Brano: [...]ie und die archaische Welt, 'Zeitschrift f. Neurologie', 127 (1930), pp. 109 sgg. e Tod und Erneuerung in die schizophrenen DaseinsUmwandlung, 'Zeitschrift f. Neurologie', 181 (1948), pp. 275 sgg.; R. BIRZ, Die Metapher des Untergangs in der Schizophrenie, 'Nervenartzt', 20 (1949), pp. 258 sgg.; A. STORCH e C. KuHLENKAMPF, Zum Verständnis des Weltuntergangs bei den Schizophrenen, 'Nervenartzt', 21 (1950), pp. 102 sgg.; B. CALLIERI e A. SEMERARI, Alcuni aspetti metodologici e critici dell'esperienze. schizofrenica di fine del mondo, ' Rassegna di Studi Psichiatrici', 58 (1954), fase. 1; B. CALLIERI, Contributo allo studio psicopatologico dell'esperienza schizofrenica di fine del mondo, 'Arch. di Psicologia Neurologia e Psichiatria', 16 (1955), fase. IV e V. La applicazione della Gestaltpsychologie nello studio della percezione delirante schizofrenica è stata tentata da P. MATUSSEK, Untersuchungen über die Wahrnehmung: Veränderung der Wahrnehmungswelt bei beginnendem primäre Wahn, 'Arch. Psychiatr.' 189 (1952), p. 279 e 'Schw. Arch. f. Neurol[...]
[...]one psicopatologica, così come manca, in un argomento così tipicamente 'interdisciplinare, l'impiego di chiare formule metodologiche di collaborazione interdisciplinare fra lo storico della cultura e l'antropologo da una parte e lo psichiatra dall'altra. Nei limiti di questo saggio, e con l'intenzione di fornire più la proposta di un progetto di ricerca che una ricerca in sé compiuta con k relative conclusioni, saranno qui allineati e commentati alcuni pochi testi indicativi, sufficienti almeno ad impostare il problema: seguirà poi il confronto col documento psicopatologico.
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Un testo letterario che, per la confluenza in esso di molti temi della apocalittica di oggi, può considerarsi un esemplare punto 'di partenza e al tempo stesso la guida e il punto di riferimento dell'ulteriore discorso analitico, é senza dubbio La Nausée di. Sartre (10). Il diario di Antonio Roquentin si apre con la notifica di un mutamento esistenziale esperito in un certo giorno del gennaio 1932. In un foglio non datato che precede il diario vero e proprio, il[...]
[...]erto giorno del gennaio 1932. In un foglio non datato che precede il diario vero e proprio, il protagonista fa cenno a vissuti di mutamento affiorati improvvisamente e accompagnati da una vaga paura come dal nascente e ancor incerto proposito di annotare diaristicamente quanto gli sta capitando:
(9) Hans Sedlmayr accenna espressamente, in Verlust der Mitte, p. 165, al documento' psicopatologico come strumento atto ad illuminare da un nuovo lato alcuni caratteri a sin—tomatici » della cosiddetta sarte moderna u, quali si manifestano nell'espressionismo, nel futurismo, nel cubismo e nel costruttivismo, nel surrealismo e nell'arte onirica, etc. R. VoLMAT, in L'art psychopathologique dedica, in una prospettica prevalentemente psicopatologica, un intero capitolo alla posizione dell'arte moderna (pp. 215 sgg.). Cfr. anche G. ROSOLATO, in Confina Psychiatrica, 1964, fasc. 4°.
(10) J. P. SARTRE, La nausée, Paris 1938. La traduzione in italiano dei vari passi segue per lo più quella del Fonzi (Milano 1961). I passi riportati in corpo tipografico d[...]
[...] mutato? Roquentin avverte un mutamento oscuro nei suoi atti più abitudinari e nelle cose più familiari, per esempio nel modo di prender la pipa o la forchetta e forse nel modo con cui la forchetta si fa prendere. La maniglia di una porta si denunzia nella sua mano come un oggetto freddo che attira la sua attenzione « con una specie di personalitá », il volto dell'autodidatta, figura familiare da anni, è riconosciuta nella sua identità solo dopo alcuni secondi, e nel
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salutarlo con la consueta stretta di mano avverte in quella dell'autodidatta e nel suo braccio che ricade mollemente dopo la stretta, una sorta di estraneità e di bizzarria che accenna al deforme e all'orrido. Nelle strade «il y a une quantité de bruits louches qui traînent », al caffè evita di guardare un bicchiere di birra sul tavolo perché si viene sottraendo al suo ovvio significato domestico per spaesarsi nel nulla. L'intero diario ritesse variamente questa tematica del crollo degli enti intramondani, della perdita della loro ovvietà quotidi[...]
[...]ondo aspettava, trattenendo il respiro, aspettava la sua crisi, la sua nausea... Mi sono alzato: non potevo più star fermo in mezzo a quelli oggetti indeboliti. Sono andato alla finestra a gettare una occhiata al cranio di Impétraz. Mormoravo: « Tutto può accadere, tutto »... Guardavo con terrore quegli esseri instabili che forse tra un'ora, tra un minuto, sarebbero crollati. Ebbene, sì, ero lì, in mezzo a quei libri di scienza pieni di scienza, alcuni dei quali descrivevano le forme immutabili delle specie animali, altri spiegavano la quantità di energia che si conserva integralmente nell'universo; ero li, davanti ad una finestra i cui vetri avevano un determinato indice di rifrazione. Ma che deboli barriere! Immagino sia per pigrizia che il mondo si rassomigli tutti i giorni. Oggi aveva l'aria di voler cambiare. E allora tutto, tutto poteva accadere.
Percosso da questa apocalisse degli oggetti, Roquentin fugge dalla biblioteca, percorrendo Bouville in un disperato vagabondaggio alla ricerca di un ambito familiare della realtà che gli per[...]
[...]lazioni in fondo alle quali era il vuoto. Fu cosí indotto in un genere di esistenza grigia, che — dice Lord Chandos — a mala pena si distingueva « da quello dei miei vicini, dei miei parenti e della maggior parte dei nobili proprietari di terre di questo impero». Da siffatta « noia della parola», che qui copre la perdita di senso dei rapporti sociali e del monda quotidiano nella società absburgica declinante, Lord Chandos si traeva fuori solo in alcuni rari momenti previlegiati, e a proposito di alcune impressioni assolutamente futili e casuali, come un inaifiatoio abbandonato sotto un noce, un erpice nel campo, un cane al sole, un poveraccio deforme, e simili: in tali istanti felici e vivificanti il contenuto futile e casuale diventava la coppa di una rivelazione inaudita, da cui sgorgava come un'onda di vita superiore che investiva qualsiasi fenomeno dell'ambiente quotidiano: una rivelazione tuttavia troppo viva perché la parola potesse esprimerla compiutamente, così come troppo spento era per la parola il grigio mondo di ogni giorno che [...]