Brano: Alleanza Cooperativa Torinese
La Divisione « Aliotta »
Alla divisione partigiana costituita nella stessa zona alcuni giorni dopo, in pieno rastrellamento (tre settimane prima della vittoriosa battaglia di Varzi), fu dato il nome del valoroso caduto. La Divisione Garibaldi « Diego Aliotta », che avrà per comandante Domenico Mezzadra (l'Americano) e per commissario Orfeo Land ini (Piero), raggrupperà complessivamente 800 uomini, ordinati in tre brigate: la 51a * A. Capedini », comandata da Angelo Ansaldi (Primula rossa), commissario Carlo Lombardi (Remo); la 87a Brigata « Crespi », comandata da Mario Colombi (Mario), commissario Car
lo Barbieri (Ciro); e la 88a Brigata « A. Casotti », comandata dal conte Luchino Dal Verme (Maino), che diverrà poi comandante della divisione « A. Gramsci ».
P.Ve.
Allason, Barbara
Scrittrice e critica letteraria italiana. N. a Pecetto (Torino) il 12.10. 1877, m. a Torino il 20.8.1968. Iniziò gli studi universitari a Napoli e li compì a Torino con una laurea in letteratura tedesca alla scuola di Arturo Farinelli.
Attraverso Gobetti, B.A. venne in contatto sin dai primi anni con l’antifascismo militante torinese. Fu in dimestichezza con Ruffini, Umberto Cosmo, Benedetto Croce, Luigi Salvatorelli, Nello Rosselli. Nel 1929, avendo scritto una lettera di solidarietà a Benedetto Croce per il suo discorso in Senato contro i Patti Lateranensi, fu licenziata dall’insegnamento. Intanto, entrate in vigore le leggi eccezionali fasciste, partecipò attivamente all'opera clandestina del gruppo torinese di « Giustizia e Libertà», che fece capo successivamente ai suoi giovani amici Mario Andreis, Leone Ginzburg, Vittorio Foa.
Tra il 1930 [...]
[...]tto Croce per il suo discorso in Senato contro i Patti Lateranensi, fu licenziata dall’insegnamento. Intanto, entrate in vigore le leggi eccezionali fasciste, partecipò attivamente all'opera clandestina del gruppo torinese di « Giustizia e Libertà», che fece capo successivamente ai suoi giovani amici Mario Andreis, Leone Ginzburg, Vittorio Foa.
Tra il 1930 e il 1934 la sua casa divenne abituale luogo di incontro di intellettuali antifascisti. B.A. ebbe incarichi cospirativi delicati: tenne il collegamento tra Milano e Torino; fu inviata a Chambéry per una missione segreta; a Piacenza per un tentativo, poi fallito, di fare evadere Ernesto Rossi dal carcere. Arrestata nel 1934 in occasione dei processo di Ginzburg e di Sion Segre, fu detenuta per alcuni mesi. Durante gli anni del fascismo trionfante mantenne integro il suo atteggiamento di ferma opposizione al regime. Le illusioni e le delusioni,
il pensiero e l’azione suoi e degli amici con cui ebbe a dividere gli
anni dell’esilio in patria, sono vivacemente descritti nel libro Me[...]
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È madre di Giancarlo Wick, noto fisico della scuola di Fermi, attualmente professore alla Columbia University (New York).
Entrata giovanissima, a soli 22 anni, nella vita letteraria, non solo nazionale, con l’articolo Paysages Piémontais pubblicato su « La nouvelle revue » e con l’inizio della collaborazione alla « Nuova Antologia », che durerà — salvo una lunga interruzione durante il periodo fascista — fino al 1956, per oltre cinquant’anni B.A. ha collaborato con articoli di critica letteraria, racconti, cose viste, ricordi autobiografici, ai principali giornali italiani, tra cui la « Gazzetta del Popolo » (19091927 e poi ancora nel secondo dopoguerra), la « Gazzetta delle Puglie » (192227), l’« Ambrosiano » (192529). Negli anni della persecuzione politica i suoi articoli, firmati con lo pseudonimo Riccardo Giorgi ni, furono ospitati sul « Lavoro » di Genova.
Dal 1906 diresse la sezione italiana della rivista internazionale Les cinq langues, scrisse racconti e articoli di varia umanità anche in riviste a larga diffusione, quali «[...]
[...]racconti e articoli di varia umanità anche in riviste a larga diffusione, quali « La Lettura » e « Le vie d’Italia »; nel 1928 una sua recensione sul libro di J. Hasek, Le avventure del soldato Scwejik, allora proibito ma destinato a diventare famoso negli anni della libertà, ebbe l’onore di essere accolta da « La Critica », quando ormai non vi scriveva altri che Benedetto Croce con pochi amici.
Gli anni più fecondi deM’attività letteraria di B.A. sono quelli che vanno dal 1919, anno in cui apparve il suo studio su Caroline Schlegel, al 1933, anno di pubblicazione della Vita di Silvio Pellico; opera in cui l’Omodeo, in una recensione su « La Critica », vide la rivelazione di « un temperamento storico ». Infatti in quegli anni, oltre la monografia su Bettina Brentano (1927), in seguito alla quale conseguì la libera docenza in letteratura tedesca (1928),
B.A. scrisse i tre romanzi Quando non si sogna più (1920), Il domani dei baci (1922), La luce che torna (1925). Del primo di essi Piero Gobetti disse che era « opera di poesia », dalla quale avrebbe potuto sorgere « la nuova letteratura dei tempi ». Dopo il
1945 ha scritto il suo ultimo libro: Vecchie ville vecchi cuori, rievocazione storica e viaggio sentimentale attraverso la collina torinese dove è nata e dove amava trascorrere parte dell’anno in una casa avita. Imponente e sempre impegnativa la sua opera di traduttrice dal tedesco, rivolta quasi sempre ai classici, da Goethe a Schiller, da [...]