Brano: [...]bili (scuole di catechismo, asili d'infanzia, case del giovane, ecc.), senza contare le cappelle sussidiarie sparse nella periferia e nell'Agro Romano. L'impostazione decisamente parrocchiale dell'A.C. é inoltre da rivendicarsi a lui, che dell'A.C. ufficiale fu del resto il riconosciuto fondatore. Negli ultimi anni del suo pontificato il senso della Parrocchia suscitò un autentico fermento di iniziative: libri, con gressi, ecc. Nel 1936 tutte le associazioni dell'A.C.I. fecero oggetto di studio il problema della parrocchialitá.
Nel primo dopoguerra il primato d'intelligenza e di riforma della parrocchia passò dall'Italia alla Francia, ma chi direbbe che esso é sopito sbaglierebbe. Gli echi dei curiosi esperimenti francesi furono quanto mai vivaci anche di qua dell'Alpi e provocarono, nel '48, il ritorno del problema allo studio di tutte le branchie dell'A.C. Basta del resto scorrere le riviste (4) d'ispirazione cattolica dell'ultimo quinquennio per convincersi della sua continua presenza. Dal '51 poi, a renderlo piú attuale, son venuti di rink c[...]
[...]1951 per iniziativa del locale Centro Cattolico di Studi Sociali), genn. apr. 1952.
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rade solennità dell'anno. Una parrocchia larga d'ozi al suo clero, lasciato libero di consacrarsi alla serenità dello studio o al piacevole scambio di visite tra benpensanti dell'alto ceto; e non certo affati cato dalla preparazione del sermone o della dottrina domenicale. Le cure d'archivio si sbrigavano, allora, in poco tempo, e le pochissime associazioni o confraternite richiedevano tutt'al più un'adunanza mensile. Il gregge, in quegli anni, cercava ancora il pa store e questi non aveva motivo di muoversi dal suo comodo e ben protetto ricovero.
Oggi il quadro é radicalmente mutato e quasi irriconoscibile persino nelle cure più addormentate o retrograde. La sola attività liturgicosacramentale assorbe parecchie ore nei semplici giorni feriali (con le confessioni e comunioni quotidiane che si sono ovun que moltiplicate grazie specialmente alle decine di devozioni che le richiedono; con la celebrazione di matrimoni e funerali; e con le funzioni [...]
[...]le richiedono; con la celebrazione di matrimoni e funerali; e con le funzioni serali); la domenica poi, nelle città specialmente, le messe si spingono sin oltre mezzogiorno e da qualche tempo persino nel pomeriggio. Il sermone domenicale di ieri s'è moltiplicato, la domenica, in spiegazione dei Vangeli ad almeno due o tre messe; al catechismo generale si sono aggiunte le lezioni di religione nelle scuole, le conferenze settimanali per le singole associazioni (e sottogruppi) d'A.C., le prediche dei vari ritiri mensili per le stesse, i fervorini in occasione di tridui, settenari, novenari (ormai a catena); ecc. L'archivio parrocchiale ha aumentato a sua volta le voci affiancandosi gli archivi del beneficio, della Fabbriceria, delle Confraternite, delle Pie Unioni, Associazioni, Comitati, Commissioni parrocchiali; e s'é complicato soprattutto in rapporto agli atti matrimoniali ecc. Ma la differenza più notevole é relativa alle Associazioni e alle Opere che fanno oggi della parrocchia un centro propulsore d'azione che non ha riscontri in nessun altra organizzazione laica similare Oltre all'Azione Cattolica con tutte le sue sezioni e sottosezioni (e basterebbe da sola a riempire la vita d'un parroco e dei suoi coadiutori) ricorderemo i Terz'Ordini (premonstratese, domenicano, francescano, carmelitano, degli. Eremitani di S. Agostino, dei Minimi, dei Servi di Maria, dei Trinitari), le Confraternite (sodalizi eretti per l'incremento del culto pubblico: ogni
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parrocchia deve avere almeno quell[...]
[...]chia?, Como, 1950.
(35) Autori, il Godin, il Loew, il Boulard, ecc.
(36) La Parrocchia e la vita cristiana, Torino, 1936.
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ci (37), e il Chiesa (38), per citarne qualcuno. E Tito Casini, il o poeta parrocchiano `» come lo ha definito Giuliotti, ha scritto sulla Parrocchia un fluido libretto (39). Ma hanno certo giovato molto di più le campagne di studio promosse sull'argomento dall' A. C. in tutte le sue associazioni (40).
Il senso della parrocchia, rialimentato così nel clero e nel laicato credente, ha dato una certo eco al problema e favorito una discreta rinascita della vita parrocchiale. Esso tuttavia non poteva costituire che un'atmosfera propizia all'azione riformatrice: la vera e propria riforma avrebbe invece dovuto estrinsecarsi attraverso l'eliminazione puntuale e metodica delle singole cause della crisi.
Che cosa sia stato fatto a proposito della disfunzione territoriale di molte : parrocchie s'è in parte accennato riferendo, ad es. sull'operosità della Pontificia Opera per la preservazione d[...]
[...]rrocchiecomunità nel senso d'ovile e di rifugio non sono infrequenti in Italia: ma la loro sorte è appunto quella dell'inerzia. Le vere parrocchie dinamiche e conquistatrici sono invece una minoranza assoluta.
