Brano: [...]co. E ritrovava che il motivo second° il quale poteva dirsi di avere vissuto realisticamente possedeva la forza di un cede, vole giunco; perché una intuizione era venuta a spiegargli la stragrande differenza esistente tra la realtà e la parvenza delle cose quotidiane, cui usa erroneamente, attribuirsi tanto nome. Se fino a quel momento aveva dato luogo a confusione tra la realtà, che solenne si attua con la lentezza dei secoli, e l'aspetto degli accidenti quotidiani, di cui la realtà stessa é ignorante come un mondo delle scorie perdute nella rotazione; ora sentiva come i fatti quotidiani altro non fossero se non un vuoto morale, quando a sé stanti e lontani dalla realtà medesima. Quest'ultima verità, infatti, essendo il provvisorio e l'eterno, il materiale e il morale impresso nel nostro animo in maniera cosí dolorosa e profonda, che la loro essenza viva dentro di noi invisibile e come un tutt'uno, smentiva quella convinzione che, rendendola unilaterale, le attribuiva soltanto il provvisorio.
Identificato intanto i suoi giorni con un vuoto m[...]
[...]uo contro un dolore intenso, si adoperava di non riprendere il suo discorso interiore. Tuttavia, però, pure volendo orientarsi verso quanta poteva dargli distrazione, solo senza intensità prese a portare critica al soffitto della camera segnato di curve e linee, e mentre rigirava disattento il
42 MARIO DEVENA
giornale, ad ascoltare la voce di Enzo che nella stanza accanto, strette le zampe anteriori di Fiocco, ballava e andava cantilenando:
« Accidenti a tutti i diavoli
quant'è buona pasta e cavoli ».
Infatti, più che le distrazioni esterne, potevano occuparlo soltanto motivi che traessero spunto dal profondo del suo essere; perché la sua anima in quel momento era colma di preoccupazioni e sensazioni forti, da non potere ammettere la propria partecipazione ad inconsistenti esteriorità. Si che solo quando un sentimento di invidia contro la sorella e il benessere di lei lo aggredì, potette anche se brevemente deviare il discorso del cuore e, sorretto da momentanee considerazioni, rifarsi con dispetto al paragone tra le piante del balcone di[...]
[...]are colazione da soli e in altra stanza della caca. Poi mentre l'angoscia alla maniera di una malattia contagiosa ricadeva sul suo secondo pensiero, gli parve come doloroso il paragone tra il lampadario della camera e i lampioni della via : la forma di lanterna dell'uno simile a quella, come capovolta, degli altri era divenuta motivo di umiliazione; si che con minore sofferenza si svolgeva in lui soltanto il ricordo venutogli (talk cantilena:
a Accidenti a tutti i diavoli
quant'è buona pasta e cavoli ».
Infatti, rientrato nella camera accanto insieme con Amelia, Enzo, mentre tirava per giuoco la coda del cane, casi facendolo mugolare, aveva ripreso quella cantilena che, proclamando la gioia di fanciullo, richiamava in Michele un uguale sentimento. Si che questi dopo avere riflettuto quanto lontano fosse il tempo della sua fanciullezza, era involontariamente caduto in un ricordo. E aveva pensato con commozione a quando d'inverno il vento soffiava in una singolare maniera, e lui, un bambino, sentiva l'odore del caffèlatte; allora che, mentre [...]