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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale A.N. è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 33Entità Multimediali , di cui in selezione 17 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 80

Brano: A.N.P.l.

verificarsi — in quello stesso periodo — di una seconda scissione, che avrebbe dato vita alla Federazione italiana associazioni partigiane (v. F.I.A.P.).

Nell'ottobre 1949, ben 830 erano i partigiani arrestati o colpiti da mandato di cattura, mentre contro la Resistenza nel suo insieme si scatenava, da parte delle forze conservatrici e dei gruppi neofascisti, una ondata di vilipendio e di provocazioni. L'A.N.P.I. reagì promuovendo la costituzione di Comitati di difesa dei valori della Resistenza, nei quali l'unità dei partigiani tornava a ricomporsi; chiedendo lo scioglimento del neofascista Movimento sociale italiano (M.S.I.) e il riconoscimento ufficiale del C.V.L.. Nello stesso tempo, larghi settori della cultura e dell'arte assicuravano all’A.N.P.I. l’appoggio del mondo intellettuale.

L'iniziativa politica deHrA.N.P.I. fu coronata da successo: già alla fine del 1950 l’offensiva antipartigiana poteva considerarsi in buona parte bloccata e furono inoltre gettate le basi per quel riconoscimento del C.V.L. che verrà sanzionato giuridicamente alcuni anni dopo (1958). L’unità della Resistenza sopravvisse integra all'azione disgregatrice delle scissioni e delle intimidazioni.

II NI Congresso dell'A.N.P.I., tenuto a Roma nel giugno 1952, vide infatti l'associazione, uscita dalle difficoltà degli anni precedenti, in netta controffensiva. I temi dell’attuazione piena della Costituzione e della lotta contro il riarmo tedesco entrarono nel nuovo programma di attività, insieme a una serie di problemi rivendicativi. Il IV Congresso, svoltosi a Milano nell’aprile 1956, lanciò un appello agli antifascisti contro i pericoli della « guerra fredda » che già cominciavano a minacciare gravemente la pace nel mondo.

Il V Congresso, tenuto a Torino nel giugno 1959, pose il problema del legame tra la Resistenza e i giovani (precisamente un anno dopo, questo legame avrebbe trovato una sua viva espressione a Genova, nella lotta popolare e antifascista contro la pericolosa involuzione del governo Tambroni). Infine, il VI Congresso Nazionale, svoltosi a Roma nel febbraio 1964, costituì una base di rilancio politico e morale di tutto l’antifascismo per la pace e per il rinnovamento nazionale.

Attività e struttura dell’A.N.P.I.

Dalla sua costituzione a oggi l’as

sociazione ha patrocinato, attraverso i suoi dirigenti membri del Parlamento, l’elaborazione e l’approvazione di gran parte delle leggi a favore della Resistenza, cercando sempre di stimolare l’accordo e l’unità tra tutte le correnti politiche che a questa si richiamano.

Il massimo organo direttivo dell’A.N.P.I. è il Congresso nazionale, al quale partecipano tutti i delegati dei congressi comunali. Espressione del Congresso nazionale è il Comitato nazionale, che designa tra i suoi membri il presidente nazionale, i 7 vicepresidenti, la Segreteria nazionale e un responsabile amministrativo. Il Congresso elegge anche una presidenza onoraria, un Consiglio nazionale (attualmente composto di 282 membri) e il collegio dei revisori dei conti. Analogo ordinamento si ripete su scala comunale. L’associazione comprende circa 2.000 sezioni e raccoglie oltre 160.000 iscritti (250.000 nel 1945).

Organo non ufficiale dell’associazione è il periodico Patria Indipendente (Fausto Nitti, direttore; Alfonso Bartolini, redattore). Fondato nel 1951 e prevalentemente dedicato a problemi politici, sociali, rivendicativi della Resistenza e del mondo combattentistico, il foglio si avvale della collaborazione di uomini appartenenti a tutto l’arco della Resistenza; ha una tiratura di 12.000 copie. In più riprese l’associazione ha svolto e svolge attività editoriale, sostenendo e stimolando la diffusione delle principali opere dedicate allo studio e alla conoscenza delle lotte della Resistenza e della Gu[...]

[...]one è il periodico Patria Indipendente (Fausto Nitti, direttore; Alfonso Bartolini, redattore). Fondato nel 1951 e prevalentemente dedicato a problemi politici, sociali, rivendicativi della Resistenza e del mondo combattentistico, il foglio si avvale della collaborazione di uomini appartenenti a tutto l’arco della Resistenza; ha una tiratura di 12.000 copie. In più riprese l’associazione ha svolto e svolge attività editoriale, sostenendo e stimolando la diffusione delle principali opere dedicate allo studio e alla conoscenza delle lotte della Resistenza e della Guerra di liberazione nazionale. Primo presidente nazionale dell’A.N. P.l. è stato eletto l’on. Arrigo Boidrini, confermato poi in tutti i successivi congressi. Attualmente sono vicepresidenti dell’associazione il dott. Mario Andreis, il sen. Arialdo Banfi, l’on. Giovanni Bottonelli, il col. Salvatore Donno, il dott. Fausto Nitti, il sen. Francesco Scotti, il sen. Pietro Secchia. L’attuale Segreteria nazionale è composta da Alfonso Bartolini, dal prof. Giulio Mazzon e dalla Medaglia d’oro Roberto Vatteroni.

Compongono il Comitato nazionale: Giorgio Amendola, Vincenzo Baldazzi, Vito Baroncini, M.O. Gina Boreilini, Felice Calvani, Andrea Camia, Tino Casali, Luigi Cavalieri, Pietro Crocioni, Sandro Faini, Francesco Fancello, Mario Fattorini, Andrea Gaggero, Ettore Gallo, Nuccia Gasparotto, Giorgio Gimelli, Alberto Jacometti, Oreste Lizzadri, Mario Lizzerò, Achille Lordi, Joyce Lussu,

Riccardo Maitan, Giuseppe Maras, Egidio Meneghetti, Luciano Merlini, Cino Moscatelli, Furio Muzi, Isacco Nahoum, Gian Carlo Paletta, Augusto Pantanetti, Franco Patrignani, Alfredo Parente, Mario Pirricchi, Leonida Repaci, Raimondo Ricci, Alcide Senneca, Daniele Storaci, Giovanni Tonetti, M.O. Roberto Vatteroni, Bruno Widmar.

La presidenza onoraria è composta da: on. Luigi Longo, on. Giov. Battista Stucchi, sen. Fermo Solari, on. Riccardo Lombardi, M.O. on. Sandro Pertini, on. Emilio Sereni, sen. Emilio Lussu, Ettore Rosa, on. Edoardo D’Onofrio, on. Pompeo Cola janni, on. Antonio Zoboli.

Il ConvittoScuola Rinascita

Una delle più note istituzioni dipendenti dall’A.N.P.l. è il ConvittoScuola Rinascita di Milano, un centro vivo d[...]

[...]do Ricci, Alcide Senneca, Daniele Storaci, Giovanni Tonetti, M.O. Roberto Vatteroni, Bruno Widmar.

La presidenza onoraria è composta da: on. Luigi Longo, on. Giov. Battista Stucchi, sen. Fermo Solari, on. Riccardo Lombardi, M.O. on. Sandro Pertini, on. Emilio Sereni, sen. Emilio Lussu, Ettore Rosa, on. Edoardo D’Onofrio, on. Pompeo Cola janni, on. Antonio Zoboli.

Il ConvittoScuola Rinascita

Una delle più note istituzioni dipendenti dall’A.N.P.l. è il ConvittoScuola Rinascita di Milano, un centro vivo di esperienze pedagogiche e formative. Negli anni dell’immediato dopoguerra ben undici erano le scuole e convitti « Rinascita » esistenti in Italia, alcuni dedicati a qualificazioni professionali, ma tutti con il comune obiettivo di far conseguire un titolo di studio o una qualifica professionale a giovani ex partigiani reduci, agli orfani dei caduti e degli ex partigiani. Negli anni 194851 anche questi istituti subirono varie vessazioni, per cui riuscì a sopravvivere, sia pure tra infinite difficoltà, soltanto il convittoscuola mila[...]

