei turchi a questo proposito e vi è ragione di credere che non tutti i dirigenti turchi saranno pronti a respingere le idee del capo dello Stato romeno.
Il progetto romeno — non si può
ancora parlare di un preciso piano, perfettamente articolato ma piuttosto di una ipotesi politica di lavoro — punta a fare dei Balcani una zona di pace e di cooperazione multilaterale, soprattutto sulla base di una prospettiva di denuclearizzazione e di liquidazione di tutte le basi straniere nel la regione. Progetti di tipo analogo erano stati avanzati altre volte nel passato (basta pensare in particolare al progetto bulgaro, avanzato dal premier Jivkov nel corso di una visita ad Ankara) e per la verità non avevano trovato accoglienza molto calda ad Ankara, ove le pressioni americane si erano fatte sentire fortissime per impedire persino la discussione attorno al problema della liquidazione delle basi della NATO di cui la T[...]



da [Gli interventi] Roberto Battaglia in Studi gramsciani

Brano: [...]tà politica — egli aveva ventitré anni allo scoppio del conflitto — ma direi che vi era per chiunque la difficoltà obiettiva di constatare in Italia le caratteristiche essenziali dell’imperialismo quali furono enunciate da Lenin. L’Italia nel grande conflitto internazionale è in fondo un campo periferico in cui non è sempre facile cogliere il centro della lotta: nel nostro Paese gli obiettivi imperialistici della borghesia, come l’espansione nei Balcani, s’intrecciano e si urtano con gli obiettivi democratici dell’irredentismo.

La vera, la decisiva esperienza di Gramsci si verifica piuttosto nelrimmediato dopoguerra e si dispiega pienamente nell’opera di direzione dell’Ordine Nuovo. Quando si parla di questa esperienza in genere ci siRoberto Battaglia

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richiama soltanto ai suoi elementi interni, cioè al concetto dei consigli di fabbrica, ai rapporti fra sindacato e partito, ma si dimentica troppo spesso l’avversario contro cui si muove Gramsci. L'avversario è la FIAT, cioè il primo grande monopolio, ed egli acquista un’effettiva[...]



da Massimo Robersi, Il "buon vicinato" fra URSS e Turchia. [sopratitolo: Obiettivi della visita di Gromiko a Ankara] [sottotitolo: La presenza del ministro degli Esteri sovietico ad Ankara ha costituito una prova tanto dell'erosione del prestigio americano quanto dell'interesse che i paesi che intendono sganciarsi dalla opprimente ingerenza della NATO attribuiscono sempre più al miglioramento dei rapporti con l'URSS] in KBD-Periodici: Rinascita 1965 - 6 - 5 - numero 23

Brano: [...]ati Uniti, e mentre non viene tralasciata alcuna misura (dalle pressioni diplomatiche all'ONU, ai precisi moniti pubblicati sulla stampa o pronunziati nei discorsi, all'aiuto concreto) per fermare la mano dell'aggressore, è proseguita, con il viaggio ad Ankara, la tipica politica della coesistenza pacifica, l'azione per consolidare il buon vicinato con uno Stato conf inante a regime diverso e l'opera per migliorare gradualmente la situazione nei Balcani.
Di conseguenza la presenza dí Gromiko nella repubblica turca in un momento di tensione come l'attuale, ha costituito una dimostrazione tangibile sia dell'erosione che il prestigio americano va subendo all'interno dell'alleanza atlantica, sia dell'inevitabile interesse per un miglioramento dei rapporti con l'URSS che hanno i paesi che vogliano sganciarsi in qualche modo dalle opprimenti ingerenze della NATO.
Per quanto concerne più specificatamente '.e relazioni turcosovietiche gli incontri tra Gromiko ed i dirigenti del paese ospite erano attesi da tutti gli osservatori con grande curiosit[...]



da Romano Ledda (a cura di), Dossier NATO in KBD-Periodici: Rinascita 1969 - 5 - 9 - numero 19

Brano: [...]amai liquidato la leggenda churchilliana della « cortina di ferro ». In realtà l'Unione Sovietica puntava, nell'immediato dopoguerra, su un lungo periodo di distensione e di accordo tra le grandi potenze. L'assetto dell'Europa orientale la interessava soltanto come eliminazione della tradizionale politica verso l'Est degli Stati sorti dal Trattato di Versailles,
e quindi come eliminazione delle vecchie aristocrazie feudali, matrici del fascismo balcanico. La formula della « de mocrazia popolare » non era in questo senso una invenzione propagandistica. Fu con la guerra fredda e col rapido mutamento della situazione internazionale che cominciò a mancare lo spazio per questa politica e lo spazio anche all'interno dei singoli paesi per quelle forze che avevano puntato su una politica di amicizia con l'URSS su una base di neutralità. Tuttavia è solo col 1948 — un anno dopo la dottrina Truman — che la via obbligata divenne da un lato quella di una serie di accordi bilaterali con l'URSS
e dall'altro quella dell'accesso al potere in modo pieno del[...]

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Dossier NATO 9 maggio 1969 n. 19 Rinascita p, 17
Peretrazione
del capitale
no_
Le posizioni degli Stati Uniti nell'economia europea sono tali da condizionare la stessa competitività mondiale dell' industria del vecchi[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Balcani, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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