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Il segmento testuale Appare è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 207Analitici , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Benno Sarel, Intellettuali e classe operaia nella Germania orientale durante la crisi del '56 in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1958 - 1 - 1 - numero 30

Brano: [...]peranza, l'anticipazione degli uomini, per quanto siano soggettive, presentano innumerevoli punti di contatto con la realtà, la quale altro non è che un reciproco rapporto del soggettivo e dell'oggettivo. Basandosi sul Marx giovane, Bloch prevede il momento in cui soggetto e oggetto sono destinati a confondersi l'un nell'altro. Filosofo della categoria del possibile, fenomenologo dell'anticipazione per riprendere i termini di Streisand, — Bloch appare come lo storico del pensiero utopistico, altrimenti detto del pensiero rivolto verso l'avvenire. Bloch lega la sua filosofia alla esistenza del proletariato. Secondo lui, solo dopo la nascita del proletariato e quella del marxismo, filosofia del proletariato, é diventato possibile, in filosofia, di rivolgersi verso il futuro.
L'insegnamento del prof. Bloch acquista una attualità politica nel 1956, quando è posto nuovamente il problema della coscienza del proletariato e, più concretamente, del rifiuto degli operai di riconoscersi nelle istituzioni che si dicono promanare da loro. Dapprima le [...]

[...]n un giornale neutralista di sinistra della Germania Occidentale (« Die Andere Zeitung »), Harich intendeva diffondere il suo programma
INTELLETTUALI E CLASSE OPERAIA NELLA GERMANIA ORIENTALE
141
nella Repubblica Democratica Tedesca muovendo dalle sue frontiere orientali e occidentali.
Harich non ha avuto il tempo di elaborare dei programmi politici. Gli appunti che ha lasciato permettono tuttavia di precisare alcuni dei suai punti di vista. Appare chiaro in primo luogo che Harich, partigiano di una larghissima iniziativa affidata agli organi locali, affermava la necessità del decentramento amministrativo e economico. Le sue idee collimavano can quelle del prof. Behrens — col quale si proponeva di prendere contatto — per quel che concerne la scomparsa dello Stato burocratico che soffoca la creatività delle masse.
Inoltre Harich era avversario del « centralismo democratico » del Partito, che egli chiamava centralismo burocratico. Secondo lui, tutte le decisioni dovevano essere prese nelle riunioni dei gruppi di base — di impresa o di qu[...]

[...]rso di masso) di fare un minuto di silenzio. Per condurre a buon fine il progettato sciopero dei tranvieri, uno degli studenti si impiega come fattorino (cfr. e Saechsische Zeitung », 14 nov. 56 e 19 genn. 57).
(4) Cfr. a Neuer Weg », marzo 1957.
(5) Cfr. a Forum a, febbraio 1957.
i
144 BENNO SAREL
diale ». Come sottolinea lo stesso Ulbricht, identica — o appena migliore — é la situazione in svariati settori, come quello della radio e degli apparecchi di segnalazione, quello delle macchine tessili delle macchine tipografiche, delle locomotive ecc. (6). D'altra parte i diversi gruppi che formano il ceto dirigente sono disuniti. Un provvedimento a vantaggio degli uni scontenta gli altri, mentre invece la cosa importante è proprio di non correre il rischio, come nel 1953, di una rottura in seno al regime. Di qui una politica indecisa e esitante, risultato di un compromesso fra tutte le politiche seguite fino allora.
Per tutto l'anno si insiste sulla importanza della funzione che debbono avere i direttori di impresa e una ordinanza dell'8[...]

[...]dente, ed il loro problema appunto é di definire il socialismo in rapporto a questa classe.
Per l'una e per l'altra, in seno al regime come in seno all'opposizione, il socialismo é in certo qual modo una estensione di ció che é la classe operaia. Ma per il Partito gli operai esistono, sono soggetti di storia solo se si riconoscono in lui: per l'opposizione la società può svilupparsi solo se può verificarsi l'indipendenza degli ,operai. Di fatto appare chiaro che lo stesso termine di a socialismo» indica delle realtà opposte, i cui elementi corrispondono tra di loro e insieme si contrappongono in modo radicale, cosí come si corrispondono e si contrappongono la fotografia e la sua negativa.
Intellettuali e operai, privi come sono di proprietà e lavorando per lo Stato, costituiscono i due gruppi più integrati della nuova so cietà. Essi giudicano questa e le si oppongono dal di dentro. In un certo senso la loro unione é legata alle concezioni stesse del regime, il quale riconosce l'esistenza degli operai e degli intellettuali solo se sono uni[...]