[...]esenta un robusto complesso didattico e gode di notevole prestigio. La sua sede è in via Giambellino n. 115 e i suoi attuali dirigenti sono: il dottor A. Beltramini (presidente), il professore Antonio Sironi (preside), Enrico Fietta (direttore) , Luigi Schiapacassa (amministratore). Dal 1945 ad oggi oltre 3 mila alunni sono passati in questo convittoscuola e circa 2.000 giovani sono stati immessi nella produzione con qualifiche professionali.

A.N.P.P.I.A.

Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti. Subito dopo la Liberazione, gli ex perseguitati dal fascismo vennero raccogliendosi, di luogo in luogo, in varie associazioni che assunsero nomi diversi (come le associazioni « Ex detenuti politici », « Ex vittime politiche », « Sesto braccio » e così via). All'inizio del 1947 si riunì a Roma un'assemblea comune di queste organizzazioni locali, che decisero di unificarsi in una Confederazione Perseguitati Politici Antifascisti. Nel febbraio 1948, la suddet



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 23Frontespizio ed avvertenze (Monografia/libro

Brano: R.Va. Roberto Vatteroni

Medaglia d’oro al valor militare. Comandante partigiano in Apuania. Mutilato della Guerra di liberazione. Segretario nazionale deli’A.N.P.L.

R.Wi. Renato Willien

Comandante di formazioni partigiane nella Valle d’Aosta.

tR.Za. Ruggero Zangrandi

Esponente antifascista. Carcerato in Italia e in Germania. Giornalista.

Ro.Gue. Dott. Roberto Guerri Storico.

S.Be. Silvano Benvenuti

S.Bel. Ing. Sergio Bellone

Membro del Comando unificato di C.V.L. in vai di Susa.

S.Bi. Dott. Stefano Bianchini

Storico. Membro del Comitato direttivo del Centro studi paesi socialisti dell’istituto Gramsci di Roma.

S.Bo. Dott. Sergio Bovini

Membro del Centro studi della Resistenza di Perugia.

S.Bu. Dott. Stefano Bucc[...]

[...] Roma.

S.Bo. Dott. Sergio Bovini

Membro del Centro studi della Resistenza di Perugia.

S.Bu. Dott. Stefano Bucciarelli

Studioso della Resistenza in Versilia.

tS.Ca. Dott. Stefano Canzio

Gappista milanese. Storico.

S.C.B.. Dott. Sandra Carli Ballola Università di Bologna.

S.Co. Prof. Salvatore Costanza

t S.Do. Dott. Salvatore Donno

Colonnello di aviazione. Comandante di formazioni « Fiamme Verdi ». Vicepresidente dell’A.N.P.I..

S.D.P. Avv. Sandro Diambrini Palazzi

Maggiore dell’esercito. Direttore de « Il Piave ».

Se.Ca. Dott. Sergio Caneva

S.Ge. Sergio Gensini

Direttore della « Miscellanea storica della Valdelsa ».

S.Gi. Dott. Si mona Giusti Università di Firenze.

S.Or. Dott. Silvio Ortona

Comandante della 75a Brigata d’assalto Garibaldi. Pubblicista.

S.Pe. Dott. Sergio Pezzella

S.Pi. Dott. Simonetta Pillon

S.Po. Dott. Susanne Polke

S.Se. Dott. Simone Sechi

Dell’Istituto sardo per la storia della Resistenza e deH’autonomia.

S.Vi. Stefano Vitali

S.Za. Silvano Zambon [...]

[...]storia del cinema.

T.D.B. Taina Dogo Baricolo

tT.D.C, Tranquillo De Caneva

Comandante di Brigata nella Divisione Garibaldi « Carni a ».

T.De. Prof. Teresina Degan

Preside di Scuola media superiore a Pordenone. Storica del movimento operaio e della Resistenza.

T.F. Treves F rii li

Partigiano. Sindaco di Poggibonsi.

T.Lu. Tommaso Lupi

Commissario politico della IV Zona operativa Liguria. Presidente della provincia e dell’A.N. P.l. di La Spezia.

T.Sa. Teodoro Sala

tU.A.G. Prof. Ugoberto Alfassio Grimaldi

Partigiano dell’Oltrepò. Ordinario di Storia e filosofia nei licei. Direttore di « Critica sociale ».

W.Ba. On. Ugo Bartesaghi

Sindaco di Lecco dopo la Liberazione. Pubblicista.

U.Ca. Dott. Ugo Casiraghi

Critico cinematografico.

U.Ce. Prof. Umberto Cerroni

W.Ma. On. Umberto Massola

Esponente antifascista. Ispettore generale delle Brigate Garibaldi. Organizzatore della Resistenza in Piemonte.

W.Te. Sen. Umberto Terracini

Membro del governo della Repubblica dell’Ossola. Presidente [...]

[...]W.Ba. On. Ugo Bartesaghi

Sindaco di Lecco dopo la Liberazione. Pubblicista.

U.Ca. Dott. Ugo Casiraghi

Critico cinematografico.

U.Ce. Prof. Umberto Cerroni

W.Ma. On. Umberto Massola

Esponente antifascista. Ispettore generale delle Brigate Garibaldi. Organizzatore della Resistenza in Piemonte.

W.Te. Sen. Umberto Terracini

Membro del governo della Repubblica dell’Ossola. Presidente dell’Assemblea Costituente. Presidente dell’A.N.P.P.I.A.. Vicepresidente dell’Associazione internazionale giuristi.

Van.Mi. Dott. Vanna Mignoli V..ML

W.Ba. Vincenzo Baldazzi

Comandante degli Arditi del Popolo a Roma. Organizzatore di formazioni « Giustizia e Libertà ». Membro del Consiglio nazionale deil’A.N.P.I. e del Comitato centrale dell’A.N.M.

I.G..

XXVII



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 73

Brano: Anfuso, Filippo

e professionisti, venne condannato dal Tribunale speciale a 8 anni di reclusione. Detenuto nelle case di pena di Piacenza e di Castelfranco Emilia, riacquistò la libertà soltanto dopo il 25.7.1943.

All’8.9.1943 fu tra gli organizzatori della Resistenza e delle formazioni « Giustizia e Libertà » in Piemonte, e rappresentò il Partito d’Azione nel C.L.N. regionale piemontese. Dopo la Liberazione, allo scioglimento del Partito d’Azione, aderì al Partito socialista. È vicepresidente dell’A.N. P.I..

Andreoni, Carlo

N. a Giaveno (Torino) nel 1901, m. a Roma nel 1957; laureato in medicina, giornalista. Operò nel movimento operaio, dapprima su posizioni anarchiche e poi socialdemocratiche. Durante il fascismo scontò 14 anni in carcere perché coinvolto in un assassinio connesso a un oscuro affare di spionaggio.

Dopo I’8.9.1943 partecipò alla Resistenza romana e, quando venne arrestato Sandro Pertini (v.), fu per qualche tempo uno dei dirigenti del comitato militare socialista, partecipando a tale titolo ad alcune riunioni della Giunta militare centrale. Staccatosi in seguito dal Partito socialista, diede vita a un movimento estremista (che ebbe un suo foglio clandestino, intitolato Spartaco) in aspra polemica contro i partiti del C.L.N., soprattutto contro i comunisti e i socialisti. Recatosi al Nord dopo la Liberazione, nell’ottobre ’46 vi costituì un Movimento di Resistenza Partigiana (M.R.P.), con ifr tenti chiaramente provocatori, che venne sconfessato dalle altre forze della Resistenza.