Una rinascita in senso missionario della parrocchia è stata promossa comunque negli ultimi decenni dall'A.C. Dove e finché, s'intende, non è stata anch'essa domata dalla burocrazia e ridotta alla stregua delle altre superflue e sonnolente associazioni o confraternite. Lo scopo originario dell'A.C. era (e sarebbe), infatti, di ottenere per mezzo dei laici la ripenetrazione nelle masse dei principi cristiani e la liberazione del sacerdote dall'isolamento. Di fatto però l'A.C. anche per la sua degradazione da gruppi d'élites a organismo di massa (due milioni e mezzo d'iscritti alla fine del '51), si è esaurita da tempo soprattutto nell'attività di, autoformazione dei proprio membri anziché in vera e propria attività di conquista all'esterno. Ma la sua maggior modernità e vivacità la salvaguardano ancora dal finire come le altre associazioni. [...]
[...]dei principi cristiani e la liberazione del sacerdote dall'isolamento. Di fatto però l'A.C. anche per la sua degradazione da gruppi d'élites a organismo di massa (due milioni e mezzo d'iscritti alla fine del '51), si è esaurita da tempo soprattutto nell'attività di, autoformazione dei proprio membri anziché in vera e propria attività di conquista all'esterno. Ma la sua maggior modernità e vivacità la salvaguardano ancora dal finire come le altre associazioni. Se essa comunque ha dato e in parte ancor dà alla parrocchia, dalla parrocchia ha pur ricevuto. E non solo la solidità della sua organizza zione capillare, quanto e soprattutto il terreno sperimentale delle sue attuazioni. In questa luce mi sembrano particolarmente significativi alcuni criteri di cc Orientamento nell'Apostolato Parrocchia
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le» fissati dagli Assistenti centrali degli Uomini Cattolici nel 1948 (42), per l'attuazione di questo preciso programma: «l'Associazione sia lo specchio, la fotografia della Parrocchia e ne rifletta, per quanto poss[...]
[...] in proporzione. — degli elementi anziani. Anzi, in una impressionante statistica, compilata alcuni anni or sono, si é constatata
quasi una frattura nell'A.C. — dei giovani e degli uomini fra
i 25 e i 35 anni ». Perché poi, chiedono, « gli uomini colti devono essere assenti mentre nel campo dell'apostolato c'è posto per tutti? ». Circa le condizioni sociali, la deplorazione riguarda l'uniformità impressionante e pericolosa che caratterizza le associazioni, da cui « alcune categorie sono normalmente assenti ». E per l'ubicazione: «anche geograficamente l'Associazione Uomini riproduca la parrocchia, che cioè i diversi settori, in cui esso é divisa — frazioni, cascine, vie, gruppi di case — vi sian rappresentati », «...per aver poi possibilmente in ogni palazzo uno o anche più uomini di A.C. ».
L'A.C. é sostanzialmente un'attività parrocchiale. Nell'ambito territoriale della parrocchia vivono invece, specie nella città, enti ecclesiastici e apostolici che ne esorbitano per la loro autonomia giuridica e spesso, anzi, come si é visto, esercitano u[...]
[...]ligenza, gli insegnino le condizioni igieniche del lavoro, gli parlino del problema della casa, ecc.
(43) « La Parrocchia del marciapiede », ivi, 1948, VI.
(44) «Umanesimo rurale », ivi, 1947, VIIVIII.
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Un programma, come si vede, ma anche quasi soltanto un programma. Tuttavia le avanguardie dell'A.C. si sono spinte anche nel mondo rurale. Nel solo settore femminile son state fondate dall'Unione Donne le Associazioni rurali nel cui seno lavorano le a Rurali Militanti» (le attiviste dell'apostolato capillare). Si sono poi organizzate squadre di volontarie del «catechismo» (che visitano periodicamente le frazioni, i casolari dispersi, ecc.). Ma i risultati migliori sono stati ottenuti, sul piano religioso, con le Missioni campestri e, su quello socialeculturale, con i Corsi Agricoli e di Economia domestica rurale, con evidente beneficio delle rispettive parrocchie.
Il punto più debole della parrocchia italiana si é comunque rivelato, a guerra finita, nella sua inefficienza sociale. Più in là del pane di S.[...]
[...]dei tempi. Si può anzi dire che l'appello lanciato dal Pontefice con una circolare del 121'46 all'Episcopato italiano per mezzo della Segreteria di Stato (« Desidera il Sommo Pontefice ripetere oggi al Clero italiano l'esortazione, già rivolta da alcuni suoi Predecessori, di ritenere come un dovere d'apostolato il dedicarsi allo studio e all'azione sociale, e insieme di prestare aiuto e assistenza al laicato cattolico che lavora rettamente nelle associazioni professionali ») ha raccolto, come pochi altri, una pronta e generosa, se pur interessata, risposta.
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Dal '45 ad oggi, infatti, la maggior parte delle parrocchie ha dato vita al Segretariato del Popolo per i servizi sociali dei lavora
tori, alle Sezioni della Pontificia Commissione d'Assistenza, ai Segretariati della Carita, ai Circoli della G.I.O.C. (Gioventù Operaia Cristiana), a quelli dei Lavoratori delle A.C.L.I. — per tacere delle Casse Rurali, Cooperative, Mutue, di cui, però, per disposizioni del Diritto Canonico, i sacerdoti non possono assumersi le responsabilità [...]