[...]e università come nelle fabbriche, ma é certo che ha fallito nel tentativo di diffondersi in tutti gli strati della società. Ormai l'iniziativa é del regime. Questi tenta di captare il movimento di opposizione, di assorbirlo, affermando che nella società unita sotto la sua guida solo un gruppo di intellettuali ha cercato di pescare nel torbido.
In dicembre ha inizio una discussione su un progetto ufficiale per la istituzione di comitati operai. Apparentemente questa discussione non fa che riprendere il principio — sostenuto sia dal regime che dall'opposizione — dell'autogestione operaia. Ma é indicativo il fatto che venga elaborata una teoria dei comitati operai, che riprende alcune idee dell'opposizione degli intellettuali, proprio nel momento in cui più violenta é la reazione contro gli intellettuali. Un articolo di « Einheit » di dicembre riassume questa teoria. L'autore, un insegnante alla scuola centrale del Partito, parte dal concetto che la classe operaia finora ha esercitato il suo potere al livello dello Stato, della pianificazion[...]



da Romano Ledda (a cura di), Dossier NATO in KBD-Periodici: Rinascita 1969 - 5 - 9 - numero 19

Brano: [...]icoli di crisi o di recessione che la caduta della domanda bellica avrebbe potuto provocare. Impedire quella caduta e nel contempo garantire degli sbocchi a tutta la produzione americana, assicurarsi nuove sedi di investimento, si poneva come una necessità inderogabile.
Le motivazioni politiche sono di due ordini. La prima, scarsamente esplorata, e su cui oggi si inizia una ricerca, riguarda lo stato della società americana di allora. Dietro un'apparente e gagliarda compattezza vi era in realtà il primo germe della crisi sociale e politica che sarebbe esplosa in questi anni.
« A coloro il cui senso di sicurezza era stato distrutto dall'estrema mobilità della vita americana — scrive lo Steel — che si sentivano minacciati dalle richieste di
l'ultima iii' ordine di tempo presa dalla NATO, nella riunione tenuta nel novembre scorso a Reykjavik. Il nuovo comando di Malta è stato assunto dall'ammiraglio degli Stati Uniti, Edward C. Autlaw, nel quadro del comando delle Forze alleate della Europa meridionale .di cui è capo un ammiraglio italiano[...]

[...]cc.), siano a poco a poco scomparsi, o giacciono come strumento inutile. L'integrazione militare li ha messi fatalmente a tacere, essendo per sua natura « da una parte uno strumento di indirizzi strategici del tutto autonomi, quelli del Pentagono» scrive il generale Beaufre su Politique étrangère (n. 3, 1965) — « dall'altra lo strumento attraverso il quale si subordinano a quegli indirizzi gli obiettivi e le scelte militari dei governi europei». Appare quindi assai chiaro che l'integrazione militare è il perno su cui gli Stati Uniti hanno stabilito il loro dominio e il loro controllo sulla politica europea.
p. 14 Rinascita n. 19 9 maggio 1969 Dossier NATO


Due strategie
di sterminio
nucleare
Le gravissime implicazioni della teoria di Foster Dulles basata sul sostegno atomico della politica del « rischio calcolato ». Le forze di pace danno scacco alla NATO e la capacità militare del Patto di Varsavia impone la revisione strategica culminata con la « teoria » di Mac Namara: nascono i piani dell'escalation
ti », essi « sarebb[...]

[...]sare attraverso profonde riforme del le strutture attuali a livello comunitario e a livello nazionale? Come atlantismo e restaurazione capitalistica hanno proceduto di pari passo, così oggi l'autonomia nazionale ed europea sono legate intimamente, intrecciate dialetticamente, a un processo di avanzata democratica e antimonopolistica in tutta l'Europa occidentale. Il nesso tra la lotta politica e sociale, interno a ogni paese e a livello europeo, appare evidente anche in virtù di alcune particolarità della struttura politica e militare della NATO.
Veicolo generale di questi processi, la NATO infatti ha avuto anche una sua più specifica funzione sia pure nel semplice ambito della produzione bellica. La NATO è infatti, per conto suo come istituzione, un committente economico di un certo rilievo. Tutta l'attività della NATO in questa direzione è circonda ta dal segreto. Ma sfogliando il suo bollettino mensile — Notizie NATO — non è raro imbattersi in notizie co
me questa: « il consiglio
atlantico ha approvato la decisione — presa dalla confe[...]