In nome di un « autentico socialismo rivoluzionario », durante l’occupazione tedesca di Roma Io « Spartaco » faceva aperta propaganda attesista e disfattista, arrivando a scrivere: « I proletari dovranno marciare a battaglioni serrati quando i nazisti avranno lasciato la capitale. Prima, ogni generoso e ingenuo che venisse scoperto sarebbe falciato dalla mitraglia dei nazifascisti ». (4.3.1944). Nel dopoguerra, dopo la scissione di Palazzo Barberini, l’Andreoni aderì al partito socialdemocratico (P.S.L.I.) e nel 1948 ne diresse l’organo ufficiale L’Umanità su posizioni di acceso anticomunismo. Allorché, il 14 luglio di quell’anno, fu sparato a Paimiro Togliatti (v.), molti videro un’indubbia istigazione a questo attentato in un articolo apparso su « L’Umanità » del 13.7. nel quale l’Andreoni esortava gli italiani a « inchiodare al muro del loro tradimento Togliatti e i suoi complici. E per inchiodarvel’ non metaforicamente ». L’articolo fu ripreso con grande rilievo dalla stampa governativa il 14, lo stesso giorno in cui, alle 11,40, Antonio Pallante sparò quattro colpi

di pistola contro il segretario del P.C.I., all’uscita da Montecitorio.

Successivamente l’Andreoni scomparve dalla vita politica italiana; dopo alcuni anni trascorsi nella redazione del periodico « Risorgimento socialista » (dell'Unione socialisti indipendenti, fondata da A. Cucchi e V. Magnani), finì quasi dimenticato.

Andreotti, Giulio

N. a Roma il 14.1.1919; laureato in legge, giornalista. Nel periodo della lotta clandestina collaborò con Guido Gonella alla redazione de « Il Popolo » e fu in stretto contatto con Alcide De Gasperi, da lui conosciuto alla Biblioteca vaticana.

Deputato alla Costituente, fu successivamente rieletto in tutte le legislature nella circoscrizione RomaViterboLatinaFrosinone. Si trova ininterrottamente al governo dal 1948: nei primi sette anni, come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio; successivamente, come ministro aH’Interno, alle Finanze, al Tesoro, alla Difesa, all'industria.

Ha pubblicato: De Gasperi e il suo tempo, Milano, 1956; Concerto a sei voci, Roma, 1945 (resoconto della crisi politica conclusa dalla caduta del governo Bonomi). Dirige la rivista Concretezza.

I suoi modesti titoli antifascisti non gli alienarono le simpatie del l’elettorato di estrema destra, ed egli dimostrò sempre di gradirle ricambiandole con chiari atteggiamenti: famoso il comizio tenuto nella primavera del 1953 ad Arcinazzo, durante il quale Andreotti, allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, abbracciò pubblicamente l’ex comandante del l’esercito repubblichino Rodolfo Graziani (v.), invocando un clima di riappacificazione generale. Al X Congresso della Democrazia cristiana (novembre 1967) è stato tra i pochi sostenitori dell’oltranzismo atlantico.

Andrian, Orlando

N. a Mariano (Gorizia) il 12.2.1910; infermiere, comunista. Nel 1936, per la sua attività antifascista, venne condannato dal Tribunale speciale a 8 anni di reclusione. Dopo T8.9.1943 fu organizzatore della Resistenza nel Goriziano, ufficiale di collegamento tra il C.L.N. e l’O.F. (Osvobodilna Fronta) jugoslavo.

A.N.E.I.

Associazione Nazionale [...]

[...]ngresso della Democrazia cristiana (novembre 1967) è stato tra i pochi sostenitori dell’oltranzismo atlantico.

Andrian, Orlando

N. a Mariano (Gorizia) il 12.2.1910; infermiere, comunista. Nel 1936, per la sua attività antifascista, venne condannato dal Tribunale speciale a 8 anni di reclusione. Dopo T8.9.1943 fu organizzatore della Resistenza nel Goriziano, ufficiale di collegamento tra il C.L.N. e l’O.F. (Osvobodilna Fronta) jugoslavo.

A.N.E.I.

Associazione Nazionale ex Internati. Giuridicamente riconosciuta con D. P.R. 2.4.1948, n. 403, I’A.N.E.I. organizza e tutela quanti, come militari

o come civili, rastrellati o deportati, furono internati nei campi nazisti fra l’8.9.1943 e I’8.5.1945; essa si propone quindi di esplicare e pro

muovere ogni forma di attività assistenziale, celebrativa, culturale che rafforzi i vincoli di reciproca solidarietà e di amore alla libertà e alla Patria, onorando quei Caduti e custodendone il ricordo, soccorrendo inoltre i più bisognosi tra i reduci. L’attività dell’Associazione ha mirato in questi anni a fare riconoscere

i diritti economici e morali (pensioni e assistenza) agli orfani e alle [...]

[...]iere nella Germania occidentale, nei grandi cimiteri di Monaco, Francoforte, Amburgo e Berlino Ovest. Per iniziativa deH’associazione, vie e piazze in numerosi comuni italiani sono state dedicate al nome delle vittime; monumenti sono stati eretti al Passo del Piccolo San Bernardo, a Merano, a Messina.

« Nello spirito di una condanna perenne che non recrimina, machiede giustizia — ha detto il senatore Paride Piasenti (presidente nazionale dell’A.N.E.I.) — abbiamo visto l’associazione costituirsi parte civile per le vittime, contro il famigerato Kurt Leibbrand, colpevole della fucilazione di decine di internati italiani costretti al lavoro coatto in Francia, nella zona di Avignone ».

Vicepresidenti dell'A.N.E.I. sono Giovanni Vergano, per l’Italia settentrionale: il senatore Renato Ragni, per l’Italia centrale; il dottore Vincenzo Federici, per l'Italia meridionale e le Isole. Segretario generale è il dottore Carlo De Luca. La giunta esecutiva nazionale comprende inoltre i seguenti membri: dottore Pompilio Aste, professore Vittorio Bertolani, avvocato Enrico Cintelli, ragioniere Sergio Manfredi, professore Martino Scovaricchi.

Anfuso, Filippo

N. a Catania l’1.1.1901, m. a Roma il 13.12.1963. Legionario fiumano, entrato nella carriera diplomatica nel

1925, ricoprì diversi incarichi in leg[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 19Frontespizio ed avvertenze (Monografia/libro

Brano: L.Va Sen. Leo Valiani

Volontario nelle Brigate Internazionali di Spagna. Membro del C.L.N.A.I. e del Comitato insurrezionale unitario di Milano. Direttore del quotidiano « Italia Libera ». Deputato alI’Assemblea Costituente. Membro del Comitato scientifico per la storia del movimento di liberazione in Italia. Storico.

t L.Zo. Lino Zocchi

Comandante della Divisione Garibaldi « Friuli ». Segretario nazionale dell’A.N.P.P.I.A..

La.Me. Prof. Laura Meli Insegnante.

M.An. Dott. Mario Andreis

Membro del Comando delle formazioni « Giustizia e Libertà » in Piemonte. Membro del

C.L.N. regionale piemontese. Vicepresidente dell'A.N.P.I..

M.Ba. Dott. Maurizio Balestra

Istituto storico provinciale della Resistenza di Forlì.

tM.Be. On. Avv. Mario Berlinguer

Membro del C.L.N. sardo. Alto commissario per la punizione dei crimini fascisti.

M.Beg. Dott. Mauro Begozzi

Segretario dell’istituto storico della Resistenza in provincia di Novara « Piero Fornara ».

M.B.M. Sen. Mario Brandani Mammucari

Organizzatore della Resistenza in Piemonte.

Commissario di guerra della piazza di Torino.

Consigliere comunale e provinciale di Roma.

M.Br. Prof. Manlio Brigaglia

Storico. Docente presso l'Università di[...]

[...]ooperativa di navigazione Garibaldi.

