Brano: [...]erazione, nelle fila della Resistenza istriana.
Problemi del lavoro, I
Rivista della Associazione Nazionale Studio (v.).
Dopo aver decretato l'autoscioglimento della Confederazione Generale del Lavoro (4.1.1927), gli ex dirigenti sindacali riformisti si offrirono di continuare la loro collaborazione con il regime fascista svolgendo lavori di ricerca e attività pubblicistica. I fascisti consentirono così a Rinaldo Rigola (presidente delI’A.N.S.) e agli altri ex sindacalisti Battista Maglione (segretario deH’Associazione), Carlo Azi monti, Ludovico Calda, Emilio Colombino, Ludovico D’Aragona e Ettore Reina, la pubblicazione del mensile « I Problemi del lavoro ».
La rivista uscì ininterrottamente dal 25.3.1927 fino al giugno 1940 e si fece portavoce di una linea di fiancheggiamento « critico » del regime da parte del gruppo di ex sindacalisti, i quali accettavano di fatto il fascismo, vedendolo come un aspetto della società italiana, eventualmente da correggere in qualche aspetto, ma non certo da contrastare frontalmente.
« Il r[...]
[...]o 1940 e si fece portavoce di una linea di fiancheggiamento « critico » del regime da parte del gruppo di ex sindacalisti, i quali accettavano di fatto il fascismo, vedendolo come un aspetto della società italiana, eventualmente da correggere in qualche aspetto, ma non certo da contrastare frontalmente.
« Il regime fascista è una realtà — si poteva leggere sul primo numero della rivista, che riportava, tra l’altro, gli atti costituitivi della A.N.S. — e la realtà va tenuta in considerazione. Questa realtà è scaturita anche da principi nostri, i quali si sono imposti ».
La accettazione della « realtà fascista », del resto, non era affatto in contraddizione con il precedente modo di pensare di quei dirigenti sindacali già socialisti, in quanto essi nel fascismo vedevano lo strumento necessario per quella razionalizzazione efficientista e per superare la lotta di classe, ai quali tendevano ormai da molti anni e che Io Stato liberale non si era dimostrato in grado di attuare.
Ai sindacalisti riformisti non interessava tanto la question[...]
[...]umendo posizioni sempre più opportunistiche, i redattori della rivista esortavano gli operai a rendersi conto della realtà, quindi a rassegnarsi (come essi avevano fatto), a non chiedere troppo e a contribuire con i loro sacrifici alla prosperità del paese guidato dal fascismo.
Alla viltà intellettuale propria dei burocrati sindacali, si accompagnava un'insidiosa opera di supporto capillare al regime. A circa un anno dalla sua costituzione, l’A.N.S. promosse infatti l’organizzazione di nuclei locali, allo scopo di tenere sotto controllo ideologico gli operai politicamente più attivi e gli intellettuali di sinistra rimasti in Italia. Nacquero così gruppi di « Amici di Problemi del lavoro » che peraltro ebbero scarsissimo seguito. Essi dovevano comunque far capo a delegati di zona, a loro volta a contatto con la sede centrale di Milano. [Un convegno nazionale dell’A.N.SP.d.l.; N. 2, 1.2.1928). Accettando Io Stato fascista, la rivista accettava ovviamente anche le nuove, strutture sindacali, cioè il sindacato unico, l’introduzione della Mag[...]