[...] »). Si viene a sapere che « nella maggior parte dei paesi europei della NATO » vi « sono scuole di difesa civile allo scopo di formare dei volontari » mediante « corsi teorici e lavori pratici ». Lo scopo della difesa civile è ambiguo, perchè abbiamo già visto, all'inizio, come nel concetto di aggressione esterna rientri anche la « sovversione interna », ossia la lotta politica e sociale. Ed è in questa luce che colpisce un'affermazione neanche apparentemente innocua: « Un gabinetto di guerra dovrà probabilmente venir costituito, perchè potrebbe verificarsi la impossibilità che i Parlamenti si riuniscano per occuparsi degli affari della nazione come usano fare in tempo di pace. E' particolarmente importante provvedere affinchè tutti i posti importanti siano provvisti del personale necessario: un gruppo di lavoro della NATO sta studiando con attenzione questo vitale aspetto dei piani di emergenza ».
INVESTIMENTI AMERICANI IN EUROPA (tnmato,i a dollari)
o
1946 1950


1957 1960
8
ó
11163
o
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co
1966
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1967
p. 18 Rinasc[...]

[...]della pro
Nella cartina sono indicati i probabili effetti di un bombardamento effettuato sull'Italia con un « lancio minimo » di bombe nucleari — da 25 a 30 ordigni — indirizzate sui principali obiettivi militari (cioè sulle basi aeree e navali della NATO e degli Stati Uniti nel nostro paese). Gli effetti illustrati sono quelli — ripetiamo — di un « lancio liferazione dei comandi. Questo aspetto non si è oggi attenuato, anzi in una certa misura appare rinvigorito. Quel che si delinea parallelamente
invece un nuovo discorso politico sulle funzioni della Alleanza.
I precedenti della storia non sono certo confortanti. Tutte le proposte e gli accorgimenti che gli europei hanno avanzato e adottato in questi venti anni, per avere un maggiore « peso » nell'Alleanza sono miseramente falliti. Dai « tre saggi » del 1956 al piano Duynster, dalla proposta del direttorio « a tre » avanzata da De Gaulle al piano Harmel, una per una le proposte sono cadute di fronte all'intoccabilità dei dominio statunitense. Nel già citato saggio di Luisa Calogero La [...]

[...]l'Alleanza in partnership (addirittura con poteri sovranazionali come ha detto piacevolmente Nenni in sede di direzione del partito) è una non pia illusione data la sproporzione addirittura mostruosa delle forze, e tra l'altro raggiungerebbe il risultato opposto a quello proclamato: ribadirebbe, rendendola ferrea, la solidarietà degli alleati europei con la politica mondiale della potenza egemone e trasformerebbe la solidarietà in connivenza D.
Appare del resto evidente che gli Stati Uniti non possono rinunciare volontariamente alla difesa dei loro oramai vasti interessi economici e finanziari nel continente europeo. Per cui sono pronti a discutere i modi con cui la loro tutela si esercita e que sto naturalmente nel caso migliore, ma non certo un'alternativa a essa. Gli USA hanno ancora bisogno della NATO qualunque forma possa assumere, poichè in essa è lo strumento « di controllo e di unità », di condizionamento di ogni istanza realmente autonoma e di ogni forza centrifuga, ed è anche la « garanzia » di conservazione del sistema capitalis[...]

[...]rvazione del sistema capitalistico nell'Europa occidentale. Da qualunque parte si guardi al problema, questo è il risultato. Perchè tutta la strategia mondiale americana è ancora fondata sulla politica dei blocchi, sull'equilibrio delle forze militari o del terrore e sulla visione bipolare, diarchica della condotta degli affari mondiali. La stessa accettazione della « distensione » in Europa si fonda su questi rigidi presupposti. Da essi la NATO appare per molti versi esaltata, come un fattore pregiudiziale all'attuazione di quella politica. La « fedeltà attraverso le mutazioni », l'ordine statico fondato sulla egemonia americana, « distensiva » o no divenga l'azione della NATO, sono due connotati intrinseci alla sua natura, alle sue funzioni, alle sue origini. Perciò ogni riammodernamento o revisione che non metta in discussione la realtà dei rapporti USAEuropa, ogni atto politico che rimanga i
alla logica del blocchi imposta dall'imperialismo americano, è destinato a restare lettera morta, pura velleità, e a consacrare quello strapotere [...]