M.D.M. Marf: De Micheli

Militante della Resistenza milanese. Critico d’arte.

M.D.T. Dott. Maria Dina Tozzi

Studiosa di storia del fascismo.

tM.Fa. Sen. Mario Fabiani

Ispettore delle Brigate Garibaldi in Toscana. Sindaco di Firenze. Membro del Comitato direttivo dell’istituto per la storia della Resistenza in Toscana.

M.Fan. Prof. Mario Fanoli

Militante della Resistenza. Segretario dell’A.N. P.l. di Milano.

M.Fo. Mario Fontanelli

M.Fr. Avv. Mario Franceschelli

Giudice di Corte d’Appello.

M.Ga. Mauro Gaileni

Partigiano combattente. Membro del Consiglio nazionale dell’A.N.P.I..

M.Gan. Dott. Mario Gandini

Direttore di « Strada maestra ». Quaderni della Biblioteca comunale di S. Giovanni in Persiceto.

MG.DB. Prof. Maria Grazia Del Bo Insegnante di Storia.

i

M.Gi. Dott. Mario Giovana

Comandante di formazioni partigiane della II Divisione alpina G.L.. Direttore dei periodici « Giustizia e Libertà » e « Resistenza ». Deputato regionale. Pubblicista.

M.Giu. Dott. Massimo Giuliani

Direttore del settimanale “Alba”.

Mi.Fr. Dott. Mimmo Franzinelli

Ricercatore del Circolo culturale « Ghislandi » di Breno (Brescia).

M.Ka. Prof. Mirella Karp[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 44

Brano: Alleanza Nazionale

capo al re e al pontefice, all’esercito e alla Chiesa cattolica; cioè a persone e a istituti che, di fatto, sino a quel momento avevano acconsentito al fascismo, aderendovi

0 accettandolo passivamente.

« Lo stesso titolo del giornale — scrisse successivamente Mario Vinciguerra — faceva comprendere molto bene che noi eravamo fuori dai partiti estremi, cioè fuori dai partiti, diciamo così, imperialisti, come dai partiti di estrema sinistra. Eravamo dei costituzionalisti e, come tali, non potevamo parlare di repubblica; non potevamo parlare di ciò che non fosse già qualche cosa di concreto nella vita politica italiana ». Il primo numero, datato 1.7.1930, enunciava

1 propositi dell’A.N. nei seguenti termini: « Guai a lasciare ai sovversivi il monopolio della lotta contro il fascismo! Non solo si rischia che al momento della inevitabile crisi non vi siano di pronti che loro, ma si finisce col lasciare identificare, nell'opinione pubblica, antifascismo con comuniSmo, col risultato che chiunque ha interessi da difendere preferirà, in ultima analisi, rassegnarsi al fascismo. Tocca invece agli uomini d’ordine di determinare la crisi del fascismo e salvare così l’Italia anche dalla minaccia contraria ».

Il secondo numero, datato 15.7.1930, precisava la posizione politica dell’A.N. nei confronti della Chiesa e della monarchia, le quali non dovevano essere né avversate né accomunate al fascismo, ma sulle quali occorreva invece fare leva, staccandole dal fascismo e dando loro garanzie per il domani. Sottolineando la grande forza rappresentata dai due istituti, si affermava: « Se finora hanno, l’uno subito e l’altro utilizzato il fascismo per quel che, a torto e a ragione, è parso loro il bene della monarchia e della Chiesa, tocca a noi capovolgere e non già consolidare quel gioco di interessi, di speranze e di timori, che han fin qui determinato la loro condotta ».

Le « circolari » venivano periodicamente diffuse col sistema della « catena ». Ogni destinatario, anello della catena, era esplicitamente invitato a riprodurne 6 copie e quindi spedirle ad altrettante persone, sempre le stesse, tra le quali almeno 2 scelte tra i fascisti.

Il movimento, visto con favore da Benedetto Croce, ebbe contatti con elementi delI’Azione Cattolica, con P. Enrico Rosa S.J., direttore di « Civiltà Cattolica », con Guido De Ruggiero e altri di « Giustizia e Libertà ». Questi ultimi, pur mantenendo con il suddetto movimento rapporti di « amichevole dibattito », non mancarono di criticarlo apertamente e in modo piuttosto aspro, definendo tale corrente antifascista come « papaiemonarchica » (v. Giustizia e Libertà, n. 9 del luglio 1930).

In effetti non si può dire che il movimento avesse un preciso programma, all’infuori dell'obiettivo generico di raccogliere forze moderate e borghesi contro il fascismo;

la sua azione, abbandonata in gran parte alla spontaneità, ebbe scarsa influenza e fu di breve durata. Il 28.11.1930 vennero arrestati Renzo Renzi e Mario Vinciguerra; quest’ultimo, che già da tempo era pedinato, fu sorpreso dalla polizia mentre impostava un certo numero di « circolari ».

Fino a quel momento, erano stati stampati e diffusi 10 numeri di A.N.; l’undicesimo era in bozze.

Deferiti al Tribunale Speciale, il 22.12.1930, vennero condannati: Mario Vinciguerra e Renzo Renzi, a

15 anni di reclusione ciascuno; Umberto Gel metti, a 3 anni. Coimputati nello stesso processo, furono invece assolti Augusto Benedetti, Narciso Marchi, Olga Tentori e Liliana Vernon.

Alleg, Henri

Giornalista, combattente della rivoluzione algerina, direttore di Alger Républicain, H.A. è particolarmente noto per essere l’autore del libro La question (opera tradotta nel 1958, sotto il titolo La Tortura, anche in Italia), che nel 1959 gli ha valso il Premio Omegna per la Resistenza, quale esemplare testimonianza autobiografica sull’uso della tortura da parte dei paras francesi in Algeria (v.). Dopo sei mesi di attività clandestina, H.A. venne arrestato, il 12.6.1957, dai paracadutisti della X D.P. e rinchiuso a El Biar, alla periferia di Algeri. Nel libro, scritto immediatamente dopo, vengono raccontate le penose vicende dell’autore, durante un mese di prigionia, di interrogatori e di torture (da quelle basate suH’impiego della corrente elettrica alle più crudeli ustioni), conclusosi infine col trasferimento in campo di concentramento.

Il coraggioso libro di Alleg si è iscrìtto, a buona ragione, tra le grandi testimonianze della Resistenza europea al fascismo. Jean Paul Sartre apre la sua introduzione a « La question » scrivendo: « Nel 1943, in via Lauriston, erano dei francesi a gridare d’angoscia e di dolore. La Francia intera li udiva. L’esito della guerra non era certo, e non si voleva neppure pensare al futuro; ma una cosa ,ci pareva impossibile: che si sarebbero fatti urlare altri uomini, un giorno in nostro nome. Ma impossibile non è: francese. Nel 1958, ad Algeri, si tortura abitualmente, sistematicamente ». Sartre conclude: « La guerra d’Algeria non può essere umanizzata. La tortura si è imposta da sé: è stata suggerita dalle circostanze, chiamata dall’odio razzista ».

Allegato, Luigi

N. a San Severo (Foggia) T8.4.1896 ivi m. il 25.5.1958; contadino, Gio

Luigi Allegato

vane socialista fin dal 1913, organizzatore dei contadini, si iscrisse al Partito comunista nel 1921. Dirigente degli scioperi agricoli in Capitanata, nel 1928 venne condannato dal Tribunale speciale a 10 anni di reclusione. Consultore nazionale dopo la Liberazione, nel 1946 fu eletto deputato e, nel 1948, senatore di diritto. Fu membro del Comitato centrale del P.C.I..

Allegretti, Mario

Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Vignola (Modena) nel 1919, caduto in combattimento a Saltino (Modena) il 10.4.1945; studente universitario. Dopo aver frequentato la Scuola allievi ufficiali di Bologna, fu nominato sottotenente del 33° Reggimento carristi, di stanza a Parma, e qui si trovò I'8.9.1943. Sottrattosi alla cattura da parte dei tedeschi, si arruolò nella brigata partigiana « Sa[...]