da [I Documenti del convegno. Appunti per le relazioni e Comunicazioni] G. Trevisani, Gramsci e il teatro italiano in Studi gramsciani

Brano: [...]ta solita del teatro di maniera. Non meno vivamente, un anno dopo, egli loderà L'uomo che incontrò se stesso del giovane Luigi Antonelli.
Ma dal tentativo non nascono nuovi e sostanziali sviluppi né per virtú degli iniziatori, né per quella di altri giovani che battono, con maggiore
o minore ingegno ed abilità tenace, la loro stessa via. E Gramsci non tarderà, nello spazio di qualche anno, a dare atto, con severe critiche, della sua delusione. Appare chiaro che il rinnovamento si limita alla forma; è del tutto esteriore, nonostante le pretese introspettive. « L'intrigo è ordito per lumeggiare le sublimi facoltà d'intuizione critica di un poliziotto dilettante dello spirito, ovverossia della psiche umana » . L'originalità degli aspiranti rinnovatori non nasce dalla fantasia ma dall'artificio. $, infatti, dice Gramsci, recensendo L'uccello del paradiso di Cavacchioli, « una fantasia legnosamente arida, che scoppietta e frigge per una goccetta d'olio rovesciata dalla lucerna, alla quale si compulsarono gli articoli sulla filosofia delle dame[...]

[...]a schiavitú del salario ».
Dai principi del secolo, si eran venuti, a loro volta, corporativisticamente organizzando le varie attività lavoratrici dello spettacolo: e già nel 1902 il suggeritore Domenico Gismano aveva fondato una Lega degli Attori Drammatici e un settimanale, l'Argante, e dirigeva l'una e l'altro con molta probità personale e con criteri assolutamente paternalistici, attraverso i quali — bisogna riconoscerlo — era riuscito a strappare non pochi miglioramenti.
In quel tempo di guerra in cui si andava rafforzando, per l'eccezionale stato di floridezza, la struttura economica del teatro italiano, essa si trovava ad aver raggiunto già da tempo una solidità che è spesso giustamente ricordata nell'attuale fase di fluidità, come il lontano paradiso perduto. Le compagnie drammatiche duravano tre anni; per tale durata si stipulavano i contratti fra attori e capocomico; e questi, nell'atto stesso in cui formava la sua compagnia, provvedeva a preparare il « giro » del triennio presso i teatri: preparazione, l'una e l'altra, che comi[...]



da Giancarlo Bergami, Partito e prospettiva della rivoluzione comunista in Bordiga in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - maggio - 31 - numero 3

Brano: [...]io democratico, « Rassegna Comunista », Napoli, II, n. 18, 28 febbraio 1922, p. 888.
4 F. LIvoxsI, Amadeo Bordiga. Il pensiero e l'azione politica 19121970, Roma, Editori Riuniti, 1976, pp. 1967.
266 GIANCARLO BERGAMI
o gruppi di organizzati su basi tendenziali nel seno dell'organizzazione, come la penetrazione sistematica e il noyautage in altri organismi che abbiano natura e disciplina politica, determinino delle anormalità gravi e dannose. Appare chiara in questo contesto l'avvertenza espressa dal PCD'I:
Nella misura in cui la Internazionale applicherà tali espedienti, si verificheranno manifestazioni di federalismo e rotture disciplinari. Se dovesse arrestarsi
o invertirsi il processo per tendere alla eliminazione di tali anormalità o se queste dovessero elevarsi a sistema, si presenterebbe con estrema gravità il pericolo di una ricaduta nell'opportunismo (La tattica dell'Internazionale Comunista nel progetto di tesi presentate dal P.C.I. al IV Congresso mondiale, « Lo Stato Operaio », Roma, II, n. 6, 6 marzo 1924, p. 6).
Per Bord[...]

[...], verso il movimento operaio all'appoggio palese o occulto al fascismo.
Con le sconfitte operaie del 1920, e col generale riflusso della capacità di lotta e di iniziativa del proletariato al termine dell'occupazione delle
fabbriche, i ceti medi constatarono l'impotenza del partito socialista ad organizzarsi per spingere a fondo l'azione per la conquista del potere e anda
rono ad ingrossare la massa di manovra e di rincalzo di una borghesia in apparenza disorientata e cedevole. Osserva Bordiga nel suo rapporto:
È il momento in cui ha inizio e si scatena l'offensiva capitalistica e borghese. Questa offensiva in buona parte scaturisce e trae alimento dallo sfruttamento dello stato d'animo in cui la classe media era venuta a trovarsi. Grazie alla sua composizione estremamente eterogenea, il fascismo rappresentava la soluzione del problema di mobilitare le classi medie ai fini dell'offensiva capitalistica e borghese.
L'esempio italiano è un esempio classico di offensiva del capitale. Questa offensiva costituisce, come ha detto ieri da quest[...]

[...] Rapport de Bordiga sur le fascisme. Débats sur l'offensive du capital [compterendu sténographique du Ive Congrès mondial de l'I.c. (1922), douzième séance (Moscou, 16 novembre)], « La Correspondance Internationale », Berlin, 2e a., n. 36, 22 décembre 1922, p. 1 [supplement documentaire].
268 GIANCARLO BERGAMI
sviluppa sul terreno delle contraddizioni e della capacità offensiva del sistema capitalistico nazionale nel suo complesso. Il fascismo appare come
il partito unitario, ad organizzazione centralizzata e fortemente disciplinata, della borghesia e delle classi che gravitano nell'orbita di questa. È lo stato democraticoborghese, completato da una organizzazione dei cittadini. Come lo stato di tutti ha benissimo servito alla amministrazione degli interessi dei pochi, cosí vi servirà un partito di massa. E per trarre questo partito dagli effettivi tentennamenti di tutti i vecchi partiti o semipartiti borghesi, i metodi della violenza reazionaria sono senza contrasto combinati alla demagogia democratica. La confluenza col riformismo è ch[...]



da Franco Fido, Saggi e studi. Giacinta nel paese degli uomini: interpretazioni delle «villeggiature» in KBD-Periodici: Belfagor 1980 - luglio - 31 - numero 4

Brano: [...]lare in tre successive azioni i tre atti della Casa nova: 1) sogno di un trasferimento « altrove » per scimmiottare la nobiltà; 2) vita
1 Per questa osservazione sugli Innamorati v. BARATTO 1964, pp. 21316.
2 Per il riconoscimento di un canovaccio dell'Arte negli Innamorati seguo (con una lieve modifica: Clorinda al posto di Flamminia) ZORZI 1972, pp. 1015.
3 Cfr. BARATTO 1964: « Goldoni è costretto via via a mutare i criteri del giudizio ... Appare innovatore nelle vecchie famiglie, conservatore nelle nuove » (p. 222).
GIACINTA NEL PAESE DEGLI UOMINI: INTERPRETAZIONE DELLE « VILLEGGIATURE » 375
dissipata nella nuova residenza; 3) intervento risanatore di un personaggio « buono » e ritorno alla saggezza (Joly 1978, p. 216).
A parer mio la differenza tra il lieto fine della Casa nova e la malinconica conclusione della trilogia è assai piú significativa delle loro somiglianze. Resta comunque il fatto che in tutte queste commedie il malessere di un ceto culturalmente immaturo davanti alla storia si traduce nel falso — e pur tormentoso — [...]

[...]icarne la povertà, e insieme per vantarsi, con poca logica, di tutto il ben di Dio che son riusciti a mangiare o a mettersi in tasca: un suggestivo ricorso, o esempio di « tempo circolare », che controbilanciando per un verso l'incalzare affannoso delle ore prima della partenza (« Si han da far cento cose, e voi perdete il tempo ... Le ore passano, si ha da partire da Livorno innanzi sera »: Smanie, i, 1, Leonardo), per un altro il disordine e l'apparente casualità dell'azione dopo l'arrivo, materializza per gli spettatori il labirinto in cui si trovano chiusi i protagonisti.
Un'ultima osservazione di carattere strutturale che gli stessi atti ii e iii delle Avventure suggeriscono, riguarda l'abbondanza e l'importanza dei monologhi: non perché l'autore non riesca a tradurre in dialogo e azione 1'animus dei personaggi, ma perché — di nuovo accade di pensare a Cecov — questi borghesi parlano di sé, « si dicono » e si ascoltano molto piú di quanto non ascoltino gli altri. Vedremo meglio tale aspetto della trilogia quando ci occuperemo di Giaci[...]