[...]sultore nazionale dopo la Liberazione, nel 1946 fu eletto deputato e, nel 1948, senatore di diritto. Fu membro del Comitato centrale del P.C.I..

Allegretti, Mario

Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Vignola (Modena) nel 1919, caduto in combattimento a Saltino (Modena) il 10.4.1945; studente universitario. Dopo aver frequentato la Scuola allievi ufficiali di Bologna, fu nominato sottotenente del 33° Reggimento carristi, di stanza a Parma, e qui si trovò I'8.9.1943. Sottrattosi alla cattura da parte dei tedeschi, si arruolò nella brigata partigiana « Santa Giulia », operante nella zona di Monte Santa Giulia e, nel gennaio 1945, ne divenne il comandante. Cadde, mortalmente colpito in combattimento, sul fiume Secchia.

Allegri, Paride

Sirio. N. a Collagna (Reggio Emilia) il 23.1.1920; perito agrario. Sottotenente di complemento nell’Aeronautica, dopo l’8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione e fu comandante della 76a Brigata

S.A.P., operante nel Reggiano. Distintosi in combattimento, fu promosso in S.P.E. per meriti di guerra.

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 668

Brano: Menotti, Nello

contro fascisti, tedeschi e ustascia. Durante l’ultima massiccia offensiva tedesca condotta nell’inverno

1945 contro la «zona libera» di Crkno (Circhina), dopo settimane di aspri combattimenti sulla neve e con un freddo intenso, il 18 marzo Puppo venne ferito in località Pecine. Rifiutando di porsi in salvo, continuò a sparare finché cadde travolto dalle orde nemiche.

Il suo nome, che si trova anche scolpito nel monumento ai partigiani sloveni e italiani caduti a Circhina, venne assunto da un battaglione della Divisione Garibaldi « PicelliTagliamento ».

F.Vi.

Menozzi, Carlo

N. a Gattico (Reggio Emilia) il 4.9. 1904; cementista. Membro dell'organizzazione comunista clandestina, nel 1930 fu condannato dal Tribunale speciale a 10 anni di reclusione. Fu detenuto a Civitavecchia e poi confinato a Ponza.

Dopo I '8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza.

Menscevico

Appartenente alla frazione di minoranza (menscinstvò) del Partito socialdemocratico russo, schierata su posizioni tendenzialmente rifornì iste.

Durante il congresso di fondazione del Partito socialdemocratico russo, svoltosi a Londra nel 1903, si formarono due gruppi: quello bolscevico (v.) capeggiato da Lenin, e il menscevico (minoritario per

2 soli voti). A quest’ultimo, guidato da J. Martov, aderirono P.B. Axelrod, T. Dan, A.N. Potresov, Vera Zasulich e più tardi anche G.V. Piekhanov.

Con lo sviluppo degli eventi il menscevismo avrebbe rivelato il suo carattere tipicamente moderato, ma poiché nella Russia dominata dall'aristocrazia zarista una strategia « riformista » era di fatto improponibile, le differenze di fondo tra menscevichi e bolscevichi rimasero inizialmente oscure. Il dissidio tra i due gruppi, caricandosi di contenuti sempre più concreti, si rivelò comunque ben presto insanabile: nel 1905 i menscevichi negarono il ruolo egemonico del proletariato nella preparazione della rivoluzione democraticoborghese e, negli anni successivi, molti di essi sostennero l’opportunità di abbandonare la lotta clandestina. Nel 1912 la scissione tra le due correnti divenne

radicale e i menscevichi furono espulsi dal partito come «liquidatori?».

Riformismo e controrivoluzione

Negli anni della Prima guerra mondiale, mentre Lenin propugnava il « disfattismo rivoluzionario », i menscevichi finirono con lo schierarsi a favore della guerra « patriottica ». Nella rivoluzione del febbraio 1917 i menscevichi « riformisti » ebbero una posizione egemonica all'interno dei soviet, ma nel corso dei successivi avvenimenti la direzione della lotta venne via via assunta dai bolscevichi.

Durante la Rivoluzione di ottobre i menscevichi si schierarono apertamente a fianco di Kerenskij (v.) contro i bolscevichi. Nel corso della guerra civile si trovarono così dalla parte della controrivoluzione. In Georgia, dove i menscevichi furono al potere fino al 1921, non esitarono ad appoggiarsi alle forze di intervento straniero nella repressione antibolscevica.

Dopo il 1921 i menscevichi furono definitivamente liquidati come forza politica operante in Russia.

Meoni, Alaieff

Dino. N. a Prato (Firenze) il 3.5. 1906; manovale.

Membro dell'organizzazione comunista clandestina, per la sua attività antifascista fu arrestato e deferito al Tribunale speciale che il 2.1. 1935 lo condannò a 10 anni di reclusione.

Dopo 1*8.9.1943 partecipò alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza fiorentina, membro del Comando della formazione partigiana « Stella Rossa » operante nella zona di Prato.

Meoni, Paleario

N. a Prato (Firenze) il 3.4.1908. Attivo militante antifascista, durante il ventennio fu confinato per 5 anni. Durante il periodo del confino fu arrestato e condannato a 3 anni di reclusione per aver partecipato a un’azione di protesta collettiva dei confinati.

Dopo T8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, partigiano combattente e membro del Comando della formazione « Stella Rossa » operante nella zona di Prato.

Meoni, Vittorio

N. ni.12.1922 a Colle di Val d’Elsa (Siena) ; insegnante.

Dopo I'8.9.1943 partecipò alla Guerra di liberazione, nelle file della Re

sistenza senese. Partigiano combattente nella Brigata Garibaldi « Spartaco Lavagnini », il 28.3.1944 fu gravemente ferito dai fascisti durante l’eccidio di Montemaggio (v.), di cui fu l’unico superstite.

Nel dopoguerra ebbe vari incarichi nel movimento democratico senese, tra cui quello di presidente dell'A.N.P.I. provinciale.

Mercandino, Idelmo

N. a Pralungo (Vercelli) il 25.8.1905; meccanico. Membro dell’organizzazione comunista clandestina biellese e attivo antifascista, nel 1928 fu condannato dal Tribunale speciale a 2 anni e 3 mesi di reclusione. Allo scoppio della guerra di Spagna accorse volontario nelle Brigate Internazionali. Passò successivamente in Francia, dove venne internato nel campo di Vernet. Infine fu consegnato alle autorità fasciste italiane che lo confinarono a Ventotene. Dopo I'8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza, dirigente politico di diverse organizzazioni, ispettore delle Brigate Garibaldi nel Biellese e nel Veneto.

Mercanti, Decio

N. a Forlì il 2.12.1902; parrucchiere. Giovane socialista dal 1919, nel

1921 passò alla Federazione giovanile comunista. Nel marzo dello stesso anno, dopo un conflitto a fuoco contro gli squadristi, dovette lasciare Forlì. Raggiunse Genova, dove trovò lavoro come barbiere e continuò la lotta.

Membro della Sezione giovanile (ji via Ponte di Carignano, subì vari arresti per aver preso parte a manifestazioni antifasciste. Nel novembre 1921 fu aggredito e gravemente ferito dai fascisti.

Dopo la marcia su Roma, per sottrarsi alle persecuzioni espatriò clandestinamente in Francia, ma nel 1930 fu colpito da decreto di espulsione per aver svolto attività comunista. Per gli stessi motivi venne successivamente espulso dal Belgio (1931) e dal Lussemburgo. Rifugiatosi a Ginevra, fu arrestato nell'aprile 1932 dalle autorità svizzere (insieme ai compagni di lotta Giovanni Gironi di Castiglione di Cervia e Gino Boscherini di Firenze) sotto l'accusa di aver incendiato il Consolato italiano. Dopo il rilascio fu responsabile dei gruppi comunisti di lingua italiana (v. Gruppi di lingua) a Ginevra e a Zurigo. Rientrato clandestinamente in Francia nel 1934, continuò a svolgere at

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 139

Brano: Dopolavoro

Donno, Salvatore

N. a Maglie (Lecce) ’il 28.10.1908. Colonnello di aviazione appartenente al 10° Stormo B.T., antifascista e repubblicano, T8.9.1943 si trovò in servizio presso l’aeroporto di Jesi. Dopo un conflitto con i tedeschi riuscì a raggiungere Milano e qui, sin dai primi giorni, partecipò alla Guerra di liberazione mettendosi a disposizione del generale Luigi Masini (v.). Comandante di una formazione partigiana in vai Grande, fece parte del Comando generale delle « Fiamme Verdi » (v. Brigate cattoliche].

Dopo la Liberazione è tornato alla sua professione di dirigente industriale. È vicepresidente dell’A.N. P.l. nazionale.

D’Onofrio, Edoardo

Edo. N. a Roma il 10.2.1901. Figlio di un maniscalco di Porta Pia, a sette anni già lavorava, dòpo le ore di scuola, come ragazzo di bottega in un laboratorio di scultura e poi come garzone presso un fabbro ferraio.

Scolaro di un vecchio insegnante socialista, Giuseppe d'Amato, che educava i suoi allievi ai principi del socialismo, nel 1913 si iscrisse alla Gioventù socialista. Dopo essere stato amministratore del settimanale Avanguardia (v.), nel 1916 fu eletto segretario della Federazione giovanile socialista del Lazio. Nel

1917 fu arrestato pe[...]

[...]a liberazione di Roma, divenne segretario regionale del Lazio, membro della direzione e della segreteria del partito.

Consultore nazionale, deputato all’Assemblea Costituente, senatore di diritto nel primo Parlamento della Repubblica, è stato rieletto deputato nelle tre successive legislature. Durante la seconda legislatura è stato vicepresidente della Camera. Attualmente è membro del Comitato centrale del P.C.I. e del Comitato esecutivo dell’A.N.P.I..

Dopolavoro

Opera Nazionale Dopolavoro, O.N.D.. Ente parastatale creato dal regime fascista (con decreto dell'1.5.1925, ripetutamente modificato, e disciplinato da una legge del 24.5.1937 che ne stabilì l’assetto definitivo) col compito di promuovere l’istituzione e il coordinamento di enti « intesi a elevare la coscienza civile e a migliorare le condizioni fisiche di tutti i lavoratori». Il 28.

10.1937 dichiarava 3.180.000 iscritti e controllava molte migliaia di sodalizi.

L’O.N.D. aveva sede in Roma; « alle dirette dipendenze del Duce », era presieduta dal ministro segre

[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 58

Brano: Tettamanti, Battista Filippo

zioni sindacali e socialiste locali, il settimanale II Lavoro e ['Alleanza Cooperativa. Quando, all’inizio della Prima guerra mondiale, fu chiamato alle armi, la moglie ne continuò validamente l’opera.

Rientrato a Prato al termine del conflitto, riprese l'attività politica. Nell’ottobre 1920, in seguito alla lotta per l’occupazione delle fabbriche, fu arrestato e condannato a 9 mesi di reclusione. Espulso dalla Toscana con provvedimento di polizia, si stabilì a Milano, dove continuò la lotta e, dopo l’avvento del fascismo al potere, fece parte del Comitato provinciale per il Soccorso Rosso.

Nel novembre 1926 fu arrestato e assegnato al confino per 3 anni. Nuovamente arrestato a Lipari il 23.1.1927, fu deferito al Tribunale Speciale che, nel corso del cosiddetto “processone” (v.), il 4.6.1928

lo condannò a oltre 15 anni di reclusione. Scarcerato per amnistia nel gennaio 1934, nel giugno 1939 fu di nuovo arrestato e inviato al confino per altri 5 anni.

Liberato nel settembre 1943, rientrò a Como, dove nonostante l’età avanzata partecipò attivamente alla Guerra di liberazione.

Nel dopoguerra fu segretario della Camera del lavoro di Como fino al 1950, poi ispettore dell’I.N.C.A.. Diresse varie organizzazioni democratiche locali, fu presidente dell’A.N. P.P.I.A., del Comitato dei Partigiani della pace, e infine responsabile del Sindacato pensionati.

G.Per.

Tetti, Vittorio

N. a Genzano (Roma) il 5.11.1904; tipografo.

Membro di un’organizzazione comunista clandestina attiva a Genzano, nel 1927 fu arrestato. Deferito al Tribunale Speciale, il 2.10.1928 fu condannato a 6 anni di reclusione.

Thaelmann, Ernst

N. ad Amburgo (Germania) il 16.4. 1886, m. a Buchenwald (Germania) il 18.8.1944; operaio, leader del Partito comunista tedesco. Organizzatore dei lavoratori portuali di Amburgo, durante la Prima guerra mondiale aderì al Partito socialdemocratico indipendente (U.S.P.

D.), nato dalla scissione della socialdemocrazia maggioritaria a opera delle minoranze contrarie alla politica bellica della S.P.D.. Attivo nel

Ernst Thaelmann

movimento dei consigli durante la rivoluzione del novembre 1918 in Germania (v.), aderì al Partito comunista tedesco [K.P.D.) alla fine del 1920, dopo il Congresso di Halle della U.S.P.D.. Nel maggio 1923 fu eletto nel Comitato centrale della K.P.D., di cui avrebbe fatto parte fino all’avvento del nazismo. Nell’ottobre 1923 guidò la sfortunata insurrezione armata di Amburgo. Rappresentante, nella K.P.D., di posizioni di sinistra e della linea del Comintern, grazie alle sue doti organizzative e alle sue qualità di autentico tribuno popolare ascese alle maggiori cariche nel partito. Nominato vicepresidente della K.P.D. il 19.2.1924, con l’appoggio del Comintern divenne presidente alla prima Parteikonferenz (1.2.1925) che vide l’estromissione della sinistra capeggiata da Ruth Fischer e Arkady Maslow. Da allora rimase alla testa della K.P.D., curandone il processo di “bolscevizzazione” secondo le direttive del V Congresso della Terza Internazionale (v.), a partire dal quale fu anche membro dell’Esecutivo della stessa.

Thaelmann fu il portavoce della K.P.D. nelle più significative battaglie politiche della repubblica di Weimar: deputato al Reichstag dal 4.5.1924, fu candidato presidenziale nel 1925 e nel 1932. Impegnato, negli ultimi anni della repubblica, nella lotta contro il nazismo e nella polemica contro la S.P.D. (fu tra i sostenitori dell’accusa di “socialfaseismo” rivolta ai socialdemocratici), venne arrestato dai nazisti il 3.3.1933. Nonostante l’ampia campa

gna di solidarietà internazionale promossa daH’emigrazione antifascista per sottrarlo ai suoi torturatori, fu trascinato in carcere e infine deportato nel lager di Buchenvald, dove venne barbaramente trucidato.

E. Co.

Nel 1949 Irma Thaelmann, figlia del dirigente comunista assassinato, avendo individuato gli uccisori dei padre si rivolse alle autorità della Repubblica Federale Tedesca chiedendo giustizia. Ma l’istruttoria venne insabbiata per decenni e solo in seguito a una tenace mobilitazione di opinione pubblica democratica il processo ebbe inizio, a 25 anni di distanza, nel novembre 1985. Uno degli assassini, il settantaquattrenne Wolfang Otto (che aveva confidato a un’altra SS, certo Werner Fricke, di aver partecipato al crimine), fu portato alla sbarra. Nel corso del processo egli fu anche riconosciuto da un ex internato polacco, di nome Marian Zgoda, che aveva casualmente assistito ai fatti, ma le testimonianze furono ritenute inattendibili dalla pubblica accusa che chiese l'assoluzione (naturalmente concessa) dell'imputato.