[...] donna e donna una passione amorosa », come la Bella pellegrina nel romanzo omonimo dello stesso anno In questi romanzi — per limitarci a due fra i migliori e cronologicamente piú vicini alle Villeggiature — vediamo prender consistenza un tipo, sostanzialmente nuovo nella nostra letteratura, di donna indipendente e decisa, leale con gli amici ma scettica sui motivi di quanti la circondano, convinta che nei rapporti sociali contano soprattutto le apparenze. Le « memorie » di queste dame sono costellate di massime: « La prima bellezza d'una giovane, che vada a marito, vien dalla dote ... Chi serve per vivere, ha non di rado un'anima vendereccia, che si fa un idolo del favor de' padroni: ma non adora in essi che la propria fortuna ... ella ha stabilita la massima di voler piuttosto non esser mai sposa, che vedersi madre in pochi anni d'una famiglia di miserabili » 24, che si informano alla dottrina illuministica dell'amor sui: « Il solo interesse viene ad essere l'anima di tutte le nostre vicende. Qual cosa si fa per gli altri, che non si facc[...]



da Tibor Mende, L'Asia Sud-Orientale tra due mondi in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1954 - 5 - 1 - numero 8

Brano: [...]iimento per la superiorità politica, culturale e razziale dell'Occidente. Queste componenti si combinano in proporzioni diverse a seconda delle circostanze locali. Dove esiste una classe media di una certa importanza — come in India, nel Siam, in Indocina o a Singapore — il risentimento acquista un carattere prevalentemente economico o culturale; ma laddove la classe media è pressoché inesistente, come in Birmania o in Indonesia, il risentimento appare nella sua forma più genuina e potente. In questi casi, non ancora incanalato in una direzione specifica, esso emerge sotto forma di un'ampia passione popolare, e : o sbocca nella rivoluzione, come in Birmania; o come in Indonesia, si dissolve in una inarticolata xenofobia.
Per noi occidentali, é difficile, fors'anche impossibile, analizzare a fondo i motivi di questo risentimento e comprenderne la funzione formativa di quel che chiamiamo nazionalismo asiatico. I nostri libri di storia ed anche i nostri atteggiamenti istintivi tendono a una scelta di fatti atta a dare una visione erronea, ma [...]

[...]na opportuno ricordare che di fronte a questi bisogni — sette miliardi di dollari all'anno — gli investimenti privati, i prestiti governativi e i diversi programmi d'assistenza non superano complessivamente i 250 milioni di dollari. Mi sembra evidente che non è possibile prevedere nel mondo d'oggi un cambiamento tale da far salire improvvisamente questi 250 milioni a 7 miliardi mediante l'afflusso di capitali stranieri verso l'Asia sudorientale. Appare dunque che nel ricercare una soluzione del problema non possiamo far conto né sull'iniziativa privata nel quadro nazionale (all'attuale livello del risparmio nazionale), né sugli investimenti privati stranieri. Tuttavia una soluzione bisognerà trovarla; ed essa potrà derivare soltanto da un'azione energica e radicale sul piano nazionale e internazionale.
Ma passiamo alla nostra terza domanda : quale possibilità ci sia di formare rapidamente la manodopera competente e adattabile necessaria all'espansione rapida del potenziale di produzione, una volta trovati, per qualche imprevedibile miracol[...]

[...] messi in mostra al mercato accanto alle frutta e alle verdure del paese; ho visto al soffitto di certi templi indù, in villaggi sperduti, lampade al neon che span
L'ASIA SUDORIENTALE TRA DUE MONDI 55
devano la loro luce bianca o rossa sulla testa di Shiva o di Lakshmi. Appena qualche mese fa, prendendo il tè con gli uomini di una tribù pathan del Passo di Khaibar, li ho visti pulire i fucili mentre ascoltavano un'emissione radio da un piccolo apparecchio americano. Tutta questa gente va al cinema e sfoglia i giornali illustrati; sa che nelle altre regioni del mondo i piaceri della vita sono tutt'altri; ed è assai più facile allargare il campo delle sue abitudini e dei suoi bisogni, che aumentare le sue risorse produttive. Ma questo non é che un aspetto del problema. Ve n'è un altro, e cioè che tutti questi milioni di uomini hanno ormai compreso che per metter fine alla loro servitù economica v'è bisogno di macchine. Il loro nazionalismo, sempre più profondo e appassionato, reclama l'uguaglianza con il resto del mondo; e per ottenere ques[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Appare, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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