Thailandia

Siam fino al giugno 1939 e dal 1945 al 1949. Monarchia costituzionale della penisola indocinese (v. Indocina), con un’estensione di 514.000 kmq, la Thailandia confina con la Birmania, il Laos, la Cambogia, la Malaysia; è bagnata dal golfo del Siam e dal mare delle Andamane (Oceano Indiano). La popolazione è di circa 53 milioni di abitanti, in massima parte di ceppo thai (sinotibetani provenienti dalle montagne del Nord) e di fede buddista (religione di stato). La capitale è Bangkok (oltre 2.000.000 di abitanti); altre città sono Chiang Mai (100.000 abitanti) e Nakhom (80.000 ab.). Lingua ufficiale è il thai.

La forza lavoro della Thailandia è per il 67% impegnata nell’agricoltura (soprattutto riso e canna da zucchero) che fornisce il 22% del prodotto lordo nazionale; e per il 9% nell’industria che dà il 27% del p.l.n.. Il reddito annuo prò capite è di 800 dollari U.S.A.. La situazione economica del paese, grazie agli aiuti ricevuti dagli Stati Uniti e dal Giappone, ha registrato nell’ultimo decennio un certo miglioramento. Secondo la nuova costituzione varata nel 1978, il paese è retto da un sistema democratico di tipo occidentale (suffragio universale, sistema bicamerale con un senato di nomina regia). La Thailandia fa parte dell’A.S.E.A.N. (associazione delle nazioni dell’Asia sud orientale) con Brunei, Filippine, Indonesia, Malaysia e Singapore; e dal 1954 è

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 318

Brano: Vaticano

dell’Est che dell’Ovest, come pure con le altre grandi religioni cristiane e non cristiane, si preoccupò anche di accettare da parte dello Stato italiano proposte per una significativa revisione del Concordato. Si aprirono così laboriose trattative, portate avanti nel quadro di quella complessa evoluzione, sul piano politico e culturale, che ha visto cadere la teoria dell '“unità dei cattolici” di fronte ai valori del pluralismo che, affermati dal Concilio, si sono fatti strada anche tra i cattolici italiani. I referendum del 1974 (viene respinta dal popolo italiano l’abrogazione della legge sul divorzio del 1970) e del 1981 (viene respinta la richiesta di abrogare la legge che regola l’aborto) hanno dimostrato come siano profondamente cambiati gli orientamenti morali e civili degli italiani, sconfiggendo la Chiesa e i cattolici integralisti promotori dei referendum stessi. Con ciò il Vaticano e lo stesso Giovanni Paolo II (eletto il 16.10.1978) che aveva apertamente appoggiato il referendum del 1981, mentre Paolo VI era stato più cauto con quello del 1974, subivano un duro colpo.

Il nuovo Concordato, sottoscritto a Villa Madama dal presidente del consiglio Bettino Craxi e dal segretario di Stato card. Agostino Casaroli il 18.2.1984, fa esplicito richiamo, nella premessa, ai princìpi sanciti nella Costituzione italiana e alle dichiarazioni del Concilio Vaticano Il per affermare che la Repubblica italiana e la Chiesa cattolica sono « ciascuno nel proprio ordine indipendenti e sovrani » e che i loro rapporti saranno improntati alla « reciproca collaborazione per la promozione dell’uomo ed il bene del Paese ». Questo nuovo clima è stato confermato dalla visita compiuta dal presidente della Repubblica Sandro Pertini in Vaticano il 21.5.1984, contraccambiata dalla visita di Giovanni Paolo II al Quirinale il 2 giugno, ossia pochi giorni dopo, per far risaltare il pieno riconoscimento vaticano della Repubblica Italiana.

Il 15.11.1984 l’on. Craxi e il card. Casaroli hanno sottoscritto un Protocollo di norme formulate da una commissione paritetica per regolamentare i beni e gli enti ecclesiastici esistenti sul territorio italiano. Si è però aperta una nuova fase di rapporti che vede, da una parte, il Trattato come atto costitutivo dello Stato Città del Vaticano e, dall'altra, un Concordato più simile a un accordoquadro che all’ormai superato istituto concordatario.

Al.San.

Vattaf Giovanni

N. a Divaccia (Trieste) il 20.10.1903; falegname.

Membro di un’organizzazione comunista clandestina attiva nella Venezia Giulia, nel 1941 fu arrestato. Deferito al Tribunale Speciale, il 14.12. 1941 fu condannato a 30 anni di reclusione.

Vatteroni, Roberto

Medaglia d’oro al valor militare. N. a Carrara I'1.4.1926.

Studente diciassettenne nell’istituto Tecnico, dopo I'8.9.1943, benché non sottoposto alla minaccia di chiamata alle armi da parte della repubblica di Salò, si unì volontariamente ai partigiani della “Banda Ulivi” divenuta successivamente Brigata “Gino Menconi”, con la quale partecipò a tutte le azioni, assumendo poi la carica di Ispettore di Divisione.

Il 17.8.1944, in un drammatico combattimento durante il quale rifulse tutto il suo eroismo, perdette un braccio.

È vicepresidente dell’Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra, nonché segretario nazionale dell’A.N. P.I..

Vattovani, Al verino

N. a Capodistria il 5.8.1919; contadino.

Mentre prestava servizio militare in guerra, durante una licenza commentò sfavorevolmente le condizioni dell’esercito. Arrestato nel gennaio 1941 e deferito al Tribunale speciale, il 12 maggio dello stesso anno fu condannato a 5 anni di reclusione per “disfattismo”.

Vattovaz, Ernesto

N il 26.10.1902 a Cesari, in Istria; contadino.

Nel 1919 era già attivo nelle organizzazioni giovanili. Nel 1925 entrò nel Partito comunista e subì un primo arresto. Nel 1929 venne nuovamente arrestato e condannato dal Tribunale speciale a 4 anni di reclusione. Tornato a casa nel 1932, riprese l’attività politica, venendo una terza volta arrestato e deferito al Tribunale speciale che, il 30.1. 1935, lo condannò ad altri 12 anni di reclusione. Uscito dal carcere nel 1940 in seguito ad amnistia, venne inviato direttamente al confino.

Ritornato in Istria nel 1943, partecipò alla lotta di liberazione con incarichi di responsabilità nelle organizzazioni partigiane locali.

Dopo la Liberazione e fino al 1947 è stato fra i dirigenti del Partito comunista della Regione Giulia a Muggia (Trieste). Si trasferì quindi a Kopar (Capodistria) in Jugoslavia, dove continuò a svolgere attività politicosociale nelle organizzazioni comuniste, tra gli ex perseguitati politici e nella pubblica amministrazione.

M.Pah.

Vattovaz, Nazario

N a Cesari (Istria) il 14.1.1908; contadino.

Membro di un'organizzazione comunista clandestina attiva a Capodistria, nel febbraio 1934 fu arrestato. Deferito al Tribunale speciale, il 30. 1.1935 fu condannato a 8 anni di reclusione.

Vattovaz, Vittorio

N a Trieste il 10.4.1903; magazziniere.

Membro di un’organizzazione comunista clandestina individuata a Trieste nell’agosto 1927, fu arrestato. Deferito al Tribunale speciale, il 12.12.1928 fu condannato a 10 anni di reclusione.

Vecchi, Gisberto

Medaglia d’oro al valor militare. N. a Correggio (Reggio Emilia) 1*8.2. 1911, ivi m. I’ 1.7.1944; bracciante. Dopo aver prestato servizio militare nel 193233 e ancora nel 1935, nello stesso anno fu arrestato come membro di una organizzazione comunista clandestina attiva nelle officine meccaniche di Reggio Emilia e nella Cooperativa muratori di Carpi. Deferito al Tribunale speciale con altri 14 compagni, il 18.2.1936 fu condannato a 7 anni di reclusione.

Riacquistata anticipatamente la libertà per amnistia, riprese la lotta, ma neH'aprile 1939 fu nuovamente arrestato e deferito con altri 22 compagni al Tribunale speciale che, il 20.10.1939, lo condannò a 12 anni di reclusione.

Tornò libero con la caduta del fascismo e, dopo I'8.9.1943, fu tra i primi organizzatori della Resistenza



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 413

Brano: Vlasov, Andrej

(Trieste) il 23.1.1911, m. a Trieste il 28.6.1943; esercente.

Occupata nella trattoria paterna a Muggia, punto di riferimento per gli antifascisti della zona, dal 1936 entrò attivamente nel movimento clandestino. Si sposò con Luciano Santalesa, militante comunista muggesano, condividendone la lotta negli anni della dura repressione fascista nella Venezia Giulia ed educando il figlio Sergio a quegli ideali. Con altri compagni fece della propria trattoria La Tappa una base per incon^ tri politici e organizzativi clandestini. Dopo l’ennesimo arresto del marito e la chiusura dell’esercizio imposta dalle autorità fasciste intensificò la lotta, ricoprendo incarichi di responsabilità anche nell'organizzazione Donne Antifasciste, assicurando i collegamenti tra l’antifascismo triestino e le formazioni partigiane dell’lstria.

Segnalata e ricercata dalla polizia politica come la « nota pericolosa comunista Vivoda Amabile », si diede alla macchia assumendo il nome di battaglia di “Maria”. Aiutò il marito a evadere dal sanatorio dov’era stato ricoverato per le precarie condizioni di salute e lo aiutò a raggiungere le formazioni partigiane (primavera 1943). Braccata dalla polizia che aveva posto una taglia di

10.000 lire sulla sua testa, per muoversi più liberamente affidò il figlio Sergio a un collegio di Udine e continuò l’attività clandestina.

Il 28.6.1943, durante una missione cospirativa alla Rotonda del Boschetto (Trieste), fu riconosciuta da un carabiniere che, fingendosi amico, aveva frequentato il suo locale. Segui uno scontro a fuoco, durante il quale Alma fu colpita alla tempia. Portata all’ospedale, vi morì. Nelle ultime ore fu assistita dall.a compagna Pierina Chinchio Postogna, catturata insieme a lei e ferita a sua volta. Pochi giorni prima era caduto, in Istria, anche suo marito Luciano Santalesa.

La prima Caduta della Resistenza

Il suo coraggioso impegno politico e di lotta, l’attenzione da lei portata ai problemi deH’emancipazione femminile e deH’internazionalismo proletario, e infine il suo sacrificio, fanno di Alma Vivoda una delle più luminose figure dell’antifascismo e della Resistenza. Pur avendo frequentato soltanto le scuole elementari, essa aveva accresciuto la propria cultura grazie a una vivida intelligenza che dimostrò anche compilando note e articoli per la stampa clandestina, scrivendo in particolare

Alma Vivoda

sul foglio “La nuova donna”, di cui curava la redazione.

All’indomani della sua morte, il suo nome venne assunto da un battaglione autonomo della 14a Brigata Garibaldi “Trieste” (Divisione Garibaldi “Natisone”) composto da partigiani italiani, sloveni, russi, da marinai romagnoli e da diverse compagne di lotta di “Maria”.

Dopo la Liberazione, a lei si intitoleranno la cellula femminile del P.C.I. di Santa Barbara (Muggia) e il locale Circolo di cultura popolare. Il suo nome è stato dato anche a una via a Chiampore e in suo onore, nel 1971, è stato eretto un monumento sul luogo che la vide cadere. Il Comune di Muggia e l’A.N. P.l. hanno inoltre inviato al Ministero della Difesa una proposta, affinché alla sua memoria venga conferita una decorazione al valore militare.

Bibliografia: Sema P., Sola A., Bibalo M., Battaglione Alma Vivoda, La Pietra, 1975; Alma Vivoda, 40° della fondazione del Btg. A. Vivoda, a cura dell'U.D.I. del Comune di Muggia, Tip. Astra 1984.

L.R.C.

Vivoda, Augusto

Arsen. N. a Mune Grande (Pinguente, in Istria) nel 1920, m. a Rijavce il 13.3.1943; operaio.

Antifascista, per sfuggire alla polizia del regime varcò il confine jugoslavo, riparando a Susak dove fu operaio nella Cartiera fino al 1941. Dopo l’invasione italiana della Jugoslavia raggiunse i primi gruppi

partigiani nel Gorski Kotar, nel Distaccamento del Risnjak. Successivamente fece parte della I Compagnia partigiana istriana formatasi nell’agosto 1942 sul monte Maggiore al comando di Antonio Raspor (v.) e ne divenne commissario politico.

Verso la fine del 1942 raggiunse il Litorale sloveno, unendosi alle formazioni dette dei Barchini. Quando la Compagnia dei Barchini (Brkinska Òeta) si spostò a Vitulje (Vittogliano), aM’accampamento di base a Rijavce restarono Vivoda e un compagno sloveno per mantenere i collegamenti. Ma ben presto la loro posizione venne individuata dal nemico che, in forze, accerchiò la base difesa dai due uomini. Vivoda e il suo compagno non si arresero, sostenendo il combattimento fino a quando finirono le munizioni. Primo a cadere fu il compagno sloveno. Rimasto solo e disarmato, Vivoda impegnò i fascisti in un disperato corpo a corpo finché, sopraffatto, venne letteralmente dilaniato a colpi di pugnale.

Trentanni dopo, alla sua memoria sarà conferito l’Ordine di Eroe del Popolo.

Bibliografia: Giacomo Scotti, Il luminoso esempio di sei eroi istriani, in “La Voce del Popolo”, 29.9.1973.

G.Sco.

Vlach, Vittorio

N. a Mattuglie (Fiume) il 19.10. 1894; pittore.

Membro di un’organizzazione comunista clandestina attiva a Fiume, all’inizio del 1941 fu arrestato e deferito al Tribunale speciale che, il

24.2.1942, lo condannò a 5 anni di reclusione.

Vlach Rizzotti, Bruno

N. a Trieste il 14.9.1906; operaio. Membro dell’organizzazione comunista fiumana diretta da Leo Vali ani e scoperta nel febbraio 1931, fu arrestato. Deferito al Tribunale speciale, il 26.11.1931 fu condannato a 5 anni di reclusione.

Vlasov, Andrej

N. in Georgia (Russia) nel 1900, m. a Mosca nel 1947; generale russo.

Figlio di contadini, nel 1917 combat

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successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine A.N., nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---fascismo <---fascisti <---antifascista <---comunista <---italiana <---fascista <---italiani <---Partito comunista <---italiano <---Comitato centrale <---antifascisti <---fasciste <---socialista <---Diritto <---comunisti <---nazisti <---G.A.P. <---P.C.I. <---Storia <---antifascismo <---italiane <---socialisti <---A.N.P.I. <---Bibliografia <---C.L.N. <---C.V.L. <---Fiamme Verdi <---G.V. <---Garibaldi in Toscana <---La guerra <---Luigi Longo <---Membro del Comitato <---P.S.I. <---collaborazionismo <---dell'Italia <---disfattismo <---istriani <---leninista <---nazismo <---nazista <---siano <---socialismo <---zarista <---A.N.E.I. <---A.N.M. <---A.N.P.L. <---A.S.E.A.N. <---Achille Lordi <---Agraria <---Al X <---Alberto Jacometti <---Aldo Giannoni <---Aldo Resega <---Alfonso Bartolini <---Alfredo Parente <---Andrea Camia <---Andrea Gaggero <---Antonio Pallante <---Antonio Raspor <---Antonio Siro <---Arrigo Boi <---Associazione Nazionale del Fante <---Aula IV <---Azione Cattolica <---B.T. 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